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Autore: Death_    16/05/2014    3 recensioni
In questa fanfiction parlerò di un personaggio che non si caga mai nessuno: Byakuya. Poverino nessuno lo comprende e così ho interpretato il ruolo da eroina e l'ho liberato dalla solitudine facendogli trovare il vero amore! Ma, ahimè, lui è solo un'emanazione di Naraku. Se lui morisse morirebbe anche Byakuya. Come andrà a finire al storia? Chi è davvero la nostra protagonista? Quali sono i suoi enormi poteri di cui è completamente all'oscuro? Scopritelo leggendo! Grazie a tutti i lettori, arrivederci onii-chan e onee-chan!
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Byakuya, Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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BYAKUYA DELL’ILLUSIONE, AMAMI
 
CAPITOLO 1: ARRIVO
Mi chiamo Gaia, ho 17 anni e sono una irrimediabile combina guai. Sono molto timida, diffidente e decisamente lunatica, ma se trovo la persona di cui potermi veramente fidare, do tutta me stessa per far si che vada tutto bene. Sono alta, magra ma non troppo e ho dei lunghi capelli rossi ramati che molte mie compagne invidiano. E qui arriva il bello. Ho un occhio giallo e uno azzurro. Mi dite come cavolo è possibile una cosa del genere? Mio padre dice che ce li ho così perché sono una mezzodemone. Non vi dico le risate. Dalle leggende i demoni e mezzodemoni erano creature fiere, orgogliose e fisicamente perfetti. Avevano grandi abilità e potevano vivere per secoli. Mentre io sono impacciata, goffa e diciamo che ho scarsa fiducia in me stessa. La mia migliore amica nonché cugina dice che sono una bellissima ragazza e le rispondo sempre con frasi tipo “ma se sembro una pulce!” oppure “si, magari domani eh?”. Ma ora basta con tutte queste chiacchere! Passiamo alla storia vera e propria. Stavo tranquillamente camminando per le strade di Tokyo, in cerca di un taxi libero. I miei genitori erano partiti ancora una volta e sarebbero stati via circa due anni. Si, i miei cari odiati genitori che si dimenticano di avere una figlia, per giunta non voluta. Già perché come regalo del mio settimo compleanno la mia dolce mammina mi urlò in faccia che ero il risultato di un preservativo bucato e un orgasmo uscito male. Carino, no? Così ho deciso di andare dall’unica persona a cui affiderei la mia vita. Mia cugina. Lei, l’unica ragazza della famiglia che non mi trattava come uno sbaglio. Lei, Kagome Higurashi, 18 anni, bella come una dea e simpatica come poche. Trovai finalmente un taxi vuoto e gli passai il bigliettino con su scritto l’indirizzo.
TAXISTA: Mi scusi signorina, ma sono 170000 yen di corsa. E’ sicura di voler fare questo viaggio?
GAIA: Senta, sono la figlia del signor Hanazono della Hanozono industry, se volessi potrei fare andata e ritorno per 10 volte.
TAXISTA: Mi perdoni, signorina Hanazono, non volevo mancarle di rispetto. Ora si allacci le cinture, partiamo.
Dopo circa 2 ore di macchina, ci fermammo davanti ad una scalinata. Aveva tutta l’aria di essere un tempio. Ah, quanti bei ricordi. A dire il vero erano 4 anni che io e Kagome non ci sentivamo, ma comunque qualche messaggio o breve chiamata ce li eravamo scambiati. Pagai il taxista e recuperai la mia borsa. Non mi ero portata granché, potevo comprare il necessario lì. Di certo essere l’unica figlia di una famiglia di ricchi culoni sfondati aiutava no? Salii le scale e arrivai all’ingresso. Bussai con un sorriso nostalgico stampato sulla faccia. Fu Sota ad aprirmi.
SOTA: Cugina Gaia! Quanto tempo!
GAIA: Ciao Sota! Quanto mi sei mancato, piccola peste!
MADRE HIGURASHI: Cos’è tutto questo baccano? Oh! Ciao piccola! Quanto sei diventata bella e alta! Forza entra, accomodati.
Santi Kami, altro che accoglienza! Mi fecero entrare e mi costrinsero a sedermi sul divano per poi tempestarmi di domande. Io volevo solo vedere mia cugina! Ahh, che tormento!
SOTA: Ma cosa ci fai da queste parti, Gaia-sama?
GAIA: I miei genitori staranno via per circa due anni e Tokyo mi sentivo sola, così ho pensato di stare un po’ qui con voi, se non è di troppo disturbo ovvio!
MADRE HIGURASHI: Ma figurati tesoro! Vado subito a prepararti la stanza! Kagome sta per rientrare, era andata a fare la spesa!
Rimasi ancora un po’ sul divano a chiacchierare con Sota, poi finalmente sentii la porta aprirsi e la voce di Kagome che chiedeva aiuto. Mi alzai di scatto, sfoggiando uno dei miei meravigliosi sorrisi e mi diressi verso quella cugina tanto agognata.
KAGOME: G-Gaia?! Che ci fai tu qui?
GAIA: Ciao Kagome, anche per me è bello rivederti!
Scoppiammo a ridere entrambe in una grossa risata accompagnata da un caloroso abbraccio. La aiutai a mettere a posto la spesa, continuando a raccontarle cosa mi aveva portato a venire qui, come stava l’azienda di famiglia e gli ultimi pettegolezzi di Tokyo. Il tempo era letteralmente volato tanto che eravamo già indaffarate nel preparare la tavola.
GAIA: Fermi tutti. Stasera cucino io. Ho intenzione di proporvi un piatto speciale per ringraziarvi della vostra ospitalità.
TUTTI: Va bene!
Ok, ammettiamolo. Con la mia famiglia non sono molto timida. Non sono timida in generale con le persone che conosco bene e che mi stanno simpatiche. Diciamo che con i ragazzi e i vecchietti sono molto timida. Beccata! Ero alle prese con il riso bollito e alcune foglie di alga quando dall’altra stanza sentii un tonfo sordo.
???: KAGOMEEEE! Forza muoviti dobbiamo tornare al villaggio!
KAGOME: BAKAAA! Che ci fai tu qui?!?! Forza nasconditi che c’è mia cugina! Non deve vederti!
GAIA: Cosa non devo vedere?
Giuro stavo per svenire. Un ragazzo, un bel ragazzo con lunghi capelli argentati e un kimono di quelli tradizionali risalenti all’epoca Sen-goku. Occhi ambrati, bellissimi. Un fodero con una vecchia spada al fianco e…. due orecchie. Mi avvicinai incuriosita come non mai. Mi misi una mano sotto il mento pensierosa e cominciai a girargli intorno. Poi mi fermai davanti a lui che mi guardava perplesso e visibilmente irritato. Mi misi sulle punte per arrivare a superarlo di qualche centimetro e gli toccai le orecchie. Non erano finte, erano morbide e pelose. E vere. Un tipo vestito all’antica, con una spada e un paio di orecchie da cane.
GAIA: Interessante. Prima che io mi metta a urlare potete dirmi chi è questo tizio, o meglio, che cosa è?
KAGOME: E-Ecco v-vedi lui è….lui è….I-Inuyasha. Un m-mezzodemone…
 
 
 
 
 
 
  
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