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Autore: Lylawantsacracker    17/05/2014    4 recensioni
" ..Restavano solo i ricordi e i rimpianti. Tirò fuori una foto dalla tasca interna dell’impermeabile. Era un po’ ingiallita, e ritraeva lui, Dean, Sam, Bobby, Ellen e Jo. Lui e la sua famiglia. "
La storia è ambientata un secolo dopo la morte di Sam e Dean, avvenuta dopo aver chiuso finalmente i cancelli infernali.
Possibili spoiler riguardanti personaggi e ambientazioni dell'ottava e nona stagione.
Rating tra giallo e arancione.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Man mano che il tempo passava, i due ex Winchester diventavano sempre più abili nel maneggiare coltelli e pistole; trascorrevano intere ore ad esercitarsi. Erano piuttosto avanti anche nello studio delle creature mitologiche più diffuse. Volevano imparare a difendersi; si erano stancati di starsene rintanati nel vecchio bunker senza poter uscire.

Castiel e Gabriel, intanto, si assentavano sempre più spesso, poiché la situazione si stava aggravando ulteriormente.
Una volta tornarono in piena notte, dopo essere stati fuori tutto il giorno. Castiel si materializzò subito in camera di Dean.
- Dean. - disse, scuotendolo lievemente per svegliarlo.
- Ehi Cas. Sei tornato. - rispose con voce assonnata, allargando le braccia per accoglierlo. - Vieni qui, mettiti a dormire.
L'angelo si sedette sul bordo del letto, accarezzando lentamente il braccio di Dean.
- Non posso, Dean. - sussurrò, assumendo un'espressione contrita. - Abbiamo ricevuto delle informazioni riguardanti il posto in cui si trova Lucifero. Ormai è certo; è fuori dalla gabbia. Non possiamo perdere quest'occasione. C'è il pericolo di incappare di nuovo nell'Apocalisse, ed io non voglio correrlo.
Dean sollevò il busto di scatto, preoccupato. - Cas, mi sembra troppo pericoloso. Non metterti nei casini, per favore. - disse, stringendolo forte. - Non voglio perdere anche te, capito?
Castiel affondò il viso tra i capelli di Dean, pieno di tristezza, mentre ne aspirava il profumo ad occhi chiusi. - Mi dispiace, Dean. Ma è mio dovere 
proteggerti. Come è mio dovere proteggere Sam. Ed il resto del mondo, ovviamente. - gli rispose con una risata ricca di amarezza. - Voi siete sempre stati la cosa più vicina ad una famiglia che abbia mai avuto. Voglio eliminare tutto ciò che vi minaccia.
Dean sorrise intenerito. Iniziò a dargli tanti lievi baci sul volto, mentre Castiel sospirava e lo stringeva a sé. - Dean, devo andare...
Dean si allontanò da lui, a malincuore. Rimase un momento in silenzio, poi disse con fermezza: - Ok, Sammy resta qui, ma io vengo con voi.
Fece per alzarsi, ma l'angelo lo fermò. - No, Dean. Non posso permettermi di farti correre questo rischio. Sei un umano, ricordatelo.
L'altro si scaldò. - Ed io non posso permettermi che tu vada a zonzo a cercare Satana senza di me! Hai una vaga idea di che angoscia proverei se non mi lasciassi venire? - disse, distogliendo lo sguardo.
- Mi farò sentire, Dean. Per favore, non ti preoccupare. Ce la faremo.

Dean rimase in un silenzio irritato, evitando di guardarlo. Castiel gli prese una mano, portandosela alla bocca. La baciò con infinita tenerezza.
- Okay. - mormorò poi Dean all'orecchio di Castiel, rassegnato, mentre lo abbracciava nuovamente. - Promettimi solo di non morire, va bene?
Castiel prese il volto di Dean tra le mani, e lo osservò con attenzione, indugiando sui suoi occhi verdi che lo guardavano con ansia. Poi lo baciò con dolcezza, lentamente.
- Mi farò sentire. - ripeté. Diede un ultimo, leggero bacio all'angolo della bocca di Dean. - Ti amo, Dean.
- ...Ti amo anch'io, Cas. - rispose Dean, ma l'angelo era svanito prima che potesse udire la sua risposta.

