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Autore: Hono    15/05/2014    1 recensioni
- Reed, ascoltami bene perché sarà l’ultima volta che perderò tempo per questo: Riguarda solo me e dal momento che tu non sei nessuno, non ti direi mai nulla sul mio conto. E' chiaro, mezzosangue?
I loro nasi quasi si sfioravano e la giovane strega si ritrovò a pensare che le sarebbe bastato pochissimo per far si che le loro labbra si toccassero. Tuttavia, quelle parole, le lasciarono uno strano senso di amarezza.
- Cristallino, Malfoy. – mormorò sommessamente, mordicchiando con forza l’interno della guancia per evitare di lasciare che altre parole affluissero dalla sua bocca.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio, Theodore, Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 26

Capitolo Ventisei: Earwax

 

Febbraio pervenne con un’insolita lentezza e il freddo penetrante che soleva persistere soprattutto in Scozia. La neve aveva cominciato a scarseggiare, mentre le piogge erano notevolmente aumentate sia di numero che d’intensità. Erano ancora rare le giornate di sole e tutti sapevano che le avrebbero viste un po’ più spesso solamente quando sarebbe giunta la primavera. Quel pomeriggio una fine pioggia cadeva dal cielo grigio e al campo di quidditch la squadra di Serpeverde aveva cominciato i soliti allenamenti con dieci minuti di anticipo. Draco non era con loro. Aveva ceduto il posto al suo sostituito poiché aveva qualcosa di più importante da fare ed Allyson sapeva bene di cosa si trattasse. Quest'ultima raggiunse la Sala Comune dopo aver sbirciato per un po’ gli allenamenti della squadra avversaria, trovando Harry ed Hermione comodamente seduti sul divano. Ron, probabilmente, era da qualche parte incollato alla faccia Lavanda. Infreddolita sprofondò, così, nella sua poltrona preferita, vicino al fuoco, godendosene il calore.

- Ehi, Ally. - la salutò il suo migliore amico, con un sorriso. Uno di quelli sinceri che, negli ultimi mesi, aveva mostrato così poco. - Parlavamo della lezione di Smaterializzazione.

Anche Hermione si aprì in un gran sorriso.

 - È stata fantastica!

- Per te tutto è fantastico, Granger. - la rimbeccò lei. - Per me, è stata una noia mortale.

- Ci credo, sei riuscita a Smaterializzarti al primo tentativo. - s’intromise Ron, appena arrivato.

- Vuoi dirmi che non è stata una passeggiata? - disse ridacchiando la Reed.

- Per te, forse. - replicò ancora il rosso, sedendosi accanto all’amico. - io credo di aver sentito una specie di formicolio solamente verso gli ultimi tentativi.

Hermione s’irrigidì e s'alzò di scatto, schiarendosi la voce rumorosamente mentre con fare alquanto teatrale raccoglieva i suoi tomi.

- Io vado in biblioteca. - annunciò l’attimo prima di sparire oltre il buco del ritratto.

Allyson sospirò, scuotendo leggermente il capo. Quasi non sopportava più la testardaggine che sia Ron che Hermione ostentavano nel volersi ignorare a vicenda.

- Potreste fare almeno un tentativo di riconciliazione, non credi, Ron?

- Non ci penso nemmeno! Come se io avessi fatto qualcosa, Allyson! - bofonchiò Ron guardando altrove mentre continuava a borbottare parole incomprensibili.

La strega si limitò a sospirare mentre scambiava uno sguardo divertito con Harry. Non sapeva perché ma aveva come la sensazione che i suoi migliori amici avessero messo da parte i loro sospetti per un po’, fingendo che tutto fosse perfettamente normale. Ovviamente, non avrebbe potuto chiedere di meglio. Ma c’era qualcosa che la turbava e non riusciva ancora a capirne l’entità.

- Reed. - Allyson voltò il capo verso la voce che aveva appena pronunciato il suo cognome e non appena vide chi cercasse la sua attenzione, s’irrigidì, assumendo un espressione guardinga e sospettosa.

