Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Misukichan    15/05/2014    1 recensioni
Jennifer, ragazzina di quasi sedici anni, vuole staccare dalla sua vita in California. Non sopporta i burrascosi rapporti con i coetanei, ha solo bisogno di un estate diversa. I suoi le permettono un viaggio a Miami, per dimostrare la sua autonomia e maturità. Presto, però, si accorge che qualcuno di non desiderato si trova proprio a Miami, e comincia a stravolgerle i piani.
«Non sai nemmeno dove siamo, non è buffo?» parla con la bocca piena.
«No, non è buffo per niente. Ti hanno mai insegnato a non parlare con la bocca piena?»
«Sì, mamma.»
«Ok, va bene, hai vinto, cosa devo fare per sapere...?»
«Ti porto a casa io» vengo interrotta bruscamente.
«Sei proprio u-un...»
Ride e mangia il panino. «Ne vuoi un po'?» Ho fame, ma non accetterei un panino da lui neanche sotto tortura. (capitolo 5).
«stai scherzando, vero?» dice lei seria.
«no, quando mi sono alzata mi sono ritrovata nel letto di casa sua. Era piuttosto seccato di aver scoperto che quella che ha recuperato ero io» dico con nonchalance, «magari si aspettava qualche affascinante donzella» sorrido tra me.
«ma, non è niente di grave, giusto?»
«no, solo qualche botta» (capitolo 9).
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2. Miami




Oggi la sveglia suona, eccome se suona!

Alle 9.30 sono in piedi, colazione a tavola e arzilla come un grillo, sono pronta per affrontare il mio primo viaggio ed essere responsabile, in bocca al lupo Jennifer!

Ora che tutto è pronto, mamma e papà hanno sistemato le ultime cose con i documenti e io ho caricato in auto la mia valigia, prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso l'aeroporto della mia cittadina.

Il viaggio per Miami durerà circa cinque ore, ed è un volo diretto. L'unico per Miami di tutto l'anno, mio padre ha calcolato bene.

I miei genitori mi hanno prenotato una bellissima stanza nell'hotel migliore, o almeno uno dei migliori, in centro di Miami.

Alle 10.10 comincio ad andare in crisi.

«Che percentuale c'è di possibilità che il mio aereo precipiti?» mi rivolgo a mia madre, leggermente ansiosa.

«Stai tranquilla Jenny, che non succederà»

«ma comunque, che percentuale c'è?»

«Non lo so! penso pari all'1%» mi dice mia madre per tranquillizzarmi. «Lo sai che l'aereo è il mezzo più sicuro? Sembra strano ma è proprio così»

Il fatto è che se la sua intenzione è quella di tranquillizzarmi, non ci sta riuscendo per niente.

Arrivata in aeroporto la mia ansia aumenta.

«Ragazzi, forse è meglio che io vada, potrei perdere il volo.»

«Ma non dire sciocchezze, rimani ancora un po', non ti vedremo per un mese!» esclama mia madre, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto. Mia madre è una tipa molto affettuosa, mi vuole un gran bene, e il suo bene è completamente ricambiato.

Mio padre è un uomo forte e rotondetto, ma molto simpatico. Ho sempre adorato stare in sua compagnia, da quando ero bambina, anche se non sono sicura che abbia preso atto del fatto che sono cresciuta.

A parte questo, noi tre formiamo una famiglia e anche una squadra stupenda, che si aiuta a vicenda nel momento del bisogno.

«Ok, stanno annunciando il mio volo, adesso vado! Ciao mamma, ciao papà, mi mancherete tanto» piego la testa di lato e sorrido a quella coppia meravigliosa.

«Oh vieni qui, bambina» dice mia mamma con un tono di voce che lascia passare un velo di commozione. I miei mi abbracciano e mi augurano buona fortuna, mentre mi avvio con le mie due valigie verso il check in.

L'aeroporto è davvero gigantesco, mentre cammino posso sentire il mio cuore pompare forte per l'ansia e l'adrenalina di questo enorme passo della mia vita.

Li guardo per l'ultima volta e li saluto sorridendo.

