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Autore: xla    28/07/2008    3 recensioni
E se Duddley fosse geloso di Harry? E se Harry fosse fidanzato e la persona che ama lo venisse a trovare a casa? Chi è il biondino, ma, sopratutto; che ci fa un furetto in casa Dursley?!... CAP 31 OVVERO: LA MARCIA NUZIALE E' INIZIATA O LO SPOSO è SVENUTO! -ULTIMO CAPITOLO- [ non tiene conto del 5-6-7 libro ] buona lettura, lasciate un segnetto baci xla
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Famiglia Dursley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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[10/07/08]

P3rch3’ 3’ ingiusto

-XXI atto-

Scese le scale come un automa e si lasciò cadere sul divano mentre fissava davanti a se in un punto vuoto per… si, per la seconda volta quell’estate. La tv era accesa su un programma culinario che evidentemente stava seguendo sua madre e, visto che si trattava di cibo il suo cervello fece riportare sul pianeta Terra le orecchie e gli occhi, puntandoli anziché nel vuoto, sullo schermo.

E tutto ciò avvenne per inerzia.

C’era una signora con troppo trucco e con la bocca larga che spiegava urlando mentre metteva le sue unghie lunghe e rosse e curate ovunque sul tavolo di legno ed acciaio. Ora, Dud sarà stato pure in catalessi o, meglio conosciuta come fase REM, ma un dolce come quello lo sapeva ancora riconoscere: la millefoglie! Gli tornò in mente quella mattina, quando mentre la mangiava, gli pareva che la bava avesse iniziato a farsi un’allegra tuffata usando il suo mento come trampolino, e non centrava nulla la bontà del dolce che aveva sotto il naso, o meglio… si, c’entrava, ma non per le sue qualità i se per se, bensì per la sua morbidezza e durezza che gli ricordavano tanto il cuginetto. Ora, aveva le trabeccole, oppure lo stesso cuginetto era ora su, in camera sua mezza distrutta, nudo, abbracciato da quello lì nudo anche lui, tanto per precisare, e visto che era pignolo quando ci si metteva; a baciare e a farsi baciare a quel damerino, NUDO!? Ovviamente sperava di averli, lui, i grilli per la testa, ma visto che il mondo è crudele. Sempre. Perché proprio quel giorno doveva essere diverso e andare tutto per il verso giusto?

La cuoca aveva quasi finito la millefoglie quando Petunia uscì dalla cucina pulendosi le mani bagnate sul grembiule in vita.

-Dudino, schiacciatina, che sta vedendo?- quando si accorse del programma –Oh, frullino di mamma, ti piace tanto questo dolce, vero? Mamma di la ne ha un pezzo, lo vuoi?-

Ma come faceva sua madre ad averlo, se Harry stava su. In camera sua mezza distrutta. Tra le braccia di quello lì. E che, per puntual… no, meglio non ripensarci se ci teneva alla propria salute. Ma forse sua madre non si aspettava una risposta, oppure già la conosceva, visto che era sparita nella cucina per poi rispuntare fuori con un piatto traboccante di millefoglie. La mise in mano al figlio mentre l’osservava orgogliosa e fiera. Dud invece non era dello stesso parere, visto che fissava il contenuto del piatto come fare dubbioso: cambio angolazione, lo rigirò un paio di volte, lo alzò e lo abbassò. Nulla. Che era quella roba? Dove era Harry? Bè, fece una vocina dentro di lui, Harry era sopra.

In camera sua mezza distrutta.

Nudo.

Abbracciato a quello lì. Nudo.

E stav…

Si. Era pure masochista!

-Che c’è Dud, non la vuoi?- si che la vuole, ma non come pensi tu, cara Pet, -Che vuoi allora?- fece con fare apprensivo.

Eh, sapessi!

La madre si mise una mano davanti alla bocca, come sorpresa, infatti il tono era quello –Oh Dudley, sei così innamorato di Barry!-

-Chi?-

-Non c’è bisogno di mentire con mamma- già, si fa i filmini da sola, - Barry Motter, pasticcino, la ragazza della quale ti sei preso una bella cotta!- trillò allegra.

