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Autore: fenrir93    18/05/2014    5 recensioni
Lao Tsu sosteneva "Ciò che per il bruco è la fine del mondo in realtà è una bellissima farfalla"...
Lo scoprirà Fine una ragazza timida e impacciata che vedrà crollare il suo mondo costruito di certezze incrollabili da un arrogante quanto mai affascinante giovane di nome Shade.
Cosa farà la nostra protagonista?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciò che per il bruco è la fine del mondo in realtà è una bellissima farfalla.
Lao-Tzu
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Fine aveva poche certezze nella vita, come il sapere di non essere attraente per il genere maschile, l’incapacità di essere una ritardataria cronica la mattina oppure di non riuscire mai in un negozio di vestiti a scegliere qualcosa che la valorizzasse veramente.

Ma tra tutte queste era a conoscenza della curiosità dell’amica, sapeva benissimo che la sua amica Rein non aspettava altro che fargli una ramanzina a riguardo dell’inatteso incontro ravvicinato con Shade.

Lo vedeva da come la guardava e aspettava il momento giusto per introdurre il discorso in quella stentata e imbarazzante conversazione che stavano avendo da pochi minuti.

In attesa di questo, Fine non avrebbe sicuramente reso le cose più facili a Rein, la ragazza stava bevendo con lentezza un caffè bollente.

-Allora dopo il giro turistico della scuola con quell’essere che cosa hai fatto? Spero vivamente che ti sia lavata i denti e igienizzata la gola, sai dopo quel carotaggio effettuato da Shade, oppure era un qualche tipo di pratica bocca a bocca per rianimare? Piuttosto inconsueto se è così… – sibilò Rein incapace di trattenere oltre la propria curiosità.

Fine sputò completamente l’intero caffè mancando per un pelo la malcapitata amica, si girò allucinata e disse – Carotaggio? Tra tutte le tue pseudo metafore questa le batte tutte!-

Rein alzò gli occhi al cielo esasperata, guardò sconsolata l’amica sperando che di tutto il discorso le fosse giunto il senso oppure si era incantata di proposito sul particolare più insignificante.

-Fai sul serio con quel belloccio? Che ti salta in mente di incollarti a lui in quel modo? Dio, quando ho aperto la porta della biblioteca speravo che fosse tutto uno scherzo quasi avrei preferito che vi insultaste. Anche Bright è rimasto basito!- continuò imperterrita Rein sfilandosi il giubbotto visto che ormai erano giunte in classe e si apprestavano ad aspettare l’inizio delle lezioni.

- Lui mi è saltato addosso non io, ha cominciato a dire strane cose sul mio aspetto, come l’offuscare volutamente la mia bellezza e altre cose prive di senso, ma torno a ripetere lui mi è saltato addosso e non il contrario.- Fine si tolse con foga la sciarpa sperando che magicamente si trasformasse nel collo di Shade e potesse soffocarlo o perlomeno stropicciarlo come quella malcapitata sciarpa.

- Fine capisco che è il primo ragazzo che sia così diretto con te e che di conseguenza tu spiazzata abbia risposto al suo bacio ma hai sbagliato! E’ un host, cosa credi di ottenere? Le persone non si cambiano, lui con te si è comportato come sul posto di lavoro e tu ti sei lasciata irretire.- sostenne Rein parandosi davanti a Fine.

- Ora basta! - a seguito di quello scoppio d’ira l’intera classe si ammutolì, era raro se non impossibile che Fine perdesse le staffe.

La ragazza con un diavolo per capello si diresse fuori dalla classe mentre Rein la raggiunse e la bloccò per un polso.

-Fine non arrabbiarti ti prego! Io lo dico per te, non voglio che tu soffra. Lui non è quello giusto per te. E’ cinico, freddo come il ghiaccio e un inguaribile donnaiolo. Ha troppa esperienza alle sue spalle per non farti capitolare…-

Vi fu un silenzioso scambio di sguardi, ma questa volta gli occhi di Fine fiammeggiavano d’ira e fu la prima a sciogliere il contatto, fece per andarsene ma venne fermata di nuovo da Rein.

