Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush
Segui la storia  |       
Autore: Jiulia Duchannes    18/05/2014    3 recensioni
Storia basata sulla serie Tv. Paring: James/OC Logan/Camille Kendall/Jo Carlos/OC
Siamo nel 1775, durante la rivoluzione Americana.
Karen Jane Mitchell, sorella di Logan Mitchell è una 15enne piena di sogni e bisogno d'amore. Quando incontra James David Diamond le sembra di aver trovato il principe che sempre aveva popolato i suoi sogni. Ma non è tutto così facile.
Dal testo:
Da piccola sognavo sempre, sempre un principe, un duca, un nobile giovane coraggioso e bello, che mi sposasse, mi amasse, mi facesse vivere un sogno. Sognavo l’amore, vero. Sognavo i baci al tramonto. Sognavo il cuore battere all’impazzata. Sognavo l’abito bianco. Sognavo i bambini.
Quei sogni infestavano come demoni le mie notti, i miei desideri mi rendevano folle, facile da ingannare con qualche frase fatta. Avrei creduto ad ogni bugia, pur di essere amata.
Era il 1775, e in America l’odore di un imminente rivolta verso gli inglesi si poteva fiutare ovunque. In quell’anno di rivoluzioni, battaglie e subbugli, la mia vita prese una piega inaspettata, realizzando i miei desideri, da una parte, distruggendoli, dall’altra.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic
-Cosa c’è mia piccola Karen? Hai per caso paura di me?-  Mi domandò James avvicinandosi a me beffardamente. Io sentivo le guance tingersi di rosso, le mani divenire improvvisamente più sudate e gli occhi abbassarsi automaticamente per evitare lo sguardo del giovane di fronte a me.

-No- Dissi in un sussurro io.
-Sicura?- Insistette continuando ad avvicinarsi
-Si- Affermai con voce sempre più tremante.
-Ed ora?Ora hai paura- Riprovò alzandomi il capo delicatamente così che potessi guardarlo negli occhi.
-Sme..smettila ti prego- Bisbigliai
-Perché  Karen? Hai paura? Di cosa?- Sussurrò il moro avvicinando il suo viso sempre più al mio.
-Non ho paura di te-Continuai ad affermare anche se poco convinta.

In realtà non avevo paura di lui in se, ma di quello che di li a poco sarebbe accaduto. La sola idea mi faceva sentire strana, anche se una parte di me non vedeva l’ora che accadesse.

Quando la sua mano si posò sul mio fianco, un po’ per avvicinarmi, un po’ per non farmi scappare, i brividi mi scossero completamente.
-Stai tremando- Constatò, sorridendo, così vicino alle mie labbra da poter sentire il suo respiro, mentre io trattenevo, troppo presa dall’ansia per ricordarmi di respirare, il mio.
-James- Lo chiamai. Volevo solo che quella situazione finisse, non importava come, volevo solo che finisse.

Lui inclinò il capo e mi posò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Chiuse gli occhi, e lentamente avvicinò le sua labbra alle mie.

Quando sentii le sua labbra morbide contro le mie, muoversi lentamente, non potei più resistere. MI spinse violentemente contro un albero, ma non mi feci male.
Passai una mano tra i capelli lisci di lui, mentre l’altra carezzava il suo collo. Lui strinse di più i miei fianchi, questa volta non per paura che scappassi, semplicemente per sentirmi vicina. La sua mano arrivò fino alla mia schiena. La accarezzò, mentre le  nostre bocche si muovevano assieme, quasi ballassero. Ero a corto di fiato, eppure non avevo la minima intenzione di staccarmi da lui, era come su lui fosse l’ ossigeno di cui necessitavo.
Proprio in quel momento mi sentii osservata. Mi staccai lentamente da un James alquanto confuso.
Fu allora che vidi Logan. Mio fratello mi chiamava-Karen Karen-

Aprii gli occhi per ritrovarmi nel mio letto sovrastata dall’imponente figura di Clarisse, la donna che sin da quando ero piccola si era occupata di me

-E’ ora di alzarsi signorina Karen-Mi disse gentilmente Clarisse. Era una donnona paffuta, dai capelli biondi che mai avevo visto sciolti, e gli occhi color ghiaccio che però trasmettevano un calore inaspettato.

