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Autore: LostEcho24    16/05/2014    1 recensioni
Il ritorno di Andrea Mastri alla Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts per il suo secondo anno.
In questo suo secondo anno di studi, Andrea, vivrà nuove avventure e approfondirà il legame con i suoi amici.
Riuscirà a sopportare il nuovo insegnate di Difesa contro le Arti Oscure e riuscirà a svelare il mistero che si nasconde dietro Alexander?
Un nuovo anno denso di eventi sta per iniziare a Hogwarts e la cara vecchia scuola di stregoneria dovrà affrontare un grande pericolo.
Nuovi professori e nuove materie, nuove creature e nuovi eventi!
Come passerà il nuovo anno Andrea?
E voi, lo passerete con lui?
Che un nuovo anno abbia inizio!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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RANDALL E ANDREA:

 

La mattina successiva Andrea si svegliò pensando a come avrebbe potuto divertirsi con Randall in quei giorni che avrebbero passato insieme prima di tornare a Hogwarts.

Avendo promesso al padre che non avrebbero usato la magia, il ragazzo si chiedeva come avrebbero potuto divertirsi e cosa, pur essendo babbano, sarebbe piaciuto al giovane vampiro.

Mentre si lavava e vestiva rifletté molto su queste cose in quanto, prima di allora, lui e l'amico si erano divertiti per lo più all'interno delle mure della scuola, dove erano liberi di usare la magia, anche se non era necessario.

Si chiedeva come avrebbero potuto divertirsi in un contesto babbano come quello del suo quartiere e se a Randall sarebbero potuti piacere videogiochi e modi di vivere non magici.

Ripensò che d'altronde non erano a Hogwarts dove, l'anno precedente, oltre che a usare la magia avevano esplorato buona parte del castello alla ricerca di luoghi misteriosi o strani, dove se l'erano vista brutta con un fantasma un po' troppo violento e troll di montagna giganteschi, dove, in primavera, avevano passeggiato rilassandosi per il parco della scuola o in riva al lago.

Fu proprio pensando alle loro passeggiate che, mentre si pettinava davanti allo specchio del bagno, si ricordò del grande parco pubblico del quartiere, talmente grande da contenere all'interno dei suoi cancelli anche un boschetto.

Si ricordò di come durante la sua infanzia si divertisse a passeggiare all'ombra degli alberi verdeggianti del boschetto o a giocare nel parco giochi poco distante da esso, di tutti i picnic che si era goduto con i suoi genitori e di come, ogni tanto, aveva assistito a speciali feste di quartiere organizzate li, con tanto di fuochi artificiali e bancarelle.

Ripensando a tutto ciò e a come, alla fine, i parchi, pur cambiando nella loro vegetazione e nelle loro ubicazioni e dimensioni, erano comunque tutti molto simili tra loro, e, ciò, a suo avviso, voleva dire in qualche modo che potevano essere uguali sia per i maghi che per i babbani.

L'unica cosa che cambiava era l'assenza nel parco di quartiere di una prova gigante o di animali e bestie fantastici, magici, che comunque non avevano quasi mai visto neanche a Hogwarts.

Fu, così, che mentre si dirigeva in cucina per fare colazione, Andrea, decise che il grande parco sarebbe stato una delle loro mete in quella settimana di convivenza.

 

Alle due di quel pomeriggio, mentre Andrea era impegnato a leggere un fumetto, il citofono di casa suonò annunciando l'arrivo di Randall.

Chiudendo di scatto il fumetto e buttandolo sul letto senza troppi complimenti, il ragazzo corse alla finestra del salotto da dove si poteva vedere il cancello d'ingresso al palazzo.

Randall, alzando lo sguardo e facendolo scorrere lungo la facciata del palazzo lo vide alla finestra e, aprendosi in un ampio sorriso, lo salutò allegramente con un cenno della mano.

Andrea, dalla sua postazione in salotto, seguì con lo sguardo Randall e suo padre mentre percorreva il breve tratto di cortile condominiale che li separava dalla porta a vetri dell'androne.

Dopo averli visti incrociare una vicina babbana che da come li guardò doveva averne sentito in qualche modo la diversità di razza al punto da intimorirla e fargli aumentare l'andatura per allontanarsi il più possibile, si staccò dal vetro della finestra e corse davanti alla porta d'entrata, affiancandosi alla madre intenta ad aprire la porta prendendo un grande respiro.