Dean si alzò dal letto, sospirando. Il contatto dei suoi piedi nudi col pavimento gelido lo fece rabbrividire, ma non gli importava. Si sentiva intorpidito e confuso. Aveva una brutta sensazione.
Dei terribili, indesiderati ricordi si fecero largo tra i suoi pensieri. Castiel che veniva trascinato all'Inferno da Abbadon, mentre i cancelli si richiudevano. Dean che perdeva la presa su di lui, rimanendo solo col suo impermeabile tra le mani. Dean che moriva stretto ad esso, aspirandone il profumo un'ultima volta, quasi per compensare la mancanza di Castiel.
Sentì una fitta allo stomaco. Non voleva perderlo, non di nuovo.
Scese in cucina, dove prese una birra dal frigo. Poi si diresse nel salone. Vide che sul divano vicino ad una delle numerose librerie c'era Sam, che sorseggiava una birra con aria provata.
Andò a sistemarsi accanto a lui, stappando la bottiglia coi denti. - Brutta nottata, eh?
Sam si passò una mano tra i capelli, sospirando. - Lasciamo perdere. Cas ti ha raccontato tutto, vero?
- Già. - rispose Dean, dopo aver bevuto una lunga sorsata di birra. - Immagino che Gabriel abbia fatto lo stesso.
L'altro annuì in silenzio.
- Credi che riusciranno a sopravvivere?
Sam gli lanciò uno sguardo colmo di tristezza. - Non lo so, Dean. Non lo so proprio.
Dean si prese il volto tra le mani, stanco. Poi si alzò dal divano. - Beh, io vado a prendere il computer, così scrivo qualcosa. Magari riesco a distrarmi.
- Buona idea.
Andò a prendere il pc portatile nella sua stanza, dopodiché tornò in salone, dove si mise seduto al grande tavolo centrale. Intanto Sam aveva iniziato a leggere un libro sul divano, Il Mago di Oz.

Dean sorrise tra sé e sé , ricordandosi dell'allegra, testarda Charlie. Ma il sorriso fu subito offuscato dal senso di colpa che lo colpì improvvisamente. Gli mancava, come gli mancavano Bobby, Jo, Ellen, Kevin e tutti gli altri. Come loro, era morta per colpa sua. Il disgusto verso di sé, che non lo aveva mai abbandonato, neanche prima che quei demoni piombassero nella sua vita per rovinargliela, lo travolse.
Castiel era l'unico ad essere riuscito a portare un po' luce nel buio del suo dolore, come un tenue raggio di sole.*
L'angoscia andò ad aggiungersi al senso di colpa. Aveva paura che potesse capitargli qualcosa di brutto. L'unica cosa di cui era certo, era che non avrebbe potuto affrontare la sua perdita una seconda volta.

Intanto la pagina sul computer rimaneva bianca. Non riusciva a scrivere nemmeno una parola.
Dean osservò Sam. Era assorto nella lettura; la sua espressione era meno tesa rispetto a prima, sebbene non del tutto rilassata. Anche lui stava provando le stessa angoscia, le stesse paure.
Sam sorrise, probabilmente per qualcosa che aveva appena letto, e Dean lo guardò con tenerezza.
- Sam. - esordì Dean all'improvviso, con una certa tristezza. Sam alzò lo sguardo con aria interrogativa. - Senti... Volevo solo dirti che mi dispiace. Per quello che è successo allora. Ero tuo fratello, e non sono riuscito a salvarti. Sono stato completamente inutile, e continuo ad esserlo, probabilmente.
Sam si alzò immediatamente dal divano, e andò a sedersi accanto a Dean. Gli strinse una spalla affettuosamente. - Dean, non è colpa tua. La responsabilità era solo mia; sono stato io a prendere quella decisione. Inoltre, non puoi salvare tutti. Dovrò ripeterlo un altro centinaio di volte anche in questa vita? - disse sorridendo. - Non importa più, Dean. È passato. Siamo qui, e siamo vivi, cos'altro importa? Devi smetterla di tormentarti. Ma soprattutto devi smetterla di disprezzarti. L'hai fatto per una vita intera.
Dean abbassò lo sguardo, avvilito. - Non è facile, Sammy. Non è facile quando ti senti continuamente uno schifo, un inutile scarto umano.
Sam si scaldò. - Ma non ti sforzi nemmeno, Dean! È questo che devi fare, sforzarti! Sei una grande persona, devi solo rendertene conto. - disse in tono acceso. Poi cambiò espressione. - Mi sono appena ricordato di una cosa. Aspettami qui, torno subito.
Andò di corsa nella sua camera, mentre Dean lo guardava perplesso. Tornò un istante dopo con qualcosa tra le mani.
- Forse è ora che ti restituisca questo. - disse sorridendo, porgendogli un ciondolo. Era leggermente arrugginito, e raffigurava una strana maschera color oro.
Dean lo prese con la mano tremante. Se lo rigirò tra le dita, emozionato. Guardò Sam con gli occhi lucidi.
- Non ci posso credere. - disse, indossandolo. - È... È proprio quell'amuleto? Quello che mi hai regalato da piccolo?
Sam annuì con un gran sorriso.
- Come te lo sei procurato? Se non sbaglio me n'ero sbarazzato... Non ricordo neanche il perché. Scusami, Sam.
- Non fa niente, Dean. È solo un ciondolo. Ma ho pensato che potesse farti piacere riaverlo. - rispose continuando a sorridere. - In ogni caso, non lo so. Era in un cassetto del comodino accanto al mio letto.
- No, non è vero. Non è solo un ciondolo. - disse Dean, stringendo il pendente. - È il mio portafortuna. Comunque, grazie mille, Sammy.

