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Autore: Strongstay    17/05/2014    5 recensioni
Il riccio si girò verso di me e accolse le mie piccole mani tra le sue facendo incrociare le nostre dita.
Harry:"Mi ami?" chiese sussurrando.
Elizabeth:"Da morire" risposi portandomi alle labbra le sue mani baciandogli lentamente le nocche.
Harry:"Ne sei sicura?" chiese sorridendo.
Elizabeth:"E' l'unica certezza che ho." dissi facendo spallucce.
Harry:"Mi amerai per sempre?" chiese guardandomi dritto negli occhi.
Elizabeth:"Per sempre." affermai sicura di me.
Harry:"Promesso?" chiese accarezzandomi la schiena.
Elizabeth:"Promesso."
Genere: Erotico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tic Tac
 
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Scesi terrorizzata dalle gambe di Harry ed osservai attraverso le enormi lastre di vetro cosa fosse successo.
“Cazzo Hazz, si è bloccata.” Esclamai girandomi verso di lui.
Il riccio era seduto comodamente, la notizia non lo scosse affatto, anzi dalle sue labbra fu udibile un ghigno. Quel ragazzo riusciva sempre a lasiarmi perplessa. Ormai, ero a conoscenza della sua paura delle altezze e mi stupì non avvertire nemmeno un minimo di preoccupazione nel suo sguardo.
“Adesso abbiamo più tempo a disposizione, no?” Affermò alzandosi.
Quell'affermazone mi spiazzò totalmente, dovevo ancora analizzare il contenuto di quell'ammasso di parole, che non riuscivo davvero a comprendere. D'un tratto, fu come se la nebbia che mi impediva di comprendere quell'insolita sitiuazione stesse svanendo e tutto si stesse facendo più chiaro.
“Sei stato tu? Ti sei messo d’accordo con l’addetto?” Chiesi ridendo.
“Passeremo la notte qui, è meglio se ti metti comoda.” Rispose, accarezzandomi una guancia.
Non so cosa mi spinse a lasciarmi andare, forse mi sembrava tutto così irreale da essere disposta a rischiare, a fregarmene delle conseguenze e godere di quell’esperienza così irripetibile. Quand'ero con lui era come se una miriade di saette stessero percuotendo il mio corpo, rendendolo incapace di reagire al tutto, ma paradossalmente, con la sua presenza al mio fianco trovavo la forza per spiccare il volo ed abbandonare una volta per tutte le mie incertezze.
Afferrai i lembi del maglione del riccio e vi giocherellai per un po’, il mio volto era appoggiato al suo torace e le mani del riccio scendevano lungo la mia schiena. Ad ogni nostro movimento, era udibile uno scricchiolio. La cabina dondolava a mezz’aria, sorretta da un singolo appoggio, la corrente continuava stranamente a circolare illuminandone non solo l’interno, bensì anche le piccole luci natalizie che la circondavano.
Pian piano, potei notare dei piccoli fiocchi di neve volteggiare nell’aria, accompagnati da un freddo pungente, tipico di questo periodo.
Alzai lo sguardo verso le iridi del riccio e le osservai sprigionare una potente luce. Le sue labbra erano incurvate in un lieve sorriso, e seguivano a ruota il suo sguardo che si perdeva in ogni fiocco che si scontrava contro la cabina.