La donna sapeva che i due vampiri erano delle brave persone, ma non si era ancora abituata del tutto alla loro natura, anche se, con il tempo, aveva compreso che non tutti i vampiri erano creature malvagie o perennemente assetate di sangue.

Dopo qualche minuto, Randall e suo padre uscirono dall'ascensore sul pianerottolo con un'aria incuriosita e intimorita al tempo stesso.

Il signor McPreast, dopo aver salutato cordialmente la madre di Andrea, aveva affermato che avevano preso quel marchingegno babbano per non dare troppo nell'occhio salendo le scale, ma pur essendo abituati ai luoghi chiusi o poco spaziosi non si erano sentiti troppo a loro agio usando una scatola di metallo che si muoveva su e giù vibrando all'impazzata.

Subito dopo, però, il suo volto serio e corrucciato si aprì in un sorriso e guardando il figlio gli disse di andare pure a salutare il suo amico.

Randall non se lo fece ripetere due volte e con uno scatto abbracciò l'amico quasi stritolandolo, al punto che Andrea dovette dirgli ridendo di allentare un po' la stretta.

Arrossendo lievemente, per quanto gli permetteva la sua pelle cerea, il giovane vampiro lo mollò e passandosi una mano dietro la nuca gli chiese scusa, in quanto senza fare apposta aveva usato un po' della sua forza vampiresca che aveva iniziato a sviluppare da un mesetto circa.

Sentendo ciò, Andrea, si meravigliò un sacco e facendogli cenno di seguirlo corse in camera sua, dove, sedendosi sul letto, gli chiese di mostrargli un po' di quel che sapeva fare.

Il giovane vampiro, ghignando, si avvicinò al grosso armadio vicino alla porta della stanza e, chinatosi leggermente, mettendo entrambe le mani sotto il mobile, con un piccolo sforzo lo sollevò da terra per qualche secondo.

Andrea, eccitato e stupito al tempo stesso, gli disse che se lo avrebbero visto i babbani avrebbero potuto scambiarlo per un supereroe e,afferrato il fumetto li vicino, glielo mostrò ridendo.

Passarono la mezz'ora successiva a immaginare come avrebbero potuto reagire i babbani alle sue prodezze se Randall si fosse infilato tuta e maschera e si fosse spacciato per un vero supereroe, fino a quando dovettero alzarsi e andare in salotto per salutare il signor McPreast che, dopo aver abbracciato e dato le ultime raccomandazioni al figlio, uscì sul pianerottolo ed entrando nell'ascensore vuoto si smaterializzò.

Randall e Andrea, dopo averlo salutato e guardato scomparire, portarono il baule del primo nella stanza degli ospiti, per poi tornare a parlare di supereroi e di come avevano passato le vacanze estive.

Entrambi si erano dedicati ai compiti di scuola e al loro divertimento, scordandosi completamente le ricerche che avrebbero dovuto fare su Alexander Landstrike, così come si erano ripromessi a Giugno a King's Cross.

Inizialmente si sentirono molto a disagio e per qualche minuto rimasero in silenzio vergognandosi e sentendosi in colpa, ma poi, guardandosi, scoppiarono a ridere e si promisero a vicenda che ci avrebbero pensato una volta tornati a Hogwarts.

Alzatosi e avvicinatosi alla sua scrivania, Andrea, prese il libro di magia che gli aveva regalato il padre per il suo compleanno e girandosi lo mostrò all'amico indicandogli gli incantesimi che più lo avevano colpito o incuriosito.

Un'oretta dopo, stavano ancora studiando il libro e parlando del quarto incantesimo che volevano imparare una volta tornati a scuola, quando vennero chiamati in cucina per fare merenda.

Mentre bevevano succhi di frutta molto dissetanti e mangiavano una fetta della torta fatta dalla Signora McPreast e portata fin lì dal Signor McPreast, i due ragazzi si organizzarono per andare a fare un giro del quartiere e, finito di fare merenda, dopo aver ascoltato delle raccomandazioni sul non usare in alcun modo la magia e sul ritornare in tempo per la cena, uscirono di casa.

 

Le ore successive le trascorsero girottando per il quartiere ed entrando in qualche negozio, dove si divertirono a comparare i modi d'utilizzo di certi oggetti fatti dai babbani rispetto a quelli fatti dai maghi.

