Due settimane dopo....
Driiiiiiiiin. La campanella è suonata. Dovrei essere con i miei compagni e salire le scale verso le scale ma aspetto. Voglio eviatre quante più domande possibili e quindi arriverò poco prima del professore della prima ora. Spero che non notino che sono cambiata, sia fisicamente che caratterialmente. Sono più chiusa, ho paura. Ho paura che scoprano chi sono, o meglio, cosa sono divenata. Comunque adesso devo muovermi. Ormai non c'è quasi più nessuno. La scuola. Un po' mi è mancata. Non perché fossi una secchiona ma perché faceva parte della mia giornata quotidiana, era una cosa abituale, normale. Nelle ultime due settimane sono stata sottoposta a esami su esami per capire il motivo della mia improvvisa febbre e delle mia altrettanto improvvisa guarigione ma non si è trovato niente di strano o anomalo. Eccomi in classe. Tutti in piedi come al solito. Non mi hanno ancora vista. Ma ecco Chiara che mi indica e grida il mio nome con gioia e sorpresa. Ed eccomi circondata da tutti i miei compagni. Mi chiedono come sto, che malattia ho avuto, se non ero partita per una vacanza … E il mio nome pronunciato infinite volte. Celeste, Celeste, Celeste … se fossi umana potrei fare come il Barone Lamberto e in un attimo mi ritroverei come bebè! Ma per mia fortuna o sfortuna non lo sono più. Non ho mai sopportato il professore di storia ma in questo momento la stima nei suoi confronti sta salendo vertiginosamente. Ci sgrida dicendo di tornare al nostro posto e di lasciarmi respirare, altrimenti potrei riammalarmi. Cerco il mio posto ma scopro che il mio vecchio posto è occupato e le mie compagne, con invidia e malizia, mi dicono che il mio posto adesso è di fianco a Marco. Marco è il tipico principe azzurro, il ragazzo perfetto. Capelli biondi, occhi azzurri, alto, muscoloso. Simpatico, popolare e con infinite spasimanti. Ma io non sono tra quelle. Certo, è carino e simpatico ma decisamente troppo pieno di sé. Spero che non inizi a farmi delle domande perché non intendo ripetere troppe volte la storielle della febbre e degli esami. Va bene, sono stata assente tre settimane da scuola ma sono viva! (si fa per dire). Comunque l'essere rimasta assente per così tanto tempo non è una cosa così positiva, infatti devo recuperare un mare di verifiche ed interrogazioni! Infatti alla prima ora ho l'interrogazione di storia, alla seconda la verifica di scienze e quando suona la campanella che segna l'inizio dell'intervallo tiro un sospiro di sollievo. Ma dura poco perché nel giro di qualche minuto una vera e proprio folla si raduna intorno a me. Entro nel panico. Odio essere al centro dell'attenzione, ora più di prima. Il mio cervello mi indica varie vie di fuga ma non ho il tempo di reagire che qualcuno mi si para davanti. Sto per arrendermi e cercare di rispondere alle loro infinite domande quando sento una mano che mi afferra il polso. Odio anche questo della gente, la voglia di abbracciare e prendere sempre gli altri per mano. Davvero, non ne capisco il senso. Ma al momento sono così confusa che mi lascio tirare e seguo quello che al momento diventa un eroe. In poco mi ritrovo nel cortile della scuola. Il tragitto era stato come un sogno; mi ero sentita leggera, come se camminassi sulle nuvole. Finalmente decisi di dare un volto al mio salvatore e, quando mi voltai per vederlo in faccia, fu come se avessi fatto una doccia fredda. Era Marco. Con tutte le persone possibili e immaginabili perché lui? Che cosa vuole da me? Oggi ha passato due ore a fissarmi, non facendo lo stupido e lo spiritoso come a suo solito ma era rimasto stranamente in silenzio e apparentemente pensoso. Ed ora è qui, in silenzio, che mi fissa.
Baci
Vale :)