Ora che ci pensava; sua madre è DAVVERO così convinta che esistesse questa Motter? A quel che se ne ricordava, da come la descriveva, d’aspetto era così simile al cugino che l’unica cosa che li distingueva era il sesso, ma aveva così importanza? A lui, sinceramente, non poteva fregare di meno, visto che a lui premeva Harry. Più volte si era chiesto se era il caso di catalogare ciò come unna cottarella o qualcosa di più; tuttavia non aveva avuto il coraggio di pronunciare quella parola che inizia con la A maiuscola, per puro principio. Però gli dava un certo fastidio catalogare il cugino come un oggetto, una cosa da usare come uno dei suoi tanti giocattoli, che tempo addietro occupavano un’intera stanza e… ed Harry era stato spedito a dormire nel sottoscala, eppure non si era mai lamentato… era un bimbetto, grazie tante che non ribatteva! E poi ancora non era a conoscenza dei suoi poteri. Ma anche quando gli ha scoperti non ha chiesto nulla e, ora che di pensava il cugino non ha MAI chiesto nulla alla sua famiglia. Infondo non è stato lui a voler essere messo davanti alla loro porta di casa quella notte, anche se Dud non ne sapeva molto altro, visto che i genitori non gli hanno mai spiegato nulla e lui, in primis, non ha mai domandato, visto che non gliele importava nulla di Harry.

Ma cosa gli dava la strana convinzione che ora gliene importava qualcosa?

-Dudino… pensi a Motter?- disse Pet vedendo che il figlio non era tanto presente di testa.

-… Più o meno…- grugnì in risposta, dopotutto non era un bugia, -Mamma…-

-Si?- sbattè le ciglia.

-… Tra te e papà… cosa… come…-

Ma neanche il tempo di formulare bene una domanda che avesse avuto il minimo senso che Pet parve vibrare dall’emozione –Uhh; quando io e papà ci siamo innamorati?- Dud annuì con la testa e la madre iniziò a narrare –La prima cosa che mi ha colpito di tuo padre era stata la normalità, la pazienza e la voglia di mettere su una famiglia-

Normalità? Ok, parlavano di due mondi totalmente differenti…

-E se questa Barry Motter non fosse esattamente così normale?- domandò esitate Dud –Cioè, cosa TU giudichi normale?-

-Bè- ridacchiò la madre –Se vola come se avesse le ali sarebbe un pochino strano- ridacchiò come se avesse detto una cosa più che sciocca.

Harry volava a cavallo di una scopa ma dopotutto Harry era normale nella sua anormalità. Nulla di nuovo ed anzi, la cosa stava diventando anche noiosa da ripetere. (c’è stato un calo di corrente. Tutti i pc si sono spenti, tranne il mio, ho fissato Salasar “…il culo di avere una batteria” e lei s’è messa a ridere nd xla) Magari essere un mago… ecco, queeeesta sarebbe una cosa nuova. Se lo fosse, però, basterebbe un colpo di bacchetta e tutti i suoi problemi svanirebbero, no? Nulla di più facile! Poi si ricordò che Harry gli aveva parlato di quella che da sempre la sua famiglia aveva ribattezzato come “il manicomio”, che si doveva imparare come muovere quel bastoncino di legno. Ancora meglio, pensò allegro, così sarebbe dovuto andarci anche lui e il risultato era che poteva passare più tempo col cugino e chissene della magia. Quindi ricapitolando; lui voleva la magia per poter diventare l’ombra di Harry, per poi fregarsene completamente della suddetta magia. Dove è che il suo brillante piano faceva acqua? Oh, si, certo, i suoi genitori… a questo punto si chiese se i suoi genitori gli volessero abbastanza bene a dargli anche la magia. Tutto sommato doveva essere grado a quel tizio che aveva ucciso i genitori di Harry, così aveva avuto l’occasione di avere il ragazzo in casa per tutta la sua vita, anche se prima di allora non aveva mai e poi mai apprezzato la cosa.

Era un pensiero così disgustoso che quasi gi tornò su la famosa colazione con annesso pranzo, ma non poteva negare a se stesso che quel pensiero gli piaceva un sacco, bastava solo che nessuno lo venisse a sapere, quel che pensava, e il gioco era fatto, no?