A un certo punto, però, mentre camminavano verso casa con ormai la luce aranciata del tramonto che lasciava pian piano il posto al blu serale dietro di loro, Andrea, si fermò di colpo sentendo dei rumori e delle voci poco lontani, e, di colpo, trascinandosi l'amico dietro si chinò dietro un'auto parcheggiata.

Guardando l'amico impegnato a sbirciare attraverso i finestrini dell'auto dietro cui si stavano nascondendo verso la strada e a cercare di non guardarlo, rosso in viso, Randall, sussurrando gli chiese cosa stesse succedendo e vedendo l'amico indicare la strada poco più avanti, si sollevò un po' per vedere cosa stava indicando.

Poco più avanti, un gruppetto di ragazzi, loro coetanei, dall'aria rozza e trascurata, camminava verso la loro direzione portando a mano delle biciclette e ridendo tra loro come ebeti.

Quando li ebbero sorpassati, schiamazzando e ridendo, e si furono allontanati abbastanza, mentre Randall pensava a come quel gruppetto somigliasse più a un gruppo di scimmie urlanti piuttosto che a ragazzi della loro età, Andrea, tirò un sospiro di sollievo e dopo essersi rialzato gli disse guardando da un'altra parte che era ora di tornare a casa.

Sulla via del ritorno, dopo la continua richiesta di spiegazioni dell'amico riguardo il suo comportamento di poco prima, il ragazzo cedette e, rotto il silenzio, gli disse che quel gruppetto era composto dai giovani delinquenti e bulli babbani della zona, e che, pur non conoscendoli di persona, aveva sempre cercato di evitarli.

E, poco prima, non potendo contare sulla magia per difendersi o distrarli in qualche modo e non sapendo proteggersi senza menare le mani, aveva optato per nascondersi da loro.

Randall, vedendo l'amico diventando rosso in viso per la vergogna, cercò di incoraggiarlo affermando che, secondo lui, se aveva trovato il coraggio per confrontarsi con un enorme troll e di affrontare un fantasma omicida, allora poteva anche trovare il coraggio per, eventualmente, affrontare quella banda di gorilla schiamazzanti, anche senza usare la magia.

Aggiunse poi sorridendo che nel frattempo che cercava e trovava quel coraggio, se fosse stato necessario ci avrebbe pensato lui a stendere quei tizi, senza usare alcuna magia o poteri vampireschi.

Fu allora che, vedendo l'amico che cercava di incoraggiarlo e che affermava di essere disposto a prendere le sue difese, Andrea, ritrovò la calma e dopo aver preso un respiro lo ringraziò con un grande sorriso.

 

Arrivati a casa, si diressero subito in cucina, dove già aleggiava un buon profumo di cibo.

Dopo aver apparecchiato ed essersi seduti, iniziarono a cenare subito perché il signor Mastri sarebbe arrivato tardi dal lavoro.

Durante la cena, Andrea, comunicò alla madre e all'amico che l'indomani aveva intenzione di portare quest'ultimo a fare un giro al parco pubblico di quartiere, per passare una giornata di relax nel boschetto del luogo.

Vedendo Randall annuire sorridendo e la madre affermare che avrebbe preparato un delizioso pranzo al sacco per loro, il ragazzo si apprestò a finire di mangiare e, dopo aver aiutato la madre a sparecchiare portò l'amico in camera sua dove passò alcune ore facendogli scoprire e giocare vari videogiochi che, secondo lui, assomigliavano un po' ai quadri magici, anche se erano più dinamici e fantasiosi.

Verso le ventitré, però, sentendo le palpebre chiudersi e vedendo l'amico sbadigliare continuamente mettendo in mostra i suoi canini, si alzò e spenta la console, dopo aver salutato l'amico, andò a dormire, così da essere adeguatamente riposato la mattina seguente.

 

La mattina dopo, i due ragazzi si svegliarono di buon'ora e dopo essersi preparati e aver ascoltato gli ammonimenti impartiti loro, presero con loro gli zaini preparati per loro e uscirono dirigendosi verso il parco.

Anche quel giorno faceva molto caldo già di mattina e, al momento, ancora non soffiava nemmeno un filo d'aria, così che dopo un po' che camminavano i due iniziarono già a sudare.

Durante il tragitto i due parlarono tra loro cercando di organizzare la giornata nel miglior modo possibile, interrompendosi solo quando ebbero raggiunto i cancelli del parco e li ebbero oltrepassati.

Camminarono per circa un paio di ore seguendo i sentieri in ghiaia del parco che, scricchiolando sotto le loro suole mentre li percorrevano, li portò a fare un giro completo di tutte le maggiori attrazioni del luogo.