-Dove vai?- le chiese incerta.

-A prendere un altro caffè visto che l’altro l’ho sputato per colpa tua, non preoccuparti a seguirmi, non salterò al primo venuto facendolo mio in qualche polverosa classe  della scuola. Terrò a bada i miei ormoni.-

Detto questo Fine volse le spalle a Rein e si diresse verso le macchinette.

Perché Fine non capiva?
Rein voleva semplicemente avvertirla di stare lontana da quel tipo, Fine non riusciva a vedersi ma i suoi occhi brillavano di una luce nuova quando parlava del ragazzo che l’amica non gli aveva mai visto, una luce che dalla morte della madre di Fine si era spenta, mai le aveva risposto così, mai l’aveva guardata in modo così freddo che tanto le ricordava quell’odioso individuo.

Nel frattempo Fine ignara delle preoccupazioni di Rein si apprestava a prendere il suo secondo caffè dalla macchinetta, si sentiva in colpa per aver risposto in quel modo a Rein ma aveva sorpassato il limite, non poteva essere protettiva in quel modo con lei non era più una bambina, era una ragazza indipendente.
Persa nelle sue elucubrazioni con gli occhi rivolti al soffitto della scuola non si accorse di aver attirato l’attenzione di un predatore molto pericoloso.

-Hai intenzione di rimanere ancora molto davanti alla macchinetta? Vorrei prendere un caffè ma quel tuo maglione grigio topo m’impedisce la visuale.- secco e brusco, il tono di Shade era inconfondibile.

Fine si scosto semplicemente senza nemmeno rivolgergli un’occhiata solo un tremore impercettibile alle spalle tradì il suo nervosismo.
Shade le passò volutamente vicino sfiorandole quasi la spalla, inserì le monete e attese la fuoriuscita della bevanda.
Interminabili secondi in cui avveniva una battaglia di sguardi.
Fu Shade  a rompere il silenzio per primo.

-Ma non puoi scioglierti quei capelli? Devi per forza tenerli legati in quel modo?- le dita di Shade sfiorarono impercettibilmente la chioma ribelle di Fine.

Fine schiaffeggiò la mano e disse velenosa – Oltre ad host anche hair-stylist? Un uomo dalle mille abilità.-

Il ragazzo inarcò un sopracciglio divertito si avvicinò impercettibilmente a lei intrappolando tra il muro e la macchinetta per poi sibilarle – E’ semplice buon senso, quella chioma sembra soffocare, lo dico per renderti una creatura appartenente al genere femminile.-

-Gentile da parte tua, lo dici a tutte le tue clienti? Oppure ieri hai fatto un eccezione alla regola e hai voluto vedere se ero capace di pulsioni come tutte le donne di cui tu ti circondi?- cercò di allontanare l’imponente figura del ragazzo ma quello per dispetto si avvicinò ancor di più.

Era difficile cercare di parlare ragionevolmente con quel ragazzo, era sicuramente odioso ma innegabilmente attraente.
Quegli occhi blu che la fissavano costantemente in maniera maliziosa oppure quel corpo che la sovrastava e la faceva sentire ancora più minuta di quel che fosse.

Shade le alzò il viso con il dito e poi le sussurrò a fior di labbra – Quello di ieri era solo un assaggio, ma una verginella frigida come te non sa neanche di cosa sto parlando.-

Poi dopo aver finito il caffè in un sorso gettò il bicchiere nel cestino per poi andarsene, non fece in tempo a svoltare l’angolo che una procace bionda si era artigliata al suo braccio guardandolo con occhi languidi.

