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Autore: Rossy_chris    15/05/2014    4 recensioni
Ciao!Questa è la mia prima fanfiction in assoluto quindi aspetto volentieri tutti i vostri consigli! XD Adoro Arrow soprattutto la coppia Oliver/felicity e non sto più nella pelle di scoprire cosa accadrà nelle prossime puntate,perciò ho pensato un po' di scrivere qualcosina, ma soprattutto di concentrarmi su qualche momento super dolce Olicity *-* spero vi piaccia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo detto che l’avrei pubblicata sabato la fine della storia ma dopo l’episodio di oggi mi sono sentita così male che sono corsa al pc e ho scritto mandando all’aria ogni altro impegno xD spero tanto che vi piaccia!!
Erano passati 30 giorni da quando avevo detto addio ad Oliver.
Dopo l’esperienza, quasi mortale, del rapimento avevo deciso di diventare una donna forte, una donna capace di far innamorare un tipo come Oliver. Quando sei ad un passo dalla morte capisci che il più grande dolore è dato dai rimpianti e io non volevo averne.
 Mi accompagnò Diggle sull’isola,il mattino dopo, con il jet privato della Queen Consolidated. Lo avevo pregato di lasciarmi sola,di farmi crescere,di darmi spazio,ma nulla. Veniva spesso a trovarmi e ogni volta non riuscivo a sembrare triste per la sua venuta. Mi insegnò ad accendere il fuoco e a tagliare la legna dagli alberi. Io dal mio canto ero riuscita a costruire una specie di rifugio con la paglia e i rami,piuttosto scomodo,ma molto invitante per ogni specie di insetto. Così imparai anche ad avere meno paura degli scarafaggi e delle lucertole. Dio,quanto le odiavo!
Mi arrangiavo col cibo,pescando di tanto in tanto qualche pesce che si avvicinava alla riva e bevendo il latte di cocco. Non riuscii a trovare una cavolo di canna da zucchero e presto mi stancai di berlo amaro. Ero dimagrita almeno sette chili a detta di Diggle,ma non mi importava. Non mi importava perché era un segnale del mio corpo, era la mia trasformazione. Ma ciò che mi rendeva davvero fiera di me stessa erano le mie cicatrici. Cinque bellissime e piccolissime cicatrici rosa luccicanti che avevo sparse sulle braccia e sull’addome. Diggle rise di gusto quando gliele feci notare:
-Non saranno delle cicatrici a far innamorare Oliver di te,Felicity-
Quella fu l’unica e l’ultima frase che uscì dalla bocca di Diggle su noi due insieme. Mi faceva ancora male sentire parlare di lui,anzi più ascoltavo Diggle raccontare le sue giornate al covo più mi mancava. Non dovrebbe essere lontano dagli occhi lontano dal cuore? Stupidi proverbi.
Oliver si era completamente dimenticato di me, non aveva accennato a chiedere mie notizie a Diggle né tanto meno aveva mando un messaggio, un segnale. Me lo immaginavo, lì nel letto di Laurel a vaneggiare sul vero amore,perché ormai lei sapeva tutto e non avevano più ostacoli. Potevano essere felici insieme.
Ogni volta che pensavo ,anche minimamente,a Oliver mi davo un pizzico tanto forte da farmi lacrimare gli occhi. Un giorno giurai di averne fatti centocinquanta.
Diggle non sapeva quanto mi mancasse stare con lui ed Oliver. Ogni volta che lo sentivo arrivare,mi preparavo a fingere di essere la ragazza più felice e convinta del mondo. Finchè non mi diede una notizia a cui le lacrime non poterono resistere
-Felicity,ora che Oliver è in banca rotta non possiamo più tenere il jet privato. Mi sa che è l’ultima volta che io vengo a trovarti,cercherò di fare il possibile per tenerlo e venirti a recuperare in qualche modo. Peccato che non ci siano voli di linea per questo posto così..turistico-
Rise,mentre mi accarezzava le guance raccogliendo le lacrime.
-Non fare così,torna con me-
Ma anche questa volta riuscii a resistere. Lo abbracciai forte,sapendo che quello sarebbe stato il mio unico abbraccio di quei mesi, e lo salutai,assicurandogli che sarei tornata presto.
Così passai altri giorni sull’isola,esplorando nuovi posti e contando i cadaveri o i topi quando mi sentivo sola. Le ore di luce passavano in fretta,ma il buio era davvero difficile da sopportare.
Dovevano essere a stento le tre di notte quando avvertii dei rumori strani. Cercai di capire bene l’ora,ma fuori era troppo buio per creare una qualche meridiana. Afferrai una noce di cocco e sgusciai fuori dal mio rifugio,affidandomi ai sensi che, nonostante la pratica, erano rimasti inutili. I passi che sentivo erano troppo pesanti per essere quelli di qualche animale e soprattutto troppo sicuri. Sentivo che si avvicinava,così strinsi sempre di più la noce di cocco e corsi fuori,al buoi,cercando di coglierlo di sorpresa. L’unica cosa che mi auguravo e che non fosse l’uomo delle nevi,perché da bambina ne ero sempre stata terrorizzata.