Osservandosi in giro poterono notare diversi babbani, impegnati chi a prendere il sole su un enorme prato, chi a giocare a calcio o basket nei campi appositi e chi a passeggiare come loro o a preparare un angolo per un picnic in famiglia.

Tuttavia, ciò che porto via loro molte ore della mattina fu il ping pong a cui giocarono, uno sport babbano che inaspettatamente coinvolse molto Randall, al punto che dopo essersi arrabbiato per aver perso cinque volte di fila non riuscì a controllare la sua forza e tirando una manata sul tavolo di pietra lo incrinò con un forte scricchiolio, costringendoli a fuggire per non attirare troppo l'attenzione dei babbani li vicino.

Dopo aver camminato lungo le rive di un laghetto artificiale per un'oretta, verso le due del pomeriggio, quando il sole iniziò a brillare alto nel cielo dando troppo fastidio al giovane vampiro, i due si ritirarono nel boschetto del parco, trovando un piccolo spiazzo abbastanza nascosto e ombreggiato.

Frugando negli zaini estrassero due pacchetti incartati con cura e aprendoli vi trovarono alcune delizie culinarie.

La madre di Andrea, infatti, non si era limitata a preparare solo dei panini imbottiti, ma aveva dato loro anche alcune porzioni di cibo italiano, conservato in scatole salvafreschezza.

Così, dopo aver letto un biglietto lasciato loro in cui veniva detto che Randall, forse, non aveva mai mangiato quel cibo e così poteva assaggiarlo senza bisogno di recarsi in Italia o in qualche ristorante, si poterono gustare lasagne e cotolette.

Mangiarono tutto con gusto e una volta finito, dopo aver riposto nello zaino i barattoli ormai vuoti, si sdraiarono per digerire e riposare un po'.

Lo stomaco pieno, il silenzio che li circondava interrotto solo da qualche cinguettio o dallo sporadico frusciare delle foglie, e una fresca brezza che aveva iniziato a soffiare da poco, contribuirono a farli assopire in pochi minuti.

 

Si risvegliarono dopo un paio di ore, quando il vociare di un gruppetto di persone li ridestò, scomparendo poco dopo.

Aperti gli occhi si alzarono e dopo essersi stiracchiati un po', guardando l'orologio, decisero di tornare a casa così da arrivare per l'ora di cena.

Usciti dal boschetto si fermarono per un attimo a dissetarsi a una fontanella poco distante e, quando si sentirono a posto, ripresero la strada verso casa.

Erano quasi giunti a casa, quando da una via laterale alla loro destra sbucarono alcuni dei tizi da cui si erano nascosti la sera prima.

Con in mano una bottiglia di birra vuota, uno di loro si accorse della loro presenza e vedendoli aumentare il passo per allontanarsi, sghignazzando, li raggiunse bloccando loro la strada.

Vedendo il ragazzo che li bloccava evidentemente ubriaco marcio, Randall, cercò di cambiare direzione per non averci niente a che fare, ma nemmeno aveva mosso qualche passo che, Andrea, ricevette uno spintone da dietro che lo fece cadere a terra.

Il giovane vampiro dopo che ebbe aiutato l'amico a rialzarsi si ritrovò a fissare una mezza dozzina di tizi, tutti ubriachi o quasi, che li avevano ormai circondati e che si divertivano cercando di mettere loro paura.

Quando però Randall chiese loro di lasciarli andare uno dei nuovi arrivati, il più grosso di tutti, gli sganciò un pugno in pieno volto che lo stordì.

Al suo fianco, Andrea, cercò di farsi il più piccolo possibile, ma così facendo, in qualche modo, causò un moto di rabbia collettivo nei loro aggressori che li portò a colpire anche lui.

Per qualche secondo li presero a calci mentre erano a terra e vedendo che addirittura quattro se la stavano prendendo con l'amico, rannicchiato su se stesso per cercare di proteggersi dalle loro percosse, Randall, cedette alla rabbia e con un movimento rapido bloccò la gamba di uno di quelli che lo stavano malmenando afferrandogliela con forza e facendolo cadere a terra.

Con rapidità si alzò ed evitando un pugno da parte di un altro scartando a destra lo stese con un pugno allo stomaco.