“In questo momento, mi sento sopra al mondo, pronto ad affrontare qualsiasi ostacolo mi si ponga davanti. Mi basta averti vicina, sentire la tua presenza, il tuo profumo, annegare nei tuoi occhi…” Dichiarò sospirando.
Il moro affondò il suo volto tra i miei capelli, inspirando il profumo inconfondibile del mio shampo ai frutti di bosco. Ogni qual volta il respiro del riccio si faceva più pesante, avvertivo il suo torace rilassarsi sotto al mio volto.
“Harry…” Affermai, afferrando le sue mani.
“Dimmi amore.”
“Ti amo.”
Detto ciò non lasciai tempo al riccio di rispondermi ed avvicinai le mie labbra alle sue per qualche istante, per poi indietreggiare, sentendo ancora il suo sapore.
Il riccio, però, non era sazio. Si avvicinò ancora di più a me, la mia schiena premeva contro una lastra di vetro, già congelata, e in un attimo posò le sue labbra carnose sulle mie. Nonn feci in tempo a gustarle del tutto, che la sua lingua separò le mie labbra in una corsa sfrenata contro il tempo. I suoi baci erano diventati una vera e propria droga per me, ne ero fin troppo dipendente. Necessitavo di sentire un contatto tra i nostri corpi, non ne ero mai sazia.
Le mani del riccio, che si muovevano frenetiche sul mio corpo, mi abbassarono le spalline fino ai gomiti, per poi farle scendere del tutto. Le sue labbra, tuttavia, non si staccavano mai dalle mie e mi davano la forza per godere di quel piacere disumano.
Le mie mani scesero lungo la schiena del riccio, fino a raggiungere i lembi del suo maglione, che tirai verso l’alto fino a sfilarlo del tutto, proprio come feci con la maglietta che gli fasciava il torace, al di sotto del maglione. Quando il suo torace fu spoglio di ogni indumento, spostai le mie labbra su di esso e ne baciai ogni centimetro, mordendone delicatamente i capezzoli.
Harry indietreggiò e si stese su una lastra di acciaio, ricoperta di un tessuto caldo, che fungeva da sedile. Io intanto mi tolsi i fastidiosi trampoli che mi fasciavano i piedi e mi sedetti a cavalcioni su di lui.
Le mani di Harry si posarono sulle mie spalle e scesero lungo le mie braccia fino a poggiarsi sul mio ventre. Con un abile gesto, il riccio mi tolse il vestito e lo gettò sul pavimento, per poi ritornare ad osservare il mio corpo.
“Stringimi.” Sussurrò il riccio.
Senza esitare, mi distesi accanto ad Harry e poggiai il volto sul suo torace scoperto. Le mie piccole mani stringevano le sue possenti braccia, mentre le sue scorrevano lungo il mio corpo nudo, coperto solo dalla biancheria. Quando le sue mani raggiunsero le spalline del mio reggiseno, sentii il suo torace inarcarsi sotto il mio volto, il suo respiro farsi leggermente più pesante e il suo battito martellare contro la gabbia toracica, quasi volesse oltrepassarla. Le dita del riccio avvolsero la poca stoffa che fasciava le due asticelle lungo il loro perimetro più volte, fin quando trovarono il coraggio di abbassarle leggermente, in modo da lasciarmi il collo del tutto scoperto.
Harry mi spostò il volto dal suo torace con delicatezza e si spostò sopra di me, poggiando i suoi fianchi sui miei. Si sporse leggermente in avanti per assaporare nuovamente le mie labbra, per poi allontanarsi da esse e spostarsi sul mio collo.

