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Autore: Joliewithlove    16/05/2014    3 recensioni
LOUIS x NUOVO PERSONAGGIO con accenni LIAM x NUOVO PERSONAGGIO.
Isabelle è una stilista alle prime armi in stage presso lo staff dei One Direction. La giovane ha idee chiare sul proprio futuro, ma non tutto andrà come ha sempre desiderato. La sua schiettezza attirerà l'attenzione del giovane più rumoroso della band: Louis Tomlinson. Il cantante s'innamorerà di lei e ciò causerà non pochi problemi ai due.
*
Dalla storia:
-Non è divertente? Ai ragazzi fa sempre ridere questa espressione.- disse Louis tornando serio e poggiandosi l'indice sulle labbra, assumendo un'aria confusa.
-A me sembri solo un completo idiota.-
*
-Non ho mai creduto che amare qualcuno potesse essere così complicato. Dicono che il tuo amore è un errore, ma come può un sentimento così puro esserlo?- chiese la giovane, mentre le lacrime le pizzicavano gli angoli degli occhi.
-Non lo è. Non lo sarà mai.- le rispose dolcemente Louis.
*
-Ti amo.- gridò Louis, nel bel mezzo di 'They don't know about us'. -Ed ogni nota è per te. Voglio che tu lo sappia, voglio che il mondo ne sia certo.-
__
Passate se vi va e lasciate una recensione. Mi farebbe davvero piacere! :)
Trailer: http://youtu.be/OuwQXjezFpM
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fidanzata
Capitolo Sesto


 
 