Vedendo i due che si stavano occupando di lui al suolo intenti a rotolarsi per il dolore, il giovane vampiro si avvicinò all'amico e afferrando loro le spalle spinse indietro due tizi che subito colpì con un rapido calcio al fianco di uno e un pugno in corrispondenza della giugulare che tolse il respiro all'altro.

Gli altri tre, vedendolo aggredire i loro amici, smisero di pestare Andrea e rivolgendo la loro attenzione su di lui si lanciarono all'attacco cercando di colpirlo.

Randall, scartando a sinistra e posando le mani sulla schiena del primo che gli giunse a tiro, sfruttando il suo stesso movimento, riuscì a farlo andare a sbattere contro una macchina parcheggiata li vicino.

Continuando a sfruttare il movimento appena compiuto si abbassò schivano il pugno di un altro e afferrandolo per la vita lo sollevò da terra e lo lasciò cadere dietro di lui facendolo ruzzolare malamente.

Rialzandosi velocemente allungò una mano e afferrò il bavero della maglietta del terzo aggressore bloccandone la corsa e minacciandolo di pestarlo se non avesse preso i suoi amici e se ne fosse andato.

Vedendo il nemico tramare per la paura e annuire quasi istericamente mollò la presa, ma non appena questo fu libero un rumore di vetri infranti attirò la sua attenzione.

Dalla via laterale da cui era sbucato il gruppo di ubriachi che ora si stava rialzando a fatica da terra, un ragazzo dalla corporatura muscolosa e lo sguardo quasi omicida si fece avanti, con in mano una bottiglia di birra vuota che aveva provveduto a spaccare contro il muro alla sua destra.

Ora, con il collo della bottiglia trapunto di cocci affilati e dall'aria molto pericolosa, stretto in mano, il ragazzo si avvicinava e strascicando le parole gli disse che lo avrebbe ammazzato per aver fatto del male ai suoi amici.

Intento a tener d'occhio il nuovo arrivato, Randall, non si accorse dei movimenti di quello che aveva appena mollato fino a quando Andrea non richiamò la sua attenzione.

Il tizio, sfruttando il suo attimo di distrazione aveva estratto un coltellino e ora, quasi come se avesse recuperato tutto il suo coraggio vedendo la lama che impugnava, glielo puntava contro pronto a colpirlo senza minacciarlo in alcun modo.

Randall, vide i muscoli del tizio guizzare e i suoi piedi prepararsi a scattare.

Tuttavia, prima che questo potesse partire all'attacco, Andrea, vedendo l'amico in pericolo di vita ritrovò il suo coraggio e, con uno scatto, gli tirò un calcio nelle parti basse da dietro.

Questo per il dolore fece cadere il coltellino al suolo e cadendo in ginocchio diede la possibilità a Randall di colpirlo dietro il collo facendolo cadere del tutto a terra, svenuto.

Dopo essersi assicurato che il tizio fosse davvero svenuto, sorridendo all'amico, il giovane vampiro si voltò e con uno scatto partì alla carica del babbano appena arrivato, intento a corrergli contro con la bottiglia rotta dritta davanti a lui, proprio come una lama affilata.

Randall, colpendogli in corsa il polso lo disarmò e prendendolo con entrambe le mani alla maglietta, in prossimità del petto, lo trascinò continuando la sua corsa fino a spingerlo con forza contro un'auto li vicino, la quale si alzò per un attimo su due ruote per poi ricadere a terra attivando un antifurto dalla sirena assordante.

Andrea comprese che l'amico aveva appena usato la sua forza sovrumana e, sentendo l'antifurto ululare, richiamò la sua attenzione facendogli cenno di seguirlo di corsa.

I due ragazzi riuscirono a scappare lasciando dietro di loro un gruppo di delinquenti ben malmenati e doloranti.

Ricoprirono l'ultimo tratto di strada in pochi minuti, di corsa, giungendo sotto casa trafelati e con il fiatone.

Una volta ripreso a respirare regolarmente, sistemati i vestiti sporchi e appiattiti i capelli scompigliati citofonarono e superato il cortile condominiale salirono a casa.

 

Quando entrò in casa seguito dall'amico, Andrea, trovò la madre intenta ad aspettarli con le braccia conserte, arrabbiata perché avevano fatto tardi, ma non appena ebbe visto i lividi e i tagli che avevano sul corpo, la sua rabbia si tramutò in preoccupazione.

Per un paio di minuti rimase in silenzio osservandoli attentamente e impedendo loro di andare in camera, poi, scostandosi, disse loro di andare subito in bagno.