La mia cute rabbrividì al contatto con le sue labbra, sentivo la pelle d’oca farsi spazio sulla mia pelle, ma i miei sensi furono del tutto inebriati quando le labbra del riccio tirarono la cute proprio sotto al mio collo fino a renderla rossastra. Dopo qualche istante, per alleviare il piccolo dolore, intervenne la sua lingua percorrendo il contorno della chiazza rossastra, finché il lieve dolore non scomparve del tutto e le sue labbra si staccarono dalla mia cute.
Le mani di Harry, intanto scorrevano sulla mia pelle quasi volessero modellarla. Inarcai la schiena quando arrivarono ai miei fianchi e proseguirono lungo di essa, per poi fermarsi al gancetto del mio reggiseno che fu finalmente slacciato e gettato sul pavimento, insieme agli altri indumenti.
Il mio corpo restò immobile, tremando leggermente tra le mani del riccio e permettendogli di osservarlo e assaporarlo.
Lo sguardo di Harry vagava lungo le mie curve, fino a soffermarsi sui miei seni, le sue mani salirono lungo la mia cute fino ad arrivare ad essi e sfiorarli con le punte delle dita. Deglutii fortemente, sperando in un contatto più deciso tra i nostri corpi e fortunatamente le labbra del riccio non resistettero all’impulso di assaporare i miei seni. Gettai la testa all’indietro, mentre con le dita stringevo i riccioli frivoli di Harry, intento nell’assaporare i miei capezzoli, consumandoli sempre di più. Il suo volto spingeva contro il mio torace e i suoi fianchi ancora fasciati dai jeans attillati spingevano contro i miei insistentemente.
Le mie labbra secche emisero un sospiro, subito accompagnate dallamia voce, bassa e roca, che sussurrò il nome del ragazzo sopra di me. Presi un po’ d’aria, spingendo Harry più indietro, ma le mie mani si spostarono sui fianchi del riccio senza il mio consenso e gli slacciarono i soffocanti pantaloni.
“Non riesci proprio a resistermi eh.” Disse sorridendo.
“Rivestiti.” Affermai, coprendomi i seni con le mani.
“Non se ne parla. Ti voglio mia ancora per molto.”
Detto ciò, il riccio si abbassò i pantaloni fino alle caviglie, per poi gettarli sul pavimento e ritornare su di me. Senza esitare poggiò le sue labbra sul mio ventre e abbassò lentamente le mie mutande del medesimo colore del vestito, senza sfilarle del tutto.
Prima di procedere, mi guardò negli occhi ottenendo il mio consenso.
Il riccio aprì le mie gambe e posò le sue labbra su una mia coscia baciandola lentamente spostandosi sempre più verso di me. Quando le sue labbra sfiorarono la mia intimità sussultai, ma Harry la baciò solamente facendomi tremare. Aspettavo in un suo passaggio più deciso, sapevo che la lucidità del riccio non avrebbe resistito per molto e ne ebbi la conferma.
Senza nemmeno pensarci il riccio entrò in me con due dita facendomi sussultare, al primo impatto gemetti, ma dopo un po’ mi abituai. Harry estrasse le dita dalla mia intimità e lo portò alle labbra assaporando il mio sapore, ormai familiare alle sue papille gustative.
Sapevo che non si sarebbe fermato a ciò, infatti avvicinò nuovamente le sue dita ad essa, ma il cellulare del riccio squillò, interrompendoci.
“Ma che cazzo!” Contestò Harry, frugando tra le tasche del suo giubbotto in cerca del suo cellulare. Quando lo trovò, lesse il nome “Luke” sullo schermo e gli rispose mettendolo in vivavoce.
“Testa di cazzo, cosa vuoi adesso?”
“Punto primo, la cabina è di vetro quindi malgrado la neve si vede tutto.” Rispose ridendo.
Harry strabuzzò gli occhi più incazzato che imbarazzato, mentre le mie guance divennero color peperone, volevo sprofondare. Istintivamente mi tirai su le mutande e mi fasciai il corpo con il giubbotto del moro, mi dava fastidio che qualcun altro mi stesse osservando.
“Secondo, e più importante, mi ha chiamato Max, l’addetto della ruota e mi ha detto che il suo capo ha scoperto che la ruota è ancora in funzionamento e sta venendo qui per mandarci via!” Disse il biondo agitandosi.
“Merda, quanto tempo abbiamo?” Chiese il moro, rivestendosi.
“Qualche minuto, non più di cinque minuti.” Rispose, per poi attaccare.
In fretta e furia, io ed Harry ci rivestimmo, temendo di non essere pronti in tempo. Mentre mi infilavo le scarpe avvertii un forte senso di nausea e mi piegai in ginocchio, rimettendo le pietanze che avevo gustato quella sera.
Harry preoccupato si avvicinò a me e mi strinse i fianchi.
“Va tutto bene.” Sussurrò, raccogliendomi i capelli in una coda alta.
Delle lacrime, quasi impercettibili mi bagnarono il volto. Riuscivo sempre a rovinare tutto, commettevo sempre degli errori, non sarei mai stata perfetta ed Harry ne era perfettamente consapevole, ciononostante mi dedicava tutte le sue attenzioni, mi faceva sentire amata, preziosa e sprecava tutte le sue doti e buone qualità con una come me; non mi sarei mai sentita alla sua altezza. Era bastato qualche attimo per ridurre in frantumi le poche certezze che mi sorreggevano.
Nonostante dentro di me si scatenasse un uragano di incertezze, mi limitai ad annuire e alzarmi per ripulirmi un po’. Quando i miei piedi toccarono terra e riuscii a reggermi in piedi, la ruota ritornò a muoversi e nel giro di cinque minuti ci fece raggiungere terra.
 
