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Autore: Misery007    14/05/2014    4 recensioni
La vita di una ragazza nasconde un segreto, un grosso segreto. Lei non conosceva il suo passato e fino a quel giorno non avrebbe mai immaginato il suo futuro. Ma uno strano destino le è stato affidato alla nascita poiché, pur essendo ancora neonata, possedeva un potere immenso ed entrambe le fazioni avversarie desideravano quel potere, perché grazie a quel potere potevano raggiungere la supremazia assoluta sugli avversari. Ma quale fazione sceglierà di aiutare lei? Da che parte deciderà di stare e con chi sceglierà di combattere Misery?
Poteri, azione, amore, decisioni difficili e scontri epocali questo è ciò che troverete. Buona lettura.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quarta C, ma dove sono capitata?
 
Stavamo camminando per i corridoi per raggiungere la nastra classe e notai che Nath continuava a fissarmi, ero un po’ imbarazzata da tutto ciò e quando lui se ne accorse distolse lo sguardo. Non so perché, ma sembrava stessimo camminando da ore. Quanto cazzo manca ancora per arrivare in classe? C’era uno strano silenzio tra noi e la cosa era un po’ imbarazzante, ma io non avevo la più pallida idea su cosa chiedergli.
Nath: “Scusami May posso chiederti una cosa?”
May:  “Certo, che vuoi sapere?” Aggiunsi sorridendogli. “Chiedi pure, non mordo.”
Nath: “Come fai a fare quella cosa?”
May: “Scusami, ma quale cosa?” Cosa caspita ho combinato? Stupida, stupida, stupida. Non feci altro che ripetermelo mentre ripercorrevo i momenti trascorsi con lui quella mattina, come in una sorta di film proiettato dall’ultima scena alle prima. Lui mi fissava intensamente dritto negli occhi. Ero nuovamente entrata nella trans dei miei pensieri.
Nath: “Questo, quello che hai fatto anche in questo momento, come fai a cambiare colore degli occhi?”
May: “Cosa? Gli occhi? Che ho fatto? Non ho fatto nulla, forse è un effetto della luce.”
Nath: “Non so, non credo che le luci del liceo facciano strani effetti sugli occhi, comunque…” Aggiunse arrossendo lievemente. “…ecco volevo dirti che…” Arrossì ancora più violentemente. “… Volevo dirti che è una cosa interessante, che a me piace molto. Ti rende veramente stupenda.”
May: “G-g-g-g-grazie.” Quella che era divampata a quel punto ero io. Cazzo un pomodoro sarebbe stato più pallido di me, ne sono certa. “Sei molto gentile, è la prima volta che mi fanno un complimento simile.”
Camminammo un altro po’ senza più dire nulla, io ero ancora imbarazzata e mi sentivo strana con tutte quelle attenzioni e quei complimenti riferiti a me. Ma che caspita sta succedendo? Nessuno si è mai interessato tanto a me.
Nath: “Eccoci, questa è la nostra classe.”
Le sue parole riecheggiarono nella mia mente interrompendo il mio pensare.
May: “bene, entriamo.”
Gli ho sorriso e siamo entrati, ma non mi sarei mai immaginata di trovare una scena simile, la classe era come divisa a metà. Da una parte c’erano studenti e studentesse operose e dall’altra invece c’erano studenti chiassosi e svogliati accompagnati da studentesse vanitose e dispettose, al centro di fronte alla classe, che ormai era governata dalla seconda metà capitanata dal ragazzo coi capelli rossi che mi aveva urtata poco prima, c'era la professoressa impietrita e spaesata. Quel ragazzo non sembrava minimamente interessato alla mia presenza e credevo che questo non sarebbe cambiato, ma mi sbagliavo. Nathaniel andò a sedersi al suo posto e la professoressa mi chiese di presentarmi e inspiegabilmente tutta la classe ammutolì non appena io ho aperto bocca. Ma che cavolo significa tutto questo silenzio?
May: “Il mio nome è Misery…”
Continuai la mia presentazione standard che ormai avevo memorizzato e perfezionato negli anni e fu proprio durante questa mia presentazione che il rosso sembrò interessarsi a me, ma il vero interesse avvenne quando la professoressa chiese chi mi voleva come compagna di banco e Nathaniel alzo la mano. Mentre stavo per dirigermi vicino a lui il rosso si alza in piedi, mi prende per un braccio e aggiunge.
