[10/07/08]
P3rch3’
-XXI atto-
Scese le scale
come un automa e si lasciò cadere sul divano
mentre fissava davanti a se in un punto vuoto per… si, per
la seconda volta
quell’estate. La tv era accesa su un programma culinario che
evidentemente stava
seguendo sua madre e, visto che si trattava di cibo il suo cervello
fece
riportare sul pianeta Terra le orecchie e gli occhi, puntandoli
anziché nel
vuoto, sullo schermo.
E tutto
ciò avvenne per inerzia.
C’era
una signora con troppo trucco e con la bocca larga
che spiegava urlando mentre metteva le sue unghie lunghe e rosse e
curate
ovunque sul tavolo di legno ed acciaio. Ora, Dud sarà stato
pure in catalessi
o, meglio conosciuta come fase REM, ma un dolce come quello lo sapeva
ancora
riconoscere: la millefoglie! Gli tornò in mente quella
mattina, quando mentre
la mangiava, gli pareva che la bava avesse iniziato a farsi
un’allegra tuffata
usando il suo mento come trampolino, e non centrava nulla la
bontà del dolce
che aveva sotto il naso, o meglio… si, c’entrava,
ma non per le sue qualità i
se per se, bensì per la sua morbidezza e durezza che gli
ricordavano tanto il
cuginetto. Ora, aveva le trabeccole, oppure lo stesso cuginetto era ora
su, in
camera sua mezza distrutta, nudo, abbracciato da quello lì
nudo anche lui,
tanto per precisare, e visto che era pignolo quando ci si metteva; a
baciare e
a farsi baciare a quel damerino, NUDO!? Ovviamente sperava di averli,
lui, i
grilli per la testa, ma visto che il mondo è crudele.
Sempre. Perché proprio
quel giorno doveva essere diverso e andare tutto per il verso giusto?
La cuoca aveva
quasi finito la millefoglie quando Petunia
uscì dalla cucina pulendosi le mani bagnate sul grembiule in
vita.
-Dudino,
schiacciatina, che sta vedendo?- quando si accorse
del programma –Oh, frullino di mamma, ti piace tanto questo
dolce, vero? Mamma
di la ne ha un pezzo, lo vuoi?-
Ma come faceva
sua madre ad averlo, se Harry stava su. In
camera sua mezza distrutta. Tra le braccia di quello lì. E
che, per puntual…
no, meglio non ripensarci se ci teneva alla propria salute. Ma forse
sua madre
non si aspettava una risposta, oppure già la conosceva,
visto che era sparita
nella cucina per poi rispuntare fuori con un piatto traboccante di
millefoglie.
La mise in mano al figlio mentre l’osservava orgogliosa e
fiera. Dud invece non
era dello stesso parere, visto che fissava il contenuto del piatto come
fare
dubbioso: cambio angolazione, lo rigirò un paio di volte, lo
alzò e lo abbassò.
Nulla. Che era quella roba? Dove era Harry? Bè, fece una
vocina dentro di lui,
Harry era sopra.
In camera sua
mezza distrutta.
Nudo.
Abbracciato a
quello lì. Nudo.
E
stav…
Si. Era pure
masochista!
-Che
c’è Dud, non la vuoi?- si che la vuole, ma non
come
pensi tu, cara Pet, -Che vuoi allora?- fece con fare apprensivo.
Eh, sapessi!
La madre si
mise una mano davanti alla bocca, come
sorpresa, infatti il tono era quello –Oh Dudley, sei
così innamorato di Barry!-
-Chi?-
-Non
c’è bisogno di mentire con mamma- già,
si fa i filmini
da sola, - Barry Motter, pasticcino, la ragazza della quale ti sei
preso una
bella cotta!- trillò allegra.
Ora che ci
pensava; sua madre è DAVVERO così convinta che
esistesse questa Motter? A quel che se ne ricordava, da come la
descriveva,
d’aspetto era così simile al cugino che
l’unica cosa che li distingueva era il
sesso, ma aveva così importanza? A lui, sinceramente, non
poteva fregare di
meno, visto che a lui premeva Harry. Più volte si era
chiesto se era il caso di
catalogare ciò come unna cottarella o qualcosa di
più; tuttavia non aveva avuto
il coraggio di pronunciare quella parola che inizia con
Ma cosa gli
dava la strana convinzione che ora gliene
importava qualcosa?