Quando ho proposto per la prima volta ai miei genitori l'idea di questo viaggio, la loro risposta era secca e definitiva: No. Non c'era neanche da discuterne. Una delle mie migliori qualità, però, e posso assicurarvi che anche la mia prof. Di inglese ne è convinta, è la mia parlantina efficace. Sono stata io ad insistere sino a quando, mostrati loro tutti gli aspetti positivi e scavalcati gli aspetti negativi, mi hanno dato il loro consenso.

Ora, potete immaginare la mia felicità quando mi mostrarono tutti gli hotel e le spiaggie di Miami...

Non si può dire per niente che la mia famiglia è messa male economicamente, anzi!

Tiro un sospiro, testa alta e sguardo dritto, mentre l'eccitazione comincia a sostituirsi alla paura.

Il volo dura come previsto 5 ore. All'inizio del viaggio sto per conto mio, a sfogliare qualche rivista di gossip e a guardare fuori dal finestrino. Passata una mezz'oretta una ragazza si avvicina a me e mi saluta.

«posso sedermi qui? Questo posto è libero e io ho litigato col mio ragazzo là in fondo, non guardarlo però, altrimenti capirà che stiamo parlando di lui.»

Annuisco e le faccio cenno di sedersi accanto a me.

«Io sono Jennifer» sorrido.

«Piacere, sono Kandy» la sua voce è sottile e dolce.

«Sei anche tu in viaggio per trascorrere le vacanze a Miami?» le domando.

«Si, io e il mio ragazzo abbiamo prenotato una stanza al Miami Hills Hotel, volevamo trascorrere le vacanze ma già da ora ha cominciato a rompere.» risponde girando gli occhi.

«Anche io ho prenotato una stanza al Miami Hills! Significa che ci beccheremo di sicuro in giro.» le dico sorridendo.

Per fortuna, ora non sono proprio del tutto sola e abbandonata a me stessa, nel caso abbia bisogno di aiuto potrò chiedere a lei, mi sembra una brava ragazza e sembra anche di buona compagnia.

«Fantastico! Spero ti divertirai.»

«Lo spero anche io, sai, è la prima volta che viaggio da sola e ammetto che ho un po' d'ansia»

«Sei completamente sola?» mi chiede sorpresa.

Annuisco.

«Quanti anni hai?»

«Quindici, quasi sedici, e tu?»

«Io ne ho diciassette e anche lui» gira lo sguardo per poco verso il ragazzo dietro di qualche sedile, che distoglie lo sguardo evidentemente in imbarazzo quando si accorge di essere osservato.

Dopo un attimo lui la guarda e accenna un sorriso, in quel timido sorriso sembra offrirle un invito a tornare da lui.

«Come si chiama?»

«Luke, nel caso te lo stessi chiedendo, veniamo entrambi da San Francisco.» poi continua «Dai, ora vado a chiarire con lui, prima che decida di tenermi il muso per tutta la vacanza, ci vediamo... Jenny, giusto?» mi sorride e si avvia verso i sedili di dietro.

«Non ti preoccupare, probabilmente ti ha già perdonata» le sussurro, e lei ricambia il sorriso, con riconoscenza.

Mi giro e vedo che chiacchierano, poi dopo qualche minuto si scambiano un bacio veloce.

Io non ho mai avuto un ragazzo e non mi preme neanche l'idea di averne uno.

Tutti si baciano e festeggiano i loro anniversari, quando potrebbero essere single e godersi la propria adolescenza come faccio io, più o meno.

La verità è che io non ho mai avuto nessuno su cui poter contare veramente, a parte i miei genitori e Laura, ovviamente. Fin da bambina tutti mi hanno sempre preso in giro, o per la mia timidezza o per altre piccole cose.

Nella mia classe delle lontane elementari c'era chi trascorreva le sue giornate a mettere in giro voci su di me, e quando avevano finito perché nessuno li stava più ad ascoltare, decidevano che voci mettere in giro il giorno dopo, insomma, non ero mai lasciata in pace da nessuno.

Un giorno mi chiesero se era vero che avevo mangiato un serpente a sonagli dopo che mi aveva punto, roba da matti.

Io, comunque, ho passato gran parte della mia infanzia ad ignorarli; Non si potrebbe definire la migliore infanzia del mondo, ma almeno avevo Laura, la migliore amica che non sostituirei con nessuno. Anche se non ho molti amici, ho sempre pensato che è meglio la qualità alla quantità.