???: “Professoressa lei si siederà con me. Non so perché ma sento che deve assolutamente stare da questa parte della classe.”
Ma perché aveva messo tanta enfasi nel dire questa parte? E perché adesso lui aveva tanto interesse per me? Lui continua a stringermi il braccio che cominciava a farmi male e a quel punto mi vidi costretta a dimenarmi e a tentare di liberarmi dalla sua forte e prepotente presa.
May: “Lasciami andare, nessuno ti ha chiesto niente. Io non ti conosco e non ho nessuna intenzione di sedermi accanto a te, per nessun motivo mi farei mettere i piedi in testa da un prepotente manesco che non ha nemmeno l’educazione di presentarsi.”
Lui rimase sconvolto dal fatto che io mi ribellassi e per un attimo mollò la presa dal mio braccio, io ne approfittai per liberarmi, voltarmi e tirargli un ceffone che riecheggiò nel silenzio che era improvvisamente ripiombato in classe e la professoressa mi guardava pietrificata. Ma è possibile che in questa classe non ci sia nessuno in grado di tener testa a un prepotente? Non sarò stata mica l’unica a rispondere per le rime al quel gradasso? A quel punto Nathaniel si avvicinò a me appoggiandomi una mano sulla spalla, io mi voltai e solamente guardandolo negli occhi ritrovai immediatamente la calma interiore, lui mi sorrise è poi voltandosi verso il rosso aggiunse…
Nath: “Come puoi vedere Castiel lei ha scelto di stare dalla mia parte della classe” Ancora quell’enfasi su parte, insomma che succede in questa classe? Perché sembra quasi che tra questi due volino fulmini e saette? “Signorina credo quindi che sia chiaro che Misery si siederà al mio fianco, ci sono problemi a riguardo?”
Prof: “Certo che no. Fate pure come meglio credete.” Rispose lei alquanto impaurita dagli sguardi di quei due ragazzi l’uno contro l’altro.
Nath: “Grazie mille signorina. Siediti pure Misery, il braccio ti fa male?”
Non feci in tempo a rispondergli che Castiel intervenne al posto mio.
Cass: “Non è finita, io e te dobbiamo regolare questa questione segretariuccio da quattro soldi e tu lady braccia di burro non dirmi che sei così fragile da farti male per così poco.”
May: “Non sono io quella dalle braccia di burro, ma tu quello che non misura la forza e comunque sappi che la prepotenza è soltanto un modo di nascondere la paura o l’inadeguatezza e tu sei anche troppo prepotente per i miei gusti.” Dissi mentre seduta al mio posto tiravo fuori dallo zaino il necessario per seguire la lezione.
Durante la mattinata non successe niente altro di stravagante o di strano fortunatamente e finalmente le lezioni erano finite e mi stavo preparando ad andare a casa con mio fratello quando mi arriva un suo messaggio che mi dice…
- Sorellina io torno a casa più tardi, ho trovato un mio amico dell’accademia militare e abbiamo deciso di tornare a casa assieme dopo una sessione di allenamento, dillo tu alla mamma. Baci Ken. –
Nath: “Misery ti va di fare un giro della scuola?” Mi chiese Nath sorridendomi e facendomi distogliere l’attenzione che avevo rivolto al mio cellulare e al messaggio di mio fratello. Tipico di Ken cambiare i piani così su piedi. Ma forse è meglio così.
May: “Certo mi farebbe molto piacere, anche perché Ken è ad allenarsi con un suo amico.”
Nath: “Bene, andiamo allora.”
May: “Arrivo. ” Dissi sorridendogli.
Nath: “Allora andiamo.”
Mi sorrise e cominciammo a fare il giro della scuola. Per prima cosa mi portò in giardino e mi fece visitare il club di giardinaggio e la serra, anche se lui restò parecchio distante da ogni pianta in fiore e mi spiegò che era allergico al polline e che quindi non si avvicinava mai ai fiori, poi mi portò all’auditorium dove si svolgeva il club di teatro, poi visitammo la mensa, l’aula di musica, altri club e per finire mi portò nella biblioteca della scuola un posto a dir poco meraviglioso dove perdersi tra le pagine di romanzi di ogni genere.
May: “Cavoli questo posto è meraviglioso, è la prima scuola che frequento a possedere una così ben fornita libraria.” Dissi scorrendo le dita sulle svariate mensole ricolme di libri.