Fine incapace di emettere un fiato si rannicchiò su sé stessa, poi dopo pochi minuti si rialzò e come se niente fosse ritornò in classe tentando di celare a
Rein il rossore e il cuore che rischiava di uscire dalla sua gabbia toracica a causa del suo battere furioso.

Le lezioni passarono in fretta e Fine nemmeno si accorse dello scorrere delle ore se non per una gomitata di Rein che la riportò nel mondo reale, le stava lanciando un’occhiata preoccupata ma non riusciva a capire il perché.

-Signorina Fine!- trillò la professoressa di arte, ecco i motivo dell’occhiata preoccupata di Rein, quell’arpia della professoressa odiava essere ignorata.
Fine rivolse finalmente un’occhiata alla classe, la prof presentava sulla diapositiva “l’Apollo e Dafne” del Bernini, una delle opere preferita di Fine.

-Mi dica professoressa- Fine tentò di usare la carta della gentilezza.

-Potrebbe aiutare la sua compagna a spiegare l’opera? E’ stata piuttosto nebulosa nella descrizione, per non dire disastrosa.-

La compagna in questione altri non era che la gatta morta che si era artigliata a Shade prima dell’inizio delle lezioni, il suo nome era Cassidy.
Quest’ultima ghignò verso l’indirizzo di Fine e poi disse – Quell’impiastro mi può aiutare ben poco, come le ho già detto professoressa la statua fu costruita tra il 1522 e il 1525, il soggetto del gruppo è tratto dalle Metamorfosi di Apuleio e i soggetti sono Apollo e Dafne. Il tema dell’opera è naturalmente la celebrazione dell’amore.-

Fine non potè fare a meno di ridere interrompendo lo sproloquio di Cassidy, mentre Shade osservava divertito la scena.

-Sarò pure un impiastro ma almeno che conserva la capacità cognitiva. La statua fu costruita fra il 1622 e il 1625, è tratto dalle metamorfosi di Ovidio e non Apuleio come sostieni tu inoltre il tema è erroneo. Non vi traspare  alcun tipo di amore nella statua. Dafne è inseguita da Apollo, terrorizzata perché sta per mutare in alloro mentre Apollo che la cinge è calmo implacabile poiché dio della razionalità. Non vi è amore tra i due ma sono entrambi vittima di un crudele scherzo architettato dal crudele Cupido che per punire Apollo che si era vantato di essere un migliore arciere rispetto a Cupido.- concluse Fine scoccando un’occhiataccia a Cassidy.

Storia dell’arte era una delle tante passioni che aveva ereditato dalla madre.

La prof annuì soddisfatta mentre Cassidy abbassava il capo rossa di vergogna mentre Rein le sussurrava all’orecchio – Ben fatto. La strega è ritornata al suo antro-

Fine sorrise complice  a Rein, mentre quest’ultima le disse – Mi dispice, ho esagerato. Ma non posso fare a meno di preoccuparmi.-

-Lo so- disse Fine e dopo aver fatto l’occhiolino a Rein chiese alla prof di poter andare in bagno.
Mentre si stava lavando le mani, Fine avvertì immediatamente la presenza di qualcuno alle sue spalle e si girò immediatamente per poi rilassarsi.
Un paio di occhi cobalto l’osservavano curiosi.

-Sei nel bagno delle donne, vuoi assalire qualcuno?- le disse caustica Fine.

-Sai che sei tremendamente eccitante mentre tutta sicura parli di ciò che ami? Lo sguardo che ti brilla, una gestualità più marcata oppure il tuo passarti la lingua sulle labbra secche.- disse mentre la intrappolava sul lavandino, stava ormai diventando un’abitudine impedirle di fuggire con il proprio corpo.

-Eccitante? Ma se non mi consideri una donna?- Fine era allibita.
Cercava di svincolarsi, la situazione stava degenerando e avere il bacino di Shade così vicino e il suo respiro caldo che le sfiorava  capelli la destabilizzava, doveva fuggire.
-Scappi? Hai forse paura?- domandò Shade mentre un ghigno si dipingeva sulle sue labbra.