-Perché lui è qui?-

Petunia quasi sobbalzò quando sentì quella domanda, più per il tono che per altro. Era come se Dud l’avesse detta a se stesso ma al contempo pretendesse una risposta. Aveva sempre sperato che l’odio di suo figlio verso quel ragazzo moro fosse abbastanza grande da evitare di fare questo genere di domande; quando Harry chiese dei suoi genitori lei si era inventata la storia che erano morti in un incidente d’auto, questo perché era la cosa più normale che le fosse venuta in mente in quel momento. Sapeva che il figlio era presente quando quel gigante entrò in casa buttando giù, letteralmente, la porta e che quindi avesse assistito alla rivelazione che Harry fosse un mago, così come i genitori. In tutta sincerità, preferiva tenere nascosta la vera identità del nipote per paura che il marito la potesse additare anche a lei come una strana, visto che sua sorella lo era. C’erano un’infinità di risposte da dare a quella frase, ma non sapeva quale scegliere.

Anche Dud in realtà stava pensando che la sua era stata una domanda stupida, alquanto. Dopotutto, il cugino era lì perché in quel momento non aveva alcun posto dove andare e francamente a lui andava più che bene la cosa. Certo, ci sarebbero da recuperare su per giù 13 anni di scherzi, botte e roba varia che aveva fatto/dato ad Harry ma… se uno con un carattere come quello lì era riuscito ad accalappiarsi Harry, allora lui, se ci si metteva un poco d’impegno poteva fare questo ed altro!

Magari se a quel tempo fosse stato più attento a quello che lo circondava che a strafogarsi della torta rosa e malfatta di Harry, allora avrebbe capito molto prima chi era davvero, quanto era speciale e che i suoi genitori gli avevano mentito. Oltre al danno, poi anche la beffa; perché da quel giorno, ogni estate, lo trattavano ancora peggio! Intanto Harry doveva sconfiggere la morte e… loro? Di che sostegno erano stati? Avevano appesantito il carico che si era dovuto portare appresso durante quei fatidici anni? Di aiuto, ne era certo, Harry ne aveva avuto quanto voleva, questo per il fattore fisico ed in un certo senso, pubblico. Ma… per il fatto emotivo? Intimo? Chi lo aveva aiutato a rialzarsi ogni volta che cadeva? Aveva imparato da solo, capendo che solo lui era in grado di uccidere quel tizio dal nome strano, oppure quando crollava c’era qualcuno che gli tendeva la mano?

La sua mente iniziò a vagare senza freni. Arrivando ad immaginarsi un Harry distrutto dalla guerra e lui che gli si presenta davanti, che gli tende la mano, lo aiuta a rialzarsi.

Un pensiero del genere avrebbe rallegrato chiunque, anche se era solo illusione. Eppure Dud si sentì ancora più male realizzando che non sarebbe mai potuto accadere… a meno che non avesse riportato in vita Voldy e via dicendo.

-E se…- ricominciò –E se questa Motter non fosse come dici tu?-

-Uh?-

-Si… dico: magari non è come appare… ai tuoi occhi-

-Dove vorresti arrivare Dud?- era impressionata dal discorso che stava innescando il figlio.

-A dirti che non è una- ma si bloccò. Si poteva fidare della madre? Come avrebbe reagito? Di certo non sapeva che la maggior parte delle volte i genitori che si arrabbiano, andando in escandescenza, quando scoprono una delle cazzate che hanno fatto i figli, è perché i suddetti non gliene hanno parlato. Cioè non si sono confidati con loro. E se invece di capirlo, ascoltarlo, la madre avrebbe cacciato via Harry ed avesse spifferato tutto al padre?

Vedendo il figlio in confusione Petunia richiamò la sua attenzione chiamandolo.

-A dirmi cosa, amore?-

-… Se ti dicessi che Motter è più di come appare- non era una domanda, anche se nella sua testa lo era. Aveva paura di sbilanciarsi troppo.