Il 3 Aprile 2014 fu una giornata molto afosa, per questo, Isabelle, decise di dedicarsi un po’ a se stessa, facendo una lunga passeggiata solitaria sulle rive del Tamigi per prepararsi psicologicamente alla sessione di foto che avrebbe dovuto sostenere quello stesso pomeriggio in compagnia di Louis ed Eleanor. Alla giovane piaceva stare sola, soprattutto da quando nella sua quotidianità avevano iniziato a far baccano i One Direction. Dopo mezz’ora circa, fatta di passi e beatitudine, il telefono le vibrò in tasca.
'Chiamami. :-)' diceva l’sms inviato da Charlie.
Isabelle digitò il numero dell’amica e pigiò sul tasto di chiamata, pensando “È possibile che quella ragazza non abbia mai un centesimo?”.
-Isabelle è successa una cosa grandiosa!- urlò Charlotte, entusiasta dall’altro capo del telefono.
-Ovvero?- chiese Belle, stordita da quella voce acuta.
-Sai, ieri, quando mi hai lasciata sola con Liam nella Sala Costume, abbiamo iniziato a duettare e lui mi ha lasciato il suo numero di telefono, dicendomi di mandargli un sms nel caso avessi avuto bisogno del suo aiuto!-
-Wow! Questa sì, che è una notizia strepitosa. Ciao.- disse Isabelle ironica, chiudendo la chiamata. Sorrise appena, immaginando la faccia infastidita che l’amica,  molto probabilmente, aveva in quel momento.
Si guardò intorno, Isabelle: il Tamigi, era senz'ombra di dubbio il posto che più amava.  Non c'era un motivo preciso, ma le piaceva stare lì.
Una coppia le passò innanzi: due giovani, mano per mano, si amavano in quella stretta che sembrava indissolubile e sorridevano, splendevano.
Belle pensò che doveva essere bello amare, meraviglioso.
Amore. Una parola quasi sconosciuta per lei: non si era mai innamorata nella sua vita. Quando si parlava d'amore, Belle pensava ai vestiti. Notò con rammarico che inseguendo i suoi sogni aveva perso molte cose per strada, ma quel genere di amore le andava bene. Isabelle era fatta così. Associava quel tenero sentimento al dolore. La spaventava, molto: aveva già sofferto abbastanza nella sua vita e non aveva bisogno di qualcuno che le frantumasse il cuore alla prima occasione.
'Meglio un dito punto da un ago.' pensò la giovane.
 Passò poco, prima che, la sua atmosfera di pace, fosse nuovamente interrotta:
-‘Giorno, Isabelle.- disse una voce alle sue spalle. La ragazza si voltò e riconobbe, sotto quel grande cappello, il riccio della band.
-Buondì Harry.- gli rispose, mentre lui le si avvicinava.
-Ti è piaciuta la festa a sorpresa di ieri, vero?- chiese il ragazzo, assicurandosi che non vi fossero fan nei paraggi.
-Sì, mi ha fatto davvero molto piacere.- rispose, mentendo appena e guardandosi intorno a sua volta.
-Hai la mattinata libera oggi?- le domandò Harry, stiracchiandosi leggermente.
-Sì, perché?- chiese Isabelle, incuriosita.
-Siediti: voglio farti leggere una cosa.- disse il giovane, indicando una panchina in legno.
“E fu così che la lunga passeggiata solitaria andò all’inferno.’’ Pensò lei, seguendo il suggerimento di Harry.
Quest’ultimo le porse un foglio stropicciato, che aveva appena estratto da una tasca dei suoi soliti pantaloni super attillati. La ragazza odiava con tutta se stessa quei dannati pantaloni: ogni volta impiegava tantissimo tempo per cucirli perfettamente.
Isabelle lisciò il foglio, iniziando a leggere quello che sembrava essere proprio il testo di una canzone.
Essa narrava di un amore non corrisposto ed era, davvero, molto triste, tanto da riuscire a strappare una lacrima alla giovane.
Alla fine della lettura, Isabelle disse: -È davvero molto bella, Harry. Dovresti mostrarla ai produttori.-
-Non posso.- le rispose lui, sorridente. –Non l’ho scritta io. L’ho semplicemente trovata nella Sala Concerti degli studi. Tu sei in grado di riconoscere quella scrittura?-
-No.- rispose Isabelle, dopo aver osservato l’ortografia.
-Ah, fa nulla, allora.- disse Harry, strappandole il foglio dalle mani e alzandosi con un balzo. –Continuerò la mia ricerca. Mantieni questo nostro segreto.- Il riccio le fece un occhiolino, le baciò rumorosamente una guancia e si allontanò di corsa.
-Non cacciarti nei guai!- gridò lei, sentendosi più una madre che una stilista.
La ragazza pulì con un fazzoletto le tracce di saliva lasciate dal cantante.
Isabelle osservò, nuovamente, l'ormai familiare Tamigi, pensando a quella sera in cui salvò Tomlinson dalla stampa. Si accorse che la panchina sulla quale era seduta era la stessa sulla quale dormì Louis quella notte.
Pensò a ciò che le aveva detto il ragazzo la mattina precedente.
Aveva ragione. Louis non aveva sbagliato nel definire quel bacio un errore. Lo era stato ed era inutile negarlo. Lei non era attratta da Louis, né lo era mai stata. Gli voleva bene, ma nulla di più. Aveva corrisposto quel bacio solo perché si era illusa che quelle labbra fossero di Niall: era lui quello che le piaceva davvero, solo lui.
“Quella carota e i suoi stupidi ormoni” pensò Isabelle, sorridendo divertita.
Louis era fatto così: era un rompiscatole a tempo indeterminato che combinava casini senza stancarsi mai.
“Ma è questo a renderlo speciale.” Si disse Belle, elencando mentalmente tutti i guai dei quali Louis era stato artefice da quando aveva iniziato a lavorare per i One Direction.
Isabelle sorrise al fiume, lasciando che, finalmente, quest'ultimo trasportasse quel bacio ‘sbagliato’ lontano da lei. Riuscì quasi a sentire il sapore delle labbra di Louis abbandonarla, spinto via dalla corrente.