- Wood.

- Nott ti aspetta al campo di quidditch, dice che ha bisogno di parlarti. - le riferì Gwendolyn con il suo solito sguardo di ghiaccio.

La Reed s'alzò, ringraziandola a malapena con un sussurro. Salutò gli amici e poi s'accinse ad uscire dal buco del ritratto. Gwendolyn sospirò interiormente, terribilmente irritata da ciò che avrebbe cercato di fare di lì a poco. Fare amicizia, di certo, non era assolutamente tra le sue priorità ma se voleva creare giusto quel po’ di scompiglio che sarebbe bastato a salvarle la pelle, doveva darsi una mossa. Via il dente, via il dolore.

Così, tentando di fare un mezzo sorriso, si sedette tra i due Grifondoro. Quest’ultimi si sorpresero di ciò che la rossa aveva appena fatto. Sapevano che lei non era una tipa molto loquace. Inoltre, avevano avuto subito l’impressione che non le piacesse così tanto essere circondata da altri suoi coetanei…o dalle persone in generale.

- Emh…ragazzi, vi dispiacerebbe…insegnarmi qualche regola di quidditch?

Inutile dire che la richiesta di Gwendolyn fu accolta con molto entusiasmo. Non appena le orecchie dei due maghi avevano udito la parola “quidditch”, non avevano perso nemmeno un secondo, iniziando a spiegare dettagliatamente tutto ciò che conoscevano di quello sport. La Wood annuiva, fingendo di interessarsi, facendo domande di tanto in tanto, giusto per far durare la conversazione il più a lungo possibile. Lei il quidditch lo conosceva, ovviamente. Ma era il primo argomento che le era venuto in mente per cominciare a farli parlare. Era l’unica idea decente che aveva trovato per cominciare ad instaurare una sottospecie di “rapporto”, del quale si sarebbe servita per i suoi veri scopi. Avrebbe dovuto sopportarli e fingere qualche sorriso ogni tanto. Poi sarebbe passata all’azione e, finalmente, la sua pelle sarebbe stata perfettamente al sicuro.

Cosa non farei per salvarmi le chiappe, si disse con un piccolo ghigno interiore mentre il suo piano cominciava lentamente a prendere forma sia nella realtà che nella sua testa.

**

- Puoi scordartelo, Theodore.

- Ti ricordo che tu sei in debito con me, Grifondoro.

- Non puoi farmi questo! - pretestò Allyson, rifilando a Theodore una delle peggiori occhiatacce che avesse mai riserbato a qualcuno.

- Ma certo che posso, amore. - replicò lui con un ghigno stampato sul viso e uno sguardo che, di buono, non prometteva proprio nulla.

- Non mi abbasserò a certi livelli solo perché tu mi ricatti!

- Allora io andrò a spifferare a Draco e ai tuoi amichetti ogni cosa. - disse accentuando il suo ghigno.

- Non lo faresti mai. - affermò la strega, sicura di ciò che aveva appena detto.

- Mettimi alla prova. - la provocò.

Allyson strizzò gli occhi, sostenendo il suo sguardo mentre si lanciavano occhiate di sfida. Alla fine, la strega fu costretta a cedere. Theo si passò una mano a ravvivare i capelli scuri, trionfante, poi circondò le spalle di Ally con un braccio mentre cominciavano a camminare in direzione del castello.

- Ben fatto, Reed!

- Si, si. - lo liquidò lei, sbuffando infastidita, senza riuscire ad evitare che le sue labbra si distendessero in un sorrisetto. - Ho fame, Mr. Nott. Volete farmi l’onore di scortarmi nelle cucine?

- Con immenso piacere, Mrs. Reed. Ma prima voglio togliermi questa roba di dosso. - le rispose con un mezzo sorriso indicandosi la divisa di quidditch con la mano.

- Va bene, Theo, basta che ti dai una mossa. Sto morendo di fame!