Nath: “Anche a te piace leggere? Sai più parlo con te più scopro cose di te che mi piacciono e mi interessano” Aggiunge arrossendo lievemente sorridendomi e io stessa arrossisco come un pomodoro alla sua rivelazione, ripiombando nuovamente in un silenzio imbarazzante. “Senti ti va se ti riaccompagno a casa?” Chiede lievemente imbarazzato.
May: “Certo, mi farebbe davvero molto piacere” Gli sorrisi ancora rossa in volto.
Nath: “D’accordo, allora posso avere l’onore di accompagnarla?” Aggiunge porgendomi la mano e sorridendomi, io gli sorrido a mia volta e gli stringo la mano.
May: “Certamente, mio cavaliere andiamo pure.”
Nath: “Allora mi segua melady.”
Detto ciò entrambi scoppiamo in una fragorosa risata e mano nella mano ci avviamo verso l’uscita dell’edificio. Stavo bene in sua compagnia e stranamente mi sentivo accolta e apprezzata, insomma per una volta non mi sentivo quella sola ed emarginata, una volta ogni tanto non sembravo quella strana che tutti detestavano e questa nuova sensazione era davvero piacevole.
Nath: “Sai è bello trascorrere il tempo in tua compagnia.” Disse dolcemente sorridendomi.
May: “Mi fa piacere, anche perché per me è lo stesso.” Aggiunsi lievemente imbarazzata. “Ti ringrazio per aver preso le mie difese contro quel gradasso questa mattina.”
Nath: “Figurati, anche se veramente non ho fatto nulla, ti sei difesa benissimo anche da sola, sai non avevo mai visto nessuna ragazza tener testa a quel bruto.”
May: “Ho per caso fatto qualcosa di proibito e di ingiusto? Mi sono sempre dovuta difendere da tutto e tutti, quindi non riesco a sopportare che qualcuno creda di potermi mettere i piedi in testa.”
Nath: “No, non hai fatto nulla di male, la tua forza ti fa onore.”
May: “Grazie.” Dissi arrossendo. “Comunque quando siamo arrivati alla biblioteca prima hai detto che era la tua stanza preferita di tutto il liceo. Quindi presumo ti piaccia leggere.”
Nath: “Io amo leggere, la mia passione sono i romanzi gialli, ma amo la lettura in generale. Credo che la letteratura sia il rifugio dell’anima, perché leggendo ognuno di noi entra in un mondo nuovo e meraviglioso. Dato che ti piace leggere presumo che lo creda anche tu, mi sbaglio forse?”
May: “Niente affatto, concordo pienamente. Tante volte i libri sono stati i miei unici amici.”
Nath: “I tuoi genitori devono essere orgogliosi di questa tua passione.”
May: “Io non conosco i miei genitori.” Aggiunsi abbassando lo sguardo e stringendo tra le mani il ciondolo che mi hanno lasciato. “Non li ho mai incontrati, non so chi erano ne come si chiamavano. Zia Agatha mi ha detto di avermi adottata quando ero neonata e della mia vera famiglia io ho solo questo ciondolo che stringo tra le mani e poco altro.” Mentre parlavo cominciai a piangere, non so perché mi sfogavo con lui, di solito ero molto più controllata, ma in quel momento sentivo solo di voler piangere. Lui mi si avvicinò e mi strinse forte in un abbraccio così dolce, spontaneo e amorevole che mi fece quasi sciogliere.
Nath: “Scusami, sono stato indelicato. Non avrei dovuto chiedertelo. Perdonami ti prego non ne avevo idea, il legame tra te e Ken era così forte che credevo foste veramente fratelli.”
Sembra strano, ma dopo quell’abbraccio mi sentii immediatamente meglio e nella mia testa una voce mi disse “ricorda che devi ridere, ridere sempre.” così mi asciugai le lacrime e gli sorrisi.
May: “Non preoccuparti, non è colpa tua, non potevi saperlo. Comunque la mia vita mi piace così com’è. La mia famiglia è diversa, ma è speciale e non avrei potuto sperare in meglio. Ti ringrazio per l’abbraccio ne avevo bisogno, sei stato dolce.”
Istintivamente gli diedi un bacio sulla guancia. Non so perché, ma il cuore batteva così forte che sembrava quasi volesse uscirmi dal petto mentre il suo volto arrossiva per quel mio gesto spontaneo ed incontrollato.
Nath: “G-g-g-g-grazie, io ho fatto solo ciò che credevo giusto fare. Sai sei veramente una ragazza speciale. Senti ti…” balbettò “…ti andrebbe di… insomma ti piacerebbe se… se io ti invitassi a cena sabato sera?” Chiese distogliendo lo sguardo con il volto rivolto verso la direzione opposta per nascondere il suo imbarazzo. Alla domanda anche io divampai in volto e sorridendogli gli risposi.