Per questo ho deciso di partire, voglio andare in un posto dove nessuno mi conosca e dove nessuno possa considerarmi una sfigata, un posto dove le voci di quei ragazzini degli anni passati non siano arrivate, e qual è il posto migliore se non la Florida? Miami, con le sue sfavillanti spiagge, i suoi incantevoli Hotel di lusso, gli straordinari negozi pieni di vestiti dove poter fare shopping, dove potersi distrarre dalla vita di tutti i giorni. Ah, questa si che è estate, questa si che è vita.

Metto la testa tra le due ginocchia e mi appoggio al finestrino.

Io ci credo al vero amore? Ormai quasi tutte le coppie si separano, il fratello di mia madre, la sorella di mio padre.

Io credo che l'amore esista, ma in pochi casi sia eterno. Anzi, l'amore eterno non esiste. Decisamente no. Questo perché le persone cambiano: due persone di una certa età, sposate da diversi anni, non sono come le due persone che si sono incontrate e si sono innamorate molti anni prima. E quando due persone cambiano a tal punto da non riconoscere nell'altra persona la propria "anima gemella", la storia d'amore finisce, si spegne come un fuoco d'artificio che ha già creato meravigliose luci nel cielo e si è esaurito. E se finisce, aimè, è per sempre. E' una cosa triste da un lato, per questo ho così tanta paura di affezionarmi a qualcuno tanto da essere capace di provare quel sentimento che tutti chiamano così. Amore.

E da ora comincia la mia vera e propria avventura in Florida, tra grattacieli elevati e palme, i raggi del sole caldo che mi accarezzano ovunque io vada.

E' bello sentirsi sperduti, in una città fantastica che non si conosce nemmeno un po' e soprattutto soli. Soli per la prima volta, in un certo senso.

Si prova quel brivido di potere, quella sensazione di adrenalina che ti scorre nelle vene, poi sorrido davanti a quello spettacolo e mi chiedo dove potrà mai essere il mio hotel, ma non me ne importa, perchè so che posso chiamare un taxi.

«Taxiiiiiiii» accidenti, mi guardo intorno sperando di non sembrare ridicola.

Ed ecco che un taxi si è già accostato, scende dall'auto e mi prende il bagaglio, caricandolo sul bagagliaio.

Sono davvero sorpresa.

«allora, la mia destinazione è... Miami's Hills Hotel, lo conosce?» domando.

Il taxista mi guarda attraverso lo specchietto retrovisore e poi esclama: «Ma per chi mi prendi? Ovvio che lo conosco.» Io taccio. «Non sei di queste parti, vero?»
«ehm.. in effetti no, vengo dalla California»

«Mhm, interessante, da dove precisamente?» mi chiede interessato.

«Da Sunnyvale, vicino a San Francisco»

«Bellissimo posto, la California. Ci sono stato parecchie volte» poi continua «E' la prima volta che vieni qui? »

«Primissima; non sono mai stata in Florida, per di più sono sola, quindi devo arrangiarmi» gli dico.

«Quanti anni hai?» Ecco, ci risiamo. Ripeto la mia età al guidatore, scettica.

«Sei giovane, devi stare attenta! Qui a Miami è pericoloso, non siamo a Sunnyvale... siamo a Miami!» mi dice con un tono di rimprovero.

«Sì, lo so che siamo a Miami» rispondo.

«Ecco appunto, allora adesso facciamo il giro lungo, così ti mostro il meglio di questa città, se me lo permetti, ovviamente.»

Accetto entusiasta e ringrazio. Così, dal piccolo finestrino di un taxi, rimango abbagliata dalla grandiosità e meravigliosità di questa grande metropoli, di cui vedo solo una minima parte.

Mi spiega che Miami è divisa tra Miami, o Miami city, e Miami Beach. Il mio Hotel si trova in quest'ultima zona, la zona che si affaccia sul mare.

Il viaggio fino all'hotel dura circa un ora, per colpa del traffico. Mi mostra tutti gli Hotel di lusso e le ville sontuose dei miliardari della zona.