-Dudino…
pensi a Motter?- disse Pet vedendo che il figlio
non era tanto presente di testa.
-…
Più o meno…- grugnì in risposta,
dopotutto non era un
bugia, -Mamma…-
-Si?-
sbattè le ciglia.
-…
Tra te e papà… cosa… come…-
Ma neanche il
tempo di formulare bene una domanda che
avesse avuto il minimo senso che Pet parve vibrare
dall’emozione –Uhh; quando
io e papà ci siamo innamorati?- Dud annuì con la
testa e la madre iniziò a
narrare –La prima cosa che mi ha colpito di tuo padre era
stata la normalità,
la pazienza e la voglia di mettere su una famiglia-
Normalità?
Ok, parlavano di due mondi totalmente
differenti…
-E se questa
Barry Motter non fosse esattamente così
normale?- domandò esitate Dud –Cioè,
cosa TU giudichi normale?-
-Bè-
ridacchiò la madre –Se vola come se avesse le ali
sarebbe un pochino strano- ridacchiò come se avesse detto
una cosa più che
sciocca.
Harry volava a
cavallo di una scopa ma dopotutto Harry era
normale nella sua anormalità. Nulla di nuovo ed anzi, la
cosa stava diventando
anche noiosa da ripetere. (c’è
stato un
calo di corrente. Tutti i pc si sono spenti, tranne il mio, ho fissato
Salasar
“…il culo di avere una batteria” e lei
s’è messa a ridere nd xla) Magari
essere un mago… ecco, queeeesta sarebbe una cosa nuova. Se
lo fosse, però,
basterebbe un colpo di bacchetta e tutti i suoi problemi svanirebbero,
no?
Nulla di più facile! Poi si ricordò che Harry gli
aveva parlato di quella che
da sempre la sua famiglia aveva ribattezzato come “il
manicomio”, che si doveva
imparare come muovere quel bastoncino di legno. Ancora meglio,
pensò allegro,
così sarebbe dovuto andarci anche lui e il risultato era che
poteva passare più
tempo col cugino e chissene della magia. Quindi ricapitolando; lui
voleva la
magia per poter diventare l’ombra di Harry, per poi
fregarsene completamente
della suddetta magia. Dove è che il suo brillante piano
faceva acqua? Oh, si,
certo, i suoi genitori… a questo punto si chiese se i suoi
genitori gli
volessero abbastanza bene a dargli anche la magia. Tutto sommato doveva
essere
grado a quel tizio che aveva ucciso i genitori di Harry,
così aveva avuto
l’occasione di avere il ragazzo in casa per tutta la sua
vita, anche se prima
di allora non aveva mai e poi mai apprezzato la cosa.
Era un
pensiero così disgustoso che quasi gi tornò su la
famosa colazione con annesso pranzo, ma non poteva negare a se stesso
che quel
pensiero gli piaceva un sacco, bastava solo che nessuno lo venisse a
sapere,
quel che pensava, e il gioco era fatto, no?
-Perché
lui è
qui?-
Petunia quasi
sobbalzò quando sentì quella domanda,
più per
il tono che per altro. Era come se Dud l’avesse detta a se
stesso ma al
contempo pretendesse una risposta. Aveva sempre sperato che
l’odio di suo
figlio verso quel ragazzo moro fosse abbastanza grande da evitare di
fare
questo genere di domande; quando Harry chiese dei suoi genitori lei si
era
inventata la storia che erano morti in un incidente d’auto,
questo perché era
la cosa più normale che le fosse venuta in mente in quel
momento. Sapeva che il
figlio era presente quando quel gigante entrò in casa
buttando giù,
letteralmente, la porta e che quindi avesse assistito alla rivelazione
che
Harry fosse un mago, così come i genitori. In tutta
sincerità, preferiva tenere
nascosta la vera identità del nipote per paura che il marito
la potesse
additare anche a lei come una strana, visto che sua sorella lo era.
