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Autore: evelyn80    14/05/2014    1 recensioni
[Affari a quattro ruote]
Ispirata alla puntata n° 7 della decima stagione di Affari a quattro ruote
Mike ed Edd sono in Italia per partecipare ad un autoraduno. La prima notte che trascorrono in albergo vengono rapinati. Saranno costretti a darsi da fare per recuperare le loro cose, avvalendosi anche dell'aiuto di una strana ragazza dal passato incerto.
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio autrice: Siamo arrivati alla fine di questa storiella. Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia divertito! Bacioni!
DISCLAIMER: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo




Tutto è bene quel che finisce bene

 

 

Gli pneumatici della 500 stridettero quando Samantha frenò di colpo davanti all’hotel: la ragazza cominciava ad essere spazientita, per non dire incavolata nera, dalle idiozie commesse dai due uomini, ma ormai aveva acconsentito ad aiutarli e non poteva tirarsi indietro proprio sul più bello.

"Ascoltatemi bene, voi due! Siete sicuri che le chiavi della vostra macchina siano all’interno del bagaglio?" chiese, masticando febbrilmente il chewing-gum che si era ficcata in bocca per non fumare. Mike si voltò all’indietro verso Edd, strizzato sui sedili posteriori, per chiedere conferma.

"Sì, sono sicuro!" rispose il meccanico, lanciandole uno sguardo di fuoco.

"Ok! Allora facciamo il punto della situazione! Voi avete lasciato l’albergo stamattina, abbandonando i bagagli in camera, giusto?"

"Giusto…" rispose Mike.

La ragazza scosse la testa mormorando un "idioti" tra sé e sé prima di ricominciare:

"Non credo che, per un giorno soltanto, abbiano già dato l’allarme: in fondo siete venuti qui per partecipare ad un autoraduno…"

"A meno che non si siano accorti che non ci sono più i nostri documenti depositati nella hall…" puntualizzò Edd, il quale, nel frattempo, aveva tolto la maglietta nera aderente ormai inservibile rimanendo in canottiera.

"Ci sono talmente tanti portieri diversi in questo hotel che di sicuro penseranno che qualcuno di loro ve li ha già riconsegnati… per quanti giorni avevate prenotato?"

"Tre."

"Bene… Sono convinta che i vostri bagagli siano ancora nella vostra camera: dobbiamo distrarre il portiere di notte, salire senza farci vedere, recuperare il tutto ed andarcene di corsa… Una sciocchezza!"

"Non mi sembra una cosa da prendere così tanto alla leggera!" si lamentò Edd: "Punto primo: chi è che distrarrà il portiere?"

Mike si voltò immediatamente a guardarlo fisso, e Samantha lo imitò. Il meccanico si tirò istintivamente all’indietro, andando a sbattere con la testa contro il tettuccio, mettendo le mani davanti a sé:

"Perché mi state guardando a quel modo…?"

"L’hai già fatto stamani, Edd; puoi farlo di nuovo!" disse Mike.

"Oh no… Stamani ho rischiato di essere violentato! Non voglio correre di nuovo questo pericolo!"

"Stai tranquillo "ciuffo bianco", il portiere non sarà lo stesso di questa mattina…" disse Samantha, ridacchiando all’idea dello spilungone molestato sessualmente.

"Serve a qualcosa ricordarti che mi chiamo Edd?" chiese il meccanico, oltremodo infastidito per tutti i nomignoli che la ragazza gli aveva affibbiato fino a quel momento.

"Direi di no…" rispose lei, con ancora lo stesso sorrisetto beffardo sulle labbra. Edd alzò gli occhi al cielo per un istante, poi picchiettò sulla spalla di Mike per farlo scendere dall’auto e lasciargli campo libero. Samantha posteggiò la piccola macchina poco più avanti e poi li raggiunse.

I due nel frattempo stavano decidendo quale tattica dovesse usare il meccanico per distrarre la sua vittima:

"Potresti fingerti ubriaco e piazzarti al bancone…"

"Io sono astemio, Mike, non lo so come si comportano gli ubriachi!"

"Ne avrai pur visto qualcuno nella tua vita, no? Coraggio, spremiti le meningi! Conto su di te per poter recuperare le chiavi!"

Lo spilungone lo guardò come a volergli vomitare addosso tutto quello che gli passava in quel momento nel cervello e che non aveva niente del tipico aplomb inglese, ma si limitò a voltargli le spalle e a incamminarsi verso l’entrata dell’albergo.

Gli altri due lo seguirono a breve distanza, lo osservarono dirigersi verso la postazione del portiere traballando in modo vistosamente fittizio ed approfittarono della distrazione dell’impiegato per salire di corsa le scale.

La porta della camera era chiusa a chiave, ma per Samantha non fu un problema: con due abili mosse delle sue fidate forcine aprì l’uscio e lo tenne aperto per Mike che, con gli slip ancora ben visibili, si chinò a raccogliere i loro bagagli.