«....e là si trova uno dei quartieri più esclusivi e più ricchi della città, dove troneggiano sontuose ville, circondate da piscine, campi da golf, elitari club privati e luoghi per il relax dei miliardari: siamo nel cosiddetto “Miglio dei miracoli”, ragazza» ma come parla, questo qua?

Quando arrivo a destinazione sono ancora a bocca aperta, come poche volte sono rimasta nella mia vita.

Il taxista mi augura buona fortuna.

«Se ti perdi chiama il centralino, mi raccomando» mi sorride e dopo trentamila ringraziamenti da parte mia, se ne va.

Io prendo i miei bagagli e mi dirigo verso l'ingresso dell'hotel, che da fuori è davvero gigantesco.

Non appena entro in quella meraviglia mi sembra di essere entrata realmente in una favola, nella quale quell'hotel così grandioso è in realtà un maestoso castello.

La porta scorrevole è gigantesca, sormontata da una vetrata per lasciar vedere l'interno spettacolare ai passanti.

Noto che all'interno della Hall c'è una grande reception, dotata di personale anche carino, direi.

Mi avvicino e l'uomo al bancone mi fa un cenno.

«Salve» dico titubante e incerta mentre mi guardo in giro.

Ma poi vedo quella meraviglia di piscina all'esterno, il lusso e l'eleganza che mi circondano, e decido di andare dritta al sodo.

«Ho prenotato una stanza al sesto piano» mi rigiro verso l'uomo alto che porta una sottile barba e i capelli scuri pieni di gel all'insù.

Lui mi sorride, probabilmente dopo aver visto i miei occhi verdi incollati a quella piscina, «Ansiosa di cominciare, è? Quella piscina non è l'unica, ne abbiamo altre tre all'interno. Sono l'interesse di tanti ragazzi e ragazze come te.»

«Ce ne sono tante?»

«Sì, come ti ho già detto abbiamo tre piscine all'interno e due all'aperto, più le sale termali.»

«Come? No, intendevo di ragazze come me, tutte sole.»

«Sole? Uhm, non saprei, quanti anni hai?» Ok, sta volta me la sono andata a cercare.

«Quindici. In pratica quasi sedici, però.»

«E sei sola? » mi guarda anche lui sorpreso.

E' la seconda o forse terza persona che mi fa questa domanda nell'arco di due giorni, e sinceramente ne ho abbastanza di persone che non mi considerano all'altezza del programma che mi sono proposta, perciò decido di tagliare qui la conversazione, mi limito a riferire i miei dati, in attesa che il ragazzo mi dia la chiave della mia stanza.

Comincio ad essere davvero accaldata, non vedo l'ora di essere nella mia stanza, mi farò una bella doccia. Il viaggio e il fuso orario, anche se di sole tre ore di differenza, mi hanno spossata.

Mi dirigo verso l'ascensore, ampia e spaziosa, che sta trasmettendo una canzone di Michael Jackson.

L'ascensore annuncia tintinnando il mio arrivo al piano desiderato, lasciandomi nauseata dalla velocità con cui mi ha portato su.

Mi strascico verso la stanza giusta, apro la porta e metto i bagagli in mezzo alla stanza, dopodiché mi sdraio sul letto morbido e chiudo gli occhi per un secondo.

Mi sveglio due ore dopo con un po' di mal di testa.

Mi guardo intorno, la camera è molto grande, i mobili sono tutti bianchi e la stanza è ben illuminata. Un lampadario di lusso è calato in mezzo alla stanza, e un letto a baldacchino si trova da parte alla finestra. La stanza è arredata in stile moderno, ed è davvero elegante.

Esco sul balcone e mi si bloccano i pensieri, vedo solo tantissimo azzurro.

Una striscia lunghissima di azzurro chiaro e intenso, il mare. La luce del sole lo fa brillare, creando uno spazio di luce e brillanti disteso sulla superficie di quello spettacolo naturale.

Rimango meravigliata dal lungo tratto di spiaggia, dalla mia postazione si può vedere bene come crei un golfo.

Dall'altra parte del balcone invece vedo una via lunghissima e piena di negozi.

Non bado più al mal di testa, disfo velocemente la valigia, metto il costume e parto alla riscossa.


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Misukichan