 


 
-Da quand’è che scrivi canzoni così tristi, Lou?- chiese Harry ad un Louis impegnato ad ispezionare la Sala Prove alla ricerca di qualcosa.
Il più grande dei due notò, poi, il foglio che l’amico stringeva fra le dita.
-Dammelo.- disse Louis al riccio, che obbedì.
-Cosa succede, amico?- gli chiese Harry, cingendogli le spalle con un braccio.
-Nulla di particolare.-
-Non mentirmi. Sei strano in questo periodo: ce ne siamo accorti tutti. Non ci fai scherzi da un mese circa. Sei malato?- chiese il riccio, facendo un’espressione seria.
Louis alzò appena le spalle, torcendo le labbra.
-Centra Isabelle, vero?- domandò Harry, accennando un sorriso.
-Come fai a sap..- iniziò Louis, sbalordito.
-Me lo ha detto Zayn.- lo interruppe l’altro.
“Maledetto Malik” pensò, complottando un assurdo piano di vendetta.
-Niall lo sa?- chiese Tomlinson, dopo un paio di minuti di silenzio.
-No, tranquillo. Zayn lo ha detto solo a me e a Liam. Sappiamo tutti che a Niall piace Belle, quindi abbiamo preferito tenerlo all’oscuro della situazione.- disse il riccio, dando leggere pacche sulla spalla destra dell’amico. –Quindi, confermi? Ti piace sul serio?-
-Sì, credo che mi piaccia.- rispose Louis con un filo di voce.
-La ami?- chiese Harry. L'altro trasalì.
-Non credo.- disse, leggermente imbarazzato. -Provo qualcosa per lei che va oltre la semplice ‘cotta’, ma non credo di amarla, non ancora. Credo che in casi come questi si dica di essere innamorati.-
-Dai, Lou. Queste vie di mezzo non esistono. O si ama, o non si ama. Se ne sei innamorato vuol dire che la ami. Semplice.-
-Questa conversazione, Harry, non ha un fine logico: non accadrà mai nulla fra me ed Isabelle. A Belle piace Niall e a me lei, domani, potrebbe non piacermi più. Questione chiusa. Ed ora, perdonami, ma vado a prendere qualcosa da bere e, poi, andrò a fare un dolce set fotografico con la mia ‘fidanzata’- affermò Louis, liberandosi dalla stretta dell’amico.
-Le parole che hai scritto in quella canzone, però, non sembrano rispecchiare ciò che affermi ora.- insistette il riccio, osservando l’amico che, a queste parole, si voltò e l’osservò con un’espressione triste, rassegnata.
-Non hai bisogno di mentire con me. Siamo fratelli.- continuò Harry, raggiungendolo e abbracciandolo.
-Andiamoci a fare una birra, ti va?- chiese Louis, fingendogli un sorriso.

 


