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Autore: Bianca_witch    13/05/2014    2 recensioni
Dalla fanfiction:
"Aris si svegliò disorientata, e quando si ricordò dov’era si rabbuiò: in una prigione, mentre Nico era disperso. Fuori si vedevano le altre celle, piene di strani mostri di cui nessun figlio di Atena le aveva insegnato i nomi, ad eccezione di quella di fronte a lei, lì c’era Loki.
La cella del mago era leggermente più arredata delle altre, e lui dormiva profondamente. Aris pensò di dedicarsi un po’ al suo passatempo preferito: spiare i sogni. Era una capacità rara trai figli di Ipno, e non ne aveva parlato con nessuno tranne Nico, era grazie a questo potere che erano diventati amici."
***
ATTENZIONE: molti particolari non corrispondono a quelli del film di Thor. Questa è la prima fanfiction che pubblico e spero vi piaccia!
Bianca
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico di Angelo, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Aris guardò a bocca aperta il mago.
<< Tu… co-come… >>
<< è stato piuttosto facile >>
<< Non ti avvicinare! >>
<< Non lo farò se non vuoi, sono qui per aiutarti >> rispose lui porgendole la lancia in miniatura e la chiave per le manette, lei afferrò entrambe senza esitare, si liberò e nascose la lancia nella manica, vicino al braccialetto-scudo.
<< Come mai così gentile? >>
<< Semplice, tu hai chiaramente bisogno di me, e io di te >>
<< Ho origliato, e ho scoperto che il posto dove mi hai nascosto nella… cassettiera… è invisibile a tutti qui, devo tornarci per nascondermi >>
<< E perché io avrei bisogno di te? >>
<< Per fuggire, dal momento che appena tornerete verrete usati come ostaggi, e se hai ragione e agli dei dell’Olimpo non importa nulla di te, perlomeno il tuo amico verrà usato per causare una guerra interna, basta come motivazione? >>
<< Può andare, ma cosa farai per farmi, o farci scappare? >>
<< Mi aiuterai con Nico a sconfiggere mio fratello e le guardie, poi io vi porterò sulla Terra e mi nasconderete per un po’. >>
Si sentirono dei passi, e Loki riprese le sembianze di una guardia pronto ad uscire.
<< Posso farti un’ultima domanda? Sei il dio di cosa precisamente? >>
Lui le fece l’occhiolino ed uscì, senza darle una risposta. Loki lasciava sempre molto spazio all’immaginazione. I passi si fecero più vicini, e Aris decise che forse era meglio rimettersi le manette e far finta di niente.
Sif entrò nella prigione
<< Siamo arrivati >> disse aprendole. Aris uscì, un po’ traballante per i continui movimenti dell’astronave, e quando si fermarono del tutto cadde contro la parete, con un fastidioso senso di nausea.
<< Mai più >> dichiarò scendendo dal loro mezzo, e si lanciò sulla scura terra ferma, nonostante le guardie che provarono a tenerla.
<< Al ritorno vado a piedi >>
<< Non credo sia possibile >> fece notare Thor.
<< Fa niente. Io non salgo lì sopra di nuovo >>
L’uomo sospirò e si guardò intorno: il paesaggio grigio fin dove l’occhio arrivava, coperto di dune di sabbia nera e il cielo coperto di fumo, non era esattamente un posto allegro.
<< Cerchiamo il tuo amico dai >>
<< Ha anche un nome sai? Si chiama Nico, N-I-C-O, ce la puoi fare! >>
<< Non importa, troviamolo in fretta. È stato visto da queste parti. >>
<< Da chi? >>
<< Non ti interessa >>
Aris sbuffò offesa. Cercarono Nico ovunque con scarsi risultati, ma quando arrivò la sera dovettero rifugiarsi nell’astronave.
