Natasha Blum era sempre stata la primavera dopo l’inverno in quella cittadina del West Virginia.
Madison Town non era mai cambiata ai suoi occhi, occhi di quarantenne con un passato alquanto anticonvenzionale.
A quei tempi urlava per la città,
‘Dio è donna, signori. Arrendetevi!’
soprattutto alle funzioni del reverendo Furson.
A quei tempi girava con Ludovika Nawson, complice di quel non so che di pazzo nei pressi del Madison Lake.
Ad esempio sezionare le rane per poi lanciarne le budella addosso alle signore per bene.
Attraversare i campi di grano zigzagando in quel mare d’oro che era pace.
Era il millenovecentosessantacinque e tutto era concesso: o quasi.
Era concesso ai bambini di giocare a football a qualsiasi ora del giorno o della notte.
Andare al Betty’s a mangiare gigantesche coppe gelato all’insaputa dei genitori.
Oppure contemplare un ragazzo carino con un pudico rossore sulle guancie, aspettando che fosse lui a fare il primo passo.
Sui ponti coperti nascevano storie che duravano qualche secondo oppure una vita.
Allora già sapeva mettersi in pericolo e mettere in pericolo chiunque le si avvicinava.
Le piaceva sentirsi speciale e in fin dei conti chi non lo era a Madison?