May: “Mi farebbe davvero molto piacere, sta sera chiederò il permesso alla zia e poi domani ti darò una risposta certa.”
Nath: “Davvero? Ne sono felice, spero che lei ti dia il consenso, comunque posso farti una domanda?”
May: “Certo, chiedimi pure tutto ciò che vuoi.” Risposta un po’ avventata, mi ha appena chiesto un appuntamento, che altro potrebbe chiedermi? Sono una scema, a volte dovrei pensare prima di parlare.
Nath: “Mi chiedevo perché chiami la tua matrigna zia o zietta? Hai detto che ti ha adottato allora perché non la chiami semplicemente mamma?”
May: “Semplicemente perché lei non lo ritiene giusto, lei è convinta che i miei genitori siano da qualche parte e quindi non ritiene giusto attribuirsi un compito non suo, così ha deciso che dovevo chiamarla zia o meglio zietta. Comunque siamo arrivati io abito qui. Ti ringrazio per avermi accompagnata fino all’uscio di casa.” Aggiunsi sorridendo.
Nath: “Davvero tu abiti in questa casetta deliziosa? Guarda i casi della vita io abito proprio da queste parti.”
May: “Stupendo. Allora ci vedremo molto spesso. Ciao.”
Sorrisi e salutandolo con la mano mi avviai verso la porta di casa, una volta entrata e chiusa la porta alle mie spalle mi voltai per vedere dallo spioncino della porta se lui fosse ancora lì, ma lui era già sparito. In un attimo si era come volatilizzato, appoggiai la tracolla sulla base delle scale e andai in cucina da dove sentivo la zietta ai fornelli. Speriamo non bruci tutto come suo solito.
May: “Zietta sono tornata. Che cucini di buono? Comunque Ken mi ha detto di avvisarti che sarebbe arrivato più tardi perché si fermava con un suo amico in palestra.”
Zietta: “E tu sei tornata a casa da sola? Se è così come mai sei così in ritardo?”
May: “Zia sono grande e non ho bisogno di guardie del corpo. Comunque no, mi ha riaccompagnato a casa un ragazzo, prima però mi ha fatto fare un giro del liceo dato che sono la ragazza nuova e…”
Zietta: “Quindi hai fatto nuove amicizie? Ne sono felice e dimmi com’è la scuola? E la classe?”
May: “La classe tutto sommato non è male e la scuola è fantastica, ma zia io volevo chiederti se posso uscire sabato sera?” Ti prego zia dimmi di si. Incrocio le dita.
Zietta: “Certo, tu e Ken dove volete andare di bello?” Tipico, mai che ci arrivi subito.
May: “No, veramente non è con Ken che devo uscire zietta.”
Zietta: “An, capisco. E dimmi con chi allora?” disse sminuzzando più rabbiosamente e rapidamente le verdure sul tagliere di fronte a lui.
May: “Ecco… vedi… il ragazzo che mi ha riaccompagnata a casa e che mi ha fatto fare il giro della scuola, che oltretutto è il mio compagno di banco non che segretario delegato della scuola, mi trova carina e mi ha chiesto se mi andrebbe di uscire con lui sabato. Allora Zia posso? Ti prego.” Chiesi con occhioni dolci.
Zietta: “Sono felice che tu abbia fatto colpo, però non so se posso fidarmi di quel tipo, infondo io non l’ho mai visto.”
May: “Ma zia.”
Zietta: “Niente ma. Quando è no è no.”
May: “Ma… ma… ma… Ti odio zia, non ti ho mai chiesto nulla e l’unica volta che ti chiedo il permesso per fare qualcosa tu mi rispondi di no, mentre a Ken è sempre tutto concesso. Sei ingiusta, TI ODIO ZIA.”
Le urlai contro piangendo e correndo fuori casa sbattendo la porta in preda alla rabbia. Ma perché non posso mai fare nulla? Continuavo a ripetere a me stessa mentre correvo senza meta con le lacrime agli occhi, corsi senza meta fino ad un parco, mi ero persa e non avevo la più pallida idea di dove mi trovavo. Mi sedetti sulla prima panchina che trovai e mi asciugai le lacrime. Ora che faccio? Dove sono? Da che parte vado? Mi gira la testata. Mi scoppia la testa. Pensai portandomi le mani alle tempie, contemporaneamente una strana nube nerastra si spostò sopra la mia testa, ma non sembrava una nube piovosa era qualcosa di strano, mai visto prima. E ora? Che succede? Alzai la