<< Questo posto è pericoloso di notte, continueremo domattina. >> Fu l’unica cosa che dissero alla ragazza prima di rinchiuderla. Ma poco dopo una voce la svegliò: << Forza alzati! >>
<< Chi? Cosa? >> mugugnò lei stropicciandosi gli occhi.
<< Dobbiamo trovare il ragazzino prima dell’alba, abbiamo poco tempo! >> bisbigliò Loki aprendole la cella. Uscirono silenziosamente dalla nave, e quando si furono nascosti dietro una roccia, a distanza di sicurezza fu il turno di Aris di parlare.
<< Perché siamo usciti? >>
<< Perché così potremmo trovare Nico, l’ho individuato oggi. Io tornerò dentro, e mi mimetizzerò, poi domani, appena si sveglieranno, tu e lui li dividerete, tu scapperai da una parte e lui dall’altra, io seguirò mio fratello, chi di voi rimarrà da solo dovrà cercare di resistere il più a lungo possibile, posso aiutarlo dando l’illusione che una delle guardie contro di voi abbia il mio aspetto, per distrare il gruppo. Ti sembra un buon piano? >>
<< Ottimo direi. Solo una domanda: di che cosa sei il dio? E questa volta vedi di rispondermi. >>
<< Degli inganni. Ma tanto immagino che un’amica del figlio del dio della morte non abbia pregiudizi di questo genere >>
<< No, infatti. >> rispose lei, ma rimaneva sospettosa, decise che qualunque cosa fosse  successa non lo avrebbe mai e poi mai portato al campo, ma non l’avrebbe fatto neanche se fosse stato il dio dei pony e degli arcobaleni.
Con grande sorpresa di Aris Nico era seduto su un masso ad aspettarli.
<< Lo hai trovato davvero! >> esclamò Aris emozionata e corse ad abbracciare l’amico, che come al solito rimase rigido, ma sorrise.
<< Come stai? >>
<< Credo di essermi slogato la caviglia, ma sto bene. >>
<< Grazie Loki grazie! Non ho ambrosia, la sistemerai al campo la caviglia! >>
Loki annuì con aria annoiata.
<< Ma così domani non potrai correre, dobbiamo trovare una soluzione >>
<< Non è un problema >> avvertì il figlio di Ade. << Ci ho già pensato io >>
<< Come? Anzi no, non dirmelo >> Nico sorrise divertito. Era davvero preoccupato quando non era riuscito a scappare, ma Aris era arrivata per salvarlo all’istante. Quella ragazzina, piccola e minuta, aveva una forza di volontà gigantesca.
Purtroppo una piccola parte del piano di Loki non poté essere realizzata. L’ingresso della nave si aprì rumorosamente.
<< Giù! >> Loki trascinò i due semidei dietro un gruppo di rocce per nascondersi e riprese l’aspetto di una guardia; Aris non poté fare a meno di notare quanto i poteri del mago avessero effetti simili alla Foschia.
<< Nuovo piano: andiamo in tre direzioni diverse, li facciamo dividere e cerchiamo di sconfiggerli in qualche modo? >> propose l’asgardiano.
<< Non funzionerà. Chi di noi è in grado di sconfiggere Thor più alcuni soldati? Dobbiamo rimanere uniti. >>
<< No. Se scoprono Loki perderemo un vantaggio. Io mi occuperò di Thor. Questo posto irradia oscurità. Posso batterlo. >> affermò Nico sguainando la spada e Aris lo imitò impugnando lancia e scudo.
<< Quindi siamo d’accordo. Io porto Thor il più lontano possibile, e voi vi occupate degli altri. >> detto questo il figlio di Ade scomparve nelle ombre per poi ritrovarsi sopra una duna ad un centinaio di metri da loro.
<< Il ragazzino! Due guardie vengano con me a catturarlo, le altre due aiutino Sif a cercare la greca! >> ordinò Thor.
<< Ma mio signore manca una guardia >>
<< Ho un’idea! Usami come ostaggio! >> bisbigliò Loki.
