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Autore: Ayumu Ena    18/05/2014    2 recensioni
Una giovane donna bruciata viva sul rogo rivuole la sua vita, quella che i preti inquisitori le hanno strappato molto tempo fa. Stanca di essere imprigionata fra le mura di un castello sarà disposta a tutto pur di rivedere la luce del sole. L'odio, la sofferenza e il desiderio di libertà pervadono il suo cuore e forse niente le impedirà di ottenere ciò che brama da, ormai, più di un secolo.
Dal testo:
«Non riesco a spiegarmi il perché delle vostre azioni. Sapevate che ero imprigionata qui, eppure siete entrato lo stesso.»
Raphael continuava a non capire i discorsi della donna e intanto si chiedeva chi fosse questo William di cui parlava. Gli occhi azzurri di lei continuavano a osservarlo e solo quando il ragazzo non riuscì più a sopportare il suo sguardo indagatore, venne attirato da un' angosciante verità. Davanti a lui la luce della torcia ricadeva sull'esile corpo di lei, ma nessun ombra strisciava al suolo.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I petali dell'anima


CAPITOLO UNO - La luce del cerchio nero


Era il compleanno del piccolo Samuel e come ogni anno la famiglia Faes, festeggiava quel particolare giorno portando il piccoletto in campeggio.
Quella mattina, Samuel convinse il fratello diciottenne a festeggiare il suo ottavo compleanno insieme, così Raphael prese le sue cose e con scarso entusiasmo salì in macchina, dove il padre era al posto di guida e la madre al suo fianco.
«Mamma, mamma! Hai visto, il fratellone viene con noi.»
«Sei felice, tesoro? »
«Sì, mamma.»
«Ora allacciati la cintura. Siamo pronti per partire.»
Il bimbo annuì entusiasta.
«Vale anche per te Raphael.» Nessuna risposta uscì dalla bocca del ragazzo. «Hai sentito quello che ho detto?»
«Sì, sì, ora la metto» rispose scocciato.
Osservava fuori dal finestrino nonostante Samuel continuava a parlagli ormai da un quarto d'ora. Volse lo sguardo verso di lui e solo in quel momento ricordò il compleanno del fratello.
«Comunque... Auguri peste» disse con poco entusiasmo, scompigliandogli ci capelli.
«Grazie fratellone. Dopo giochi a palla con me?»
«Devo studiare, forse dopo pranzo, se ne ho voglia.»
«Evviva!»
«Ho detto forse, non sicuramente.»
L'entusiasmo del bambino si spense per un attimo, ma poi si dedicò al piccolo robot che teneva fra le mani.
Il giovane riprese a osservare il panorama che si stagliava oltre il vetro, ma quando la noia ebbe la meglio si apprestò ad ascoltare la conversazione dei genitori.
«Come mai i Butlers non sono venuti con noi quest'anno?»
«La figlia Lilian se è ammalata proprio ieri, così l'altra sera mi hanno avvisato.»
«Per questo Samuel ha insistito tanto per Rapahel. Ora capisco.»
«Con Raphael faremo prima a montare le tende» constatò il padre.

Oh, fantastico pensò il figlio senza proferire parola.
«Siamo arrivati?» chiese impaziente la dolce e flebile voce del fratellino.
«Tra un po'» rispose il padre.
«E quanto manca?»
«Circa mezz'ora, Samuel.»
«E quanto dura mezz'ora?»
«Se dormi il tempo passa più in fretta» disse Raphael infastidito dalle continue domande del fratello.
«Davvero? Allora proverò a dormire, così quando mi sveglierò saremo arrivati.»
«Bravo dormi.»
Come promesso dal padre dopo trenta minuti di macchina arrivarono alla meta desiderata.
«Svegliati Samuel. Siamo arrivati.» Il padre lo scosse gentilmente, ma gli occhi del bambino rimasero chiusi.
«Ehi peste. Guarda che se non ti svegli torniamo a casa.» Raphael appoggiò un mano sulla spalla del fratello e lo destò in malo modo, così da fargli aprire i suoi limpidi occhi verdi.
«Eh? Cosa? Siamo arrivati?» chiese sorpreso Smuel.
«Sì, peste.»
«Io non mi chiamo peste! Il mio nome è Samuel!»
«Sì, certo, come ti pare... peste!»
Samuel scese di scatto dalla macchina, chiuse la mano a pugno e cercò di colpire il fratello, che prontamente lo bloccò afferrandogli il polso.
Montarono velocemente le tende e attesero impazienti l'ora di pranzo.
Intorno a loro il leggero venticello primaverile muoveva delicatamente i piccoli fili d'erba che si estendevano per tutta la radura. La primavera finalmente era arrivata e le cupe giornate grige autunnali erano sempre meno frequenti. Le nuvole si diradavano e lasciavano spazio ad un cielo limpido e azzurro. Il sole riscaldava la pelle della famiglia Faes in maniera piacevole e non afosa, opprimente come era solito accadere durante l'estate.
Finito di pranzare, il padre di Raphael e Samuel prese il computer e si appresto a verificare le notizie del giorno: 15 marzo 2015. Lesse con attenzione gli articoli e uno in particolare lo colpì. Quella notte sarebbe avvenuta un eclissi totale della luna. Entusiasta della notizia lo raccontò alla famiglia e il piccolo ne rimase colpito.
«Voglio vedere l'eclissi e...»
«Sempre che non ti addormenti prima» lo interruppe Raphael.