Scappare?

Proprio così, Fine non rispose ma sapeva che doveva fuggire, non poteva e non doveva provare nulla per Shade anche se i battiti furiosi del suo cuore tradivano i pensieri della sua mente, incapace di rispondere lo fissò negli occhi.
Shade dal canto suo si stampò in faccia il suo solito ghigno sardonico, ma questa volta fine scorse nei suoi occhi una pericolosa scintilla, non fece in tempo a dire nulla perché la bocca di Shade si era posata bruscamente sul suo collo.

-Dimmi che ti piaccio- duro e imperscrutabile.

-Non mi piaci… Ah!- Fine non riuscì a non gemere, perché dopo aver ascoltato la risposta Shade le stava lentamente succhiando la parte destra del suo collo, tra la giugulare e la clavicola, facendo passare su quella pelle nivea la lingua più volte, vessandola e suggendo con i denti per poi lasciare sopra la pelle arrossata baci lascivi.

-Lasciami, io…- Fine era in balia di quelle sensazioni del tutto nuove, sapeva che era sbagliato, se fossero stati scoperti da qualche alunna sarebbe successo il finimondo tuttavia quel profumo che Shade aveva la destabilizzava, fresco e muschiato, le ricordava la foresta di pini con cui andava in gita da piccola con sua madre.

Le mani di Shade grandi e forti le artigliavano i fianchi, imprigionandola sul lavandino senza possibilità di fuga.
Poi all’improvviso la magia finì, Shade si staccò brutalmente dopo aver posato un ultimo bacio sul suo collo e la guardò.

Si sentiva strano tuttavia se esternamente poteva sembrare freddo e  distaccato, internamente si agitava un mare in tempesta, dopo essersi staccato dal corpo di Fine si sentiva quasi orfano di quel calore e poi il corpo di Fine era qualcosa di sublime, era bassa gli arrivava di poco al petto, tuttavia era magra e slanciata e da quel poco che aveva accarezzato aveva dei bei fianchi torniti e un sedere niente male.
Fine dopo un’ultima occhiata fece per andarsene ma fu prontamente bloccata da Shade.

-Piaciuto verginella?- disse sarcastico mentre gli depositava un bacio sul collo che fece di nuovo fremere Fine.

Verginella?

Dunque era questo, un gioco da usare e poi buttare alla comparsa di un balocco più nuovo e interessante.
Fine nonostante sapesse che non dovesse fidarsi di Shade si sentì comunque ferita dal tono derisorio di Shade e dopo essersi girata furente gli rispose – Non sono un oggetto da usare a piacimento chiaro? Se vuoi soddisfare qualche voglia prendi una bambola gonfiabile oppure una di quelle oche che ti ronzano intorno. Io non sono disponibile.-

-Verrai da me supplicando come tutte prima o poi è questione solo di tempo.- concluse caustico Shade risentito della risposta di Fine.

-C’è una cosa che non hai messo in conto però- lo interruppe Fine con una mano sulla maniglia della porta stretta convulsamente mentre infuriava una battaglia di sguardi che escludeva il mondo circostante.

-La tua inappetibilità e frigidità sul lato sessuale?- ghignò Shade mentre Fine sussultò impercettibilmente assumendo uno sguardo ferito.

-No, la mia dignità- detto questo Fine uscì dalla porta chiudendo alle sue spalle quella situazione pesante e uno sbigottito Shade che per la prima volta era stato messo a tacere da una donna.


 
N.d.a.= Ritardo imperdonabile lo ammetto, ma finalmente ho un computer funzionante che mi permetterà di concludere la storia. Che ne dite, vi è piaciuta? Io non sono molto convinta ma cercherò di spiegare meglio e analizzare i caratteri dei personaggi. Al prossimo capitolo.
 
 
 
  
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