-Di direi che sono orgogliosa di te perché sei riuscito a vedere al di la del tuo naso-

-Oh- espresse senza neanche rendersene conto –Sai dove va Harry a scuola?-

Petunia stavolta trasalì per il repentino cambio di discorso, ed i suoi occhi da colmi d’amore e d’orgoglio, si spalancarono dallo stupore. Dud non si era mai interessato al cugino, tranne che per qualche parolina furtiva e quasi sempre di scherno.

-Si- rispose tremolante, non poteva non fare qualcosa che veniva direttamente dal suo patatino… peccato che non sapesse che il suo amato patatino stava iniziando a sfruttare questa cosa. Oddio, non che fosse così sveglio, per carità; Ma stava iniziando a capire quando i genitori gli volessero bene, specie la madre, e che non gli avrebbero MAI negato nulla. Se solo se ne fosse reso conto, certo. –E’ una scuola per ragazzi difficili-.

-Mamma-

La donna trattenne il respiro per qualche secondo; il tono di Dud era a metà tra un rimprovero e sapeva tanto di “non sono uno dei vicini da ingraziarti”. Sospirò stringendo tra le dita un lembo del grembiule in vita, tanto che le nocche divennero bianche.

-Bhe…- iniziò –Suppongo che ora tu sia un ometto grande abbastanza per…- si guardò attorno, alla ricerca del marito, come per il timore che anche solo pensare ciò che stava per dire lo avesse potuto far arrabbiare. Quando vide che stava in giardino a parlare con un signore anziano si comportò come se stesse per dire il più grande dei segreti, come il fatto che Vernon non fosse in casa dasse il via libera per la festa –Tu sai no… cosa è lui-.

Era chiaro a chi si stesse riferendo. Dud sbuffò. –Harry- Disse, e per fortuna la madre non si accorse della leggera nota trasognata che aveva in nome del nipote della sua bocca.

-Harry…- precisò la madre più per farlo contento che altro, come sempre, d’altronde, - lui è della stessa razza a cui apparteneva mia sorella-

-Mago- possibile che quella parola era così pericolosa? Se qualcuno fosse morto per averla pronunciata, Harrty glielo avrebbe detto.

-Mago, si- gli occhi della madre vennero offuscati da un leggero velo di malinconia, forse per i ricordi che facevano a botte per uscire con la barriera che lei stessa aveva alzato dentro si se. Ricordi pieni di Lily dove sorrideva e le voleva mostrare, ostinata ed orgogliosa, tutto quello che poteva fare con la magia.

-Ma non ti è mai venuta voglia di essere una maga? Dopotutto sei una maga del cubo mamma- Dud si sarebbe staccato la lingua a morsi per la domanda che aveva fatto, uscitagli come l’acqua, ma la seconda parte della sua frase era la pura verità… almeno per lui. O per come la pensava lui.

Nella madre, intanto, dentro di lei, si stava riaprendo un cofanetto di sentimenti di anni prima.

Rabbia; perché era convinta che la sorella lo avesse fatto apposta, ad essere una strega. Ad essere speciale.

Ira; perché era convinta che Lily lo avesse fatto apposta per allontanarla da lei.

Invidia; per le attenzioni che riceveva da tutti, perché bella, magica, intelligente.

Questi tre sentimenti potevano sembrare la stessa cosa, ed infatti lo era sotto molti aspetti, anche per lei, quando si arrabbiava, ma a mente lucida riusciva impeccabilmente a mettere tutto in ordine, come per la casa, nella sua mente tutto aveva un posto e quello che non le garbava veniva gettato nel cestino e basta.

Aveva trattato male Harry per fargli capire che aveva poteri non significa darne sfoggio? Aveva riempito di attenzioni Dud, quando in realtà le voleva lei? Non stava amando il figlio ma se stessa?

Oppure temeva di affezionarsi ad Harry, suo nipote, figlio di sua sorella Lily per poi temere, vivere con l’ansia e l’angoscia che un giorno anche lui l’avrebbe lasciata per quel mondo della quale non ne faceva parte?

-Non è così facile Dud- disse mentre si lasciava cadere sullo schienale del divano –O ci nasci o nulla-

Il ragazzo non sapeva se PREFERIVA o NON VOLEVA leggere tra le righe di quella frase.