 
-Isabelle corri verso la strada: Eleanor dovrebbe arrivare a momenti. Deve essere tutto perfetto ‘sta volta.- le ordinò Caroline, mentre finiva di perfezionare il look di Louis. La giovane lasciò il set fotografico, adornato a prato fiorito solo e soltanto per la giovane coppia più ‘in’ del momento. Si diresse verso l’uscita e raggiunta questa, uscì in strada, attendendo la protagonista del set.
“Questa volta è la signorina a farsi attendere.” Pensò Isabelle, infastidita. La ragazza non aveva mai adorato Eleanor, anzi, provava una certa antipatia nei suoi confronti. Era una persona con la quale non voleva passare molto tempo. Ovviamente, per scopi lavorativi, non aveva mai mostrato la forte intolleranza che provava nei confronti della ‘fidanzata’ di Louis, ma per quanto ci provasse non riusciva proprio a sopportare quella ragazza in cerca di fama, soprattutto quando la trattava come se fosse il suo zerbino.
Tutti sapevano che Eleanor non contava, poi, chissà quanto, tutti tranne la diretta interessata, almeno.
-Isobel.- la voce femminile fece voltare Isabelle di scatto. Eleanor le venne incontro con un gran sorriso, abbracciandola forte.
-Come stai, amica mia?- le chiese la bruna, continuando a stringerla fino a farle male.
-Signorina Calder, le ripeto per l’ennesima volta che mi chiamo ‘Isabelle’ e non ‘Isobel’.- disse la stilista, liberandosi il più gentilmente possibile dall’abbraccio.
-Hai ragione, Izzie.- continuò El. -Sei così carina oggi.-
‘‘Ed ‘Izzie’ è il diminutivo di ‘Isobel’, idiota. Ma perché è così dolce? Di solito non è mai così.’’ Si chiese Isabelle,  mentalmente.
Dopo essersi guardata attorno, ottenne la risposta al suo interrogativo: un gruppo di fan scattavano foto e filmavano video ad entrambe. Eleanor era così adorabile innanzi alle telecamere ed Isabelle era sicura che se avesse descritto a quelle ragazze il vero carattere della Calder le avrebbero dato della bugiarda.
-Entriamo.- disse solo la stilista, stanca dello spettacolo ridicolo che l’altra stava tenendo in piedi e dopo essersi fatta fare ancora qualche scatto, Eleanor la seguì all’interno dello studio fotografico.
-Ciao, Louis. Sono felice di notare che tu sia sano e salvo. Sai, non rispondi alle mie chiamate da un mese circa: temevo ti fosse accaduto qualcosa. Spero che non fuggirai, oggi.- disse acidamente Eleanor, mentre si sfilava il cappotto e lo lanciava con violenza ad Isabelle.
'Attaccapanni' mimò con le labbra la mora, rivolgendosi alla stlista.
“Ecco, la cara vecchia Eleanor” si disse la giovane, ironicamente, cercando di mantenere la calma.
''Manca meno di un anno. Solo otto mesi. Andrò via da qui." si ripeteva Isabelle.
Il servizio fotografico iniziò e tra uno scatto e l’altro il fotografo diceva:
-Più vicini ragazzi. Dovete donare emozioni. Sorridete.-
Eleanor era davvero una brava attrice, mentre, Louis non sembrava molto entusiasta.
“Quando diavolo finirà questa stupida messa in scena?” pensava il giovane, mentre stringeva Eleanor a sé.
Da quando Isabelle lavorava per loro, ogni qualvolta che i due 'fidanzati' dovessero fare foto o un'uscita pubblica era una tragedia. Louis non sapeva recitare: era pessimo.
Dopo mezz’ora circa si era finalmente giunti all’ultimo scatto.
-Ed ora baciatevi dolcemente, ragazzi.- disse il fotografo, mimando il gesto.
Eleanor prese fra le mani il viso del ragazzo ed avvicinò velocemente le labbra alle sue. A Louis il sapore di quella bocca bugiarda non piacque affatto, tanto che, ancor prima che la foto venisse scattata, si allontanò bruscamente da lei, prese il giubbotto e corse fuori.
-Non di nuovo.- urlò Car, guardando Isabelle.
-Ci penso io.- disse la giovane stilista, rassegnata all’idea di dover rincorrere Tomlinson per il resto di quell’anno.
Uscì fuori dallo studio e guardandosi intorno, notò Louis che svoltò l’angolo, correndo, alla fine della strada. Belle lo rincorse, maledicendolo.
“Appena lo raggiungo, una bella ramanzina non gliela farà scampare nessuno!” pensò la giovane, infuriata.
Quando voltò l’angolo, però, quel che le apparve innanzi la lasciò senza parole e forze, facendola cadere rovinosamente sull’asfalto caldo di Londra.
-Chiamate un’ambulanza.-  riuscì solo a gridare ai passanti.
 