La signora Mastri passò la seguente mezz'ora a medicarli con disinfettante per i tagli e pomate varie per i lividi, oltre che una quantità esagerata di cerotti dalle varie dimensioni.

Una volta che si fu assicurata che i due usassero adeguatamente le pomate che aveva tirato fuori dall'armadietto delle medicine, prendendo per un braccio il figlio e dicendo al loro giovane ospite di seguirla, lo trascinò in cucina, dove li fece sedere al tavolo.

Vedendo lo sguardo severo e sentendo il tono perentorio della madre che gli chiedeva delle spiegazioni a riguardo delle loro ferite, Andrea, abbandonata ogni resistenza gli raccontò tutto ciò che era loro successo prima che raggiungessero casa.

Finito di sentire il racconto del figlio e aver ricevuto conferma da Randall, dopo aver riflettuto per un po', disse al figlio che per aver permesso a Randall di usare i suoi poteri, rischiando di rivelare l'esistenza della magia ai babbani del circondario, avrebbe dovuto scontare una punizione che avrebbe stabilito con suo padre quando sarebbe tornato dal lavoro.

Rivolgendo la sua attenzione al giovane ospite gli disse che avrebbe dovuto comunicare ciò che aveva fatto ai suoi genitori, così che sarebbero stati loro a parlargli adeguatamente e ad agire di conseguenza, in quanto lei non aveva alcuna autorità su di lui.

Vedendo lo sguardo contrariato e incredulo del figlio e il senso di colpa dipinto sulla faccia del giovane vampiro, però, disse loro anche che avrebbe denunciato alle forze dell'ordine le azioni violente perpetrate dalla banda di delinquenti che avevano debellato ai loro danni, in modo che potessero portarli in commissariato sia per punirli, sia per fare in modo che se fosse stato necessario cancellare loro la memoria, i maghi avrebbero potuti trovare tutti in un unico luogo, facilmente raggiungibile.

Quando il figlio le fece notare che però non potevano essere puniti senza una confessione, la quale non ci sarebbe stata se i maghi gli avessero cancellato la memoria, la donna, sorridendo, affermò che di sicuro avevano combinato altro prima del loro pestaggio e che si sarebbe assicurata parlando con il marito che i delinquenti fossero indotti con la magia a confessare tutti i loro atti criminosi compiuti nel tempo.

Quando la donna fu uscita dalla stanza per andare a telefonare alle forze dell'ordine, Randall, seduto di fronte all'amico, lo osservò mentre si guardava i lividi e i cerotti che gli riempivano braccia e gambe.

E, quando alzò lo sguardo verso di lui, lo ringraziò per averlo aiutato a mettere ko l'aggressore con il coltello che, alla fine, era il soggetto più pericoloso in mezzo a quel gruppo di teppisti.

 

Quando la signora Mastri tornò dal salotto, Andrea con l'aiuto dell'amico apparecchiò la tavola.

Durante la cena che seguì, Andrea, cercò di non parlare di ciò che era successo sulla via di casa, parlando invece del più e del meno, soprattutto per evitare di tirare in ballo involontariamente altri particolari di ciò che era successo, così da non indurre la madre a indagare più a fondo nella faccenda.

Il ragazzo era già pentito di aver spifferato che Randall aveva fatto uso dei suoi poteri vampireschi e così facendo cercava di evitare che la madre scoprisse i particolari della vicenda.

A fine cena, non avendo consentito di scoprire nulla in più su ciò che era successo quel pomeriggio, Andrea venne congedato dalla madre e giunto in camera sua accompagnato dall'amico, trascorse le successive due ore giocando ai videogiochi e leggendo altri fumetti, chiedendosi anche se nel mondo magico esistessero alcuni di quest'ultimi e fantasticando sui loro eventuali argomenti.

Randall, da parte sua, pur avendo vissuto fin da piccolo a contatto con la comunità magica, non ne aveva mai visti per negozi o nelle librerie, ma concluse comunque che come esistevano romanzi, musica rock, programmi radiofonici e fiabe illustrate per bambini, potevano benissimo esistere anche dei fumetti.

Alle ventitré di sera, mentre erano intenti a sfogliare svogliatamente il libro degli incantesimi che avevano ormai imparato quasi a memoria, sentendo improvvisamente tutta la stanchezza accumulata quel giorno calare pesantemente su di loro, si congedarono augurandosi la buonanotte e, sbadigliando si infilarono a letto.