-Se… se…- ricominciò, ma venne interrotto dalla madre.

-Se fosse successa la stessa cosa a te, caro?- disse Pet con un sorriso come di rammarico. Dud si limitò ad un piccolo e lento cenno di testa –Non lo so, Dud. Davvero-

Potevano fare così male tre semplici parole?

Non.

Lo.

So.

Forse Harry lo sapeva. Sapeva che anche un silenzio può fare male, nessuna parola pronunciata. Ma lui non lo sapeva. Non era Harry.

-Da una parte- continuò la donna, comprendendo la confusione del figlio, anche se era ben visibile anche il suo, di disagio a parlare di una cosa del genere. –Non sarebbe cambiato nulla. Dall’altra…- Dud alzò la testa che aveva abbassato a guardare il tavolino basso ed il pavimento.

-… Mi avresti trattato come hai trattato Harry, mamma?-

Petunia sperò con tutta se stessa che il figlio non lo facesse apposta ad usare quel tono quasi ovvio ed un po’ incolore e pronunciare la parola “mamma” così profonda. -… Perché d’improvviso sei così interessato a queste cose?- chiese massaggiandosi la radice del naso.

Si sentiva confusa lei, ora. Prima si parla di Barry Motter, poi di Harry ed infine su una vita parallela dove Dud era un mago.

Ma Dud non le dava ascolto. Aveva preferito rifugiarsi nella fantasia. In un mondo, inesistente, presente solo dentro di se, dove ad undici Harry riceva la lettera, e ne da una anche a lui, sorridendo. Magari si sarebbero sbagliati anche nel prendere i libri e persi per qualche luogo, e ci avrebbero riso su, sulla solo sbadatezza. Avrebbe rassicurato Harry, che allo smistamento sarebbero andati nella stessa casa, e sarebbe pronto a scommettere che avrebbe fatto carte false pur di finire della casa rossoro, tutto pur di stare vicino al cugino moro occhialuto. Sarebbero stati molto in punizione perché non consegnavamo mai i compiti, ed invece passavano il loro tempo a giocare da di tutto… s’immaginò nelle mille avventure assieme ad Harry.

Harry che sorrideva con calore solo per lui.

Harry che vedeva brillare in mezzo alla gente solo lui.

Harry che lo baciava…

Harry che lo amav…

-Dud, come mai?- richiese d’improvviso Petunia, comprendendo che il figlio era perso nei suoi pensieri, chissà dove.

Dud sbattè le palpebre un paio di volte, tornando alla realtà. Si era completamente dimenticato che al piano di sopra c’era Harry tra le braccia del damerino, che era in salotto con la madre a parlare dell’unico argomento tabù della casa. Non sapeva per quanto tempo si fosse imbambolato, ma constatò che la madre non era furiosa per la sua mancata risposta, anzi; la notò un poco più calma, anche pareva rassegnata.

Anche a Petunia quei minuti servirono; li usò per riordinare le idee e decidere cosa dire e non.

Il ragazzo sospirò pesantemente ed offervò ancora lo schermo della tv, notando la quella donna dal trucco pesante aveva finito la torta; fissò la Millefoglie, come se non la vedesse, ma vedesse Harry. Si chiese se la madre potesse capire una cosa simile.

Si accorse che lei stava ancora aspettando paziente il suo verdetto, ma non era pronto. Voleva tacere… peccato che la sua bocca si aprì da sola e le sue corde vocali vibrarono senza il suo consenso…

-Perché la trovo una cosa ingiusta…-

Proprio in quel momento, Vernon rientrò n casa, Petunia si alzò ad andarlo ad accogliere.

Rifissò lo schermo. Non riusciva più a capire se quella cosa era un fottuto dolce o Harry.