«Riuscirò a vederla.»
«Vedremo.»
La sera arrivò svelta e insieme al sole anche la luce svanì. Come previsto dal fratello maggiore, passate le dieci, Samuel si addormentò e diversamente dal solito anche Raphael lo raggiunse. Passarono diverse ore in cui i due fratelli dormirono beatamente fino a quando Samuel cominciò a contorcersi nel sonno e all'improvviso scattò a sedere, sospirò rumorosamente e aprì gli occhi. Uscito dalla tenda alzò lo sguardo al cielo e mentre ammirava incantato quell'enorme cerchio nero contornato da un' intensa luce bianca, pensò fosse la cosa più bella che avesse mai visto in tutta la sua vita. La luce bianca appariva accecante se vista da vicino, ma a Samuel gli ricordava tanto un suo sogno. Rimase immobile a contemplare la bellezza, secondo lui straordinaria, di quel fenomeno atmosferico e solo dopo alcuni minuti si accorse di un ombra accanto a se.
Si girò spaventato all'idea che qualcuno lo osservasse, quando si girò si accorse di essersi sbagliato. Nessuno lo osservava, davanti a lui si ergeva un enorme castello grigio.
Samuel aveva sempre desiderato visitare una fortezza, ma l'occasione non si era mai presentata. Lo scrutò strabiliato ancora qualche istante poi inesorabili passi lo condussero verso l'entrata. Poi un rumore proveniente dalla tenda lo costrinse a distogliere lo sguardo. Il fratello maggiore si era svegliato e appena lo vide urlò il suo nome.
«Torna qui. Subito.»
«Ma voglio vedere com'è il castello.»
«Taci e torna indietro.»
«No. Io voglio entrare.» Furono le ultime parole che il fratello udì prima di vederlo scomparire dietro l'immenso portone nero.
Raphael prese una torcia dal suo zaino e corse verso l'ingresso di quel edificio grigio, apparso dal nulla. Entrò lentamente, ancora confuso e disorientato. Le domande vorticavano nella mente, ma nessuna risposta sembrava soddisfarlo.
«Siete davvero voi, William?» Una voce curiosa proveniente da un angolo remoto della fortezza distrasse il ragazzo. Raphael si affrettò ad accendere la torcia. Illuminò lo spazio vuoto davanti a se, ma non vide nessuno. «Sono qui.» Rischiarò il buio alla sua destra e si trovò davanti al suo interlocutore.
«Con chi parli?»
«Con voi, William.»
«Io non sono William e non ti conosco.»
La giovane donna dai capelli marroni e dagli occhi azzurri sorrise ruotando leggermente il volto verso destra.
«Siete il solito stolto di quel tempo. Scommetto che è stata una vostra idea imprigionarmi qui dentro. Ma non preoccupatevi, so come uscire da questo posto e voi siete capitato nel momento più opportuno. Dopo tanto tempo, otterrò quello che ho sempre desiderato.»
«Io sono Raphael, non conosco nessun William.»
«Non riesco a spiegarmi il perché delle vostre azioni. Sapevate che ero imprigionata qui, eppure siete entrato lo stesso.»
Raphael continuava a non capire i discorsi della donna e intanto si chiedeva chi fosse questo William di cui parlava.
Gli occhi azzurri di lei continuavano a osservarlo e solo quando il ragazzo non riuscì più a sopportare il suo sguardo indagatore, venne attirato da un' angosciante verità. Davanti a lui la luce della torcia ricadeva sull'esile corpo di lei, ma nessun ombra strisciava al suolo.
Con la mente offuscata dai dubbi e dalle molteplici incomprensioni, ruotò il corpo e si mise a correre. Era veloce, le gambe si muovevano svelte e i passi rimbombavano all'interno del corridoio.
«Samuel» chiamò il fratello sperando in una risposta. «Samuel.» Ancora silenzio. «Samuel, dove sei?» urlò più forte il ragazzo.
«Eccomi.»
Dietro di lui il bambino teneva per mano la donna, che compiaciuta sorrideva.
«Vi spaventate con poco, solo per un' ombra non vista» scherzò freddamente.
«Samuel vieni qua. Subito.» Gli occhi terrorizzati e severi del fratello costrinsero Samuel ad avvicinarsi velocemente. «E tu, cosa sei?»
«Siete davvero un incosciente. Io non faccio mai domande di cui non voglio sapere la risposta. Per cui Signor William, siete sicuro della vostra domanda?»
«Te lo ripeto un' ultima volta. Io non sono William, il mio nome è Raphael Faes e tu cosa sei?»
«Aspettate qui, tornerò presto.» Un nuovo ghigno comparve sul volto della donna che sparì per qualche istante e ritornò passati un paio di minuti. «Se volete delle risposte, leggete questo libro.»


Licenza Creative Commons
I petali dell'anima è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.


Angolo Autrice
Buon pomeriggio popolo di Efp,
Eccolo il Capitolo uno de “I petali dell'anima”.  Ebbene come avrete notato la donna dà del voi quando si rivolge a Raphael, ma perchè parla in questo modo... strano? Scommetto che saranno molte le domande che in questo momento vi frullano per testa, ma ahimé dovrete aspettare il prossimo capitolo per le risposte, io non posso dirvi nulla!
Colgo l'occasione per ringraziare le due persone che hanno inserito la mia storia tra le preferite: Lilith Nicole e meme_97. Ma un grazie va anche a Hyrie, che ha inserito la storia tra le seguite. In più – e poi ho finito – un grazie veramente speciale va a Terens (♥), che molto gentilmente mi farà una specie di “copertina” – se così vogliamo chiamarla – del racconto.
Bene, detto questo spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Come sempre sarei felice di sapere cosa ne pensate e se ho fatto qualche errore!

Un abbraccio
Helen Ward



   
 
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