-Eccoti qui!-
Ero a pochi centimetri da lui perché avvertii la sua mano toccarmi il braccio. Nonostante la voce dovetti convincermi che non si trattava di un miraggio,così gli guardai le dita e le riconobbi senza tener conto della lontananza e del buio. Riconobbi il suo tocco. Avevo il marchio di Oliver Queen sulla pelle.
-Ehi,Felicity. Sono io,Oliver-
Quella frase fu come una doccia fredda. Mi svegliai completamente e di soprassalto. La paura fu sostituita dalla rabbia,in meno di mezzo secondo.
-Oh lo vedo che sei tu Oliver!-
Glielo urlai quasi,mentre gli scagliavo la noce di cocco contro. Gli presi una gamba e lui diede appena un accenno di fastidio.
Incomincia a correre sperando di seminarlo aiutata dal buio. Non tolsi per un attimo lo sguardo dal terreno per evitare di inciampare o di pestare qualche mina. Nella zona che mi ero scelta come “domicilio” non vi erano molti pericoli,ma non ero mai entrata troppo nella foresta. Non avevo mai osato allontanarmi troppo dal mare,non avevo mai provato a correre fino allo stremo o ad arrampicarmi sugli alberi per aumentare la mia forza fisica.
Presa da questi pensieri e dalla stanchezza,crollai,esausta.
Oliver arrivò pochi secondi dopo. Ebbi l’impressione che in realtà fosse arrivato addirittura prima di me, ma aveva aspettato per sedermi accanto. Probabilmente aveva paura di ricevere un’altra noce di cocco contro.
-Ehi-
La sua voce era un sussurro. Un bellissimo sussurro. Quasi fosse il canto del vento.
-Mi dispiace,Felicity-
Lo disse piano,scandendo bene le lettere del mio nome. Il mio nome che diventava così bello quando lo pronunciava lui.
-Sono sicuro che hai lavorato tanto in questi giorni-
Avvertii la sua mano cingermi le spalle e quel tocco così sincero e premuroso mi fece crollare del tutto
-Non ho fatto nulla Oliver! Non so correre per chilometri,non so difendermi da un nemico e continuo ad avere paura delle lucertole!-
Lui rise,stringendo la sua mano sulla mia spalla. Le sue dita mi massaggiavano la scapola e stavano piano piano salendo verso il collo.
-Sono contento di sentirtelo dire-
Lo guardai,con aria interrogativa,alzando appena il volto. Lui passò un solo dito,l’indice,lungo il mio collo,facendolo aderire bene alla mia pelle. Arrivò fino all’orecchio e lo superò con delicatezza per poi andare a giocare con i miei capelli.
-Sai,non potrei immaginarti diversa da come sei ora. Voglio dire..-prese una pausa,stringendosi più a me –Io non ti voglio diversa. Io voglio quella Felicity imbranata e coraggiosa allo stesso tempo. Quella Felicity maga del computer, mia partner fidata. Insomma,io voglio te,Felicity,la mia Felicity. La ragazza così pura e bella che ho il compito di proteggere. Mi sono ripromesso dal primo giorno che ti ho incontrata di impedire che la vita ti facesse del male,ma non mi rendevo conto che il pericolo più grande ero io. Io voglio te,in ogni tua sfumatura e ti voglio..  – Avvicinò le sue labbra al mio orecchio. Avvertii il suo fiato sulla mia pelle e mi diede i brividi. - perché..-
Mise la sua mano sinistra sui miei fianchi facendo aderire il suo corpo al mio. Erano movimenti così lenti che sembravano studiati.
-Perché io ti amo,Felicity.-
Lo disse piano,ma la sua voce tradì una nota di emozione. Lo guardai dritto negli occhi e notai una luce diversa. Era una luce nuova che non gli avevo mai visto prima. Sentivo tutta la sincerità nel suo sguardo e tutto l’amore che mi aveva appena decantato. Non avrebbe avuto bisogno di alcuna parola se mi fossi degnata di guardarlo. Il mio cuore batteva così forte che avrebbe fatto invidia al batterista di una band metal. Avrei voluto dirgli tante,tantissime cose,ma non riuscivo a pronunciare una lettera. Così fui spontanea come sempre. Fui la Felicity che lui aveva appena detto di amare.
Avvicinai il mio viso al suo e lo baciai. Le mie labbra calde e morbide incontrarono le sue tanto fredde e dure. Il suo fiato diventò il mio respiro,la sua lingua danzò con la mia in un vortice tanto dolce e appassionato da coinvolgere perfino le nostre anime. Fu il bacio più bello della mia vita e lo pregai,stringendolo a me,di restare così per altri secondi ancora. Lui capì il mio desiderio e aspettò. Staccarsi fu davvero faticoso.
-Non me ne andrò Felicity. Sarò sempre al tuo fianco-
Io sorrisi, baciandolo di nuovo.
-Questo lo so. Volevo solo aspettare l’alba per assicurarmi che non fosse un sogno-
Lui ricambiò il sorriso e mi strinse a sé promettendomi ,con i suoi baci,una realtà molto più bella dei sogni.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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