<< La troveremo! Io vado a prendere l’altro, voi state qui.
Thor raggiunse Nico in volo, che però scomparve per arrivare alla duna successiva. L’uomo era molto confuso, ma continuò l’inseguimento, duna dopo duna, finché non si stufò e lanciò il martello contro il figlio di Ade, che cadde dietro una roccia, dove Thor lo raggiunge. Aris non riusciva a vedere, sentiva solo il rumore del ferro dello Stige che si scontrava con l’arma del principe di Asgard. Era il momento di agire.
Uscì dal nascondiglio tenendo la ancia premuta sotto la gola della guardia-Loki.
<< Eccoli! >> esclamò Sif.
<< Fermi dove siete o lo uccido! >>
<< Non fare pazzie ragazzina! Non puoi vincere! >>
Aris non aveva la più pallida idea di cosa dire, ma fortunatamente Loki iniziò ad urlare con aria spaventata.
<< Aiuto! Non sottovalutatela è una strega! Mi ucciderà! >>
Purtroppo nessuna parte del loro piano pareva funzionare. Qualcosa sollevò la figlia di Ipno, obbligandola a mollare le armi e facendola cadere poco più avanti. Thor atterrò tenendo il martello in una mano e stringendo i polsi di Nico con l’altra; il ragazzo aveva un occhio nero e parecchi graffi.
<< Sai Aris, ho scoperto che i nostri genitori non hanno il controllo di questa terra. >> Thor lo zittì stringendo la presa. Loki sia avvicinò al prigioniero ancora sotto forma di guardia, e non appena Thor lo mollò Loki tornò ad essere Loki e lanciò un raggio di energia contro il fratello, che cadde svenuto. Dopo Nico riprese la sua spada ed attaccò due guardie, Aris si occupò della terza e il mago cercò ripetutamente di colpire Sif, che però schivava prontamente i suoi incantesimi. All’inizio le cose sembravano andare bene, ma Thor si stava riprendendo, Sif era riuscita a colpire Loki un paio di volte e Nico era troppo stanco per reggere ancora molto. In un attimo i semidei e il mago si ritrovarono schiena contro schiena circondati.
<< Loki, come hai fatto a scappare? >> chiese Thor decisamente arrabbiato, ma l’altro non rispose. Non avevano molte possibilità di vincere: i poteri di Nico e Aris non funzionavano completamente a quanto pare, ma un’idea assurda balenò nella mente della ragazza.
<< Tappatevi le orecchie >> bisbigliò in modo che gli avversari non potessero sentirla.
<< Sai biondino, non credo che ci sia bisogno di tutto questo, ti posso aiutare ad imprigionare Loki, se dopo ci lasci andare. >>
<< Non credo >> rispose lui avvicinandosi armato. Aris capì che era ora di usare la sua arma segreta.
Si mise a cantare una ninnananna. Tutti gli altri rimasero basiti, tutti tranne Nico, che si lasciò sfuggire un sorriso divertito, tenendosi le orecchie tappate, Loki lo imitò.
<< Ci stai prendendo in giro? >> chiese Sif, ma Aris la ignorò e continuò con la sua canzoncina, mettendoci in mezzo anche qualche parola in greco antico.
<< Smettila ragazzina >> intimò Thor, ma mentre si avvicinava sentì le palpebre pesanti, e perse un istante l’equilibrio.
<< Ma che razza di stregoneria è questa? >> Ora la cantilena della ragazza era solo in greco antico, due delle guardie si addormentarono e Thor non aveva più la forza di tenere in mano il martello. L’altra guardia e Sif invece sembravano ipnotizzati, si sedettero, e dopo un po’ chiusero gli occhi stanchi, così Loki ne approfitto per colpire Thor che svenne. Aris si zittì e i tre iniziarono a ridere per la vittoria, ma la semidea faceva fatica a tenere l’equilibrio e perse i sensi.
  
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