 

 
Nell’ospedale per l’élite londinese non c’erano molti pazienti quel giorno. Isabelle attendeva che il medico le desse notizie di Tomlinson, seduta su una scomoda sedia di plastica nel bianco corridoio del pronto soccorso.
Aspettava lì da un’ora, sola e sconvolta: aveva davvero paura.
Louis era stato investito da un’auto e l'urto era stato così potente da averlo scaraventato violentemente su un muro.
Appena giunta in ospedale, Isabelle aveva avvisato Caroline, la quale  le aveva detto che sarebbe tornata a lavoro a comunicarlo ai loro superiori per decidere sul da farsi, e la famiglia di Louis, che in quel momento si trovava fuori il Paese per una vacanza di piacere, quindi la ragazza era l’unico punto di riferimento per i medici.
Un dottore, finalmente, fece la sua comparsa, uscendo da una stanza.
-Lei è la signorina Hamilton?- le chiese l’uomo dal camice bianco.
-Sì, lavoro per Louis Tomlinson.- gli rispose lei prontamente, avvicinandosi all'interlocutore.  –Come sta Louis, dottore?- domandò allarmata.
-Stia tranquilla! Nonostante l’incidente così pericoloso, il paziente ha solo un braccio fratturato. Portando un’ingessatura tra un mese dovrebbe stare già molto meglio.- la rassicurò il dottore, facendole vedere l’ecografia che mostrava la frattura scomposta.
-Cavolo.. il 25 Aprile Louis deve iniziare il Tour con gli altri: la Syco non ne sarà contenta.- disse Isabelle, più a se stessa che all’uomo.
-Altrimenti potrebbe essere sottoposto ad un intervento oggi stesso e stare bene entro una settimana.- le propose il dottore, alzando le spalle.
-No, assolutamente no! Quel ragazzo ha il terrore degli interventi chirurgici: starebbe davvero molto male. Ricordo che, un anno fa circa, svenne a causa di alcuni punti sull’alluce. La Syco capirà: è molto più importante la salute di Louis di quello stupido Tour.- disse Isabelle decisa, pensando che se solo uno dei suoi superiori l’avesse sentita l’avrebbe licenziata all’istante. Sapeva quanto quella decisione potesse danneggiarla e nonostante amasse il suo lavoro, per lei, in quel momento, la cosa che più contava era che Louis stesse bene.
-Lo farò, invece.- disse la voce di un ragazzo alle spalle della giovane. Isabelle si voltò e vide Louis che, stringendo a pugno la mano non ferita e tremando, guardava determinato il medico.
-Ma.. Lou..- iniziò la ragazza, andandogli incontro, ma Tomlinson la zittì con un gesto della mano.
-Non è giusto che gli altri paghino le conseguenze delle mie stupide azioni. L’hai detto tu stessa un mese fa, circa.- le rispose Louis, con sguardo serio.
Isabelle voleva replicare, ma non potè: quello sguardo l’aveva ghiacciata. Louis non le aveva mai parlato con tono così gelido, serio, distante.
Si sentì persa, Belle, mentre il ragazzo si stendeva sulla barella, dopo aver indossato gli abiti adatti all’intervento.
Lo sguardo glaciale di poco prima era scomparso, lasciando il posto ad un’espressione terribilmente spaventata.
Isabelle rimase in disparte, mentre un’infermiere lo trasportava nella sala operatoria alla fine di quello stesso corridoio.
“Forse lui non vuole che io stia qui.” Si disse, decidendo per la tranquillità del ragazzo di andarsene. Proprio mentre stava voltando l’angolo del corridoio, la voce di Louis la chiamò:
-Isabelle.-
La ragazza si girò a quel richiamo, guardando il giovane che a sua volta la fissava implorante.
-Resta con me.- le sussurrò Louis, entrando nella sala operatoria.
Il cuore di Isabelle le sobbalzò in petto e, finalmente, pianse tutte le lacrime che aveva cercato di tenere per sé. Pianse per l’incidente, per lo strano bacio con Louis, per la lontananza di George, per l'improvvisa freddezza di Niall, per ciò che era diventata.
-Resto qui con te.- disse solo in un singhiozzo.
 