**

- Non lo so. Io più la guardo e più non la sopporto. - borbottò Allyson mentre osservava sospettosa una caramella Tuttigusti +1 grigiastra. Storse la bocca, non fidandosi di quel colore. Aveva avuto più esperienze e il suo sesto senso le suggeriva che quella caramella non avrebbe avuto, di certo, un buon gusto. La ripose nuovamente nella busta per estrarne un’altra di un rosso intenso. L’addentò e fu sollevata dal gusto penetrante di ciliegia che invase la sua bocca.

- Questo posso capirlo, Allyson, ma… - iniziò con un sussurro la riccia seduta di fronte a lei, intenta a ricopiare minuziosamente i trenta centimetri di pergamena che il professor Piton aveva assegnato sulle varie maledizioni.

- …ma non puoi continuare ad evitare il contatto con lei. - concluse Ginny, sbucando all’improvviso, e sedendosi accanto alla Reed. Posò stancamente il tomo di Trasfigurazione sul tavolo e poi si concesse un sospiro.

- Ciao anche a te, Ginny. - disse con sarcasmo e un tono un po' troppo alto Allyson, beccandosi un’occhiataccia da Madama Pince che stava passando di lì proprio in quel momento, intimandole di fare silenzio. Lei la ignorò, offrendo una delle caramelle alla rossa. Quest’ultima rifiutò, aprendo il tomo e cacciando una pergamena e una piuma dalla borsa che aveva lasciato a terra.

- No, sul serio. Voi state davvero state studiando?

- Ovviamente. - le rispose Hermione, non staccando gli occhi dal foglio che aveva davanti.

- Ma è domenica. - continuò la Reed, cercando un appoggio dalla Weasley accanto a lei.

- Non guardare me, Ally. Ho un sacco di roba da fare. - fece con fare sconsolato la rossa.

- Eravamo rimaste a…? - domandò la riccia alzando finalmente lo sguardo verso le amiche mentre intingeva la punta della sua piuma nella boccetta d’inchiostro nero.

- A quanto sia irritante Gwendolyn Wood. - bofonchiò la mora, felice di aver trovato una caramella al cioccolato completamente innocua.

- Giusto. Allyson, non puoi continuare ad ignorarla. - interloquì la riccia, guardandola negli occhi con un cipiglio severo.

- Bisogna sapere qual è il suo ruolo in tutta questa faccenda. E sai benissimo che l’unico modo è provare a parlarle. - rincarò Ginny, convinta, mentre cominciava a svolgere il suo tema di Trasfigurazione.

- Ma io non voglio farlo perché, lo sapete benissimo, finirei per litigarci e alla fine peggiorerei solo la situazione. - spiegò la Reed, fissando intensamente l’interno del pacco di caramelle mentre tentava di individuare quali fossero quelle buone e quali, invece, avessero un gusto da schifo.

- Controllati, allora. - mormorò con ovvietà la Granger mentre cominciava a rileggere il suo tema con la solita concentrazione.

- Lo sapevo. Cerume. Mi è passata la voglia di mangiarle. - commentò con disgusto Ally mentre ingoiava a fatica la caramella e abbandonava il pacchetto sul tavolo - Vi lascio studiare. Ci si becca a pranzo.

Le salutò a bassa voce mentre veniva ricambiata con due mormorii distratti. La Reed sbuffò mentre usciva dalla biblioteca con passo lento. Era terribilmente annoiata. Per la prima volta capì come doveva essersi sentito Theodore prima di diventare suo amico. La noia doveva essere una componente quotidiana della sua vita. Non poté evitare di ridacchiare divertita dai suoi pensieri. Il suo ego, a contatto con quella serpe, stava diventando sproporzionato quasi quanto il suo.