C’erano
un’infinità di risposte da dare a quella frase, ma
non sapeva quale scegliere.
Anche Dud in
realtà stava pensando che la sua era stata una
domanda stupida, alquanto. Dopotutto, il cugino era lì
perché in quel momento
non aveva alcun posto dove andare e francamente a lui andava
più che bene la
cosa. Certo, ci sarebbero da recuperare su per giù 13 anni
di scherzi, botte e
roba varia che aveva fatto/dato ad Harry ma… se uno con un
carattere come
quello lì era riuscito ad accalappiarsi Harry, allora lui,
se ci si metteva un
poco d’impegno poteva fare questo ed altro!
Magari se a
quel tempo fosse stato più attento a quello che
lo circondava che a strafogarsi della torta rosa e malfatta di Harry,
allora
avrebbe capito molto prima chi era davvero, quanto era speciale e che i
suoi
genitori gli avevano mentito. Oltre
al danno, poi anche la beffa; perché da quel giorno, ogni
estate, lo trattavano
ancora peggio! Intanto Harry doveva sconfiggere la morte e…
loro? Di che
sostegno erano stati? Avevano appesantito il carico che si era dovuto
portare
appresso durante quei fatidici anni? Di aiuto, ne era certo, Harry ne
aveva
avuto quanto voleva, questo per il fattore fisico ed in un certo senso,
pubblico. Ma… per il fatto emotivo? Intimo? Chi lo aveva
aiutato a rialzarsi
ogni volta che cadeva? Aveva imparato da solo, capendo che solo lui era
in
grado di uccidere quel tizio dal nome strano, oppure quando crollava
c’era
qualcuno che gli tendeva la mano?
La sua mente
iniziò a vagare senza freni. Arrivando ad
immaginarsi un Harry distrutto dalla guerra e lui che gli si presenta
davanti,
che gli tende la mano, lo aiuta a rialzarsi.
Un pensiero
del genere avrebbe rallegrato chiunque, anche
se era solo illusione. Eppure Dud si sentì ancora
più male realizzando che non
sarebbe mai potuto accadere… a meno che non avesse riportato
in vita Voldy e
via dicendo.
-E
se…- ricominciò –E se questa Motter non
fosse come dici
tu?-
-Uh?-
-Si…
dico: magari non è come appare… ai tuoi occhi-
-Dove vorresti
arrivare Dud?- era impressionata dal
discorso che stava innescando il figlio.
-A dirti che
non è una- ma si bloccò. Si poteva fidare
della madre? Come avrebbe reagito? Di certo non sapeva che la maggior
parte
delle volte i genitori che si arrabbiano, andando in escandescenza,
quando
scoprono una delle cazzate che hanno fatto i figli, è
perché i suddetti non
gliene hanno parlato. Cioè non si sono confidati con loro. E
se invece di
capirlo, ascoltarlo, la madre avrebbe cacciato via Harry ed avesse
spifferato
tutto al padre?
Vedendo il
figlio in confusione Petunia richiamò la sua
attenzione chiamandolo.
-A dirmi cosa,
amore?-
-…
Se ti dicessi che Motter è più di come appare-
non era
una domanda, anche se nella sua testa lo era. Aveva paura di
sbilanciarsi
troppo.
-Di direi che
sono orgogliosa di te perché sei riuscito a
vedere al di la del tuo naso-
-Oh- espresse
senza neanche rendersene conto –Sai dove va
Harry a scuola?-
Petunia
stavolta trasalì per il repentino cambio di
discorso, ed i suoi occhi da colmi d’amore e
d’orgoglio, si spalancarono dallo
stupore. Dud non si era mai interessato al cugino, tranne che per
qualche
parolina furtiva e quasi sempre di scherno.