 
 

L’intervento non durò più di un ora e l’operazione fu un successo.
Tomlinson ora riposava nel letto della stanza riservatagli con in viso un’espressione ancora leggermente spaventata.
Il dottore si era rassicurato con Isabelle di farlo dormire beatamente, senza alcun fastidio, per questo quando Caroline e Simon giunsero in ospedale, la giovane preferì lasciare la camera e metterli a corrente di ciò che era successo lontano dagli orecchi di Louis.
-Come sta?- chiese Car, allarmata.
-Bene, ora. Credo sia ancora scosso per l’intervento, ma il braccio sembra ok.- rispose Isabelle, abbozzando un sorriso.
-E il Tour?- domandò Simon, come se l’unica cosa importante in quel momento fosse il denaro.
-Si rimetterà del tutto entro il 25. O almeno così ha detto il  medico.- disse Isabelle, titubante e infastidita.
Simon fece un respiro di sollievo, salutando Isabelle ed allontanandosi con lo scopo di fare qualche chiamata per calmare lo staff.
-Avviseremo i ragazzi domani: per ora è meglio che si riposino. Hai avvertito la famiglia di Louis?- chiese Car.
-Sì.- disse Isabelle, sbadigliando appena.
-Quell’idiota! Un altro set fotografico andato in fumo. Dov’è adesso? Devo assolutamente parlargli.- urlò Eleanor, rossa in viso dalla rabbia.
Isabelle che solo allora si era accorta della presenza della ragazza, le rispose:
-Louis sta dormendo ora. Gli parlerai domattina.-
-Non pensare di potermelo impedire, Isobel. Hai già fatto abbastanza danni per oggi. Se non fosse stato per te, Louis non sarebbe in queste condizioni. Voi due siete siete ugualmente stupidi e scansafatiche. Invece di fuggire, dovrebbe ringraziare che una come me lo considera. Se non fosse per me non sarebbe così famoso, d’altronde la sua voce non è delle migliori.- continuò ad urlare la mora, puntando l’indice contro la stilista.
-È Isabelle e non Isobel. Quando lo capirà il tuo cervello da gallina? Eppure non mi sembra così difficile. E, poi, non permetterti mai più di parlare male di Louis in mia presenza o te la farò pagare amaramente. Non mi importa di essere licenziata e le tue dita smaltate di quel verde davvero orrendo e fuori moda non m’incutono terrore, quindi abbassa quell’indice e vai via di qua. Sta’ tranquilla: ai giornali diremo che sei stata tutta la notte accanto al tuo fidanzatino, piangendo e pregando per la sua guarigione, ma togliti dai piedi. Ora.- disse Isabelle, scandendo con rabbia ogni parola.
Eleanor, che non si aspettava quella reazione dalla stilista sempre buona e paziente, dopo aver fatto una smorfia colma di odio, le diede le spalle e se ne andò, sconvolta.
-Caroline..- iniziò nuovamente la giovane, cercando di tranquillizzare il tono di voce, rivolgendosi al suo capo che la guardava spaventata. –Vai anche tu a casa: devi essere molto stanca. Mi prenderò io cura di Louis. Avvisa anche Simon, gentilmente. Buonanotte.- concluse, salutando Caroline con un bacio e rientrando nella stanza.
Isabelle si risedette sulla poltrona vicina al lettino dove Louis dormiva ancora.
La giovane gli scostò i capelli dal viso e controllò che la fasciatura fosse ben salda. Proprio mentre stava per allontanarsi e poggiare la schiena alla spalliera della poltrona, il braccio di Louis si mosse, afferrandole la mano e stringendola con la sua.
-Grazie.- sussurrò il cantante con gli occhi ancora socchiusi.
-Di cosa?- gli chiese Isabelle, non provando a svincolarsi dalla presa.
-Ho sentito tutto.-
-Ah.. quello. Beh, non preoccuparti.- disse Belle, sorridendogli appena. Nel buio di quella stanza per Louis quel sorriso accennato fu grande fonte di luce. Ne aveva bisogno, mai come in quel momento desiderava quella luce.
-Mi spiace. Sarai costretta a passare la notte qui.- elargì il giovane, rivolgendo lo sguardo alla finestra.
-Non sono arrabbiata con te, anzi, mi è andata piuttosto bene questa volta: meglio il tuo braccio rotto che i miei vestiti sporchi di vomito.- disse la ragazza, ridendo.
Louis seguì la sua risata, credendo che non ci fosse melodia più bella.
Poi, Isabelle, d’un tratto si fece seria, interrompendo quel momento giocoso e disse, con un filo di voce: -Ti prego, Louis, non correre mai più un pericolo così grande. Quando non potrai fare a meno di fuggire, la prossima volta, parlane con me. Ti ascolterò e, forse, potrò perfino aiutarti, ma, per favore, non rischiare mai più la vita per una sciocchezza del genere. Quando ti ho visto lì, a terra, con i vestiti colmi di sangue, ho pensato che fossi morto ed ho avuto paura, davvero.- Gli occhi della giovane si fecero lucidi.
-Per me? Sul serio?- chiese Louis, con il cuore che ricominciava a battere forte e prepotente, così tanto che temette che anche lei potesse sentirlo.
La giovane rispose a quella domanda stringendo ancor di più la mano di lui, felice di sentirla così calda e morbida.
“Sai, Harry, credo che sia questo l’amore.” Pensò Louis, rabbrividendo al pensiero di quando quella mano lo avrebbe lasciato.
L'amore è dolore. Entrambi lo sapevano bene. Quel sentimento così puro e potente terrorizzava entrambi: Isabelle cercava di sfuggirgli da sempre, Louis gli stava andando incontro, nonostante tutto.
"Ci vuole coraggio ad amare chi non ci ama. Ne sarò in grado? Ne vale davvero la pena?" si domandò Louis, sentendo il cuore di lei pulsargli nella mano.
''Sì.''
Entrambi presto scivolarono nel sonno, accompagnati da quella stretta e dai loro cuori, forse più vicini?
I sogni non furono mai così dolci.