 

 

Il giorno dopo, Andrea, era stato chiamato da suo padre nel suo ufficio per parlare di ciò che era successo il giorno prima.

Il padre gli aveva subito detto che aveva deciso di assecondare la moglie perché riteneva che avesse ragione e perciò avrebbe dovuto trascorrere gli ultimi giorni prima della sua partenza aiutando la madre nelle faccende di casa.

Vedendo il figlio irrigidirsi sulla sedia gli disse che riteneva che la moglie avesse ragione sul punire entrambi perché dovevano comprendere cosa volesse dire la parola segretezza, soprattutto nel contesto in cui vivevano.

Dovevano capire i pericoli ancora maggiori verso cui si erano spinti usando capacità troppo sconosciute ai babbani o addirittura temute da essi.

Prima di congedarlo, infine, gli disse che aveva parlato al lavoro sulle loro preoccupazioni riguardanti la rete informatica babbana e che aveva deciso di punirlo per fargli comprendere come potesse finire veramente vittima di certi babbani sbandati se non lo avesse ascoltato.

Così, Andrea, fu costretto per i restanti giorni della sua vacanza a spolverare tutta casa e a riordinare l'archivio di famiglia, in cui venivano conservati cimeli e album vari.

Fu così che scoprì come la famiglia di suo padre fosse davvero molto rispettata nella comunità magica italiana.

Suo nonno aveva ottenuto molte onorificenze per il suo operato a favore dell'istruzione magica giovanile e suo padre e i suoi zii, da giovani, avevano ottenuto molti premi durante le loro carriere scolastiche e lavorative.

Suo padre, in particolare, era benissimo considerabile come un vero e proprio eroe, in quanto già nel suo primo anno di lavoro era riuscito a arrestare una pericolosa strega lombarda, colpevole di aver avviato una caccia alle streghe, in cui però le vittime erano babbani innocenti.

Per diversi mesi, la popolazione italiana babbana aveva vissuto un periodo di tensione o paura, in quanto tale strega spacciandosi per un serial killer, girava per le regioni del nord Italia rapendo giovani babbani e mettendoli al rogo, così come i babbani avevano fatto con i maghi durante l'epoca medievale, con l'unica differenza che loro erano inconsapevoli sull'innocenza delle streghe che credevano di bruciare, in quanto queste, in realtà, non avevano mai fatto nulla di male e, inoltre, conoscevano semplici incantesimi capaci di annullare gli effetti del fuoco.

La maggior parte delle streghe per essere lasciate in pace, usando questi semplici incantesimi rendevano fredde le fiamme, facevano solo finta di bruciare, applicando anche una sorta di trasfigurazione del loro corpo, che le rendeva uguali a cadaveri arsi dalle fiamme.

In realtà tutte queste streghe erano molto brave a recitare e una volta annoiatosi confondendo o distraendo in qualche modo i babbani loro persecutori si dileguavano nel nulla senza farsi più rintracciare in alcun modo.

Così i babbani credevano di aver ucciso migliaia di streghe, mentre le streghe credute morte tornavano a casa loro celandosi al mondo babbano.

La strega arrestata da suo padre, invece, bruciava realmente le sue vittime babbane, in quanto queste non erano capaci di liberarsi dai suoi incantesimi e non erano capaci nemmeno di rendere il fuoco che li bruciava innocuo.

Così, molte persone innocenti erano morte per davvero e, addirittura, alcuni babbani particolarmente perspicaci, indagando, erano quasi giunti a scoprire l'esistenza del mondo magico.

In quel periodo, il Ministero della Magia italiano fu molto impegnato nel tentativo di arginare il problema sia indagando sul caso, sia cancellando la memoria a molti babbani.

Suo padre, in tutto questo, con l'aiuto dei suoi fratelli, tutti operatori ministeriali, era riuscito a scoprire l'identità della strega omicida e a incastrarla.

Fingendosi un babbano lui stesso, di nascosto, aveva indotto la strega a rapirlo e a metterlo al rogo.

Poi, dando il via a una massiccia retata anticrimine era riuscito a isolarla in un casolare di campagna e ad arrestarla con l'aiuto dei fratelli.

Per questo atto di sacrificio personale era stato insignito della prima medaglia magica al valore, equivalente pressapoco all'Ordine di Merlino inglese.

I suoi zii erano stati protagonisti di molti altri casi criminali sventati completamente, anche molto famosi all'estero.

