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Autore: Marra Superwholocked    13/05/2014    1 recensioni
Valery ha capito che colui che le sta di fronte è il Dottore che cercava. Ora potrà finalmente dirgli chi è lei. Ma un'oscura presenza sembra essere tornata e metterà a dura prova il nostro "Dottore stropicciato".
[Per leggere questa storia, dovete aver letto le prime due parti della trilogia di The White Panther]
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Jack Harkness, Master - Simm, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The White Panther'
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Epilogo

 


Il corpo del carcerato giaceva inerte al suolo, senza dare segni di vita. La guardia aveva già avvertito il suo superiore ed aveva ricevuto l'ordine di rimanere lì a sorvegliarlo, nel caso si risvegliasse. Pochi istanti prima lo aveva visto sorridere aggrappato alle sbarre della sua cella, poi qualcosa di dorato gli era uscito dalla bocca e lui era piombato a terra senza più muoversi.
La guardia avrebbe voluto trovarsi in tutt'altro luogo, ma centinaia di anni prima aveva scelto di servire il suo popolo. La cerimonia somigliava ad un matrimonio, per certi versi. Ma ora non aveva molta importanza: forse il carcerato aveva trovato un modo per evadere.
Roovy si toccò la fronte; l'elmetto gli impediva di arrivare fino all'attaccatura dei capelli, ma poté comunque sentire il sudore che la ricopriva. Perché avevano affidato proprio a lui quel compito così importante? Perché non ad uno più vecchio?
Ripensò alla moglie, ai figli. Tio, il più grande, stava per compiere otto anni: stava, dunque, per affrontare anch'egli ciò che tutta la loro specie affrontava da millenni a quell'età. Una lacrima gli scese per l'emozione fino al collo, fino alla tunica rosso sangue resa ancor più scura per il buio delle carceri.
Guardò ancora il corpo del carcerato e infilò la lancia tra le sbarre per smuoverlo. Niente. «Per tutti i cieli di Rexitrov» esclamò Roovy nel constatare che la pelle del carcerato era più pallida del solito.
«Ehi!» La voce improvvisa fece trasalire la guardia. «Lexus mi ha detto di venire a farti compagnia perché hai le allucinaz-» Lorne stava ancora scendendo gli ultimi gradini che lo avrebbero condotto proprio davanti alla cella che il suo collega doveva sorvegliare, quando vide il corpo di quel farabutto – ed è ancora un aggettivo quasi carino, se messo a confronto con quanto aveva fatto quell'uomo – riverso a terra, apparentemente senza vita. «Roovy! Allora non scherzavi quando hai suggerito di dare l'allarme!» esclamò rimanendo ad una distanza di sicurezza.
Roovy era più giovane di lui di quasi cinquecento anni e per questo non poteva arruolarsi nell'esercito come aveva fatto Lorne, ma si vedeva costretto a fare da babysitter in quella bettola umida e maleodorante che tanto odiava e che, però, gli permetteva di sostenere la sua famiglia. Ma mai e poi mai si sarebbe aspettato una situazione del genere, mai avrebbe pensato che un giorno lo avrebbero chiamato per sorvegliare il più temuto fra i loro nemici.
«Io.. Io non.. Non so cosa sia successo, credimi.» Roovy tremava da testa a piedi, sebbene cercasse di mantenere i nervi saldi. «Lexus la prende troppo alla leggera, a volte.»
«Santo Glaxus di Latì, è morto?» A Lorne cominciarono a sciogliersi i muscoli che, pian piano, lo portarono vicino alla cella. «Roovy, apri. Voglio dare un'occhiata da vicino» gli ordinò sicuro di sé.
«Sei forse impazzito?! E se fosse un altro dei suoi trucchi? Lo sai, vero, qual è la pena per chi libera un carcerato del suo livello?»
«Roo, sono un tuo superiore. Ora apri questa cella o ti rispedisco da dove sei venuto.»
Non ne posso più di essere considerato un incapace solo perché sono il più giovane tra loro!, pensò Roovy prendendo le chiavi appese alla cintura che portava in vita. Ne infilò una nella serratura e si accorse che dal nervoso l'aveva sbagliata. Si sentì addosso lo sguardo fulminante di Lorne e cercò di recuperare un po' di calma. Poi le sue dita sfiorarono qualcosa di freddo e appuntito: la chiave a forma di “M” dedicata al prigioniero che la stessa rischiava di liberare.
Clack, clack, clack, clack. Lui voleva che le mandate fossero quattro.
La porta della cella cigolò facendo rabbrividire i due lì presenti.
«Roo, se mi dovesse succedere qualcosa... Sappi che ti ho sempre amato.»
«E smettila di scherzare, pezzo di idiota!» gli rispose Roovy colpendolo con una manata in pieno petto.
Lorne soffocò una risata e, inginocchiatosi vicino al carcerato, sistemò la punta della sua lancia sul suo collo marmoreo. Lo punzecchiò più volte, ma senza risultati. Lo girò allora a pancia in su e con un gesto brusco gli sollevò una palpebra mobile. Quelli, erano gli occhi di un morto. «Questa volta, il Maestro è stato definitivamente sconfitto» dichiarò Lorne diretto a Roovy.
Il mistero riguardante la morte del Maestro venne per sempre custodito da Jack e Valery.
Fino ad ora.

 

NOTA DELL'AUTRICE
Finalmente siamo arrivati alla fine di quest'avventura che dura fin da novembre! Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno avuto fiducia in me e in queste storie. Da “Diario di un Dottore” fino alla trilogia di “The White Panther” ci sono stati molti cambiamenti nella mia visione generale della storia e non posso far altro che gioire nel vedere un mio lavoro portato a termine! Ci sono voluti tanti neuroni prima di arrivare ad una conclusione degna di questo nome e le persone che mi hanno accompagnato fin qui sono state molto comprensive e pazienti.. Prima di tutto, devo ringraziare la mia migliore amica, qui su EFP è CassandraBlackZone, che mi ha parlato di questo meraviglioso sito ed è da agosto che non la smetto di scrivere. Grazie di cuore per tutto quello che hai fatto e che fai tutt'ora per me! Chi sarei, senza di te?
Ma un enorme ringraziamento va anche alle mie professoresse che, chi più chi meno, mi hanno incoraggiata nel proseguire e mi hanno dato la forza di farmi valere per quella che sono. Vi sarò sempre riconoscente!
Un ringraziamento speciale va anche a tutti coloro che mi hanno seguito e che seguiranno le mie storie future, ovviamente, perché senza le “visualizzazioni” e le recensioni forse ora non sarei qui a scrivere la nota all'epilogo più importante scritto finora.

Un grazie di cuore a tutti voi, Tilena.

   
 
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