-Si- rispose
tremolante, non poteva non fare qualcosa che
veniva direttamente dal suo patatino… peccato che non
sapesse che il suo amato
patatino stava iniziando a sfruttare questa cosa. Oddio, non che fosse
così
sveglio, per carità; Ma stava iniziando a capire quando i
genitori gli
volessero bene, specie la madre, e che non gli avrebbero MAI negato
nulla. Se
solo se ne fosse reso conto, certo. –E’ una scuola
per ragazzi difficili-.
-Mamma-
La donna
trattenne il respiro per qualche secondo; il tono
di Dud era a metà tra un rimprovero e sapeva tanto di
“non sono uno dei vicini
da ingraziarti”. Sospirò stringendo tra le dita un
lembo del grembiule in vita,
tanto che le nocche divennero bianche.
-Bhe…-
iniziò –Suppongo che ora tu sia un ometto grande
abbastanza per…- si guardò attorno, alla ricerca
del marito, come per il timore
che anche solo pensare ciò che stava per dire lo avesse
potuto far arrabbiare.
Quando vide che stava in giardino a parlare con un signore anziano si
comportò
come se stesse per dire il più grande dei segreti, come il
fatto che Vernon non
fosse in casa dasse il via libera per la festa –Tu sai
no… cosa è lui-.
Era chiaro a
chi si stesse riferendo. Dud sbuffò. –Harry-
Disse, e per fortuna la madre non si accorse della leggera nota
trasognata che
aveva in nome del nipote della sua bocca.
-Harry…-
precisò la madre più per farlo contento che
altro,
come sempre, d’altronde, - lui è della stessa
razza a cui apparteneva mia
sorella-
-Mago-
possibile che quella parola era così pericolosa? Se
qualcuno fosse morto per averla pronunciata, Harrty glielo avrebbe
detto.
-Mago, si- gli
occhi della madre vennero offuscati da un
leggero velo di malinconia, forse per i ricordi che facevano a botte
per uscire
con la barriera che lei stessa aveva alzato dentro si se. Ricordi pieni
di Lily
dove sorrideva e le voleva mostrare, ostinata ed orgogliosa, tutto
quello che
poteva fare con la magia.
-Ma non ti
è mai venuta voglia di essere una maga?
Dopotutto sei una maga del cubo mamma- Dud si sarebbe staccato la
lingua a
morsi per la domanda che aveva fatto, uscitagli come l’acqua,
ma la seconda
parte della sua frase era la pura verità… almeno
per lui. O per come la pensava
lui.
Nella madre,
intanto, dentro di lei, si stava riaprendo un
cofanetto di sentimenti di anni prima.
Rabbia;
perché era convinta che la sorella lo avesse fatto
apposta, ad essere una strega. Ad essere speciale.
Ira;
perché era convinta che Lily lo avesse fatto apposta
per allontanarla da lei.
Invidia; per
le attenzioni che riceveva da tutti, perché
bella, magica, intelligente.
Questi tre
sentimenti potevano sembrare la stessa cosa, ed
infatti lo era sotto molti aspetti, anche per lei, quando si
arrabbiava, ma a
mente lucida riusciva impeccabilmente a mettere tutto in ordine, come
per la
casa, nella sua mente tutto aveva un posto e quello che non le garbava
veniva
gettato nel cestino e basta.
Aveva trattato
male Harry per fargli capire che aveva
poteri non significa darne sfoggio? Aveva riempito di attenzioni Dud,
quando in
realtà le voleva lei? Non stava amando il figlio ma se
stessa?
Oppure temeva
di affezionarsi ad Harry, suo nipote, figlio
di sua sorella Lily per poi temere, vivere con l’ansia e
l’angoscia che un
giorno anche lui l’avrebbe lasciata per quel mondo della
quale non ne faceva
parte?
-Non
è così facile Dud- disse mentre si lasciava
cadere
sullo schienale del divano –O ci nasci o nulla-
Il ragazzo non
sapeva se PREFERIVA o NON VOLEVA leggere tra
le righe di quella frase.
-Se…
se…- ricominciò, ma venne interrotto dalla madre.
-Se fosse
successa la stessa cosa a te, caro?- disse Pet
con un sorriso come di rammarico. Dud si limitò ad un
piccolo e lento cenno di
testa –Non lo so, Dud. Davvero-
Potevano fare
così male tre semplici parole?
