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Autore: LOVE_WRITING    13/05/2014    2 recensioni
E' la mia prima fanfiction.
E' l'ennesima Reid/OC sul sito ma spero vi piaccia.
Amity Donner, vent' anni, è sempre stata impulsiva e impertinente, forse troppo. Non dimostra un invidiabile maturità, nemmeno la minima, quella che dovrebbe ormai possedere. Sembra essere un’ eterna adolescente.
Sono passati 7 mesi da quando ha cominciato a lavorare come aiuto esterno alla squadra analisi comportamentale del FBI, dopo essere stata notata da Jason Gideon durante una delle sue lezioni sul profiling alla quale casualmente la Donner partecipava .
Amity si trova d'avanti ad uno dei casi più raccapriccianti che la BAU abbia mai visto, un replicatore del famigerato John Way Gacy, o clown killer.
Dal Testo
-Smettila di proteggermi, non sono un bambino, non ho bisogno di essere protetto
-Oh su Reid, tu hai bisogno di essere protetto vista la tua incredibile propensione al cacciarti in situazioni pericolosamente mortali. Quindi caro il mio genio, sappi che non ti mollerò un secondo- Gridò la ragazza aggiungendo con dolcezza- Ti proteggerò fino al mio ultimo respiro Spencer, il perché non c’è bisogno che lo dica, è abbastanza ovvio-
Genere: Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~4 giorni dopo


Amity cercò di non dar a vedere la sua felicità. L’idea che, a causa della fine degli omicidi e degli scarsi risultati delle indagini la squadra se ne dovesse andare non la elettrizzava, ma a qual punto avrebbe dato ogni cosa pur di tornare a casa.

La situazione era diventata stranamente incasinata non solo sul piano lavorativo, ma anche su quello privato.

Da quando aveva ammesso a se stessa di provare qualche cosa per il suo collega era diventato alquanto difficile lavorare con lui fianco a fianco . Si trovava spesso in imbarazzo parlando con lui, alcune volte diveniva persino difficile esprimersi con lui nei paraggi. Era capitato che si incantasse a fissarlo, o che le battute giocose che Derek soleva fare su lei e Spencer venissero prese da Amity come un offesa, un attacco, una supposizione, un qualche cosa di serio.

Non riusciva a gestire il tumulto di emozioni che la scuotevano dall’interno. Fingere che tutto fosse come prima, come prima che si rendesse conto che quel piacere che provava stando vicino a Spencer, abbracciandolo, era qualcosa di più di amicizia, diventava sempre più complesso.

Era come se ogni sua dote d’attrice, di bugiarda, che sempre aveva usato per infiltrarsi durante i casi, o per flrtare con qualche ragazzo fosse cessata di esistere. Spencer la stava lentamente annullando.

Sul piano lavorativo il caso era stato un totale fallimento. Il profilo non aveva portato a nessun risultato, e nonostante la sensazione di essere ad un passo dal capire chi era l’SI dilagasse tra ogni componente della squadra, l’assenza di prove concrete e la fine degli omicidi aveva portato la Strauss a prendere la decisione di far rientrare gli agenti a Quantico.

Amity non avrebbe dimenticato il sorriso compiaciuto di Varner non appena ebbe saputo la notizia.

Quell’uomo, che da sempre aveva ostacolato la squadra, sorrideva, sorrideva nonostante 33 ragazzi non avrebbero ricevuto giustizia, sorrideva per il suo orgoglio e il suo ego smisurato. Sorrideva. Amity lo guardò con rimprovero e superiorità mentre usciva dal commissariato e si dirigeva verso l’albergo, per preparare le valigie.

-Non vedi l’ora di tornare a Quantico vero?-Domandò Emily alla Donner mentre l’aiutava, come una madre con la figlia, a preparare la valigia. Non che Amity ne avesse  bisogno, solo ad Emily faceva piacere.

-Si. Mi dispiace per le vittime e le loro famiglie ma comunque qui non abbiamo più nulla su cui indagare. E poi prima smetto di vedere quel Varner prima sto meglio-
confessò la giovane

-Già, diciamo che il vostro era odio reciproco. Hei qualche programma per il rientro?- Chiese Prentiss

-Si, penso che dopodomani farò un concerto dei miei al locale di Bill, poi…- Amity non potè finire di parlare.

-Disfate le valigie, abbiamo un altro caso- Disse Hotch non preoccupandosi nemmeno di bussare ma spalancando la porta.


---..----

-Abbiamo una vittima. Clare Lonner, 62 anni, trovata morta nella mansarda di casa sua. È stata violentata e strangolata a mani nude. E’ stata trovata con la vestaglia alzata fino alla vita-  Spiegò JJ

-Non abbiamo bisogno del vostro aiuto. Si tratta di un banale caso di omicidio!- Esclamò Varner
-Si sbaglia- Disse tranquillamente Reid
-Cosa?- Varner lo guardò ferocemente

-Ho detto che è qui che si sbaglia. Questo non è un banale omicidio. Ha a che fare con il nostro SI-  Ripetè Spencer

-U e mi spieghi mio caro dottore. Come può l’omicidio di una donna avere a che fare con un serial killer, che vi ricordo non siete riusciti a catturare, che uccide ragazzini? Mi  illumini lei  che è così intelligente! Mi illumini lei signor genio. Parli per l’amor di Dio- Gridò Varner
-Non le permetto di rivolgersi in questo modo ad uno dei miei agenti- Intervenne Aaron indignato.

- Vede..questo omicidio, si l’omicidio di Clare Lonner, non sarà altro che il primo di un'altra serie di omicidi. E’altamente improbabile che ci siano due imitatori di serial killer in una stessa città nello stesso periodo…Cioè…l’omicidio di questa donna si…è lo stesso modus operandi, vittimologia e firma corrispondono a quello di Earle Nelson, meglio conosciuto come Killer Gorilla a causa della violenza e della forza con la quale strangolava le sue vittime-

Amity fissò Spencer mentre gesticolando cercava di  spiegare la sua teoria, alla quale tutti sembravano dare ragione.

In effetti quel che diceva Reid era quasi sempre vero, e la sua idea era assolutamente plausibile.

-Stavo pensando- si intromise ad un certo punto la Donner-Che sicuramente il nostro profilo era sbagliato- Continuò

-Esatto, dobbiamo capire il motivo per cui questo SI imita questi killer, sempre che vi sia un motivo- concordò Rossi

-Reid, Donner voi due andate all’obitorio. Rossi, Morgan e Prentiss sulla scena del delitto. JJ tu pensa a parlare con la stampa ed evitare una fuga di notizie.Garcia tu cerca ogni possibile informazione sul Killer Gorilla- Ordinò Hotch

-NO! Ve ne dovete andare! Questo caso non è più di vostra competenza- Si impose Varner.

-Io e lei dobbiamo parlare Varner- Aaron fissò l’uomo con sguardo severo ed impassibile.



Scusate se il capitolo è corto ma ultimamente ho un po' di problemi in familglia.
  
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