* * *
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Con delicatezza, Harry aprii la porta di casa, sbirciando che nessuno si aggirasse tra i corridoi e ci diede il via libera di seguirlo a ruota. In punta di piedi raggiungemmo il piano superiore e riuscimmo a non fare rumore, finché Gemma, caricata a sacco di patate sulle spalle di Luke, nel sonno più profondo, incominciò a russare facendo svegliare di soprassalto Anne, che precedentemente dormiva nella prima stanza.
La donna si alzò dal letto imbestialita, i capelli arruffati e gli occhi fuori dalle orbite le davano un’aria più accattivante, e si avvicinò al figlio minore afferrandolo per un orecchio, con la delicatezza di un elefante.
“Si può sapere che ci facevate in giro alle quattro del mattino?!” Sbraitò, trascinandoci al piano di sotto.
“Possiamo spiegarti tutto…” Rispose Harry, cercando di staccare la mano nervosa della madre da un suo orecchio.
“Sentiamo.” Disse lei nervosa.
Anne ci fece sedere sugli sgabelli della cucina, mentre lei frugava tra le mensole proprio sopra ai fornelli.
“Abbiamo fatto un giro sul London Eye e si è bloccato, così abbiamo dovuto aspettare fino ad ora che ci facessero scendere.” Intervenne Luke, più calmo del solito.
“Elizabeth, so che sei una brava ragazza, dimmi la verità. E’ andata così?” Chiese Anne, catturando la mia attenzione.
Io mi limitai ad annuire debolmente, forzando un piccolo sorrisetto per rendere il tutto più credibile.
Anne si alzò dal divano e ritornò in camera sua, imponendoci di dormire per le poche ore rimaste.
Salimmo le scale aiutando Luke a trasportare Gemma e la facemmo stendere sul suo morbido letto a due piazze, lasciammo a Luke il compito di infilarle il pigiama e rimboccarle le coperte, ed entrammo sfiniti in camera nostra.
Mi gettai a peso morto sul morbido letto e serrai gli occhi sentendo le poche forze che mi permettevano di reggermi in piedi abbandonarmi lentamente.
Mentre la mia mente vagava tra i mille pensieri, soffocando la realtà a me circostante, sentii delle mani sfilarmi lentamente quei dolorosi tacchi alti che avevo dovuto sopportare per tutta la serata. Sempre le stesse mani mi fecero inarcare la schiena sfilandomi lentamente il vestito, per poi infilarmi una maglietta larga e più comoda. Aprii leggermente gli occhi e scrutai la figura ombrosa del riccio coprire il mio esile corpo con una calda coperta invernale, per poi stendersi a sua volta sul letto e fasciarmi il corpo con le sue possenti braccia. Quando il mio volto si girò verso il suo, facendo scontrare lievemente i nostri nasi, i miei sensi furono inebriati di una fragranza familiare, il suo profumo di vaniglia mescolato all’odore inconfondibile del suo shampo alla camomilla. Le mie mani salirono istintivamente lungo il corpo sudato del riccio, fino a raggiungere i suoi frivoli ricci che tanto amavo. Erano leggermente sudati, ma ciò non mi dispiacque affatto, così presi ad arrotolare piccole ciocche tra le mie dita, fin quando il riccio socchiuse gli occhi ed incurvò le sue labbra in un sorriso. I miei occhi si aprirono leggermente ed incontrarono le iridi luminose del riccio.
“Che ore sono?” Chiesi sbadigliando.
“Sono ancora le cinque del mattino, hai dormito poco più di mezz'ora.” Rispose, accarezzandomi i capelli.
Racchiusi il corpo di Harry tra le mie braccia, quasi avessi paura che potesse andarsene, le mie gambe stringevano le sue, imprigionandolo tra di esse, le mie tempie spingevano contro il suo torace senza dargli tregua e le mie braccia scorrevano lungo il suo corpo amorevolmente, provocandogli una leggera pelle d’oca. Le labbra del moro, invece, mi lasciavano dei morbidi baci tra i capelli sudaticci, non mostrando alcun segno di protesta alle mie attenzioni soffocanti.
“Tu mi appartieni.” Sussurrai, serrando lentamente le palpebre.
“Bene.” Sussurrò “Perché non posso fare a meno di te.” Sospirò delicatamente.
Ci addormentammo così, affogando tra le nostre braccia, tra i nostri respiri, in un amore troppo grande ed impegnativo per chi non ha il coraggio di affrontare le mille sfide che ci si pongono davanti ogni giorno, ma profondo abbastanza per due anime come le nostre, che avevano tanto cercato il vero amore e una volta trovato temevano di farselo scappare.

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-Note autore-
Prima di tutto volevo scusarmi per il ritardo madornale. Purtroppo, ho dovuto far resettare il mio computer e l'ho avuto solo adesso, quindi oggi mi sono impegnata per terminarlo e poterlo pubblicare.
Passiamo al capitolo: Allora, inizio dicendo che il titolo non è casuale, ma ha due motivazioni.
1) Volevo lasciare nella mia Fan Fiction una traccia della mia trilogia preferita, Hunger Games.
2) E' un avvertimento. Manca solo un capitolo al grande avvenimento e volevo indicare così lo scorrere del tempo, che passa sempre più velocemente.
Questo capitolo è abbastanza importante perché mostra ancora una volta quanto i due protagonisti si amino e sarà come una contrapposizione alla parte successiva. Nel complesso il capitolo non mi dispiace, ma non sono soddisfatta come vorrei. Leggo tante fan fiction ogni giorno e temo di non essere mai all'altezza delle altre, è una sensazione orribile, tuttavia, sono orgogliosa di me per essere arrivata a questo punto e spero di avere il vostro appoggio sempre.
Beh, vi ho annoiate abbastanza, quindi mi dileguo.
Aspetto con ansia una vostra recensione. Bacioni,
Strongstay xx

 
  
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