Non.
Lo.
So.
Forse Harry lo
sapeva. Sapeva che anche un silenzio può
fare male, nessuna parola pronunciata. Ma lui non lo sapeva. Non era
Harry.
-Da una parte-
continuò la donna, comprendendo la
confusione del figlio, anche se era ben visibile anche il suo, di
disagio a
parlare di una cosa del genere. –Non sarebbe cambiato nulla.
Dall’altra…- Dud
alzò la testa che aveva abbassato a guardare il tavolino
basso ed il pavimento.
-…
Mi avresti trattato come hai trattato Harry, mamma?-
Petunia
sperò con tutta se stessa che il figlio non lo
facesse apposta ad usare quel tono quasi ovvio ed un po’
incolore e pronunciare
la parola “mamma” così profonda.
-… Perché d’improvviso sei
così interessato a
queste cose?- chiese massaggiandosi la radice del naso.
Si sentiva
confusa lei, ora. Prima si parla di Barry
Motter, poi di Harry ed infine su una vita parallela dove Dud era un
mago.
Ma Dud non le
dava ascolto. Aveva preferito rifugiarsi
nella fantasia. In un mondo, inesistente, presente solo dentro di se,
dove ad
undici Harry riceva la lettera, e ne da una anche a lui, sorridendo.
Magari si
sarebbero sbagliati anche nel prendere i libri e persi per qualche
luogo, e ci
avrebbero riso su, sulla solo sbadatezza. Avrebbe rassicurato Harry,
che allo
smistamento sarebbero andati nella stessa casa, e sarebbe pronto a
scommettere
che avrebbe fatto carte false pur di finire della casa rossoro, tutto
pur di
stare vicino al cugino moro occhialuto. Sarebbero stati molto in
punizione
perché non consegnavamo mai i compiti, ed invece passavano
il loro tempo a
giocare da di tutto… s’immaginò nelle
mille avventure assieme ad Harry.
Harry che
sorrideva con calore solo per lui.
Harry che
vedeva brillare in mezzo alla gente solo lui.
Harry che lo
baciava…
Harry che lo
amav…
-Dud, come
mai?- richiese d’improvviso Petunia,
comprendendo che il figlio era perso nei suoi pensieri,
chissà dove.
Dud
sbattè le palpebre un paio di volte, tornando alla
realtà. Si era completamente dimenticato che al piano di
sopra c’era Harry tra
le braccia del damerino, che era in salotto con la madre a parlare
dell’unico
argomento tabù della casa. Non sapeva per quanto tempo si
fosse imbambolato, ma
constatò che la madre non era furiosa per la sua mancata
risposta, anzi; la
notò un poco più calma, anche pareva rassegnata.
Anche a
Petunia quei minuti servirono; li usò per
riordinare le idee e decidere cosa dire e non.
Il ragazzo
sospirò pesantemente ed offervò ancora lo
schermo della tv, notando la quella donna dal trucco pesante aveva
finito la
torta; fissò
Si accorse che
lei stava ancora aspettando paziente il suo
verdetto, ma non era pronto. Voleva tacere… peccato che la
sua bocca si aprì da
sola e le sue corde vocali vibrarono senza il suo consenso…
-Perché
la trovo una cosa ingiusta…-
Proprio in
quel momento, Vernon rientrò n casa, Petunia si
alzò ad andarlo ad accogliere.
Rifissò
lo schermo. Non riusciva più a capire se quella
cosa era un fottuto dolce o Harry.