Una volta di nuovo nella hall però, i due si resero conto che la situazione era precipitata: Edd aveva esagerato troppo con la sua pantomima, e l’impiegato era al telefono con la Polizia per denunciare un episodio di ubriachezza molesta.

"Merda! Questa non ci voleva! Tu precedimi fuori e aspettami alla macchina! Io cerco di recuperare quell’idiota con i trampoli incorporati!" sibilò Sam. Mike obbedì e lasciò l’hotel, mentre la ragazza sgusciò fuori da dietro il vaso di fiori che la nascondeva e si diresse con passo risoluto verso il meccanico.

"Finalmente ti ho trovato, disgraziato che non sei altro! Dove ti eri cacciato? Non dirmi che sei andato ad ubriacarti come al solito eh?"

Il portiere, ancora con la cornetta del telefono in mano, le chiese se lo conosceva.

"Certo che lo conosco! È mio marito!"

"È suo marito?" chiese l’impiegato, quasi incredulo e piuttosto sospettoso.

"Sono tuo marito?!" gli fece eco Edd, dimenticandosi che stava fingendo di essere ubriaco.

"Certo che sei mio marito! Andiamo ora, hai bisogno di una boccata d’aria! Lo scusi ancora… non riesco a tenerlo lontano dalla bottiglia…"

Samantha si diresse verso l’uscita, tirando per un braccio il meccanico che la guardava come se le fossero spuntate altre due teste, e seguita dallo sguardo allibito del portiere di notte, che non aveva ancora riappeso il telefono.

Una volta fuori, i due si misero a correre verso la Fiat, dove già Mike li aspettava, con le chiavi della Lamborghini in mano:

"Come ti è venuto in mente di dirgli che sono tuo marito?!" chiese il meccanico, con sguardo a metà strada tra il disgustato e l’inorridito.

Lei gli rispose con la medesima espressione: "Non ne ho idea, e credo che al solo ricordo mi verranno gli incubi! Comunque l’importante è avere recuperato ciò che vi serviva!" concluse indicando il presentatore che sventolava il mazzo sorridendo.

Per la terza volta, la 500 si inoltrò nella strada bianca fino alla carrozzeria. I cani dormivano ancora come angioletti, per cui fu facile per i due inglesi salire sulla loro auto, mettere in moto e lasciare il capannone, seguendo la piccola Fiat che li precedeva a pochi metri di distanza.

Seguirono Samantha fino alla sua roulotte, dove brindarono con acqua frizzante al successo della loro missione di recupero:

"Siamo stati grandi!" si auto lodò Mike, ancora strizzato nel completo nero e con le chiappe al vento.

"Sì, devo ammettere che per essere due pappemolle inglesi non vi siete comportati poi così male…"

"Pappemolle a chi?!" si risentì il presentatore, che tremante di sdegno fece vibrare il suo ventre piuttosto prominente come una gelatina di frutta. Consapevole della comicità della situazione, Edd ritrovò tutto il suo "sense of humour" e si mise a ridere, additando l’amico:

"Ma ti sei visto, Mike? Sembri un rotolino di sushi!"

"E tu uno spaventapasseri…" replicò l’uomo piccato, ma scoppiando a ridere a sua volta subito dopo.

Una volta indossati di nuovo i loro abiti, mentre cominciava già ad albeggiare, i due uomini salutarono Samantha, che raccomandò loro di non lasciarsi abbindolare ancora da delle sconosciute, e salirono di nuovo a bordo della loro Lamborghini Urraco, pronti ad intraprendere il viaggio di ritorno.

La prima cosa che Edd fece una volta che furono di nuovo sull’autostrada fu chiamare sua moglie:

"Ciao tesoro! Ieri avevo provato a chiamarti, ma non eri raggiungibile… Come sta andando il raduno?"

"Sì, ieri ho avuto un problema con il cellulare…" le rispose guardando Mike che gli strizzò l’occhio in risposta: "Tutto bene, piccola, stiamo tornando a casa…"

"Com’è il tempo? È uscito finalmente il sole?"

Edd fissò per un attimo il cielo azzurro fuori dal finestrino:

"Sì, per fortuna oggi è sereno. Ci sentiamo più tardi tesoro!"

"Ok! Ciao amore, a presto!"

Il meccanico spense il cellulare e si rivolse all’amico alla guida:

"Allora, spero che tu abbia imparato qualcosa da questa avventura…"

"Sì…che l’apparenza spesso inganna: Cindy e Mindy, con le loro belle maniere, erano due ladre matricolate; e Samantha, alla quale non avrei dato nemmeno una sterlina bucata in altre circostanze, ci ha aiutato a risolvere la nostra situazione…"

Edd annuì con espressione soddisfatta, sporgendo le labbra all’infuori, prima di aggiungere:

"Quindi la smetterai di pensare alle scappatelle?"

"Fino alla prossima volta, Edd… Fino alla prossima volta…"

 

Fine

  
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