-… perché trovo ingiusto che lui sia un mago ed io no- sussurrò -… perché trovo ingiusto che io lo ami e lui no…-

[13/07/08]

_______

Per chi me lo stesse chiedendo… No, non simpatizzo affatto per quel allocco babbeo, ma ci tenevo a questo capitolo! È nella base della fanfic; mi sono sempre interessata delle relazioni babbano/mago e, in un forum rinomato, c’era un topic che il titolo era “tutti etero, cosa giusta o sbagliata?”, ovviamente ho partecipato anche io e credo fermamente che tutt’ora la cosa non si sia chiusa. Ovviamente io ho parlato non solo in veste di slasher ma anche da un punto di vista esterno, puntualizzando che ai bimbi piccini (alla quale era stata inizialmente dedicata la storia di HP) non importava un piffero con chi finiva il protagonista od altri personaggi! Mettendo come esempio il famoso cartone Lady Oscar… non so voi, ma quando io lo vedevo (credo neanche a 10 anni) appena ho messo gli occhi su Oscar e su Antonietta ho odiato per tutto il tempo Andrè e chicchessia perché per me, tutt’oggi, esiste SOLO la coppia OscarxAntonietta (si, inconsapevolmente sapevo già il mistero delle “x” XD) poi ho fatto notare un’altra cosa; la discriminazione che i babbani (specie di Dusley) hanno per i maghi, è più o meno la stessa che qui da noi; gli etero odiano i gay. Non trovate che la cosa sia abbastanza simile? Ecco uno dei motivi per la quale ho scritto questa fanfic; non si comanda al cuore (che novità!) e da un momento all’altro vorresti essere la cosa che un momento prima hai odiato con tutto il tuo essere. E poi ci tenevo a specificare dei punti di Petunia che non mi tornavano.

Mi scuso se in questo capitolo non compaiono i due ciccini ç_ç. Però, purtroppo, questo era l’ultimo capitolo che avevo già pronto, ma se mi metto di buona lena pensa di fare il 22 per venerdì sera ^_^… devo anche finire quella fanfa per il contest prima di partire =.=. E, purtroppo, neanche questo capitolo ha avuto la fine betatura della ziettina Ada ç_ç.

GRAZIE a tutti quelli che leggono

GRAZIE a chi ha messo la fanfic tra i preferiti

GRAZIE a chi ha recensito

Kumiko Shorogane: non sei l’unica che gli vorrebbe sparare! Io stessa gli… MI vorrei sparare, visto che faccio di tutto per farlo sembrare ragazzina-isterica-mestruata. E’ vero, era pesantissimo; pensino io non lo sopportavo quel capitolo ma quando scrivo non connetto il cervello alle dita! Grazie mille cara, davvero. Eh, sempre detto io che Draco è infame u3u.

Piccola_Puffola: si, l’idea mi piaceva proprio per la sua originalità! Eccoti qua cara, ma, come avrai già letto, questo era l’ultimo capitolo già finito. Me misera! Me tapina!

Fra Ro: carizzima, ma figurati, ti capisco benizzimo, con tutti i viaggi che mi sono fatta io… ok, appena io torno a casa il tempo di entrare e mi trascino le valigie fino al pc XD.

Ina: tesoro mio, che bello sentirti! X°°°D dai, che Dud mi serve per la fanfa! In tutta sincerità non mi ha mai fatto ne caldo ne freddo, perché non lo vedo tutto questo grande problema ^_^. Ricordati chi comanda in questa fanfa <3.

Lily 4ever; puccizzima, mi spiace tantizzimo di averti fatto penare tutto questo tempo, so che mi vorresti aver strozzato ogni volta con tutti quei “tra poco” ç_ç. Questi tre capitoli erano principalmente per te, la mia Grafic Girl *-*. Visto che bello quando i pg entrano in sintonia con noi?XD.

RICA: ti ringrazio tantizzimo e mi spiace davvero per averti risposto a quella maniera alla mail e per averci mexo così tanto tempo per aggiornare ç_ç. Ma nulla cara, quella che si deve scusare sono io. Spero che ti piaccia anche questo.

Attenzione: a fine fanfa (deo, che magone) si faranno delle statistiche e vedremo quante minacce ha ricevuto Dudley e di quanti tipi XD. Così fonderemo il club “Anti-Dudley” XD.

~{ RIDETE E MANGIATE CIOCCOLATO }~

   
 
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