Fine Capitolo Sesto.




My Dears,
Eccoci qui, ancora insieme, alla fine del sesto capitolo.
Coloro che seguono e hanno messo questa storia fra i preferiti sono davvero aumentati tantissimo, dal quarto capitolo e di questo ve ne sono davvero grata e per questo spererei in una recensione in più 'sta volta. Sapete, le scorse storie che ho scritto sono state interrotte proprio per questo, nonostante a seguirle fossero in moltissimi. Se non  mi farebbe piacere ricevere recensioni non pubblicherei le mie storie, quindi, please, recensite! Mi piacerebbe ascoltare le vostre opinioni su Isabelle, la storia, ecc.. :-D
Ora voglio rispondere ad una domanda che probabilmente molte di voi si stanno ponendo: 'Perchè accelleri così tanto i tempi? Perchè Louis è già completamente in love?'
Bene. Lo faccio perchè, innanzitutto, i due si conoscono da più di un anno ed il sentimento di Louis è nato pian piano, ovviamente. Quella parte della storia, però, sarà sempre sconosciuta (o forse no? Ci sarà un prequel? Dipende da voi! :-P!). Ho preferito cominciare la storia dalla metà, perchè, credetemi, le cose che succederanno adesso sono molto più interessanti di quelle avvenute in passato. Non sarà per nulla facile per entrambi. Restate con Isabelle per scoprirlo.
Detto ciò, vi saluto e vi mando un bacione, ringraziandovi ancora.
Ringrazio soprattutto Hamestery, Miriana e Giorgia che recensiscono sempre la mia storia. :-)
Kiss (you),
Jolie.


Outfit di Isabelle in questo capitolo:


Il bellissimo Louis:


Quello strafigo di Harry:


E quella cattivona di Eleanor:



Dimenticavo! Devo ancora capire come fare a mettere il banner centrale. Risolverò al più presto! :-) Spero di leggervi qui sotto. <3
  
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