testa e avvicinandomi un po’ di più al suolo sotto il centro di quella nube vidi qualcosa di strano, inizialmente vidi due enormi ali bianche piumate e di fronte ad esse due enormi ali piumate nere come quelle di un corvo, vedevo questi che sembravano due enormi uccelli scagliarsi l’uno contro l’altro, poi rallentarono lievemente e riuscii a distinguere due teste, sembravano due ragazzi. Uno coi capelli rossi e uno dai capelli dorati, ma i volti erano coperta dalle fiamme che lanciava il rosso e dalle sfere d’acqua unite alle schegge di ghiaccio che lanciava il biondo. Restai la sotto ferma per un pezzo a seguire quella che aveva tutta l’aria di essere una battaglia fin che ad un certo punto quelle due figure cominciarono a parlare e le loro due voci mi sembravano così famigliari, ma ancora non riuscivo a riconoscerle. Chi sono? Che stanno facendo?
“Lasciala in pace, lei è una ragazza comune, non hai nessun diritto di darle la caccia.” Disse il biondo.
“Ma piantala, l’hai capito anche tu benissimo che in lei c’è qualcosa di più di quello che si vede o addirittura più di quello che lei stessa sa.” Ribatté il rosso.
“Ha un carattere diverso dalle ragazze che abbiamo conosciuto fino ad ora. Ciò non vuol dire che sia una di noi o una di voi. Semplicemente è unica.”
“Smettila, io sono certo che lei sia una di noi e tu credi lo stesso dato che stai facendo di tutto pur di portarla dalla tua parte, vi ho seguito oggi e ho visto che stai facendo di tutto per portarla dalla tua parte. Sai per essere un angelo stai giocando sporco.”
“Solo voi demoni ricorrete a questi futili sotterfugi e a inutili trucchetti, quello che ho fatto io l’ho fatto seguendo semplicemente il mio cuore, a me lei piace veramente. Fino a che non me l’hai fatto notare tu non mi ero nemmeno accorto delle vibrazioni magiche che emanava, anche se ammetto che comunque hai ragione.”
“FALSO!! Sei un regal angel, sei figlio del più potente degli angeli, è impossibile che tu non ti sia accorto di nulla. E comunque non smetterò mai di darle la caccia, io sono un regal demon e, in quanto figlio del più potente dei demoni, se mi prefiggo una preda io non mi arrendo fino a che non la ottengo.” aggiunge sogghignando. "Ora lei è la mia preda e io non mi arrenderò finche non sarà mia."
“NON TI PERMETTERO' DI TORCERLE UN CAPELLO. SONO STATO CHIARO?”
Urlò il biondo sbattendo violentemente le ali e diradando la nube che li circondava mostrandoli alla luce della luna che ormai brillava alta nel cielo e non avrei mai creduto in ciò che mi mostravano i miei occhi.
May: “Nathaniel. Castiel. Ma questo non è possibile.”
Nath: “Misery?” Aggiunse lui allarmato voltandosì verso di me dopo aver sentito la mia voce.
Cass: “Tu guarda parli del diavolo e spuntano le corna." disse soggnignando nuovamente mentre guardava nella mia direzione. "Vediamo se ciò che credevo è vero o meno.” Detto ciò prese le sue mani e creò delle sfere di fuoco che mi lanciò contro. Ora che faccio? Sta volta che cosa mi invento? Come mi sono cacciata in una situazione simile?
Tutto accadde in pochi secondi e poi il fumo era tutto ciò che si vedeva, soltanto una grande nube di fumo e nient'altro.

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Angolo dell'autrice

Rieccomi qua, scusate immensamente la prolungata attesa ed eccovi finalemente il nuovo capitolo. >.<

Spero veramente che vi piaccia il capitolo e buona lettura.

Ringrazzio veramente tutti coloro che recensiscono, seguono o che semplicemente perdono tempo a leggere il mio umile lavoro.

Un grazie speciale a tutti coloro che hanno lasciato una recensione, (a quanto pare più aspetto a pubblicare più gente mi chiede di pubblicare il seguito, fatemi sapere se volete sapere come prosegue.) ma sopratutto un grazie speciale a IleWriters (Sei stupenda amica mia, e grazie per la pazienza che hai.) che continua a seguirmi e recensire questa mia umile (e a mio parere schifosa) Fanfiction. 

Un bacione enorme e chiunque legga. Con affetto la vostra

Misery007!
  
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