Cominciò a mordersi distrattamente l’interno della guancia mentre vagabondava per i corridoi della scuola senza una meta precisa nella testa. Inevitabilmente, i suoi pensieri andarono alle parole che, poco prima, aveva scambiato con Hermione e Ginny. Avevano ragione, ne era perfettamente consapevole. Ma non aveva la minima voglia di cercare di estrapolare delle informazioni da quella Wood. E la causa principale era l’assoluta mancanza di volontà per qualsiasi cosa. Le capitava spesso, soprattutto in quei periodi che considerava noiosi e privi di qualsiasi novità. La normalità, ormai, non apparteneva più alla sua vita e quindi ogni volta che c’erano quei periodi di calma assoluta, non sapeva se avrebbe dovuto urlare o Smaterializzarsi di sua spontanea volontà al cospetto di Lord Voldemort per pregarlo di affidarle una qualsiasi missione suicida.

E ciò non era affatto un qualcosa di normale. Ma, oramai, a cosa fosse normale e a cosa no, non ci faceva più caso. Sospirò mentre le sue labbra si distendevano in un mezzo sorriso nel pensare a quanto avvertisse che una follia pressante la stava lentamente consumando. E la cosa peggiore era che tutto quello la faceva sorridere. Quando si rese conto dei suoi pensieri, il suo sorriso svanì e si ritrovò a deglutire rumorosamente mentre una strana ansia la pervadeva.

No. Non ci voleva pensare.

Le serviva assolutamente qualcosa da fare o a cui pensare, affinché non cominciasse ad impazzire prima del suo tempo.

- Malfoy potrebbe essere un buon argomento a cui pensare.

“Eccole qui, le prove che mostrano quanto la mia pazzia stia peggiorando.”

- Non la fare tanto tragica. Era solo un suggerimento.

“Sai cosa me ne faccio dei tuoi suggerimenti?”

- Li segui. Assolutamente, direi che il bacio che vi siete dati è stato davvero un qualcosa di dol…

“Basta.”

Arrossì bruscamente, dandosi dei colpetti in fronte, cercando di mandare via le immagini del bacio che lei e Draco si erano scambiati quella notte nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Ma era un qualcosa di impossibile. Ogni volta che chiudeva gli occhi era come se avvertisse la pressione di quelle labbra sulle sue, l’odore che emanava la sua pelle e che la faceva impazzire. Per non parlare di ogni qualvolta che i due si erano ritrovati a guardarsi, anche solo per caso. Era inevitabile per lei arrossire di botto e cercare di allontanarsi il più possibile, di dimenticare ciò che aveva scatenato.

Da quella notte aveva evitato Draco Malfoy come se fosse affetto da una spruzzolosi.

Perché non riusciva a capire cosa le stesse accadendo. Già era scombussolata di suo, poi ci si aggiungeva anche tutta la faccenda dei sentimenti e bla, bla, bla e la situazione diventava ancora più insostenibile. Come erano insostenibili le sue reazioni ad ogni sguardo o mezzo sorriso divertito di lui, seppur questi negli ultimi tempi fossero sempre più rari. Il suo cuore cominciava a battere furiosamente nel petto, una sensazione di calore le invadeva completamente le membra, il desiderio incontrollato di rincollarsi a quelle labbra e pretendere di più si faceva più pressante. Per non parlare della preoccupazione che l’attanagliava quando si trovava di fronte ad un Draco spento, pallido, fin troppo magro e con delle occhiaie scure e marcate a contornargli gli occhi. Cosa che era divenuta parte integrante della sua quotidianità e vederlo in quello stato non contribuiva a farla stare meglio.

“Basta. Non devo pensarci.”

Pensò, cercando di distogliere l’attenzione da quel nome, quel viso e quelle labbra. E in parte ci riuscì poiché era appena arrivata nella Sala d’Ingresso, trovandovi Harry, Ron e Neville che parlavano allegramente con qualcuno che, in un primo momento, non riuscì a riconoscere, concentrata com’era nel tentare di smettere di pensare a Malfoy. S'avvicinò al terzetto, tranquilla, stampandosi un sorriso sulle labbra.

- Ehi, ragazzi! Vi va di…- ma le sue parole scemarono nell’istante in cui vide che quel qualcuno in questione, non fosse altri che Gwendolyn Wood.