Suo nonno, invece, addirittura, era famoso oltre che per aver sacrificato la maggior parte della sua vita a istruire giovani maghi italiani nel ruolo di direttore dell'unica scuola di magia e stregoneria italiana, anche per aver sventato un atto terroristico ai danni della sua scuola, perpetrato da alcuni maghi mercenari dell'Europa dell'Est, che erano convinti che lui, la scuola che dirigeva e il Ministero della Magia italiano avessero collaborato con le forze governative babbane fasciste e naziste durante la Seconda Guerra Mondiale.

Tale setta di mercenari volendo punire in qualche modo queste azioni che ritenevano veritiere avevano deciso di colpire duramente la comunità magica italiana, compiendo attentati contro le maggiori istituzioni magiche.

Grazie all'operato di suo nonno questi terroristi magici erano stati catturati e la setta smantellata fino alle sue radici più profonde e radicate.

Andrea, leggendo tutte queste cose, si era sentito molto orgoglio di suo padre e si era sentito molto fiero di far parte della famiglia Mastri, al punto da dimenticarsi l'arrabbiatura che aveva provato nelle prime ore verso i suoi genitori per averlo punito in quel modo.

Mentre lui era impegnato a far ordine tra i cimeli e i documenti di famiglia, Randall, trascorreva le sue giornate leggendo fumetti e giocando ai videogiochi.

Tuttavia, faceva tutto ciò perché da quando l'amico era stato messo in punizione lui si annoiava molto, al punto che alcune volte era stato sfiorato dall'idea di passare il tempo dedicandosi alla ricerca su Alexander.

Poi, però, non appena apriva i libri e iniziava a cercare informazioni utili, veniva nuovamente preso dalla noia che lo spingeva a smettere di ricercare, così da poter fare altro.

La sera del terzultimo giorno di vacanza prima della partenza, Andrea e Randall ricevettero due belle notizie che li rallegrarono molto.

La prima notizia era che Andrea aveva dimostrato di aver compreso ciò che aveva fatto ed era riuscito a far fronte ai propri compiti in modo rapido ed efficiente, mentre la seconda notizia, la più bella, era che l'indomani sarebbero andati tutti a Diagon Alley per dedicarsi alle ultime spese prima della loro partenza per Hogwarts.

Così, i due ragazzi, eccitati all'idea di poter andare a Diagon Alley immergendosi nuovamente nel clima tipicamente magico che tanto amavano, finita la cena andarono subito a letto, così da essere ben riposati e così da potersi godere appieno la giornata che avrebbero trascorso insieme.

 

* Angolo Autore *

 

Dopo molto tempo passato a studiare finalmente riesco a postare il nuovo capitolo.

Questo capitolo è più lungo del precedente, in quanto ho voluto trovare qualcosa da poter fare ai nostri due protagonisti.

Tuttavia, ho pensato che per due ragazzi abituati a scorrazzare per Hogwarts cacciandosi in mille guai, non sarebbe stato molto adeguato trascorrere delle semplici vacanze babbane.

Quindi, pur inserendo elementi babbani come i videogiochi e i fumetti( mi piace un sacco l'idea di vedere un vampiro in stile pressapoco simile a Dracula e non a vampiri “moderni” come quelli di Twilight e libri simili, impegnato in attività babbane come la lettura dei fumetti o il giocare ai videogiochi!), ho voluto aggiungere un pizzico di “pepe” in più, scombussolando la loro vacanza.

Quindi, se non possono usare la magia o affrontare creature/pericoli magici( ho reputato che sia troppo presto far affrontare loro questo genere di cose magiche quando ancora non sono giunti a Hogwarts, proprio come ha fatto la Rowling, che i veri pericoli magici nel periodo babbano di Harry li ha messi all'inizio del quarto, quinto e settimo anno), come possono “godere” della loro dose quasi quotidiana di guai.

Una “bella” banda di babbani teppisti e ubriachi che solitamente dettano legge nel quartiere, ma che questa volta hanno trovato pane( o, meglio.. pugni) per i loro denti!

Penso però di essere divagato un po' troppo e se per questo motivo trovate il capitolo un po' troppo caotico o inutile vi chiedo scusa -.-”

 

Nel prossimo capitolo vedremo cosa combineranno Randall e Andrea a Diagon Alley e come vivranno il loro “secondo” viaggio verso Hogwarts..

Poi, dal capitolo dopo, la storia entrerà finalmente nel “vivo” dell'azione!

 

Saluti 

  
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