- Stai un po' meglio adesso? - gli chiese l'altro con premura.
- Sono ancora molto preoccupato, ma sì, sto meglio, grazie. Tu come ti senti?
Sam sospirò. - Anch'io sono preoccupato. Ma si tratta di Gab e Cas, no? In qualche modo riusciranno a cavarsela, come hanno sempre fatto, quei due stronzi.
Dean rise. - Già, hai ragione. Comunque... come siete finiti insieme? Devo dire che non me lo sarei mai aspettato.

- Beh, in effetti è stato inaspettato. Nella nostra vita precedente non eravamo proprio grandi amici, ricordi? Anche se, in un modo completamente privo di gusto, aveva dimostrato che un po' ci teneva a me. Ti ricordi quel martedì che ho vissuto migliaia di volte? Ti uccise definitivamente, in modo da farmi affrontare il fatto che non potevo salvarti in alcun modo dall'Inferno, e che sarei dovuto andare avanti. Poi cedette, e ti riportò in vita. No, non eravamo affatto grandi amici in quell'epoca.
In ogni caso, tornando al presente, fino a qualche mese fa avevo una ragazza, Katy. Non era una cosa seria, ma ci stavo bene. Poi è arrivato Gabriel, fingendosi il nuovo allenatore della squadra di basket. Non perdeva mai l'occasione di mettermi le mani addosso. - disse, ridendo al ricordo. - Poi un giorno ero nello spogliatoio, mentre mi rivestivo dopo gli allenamenti, ed all'improvviso è arrivato lui e mi ha baciato, così, senza tante cerimonie. Ci abbiamo passato le ore, in quello spogliatoio.

Sam arrossì, facendo ridere Dean. - In ogni caso. - continuò, ignorandolo - Il nostro legame è diventato sempre più profondo. Non potrei stare con nessun altro all'infuori di lui.
- Ti capisco benissimo. - commentò Dean, che stava iniziando a sentirsi stanco. - Sembrate molto affiatati.
Poi guardò l'ora. Erano le quattro e mezza di mattina. - Va bene, Sammy. - continuò alzandosi. - Io sono esausto. Provo a mettermi a letto, sperando di riuscire a dormire.
- Credo che seguirò il tuo esempio. - rispose Sam, mentre si alzava anche lui. Poi lo abbracciò. - Buonanotte, Dean.

Dean sorrise con tenerezza, dandogli leggere pacche affettuose sulla schiena. - 'Notte, Sammy.





















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* frase banalissima, giuro che non ci provo più

Allora. Sentivo il bisogno di aggiungere qualche momento tra Sammy e Dean (anche perché mi manca tanto il rapporto che avevano nelle prime stagioni, ma non ne parliamo perché potrei piangere *scappa via lacrimando*).
Ancora mi dispiace perché Dean ha buttato quel cavolo di amuleto, ho dovuto inserirlo per forza è.è

Vaaa bene, spero che questo capitolo non vi dispiaccia troppo. Alla prossima, ancora un grazie enorme a tutti quelli che seguono questa storia!



 

  
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