Il suo sguardo si fece freddo e s’irrigidì. La squadrò interamente, il sopracciglio alzato e un espressione accigliata in viso.

- Ehi, Ally! - la salutò cordialmente Neville, che nel sorriderle le mostrò i suoi incisivi leggermente storti.

- Ciao. - fece lei, atona, con l’entusiasmo di poco prima sotto i piedi. - di che parlavate?

- Stavamo spiegando a Gwendolyn le regole del quidditch. Volevamo portarla a fare una dimostrazione pratica. - le spiegò Ron con un bel sorriso.

- Sei dei nostri? - le chiese, invece, Harry con uno sguardo che aveva un nonsoché di strano.

- E me lo chiedi? Quando si tratta di quidditch non mi tiro mai indietro, lo sai. - disse lei mentre fingeva un sorrisetto.

- Soprattutto quando si tratta di bolidi, eh? - fece divertito Neville.

- Non sai quanto tu abbia ragione. - affermò lei, le labbra distese in un ghigno e uno sguardo che non prometteva nulla di buono mentre l’immagine di un bolide, colpito da lei stessa, che centrava in pieno il nasino alla francese della Wood prendeva forma nella sua testa.

- Su, andiamo. Mi piacerebbe vedere come giocate. - si sforzò di sorridere Gwendolyn, fingendo come al solito, anche se non risparmiò un’occhiata gelida alla Reed. Quella lì, proprio non la sopportava.

Si guardarono in cagnesco per qualche istante mentre i tre Grifondoro si avviavano verso l’esterno.

- Cos’è, adesso hai intenzione di diventare la migliore amica del Prescelto? - le domandò con fare sarcastico, a voce bassa, senza farsi sentire da altri che non fossero la Wood.

- Certo che no, Reed, per chi mi hai preso? - fece Gwen in tutta risposta con un ghigno degno di una serpe.

- Allora cosa hai intenzione di fare, Wood? - si fece seria la Reed, guardandola dritta negli occhi con una rabbia che cominciava a montarle dentro.

- Non so di cosa tu stia parlando, Allyson. - disse la rossa con fare innocente, fingendosi amichevole, per poi voltarsi e raggiungere velocemente i ragazzi avanti a loro e lasciandola lì, impalata, a stringere con forza le mani.

- Ally, dai, datti una mossa! - la incitò Ron, sbracciandosi.

- Arrivo, arrivo!

**

Alla fine Allyson non era proprio riuscita a colpire la Wood con un bolide. C’erano sempre Harry o Ron che rischiavano di essere presi al suo posto e, quindi, aveva rinunciato. Sbuffò mentre, seduta comodamente sul suo letto, teneva in grembo un libro dall’aria consunta. Nonostante avesse gli occhi su quelle pagine la sua mente vagava altrove, impegnata a ripensare a cosa avrebbe dovuto fare per Theodore. Ovviamente, non aveva la benché minima voglia di fare delle avance a Blaise Zabini solo per distrarlo mentre Nott si occupava di riempire la sua biancheria di una polvere urticante proveniente direttamente dai Tiri Vispi Weasley. Non voleva farlo, eppure, il pensiero di vedere Zabini che non riusciva a capire il motivo di un improvviso prurito ai piani bassi la faceva ridacchiare divertita.

In fondo, era uno scherzo. Doveva solo giocare come al solito, nulla di più. Non avrebbe dovuto temere l’impressione o il fraintendimento di nessuno. Nemmeno di Malfoy. Assolutamente, ciò che Draco Lucius Malfoy faceva o pensava, non era affar suo.

Fu con quella convinzione che, assopendo il più a fondo possibile quel fastidioso senso di colpa nei riguardi del biondo, decise che avrebbe aiutato Theodore Nott. Dopotutto, non c'era niente di male.

"E che non si dica che Allyson Reed si tiri indietro in qualche scherzo!".

  
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