-…
perché trovo ingiusto che lui sia un mago ed io no-
sussurrò -… perché trovo ingiusto che
io lo ami e lui no…-
[13/07/08]
_______
Per chi me lo
stesse chiedendo… No, non simpatizzo affatto
per quel allocco babbeo, ma ci tenevo a questo capitolo! È
nella base della
fanfic; mi sono sempre interessata delle relazioni babbano/mago e, in
un forum
rinomato, c’era un topic che il titolo era “tutti
etero, cosa giusta o
sbagliata?”, ovviamente ho partecipato anche io e credo
fermamente che tutt’ora
la cosa non si sia chiusa. Ovviamente io ho parlato non solo in veste
di
slasher ma anche da un punto di vista esterno, puntualizzando che ai
bimbi
piccini (alla quale era stata inizialmente dedicata la storia di HP)
non
importava un piffero con chi finiva il protagonista od altri
personaggi! Mettendo
come esempio il famoso cartone Lady Oscar… non so voi, ma
quando io lo vedevo
(credo neanche a 10 anni) appena ho messo gli occhi su Oscar e su
Antonietta ho
odiato per tutto il tempo Andrè e chicchessia
perché per me, tutt’oggi, esiste
SOLO la coppia OscarxAntonietta (si, inconsapevolmente sapevo
già il mistero
delle “x” XD) poi ho fatto notare
un’altra cosa; la discriminazione che i
babbani (specie di Dusley) hanno per i maghi, è
più o meno la stessa che qui da
noi; gli etero odiano i gay. Non trovate che la cosa sia abbastanza
simile?
Ecco uno dei motivi per la quale ho scritto questa fanfic; non si
comanda al
cuore (che novità!) e da un momento all’altro
vorresti essere la cosa che un momento
prima hai odiato con tutto il tuo essere. E poi ci tenevo a specificare
dei
punti di Petunia che non mi tornavano.
Mi scuso se in
questo capitolo non compaiono i due ciccini
ç_ç. Però, purtroppo, questo era
l’ultimo capitolo che avevo già pronto, ma se
mi metto di buona lena pensa di fare il 22 per venerdì sera
^_^… devo anche
finire quella fanfa per il contest prima di partire =.=. E, purtroppo,
neanche
questo capitolo ha avuto la fine betatura della ziettina Ada
ç_ç.
GRAZIE a tutti
quelli che leggono
GRAZIE a chi ha
messo la fanfic tra i
preferiti
GRAZIE a chi ha
recensito
Kumiko
Shorogane: non sei
l’unica che gli vorrebbe
sparare! Io stessa gli… MI vorrei sparare, visto che faccio
di tutto per farlo
sembrare ragazzina-isterica-mestruata. E’ vero, era
pesantissimo; pensino io
non lo sopportavo quel capitolo ma quando scrivo non connetto il
cervello alle
dita! Grazie mille cara, davvero. Eh, sempre detto io che Draco
è infame u3u.
Piccola_Puffola: si,
l’idea mi piaceva proprio per
la sua originalità! Eccoti qua cara, ma, come avrai
già letto, questo era l’ultimo
capitolo già finito. Me misera! Me tapina!
Fra Ro: carizzima,
ma figurati, ti
capisco benizzimo, con tutti i viaggi che mi sono fatta io…
ok, appena io torno
a casa il tempo di entrare e mi trascino le valigie fino al pc XD.
Ina: tesoro mio,
che bello sentirti! X°°°D
dai, che Dud mi serve per la fanfa! In tutta sincerità non
mi ha mai fatto ne
caldo ne freddo, perché non lo vedo tutto questo grande
problema ^_^. Ricordati
chi comanda in questa fanfa <3.
Lily 4ever; puccizzima,
mi spiace tantizzimo
di averti fatto penare tutto questo tempo, so che mi vorresti aver
strozzato
ogni volta con tutti quei “tra poco”
ç_ç. Questi tre capitoli erano
principalmente per te, la mia Grafic Girl *-*. Visto che bello quando i
pg
entrano in sintonia con noi?XD.
RICA: ti ringrazio
tantizzimo e mi
spiace davvero per averti risposto a quella maniera alla mail e per
averci mexo
così tanto tempo per aggiornare ç_ç.
Ma nulla cara, quella che si deve scusare
sono io. Spero che ti piaccia anche questo.
Attenzione: a fine fanfa
(deo, che magone) si faranno delle
statistiche e vedremo quante minacce ha ricevuto Dudley e di quanti
tipi XD. Così
fonderemo il club “Anti-Dudley” XD.
~♠{ RIDETE
E
MANGIATE CIOCCOLATO }♥~