Fissai il vuoto per alcuni istanti conscia che quel  che avevo vissuto con tanta passione non era altro che un sogno. Eppure mi era così difficile crederlo. Il sapore delle labbra di James sembrava così vero. Mi portai un pollice sulle labbra e carezzai il punto in cui avevo immaginato le labbra del giovane Diamond.

-Signorina Karen? Si sente bene?-Domandò la domestica preoccupata dal mio silenzio
-Si..Non si preoccupi Clarisse- Sussurrai.

Era passata una settimana da quando avevo conosciuto gli amici di mio fratello. Una settimana in cui ogni giorno io Logan saltavamo i nostri impegni per avventurarci nel bosco ed incontrarci lì, in quella radura, dove tutto era cominciato.
Avevo scoperto grandi cose su mio fratello, grandi cose sui suoi “fratelli”, come li chiamava lui, una di queste era che erano tutti degli incredibili cantanti, e si divertivano a creare un genere musicale nuovo, che andava contro ogni concetto di musica presente all’epoca.

Carlos era il più allegro del gruppo, i suoi comportamenti mi ricordavano quelli di un bambino, così dolce e iperattivo. Suo padre era il proprietario di una locanda in città, che spesso riforniva la nostra famiglia di vivande. Quando la madre di Carlos, la signora Garcia, veniva a consegnare il cibo portava anche il piccolo Carlitos con se. Così divennero amici lui e Logan. Con il passare degli anni e l’ avvicinarsi dell’entrata di Logan nella società mondana  i  miei genitori avevano ordinato che Logan smettesse di frequentare la famiglia Garcia. Un nobile non poteva certo essere amico di un locandiere.

 Kendall era invece orfano di padre, morto quando lui aveva 11 anni. Sua madre si risposò un anno dopo con un famoso compositore, il quale portò la famiglia ad essere una delle più ricche, attraverso i suoi guadagni a dir poco esagerati e che spesso la mia stessa famiglia pagava per esibirsi nella nostra enorme villa, o castello, o minuscola reggia che dir si voglia. Logan si annoiava da bambino ad ascoltare quella musica incomprensibile per lui, così, ricordo bene, che sgattaiolava via, per giocare con Kendall e Carlos. I nostri genitori avevano sempre adorati Kendall e la sua famiglia.

La sua fidanzata Jo era divenuta una mia grande amica, nonostante fosse più grande di me, allo stesso modo sua cugina Camille per la quale però provavo meno simpatia a causa degli sguardi e dei sorrisi che si scambiavano lei e Logan. La verità era che ero tremendamente gelosa di mio fratello. Sia Camille che Jo erano figlie di due mercanti mediamente ricchi.

Poi c’era James, mi era bastato qualche giorno per inquadrarlo . Lui era il bello del gruppo, il più fisicamente perfetto. Era esageratamente ossessionato dai suoi capelli, che dovevano essere sempre in ordine, aveva persino un pettine fortunato, e il suo aspetto doveva sempre essere impeccabile. Era vanitoso, anche molto direi, ma verso Logan ed i ragazzi era  dolce, gentile, protettivo. Non conoscevo le sue origini, la sua famiglia, a differenza degli altri non ne parlava mai. Sapevo solo che  per qualche motivo, come Kendall e Carlos aveva conosciuto Logan, ed erano divenuti tanto amici da potersi considerare come fratelli

Guardando lui ed i ragazzi vedevo l’amicizia e ciò che realmente significava. Vedevo l’amore nei loro occhi, un amore fraterno, un amore vero come quello che provavo io per Logie.

Mi fermai a fissare la mia figura riflessa allo specchio . I capelli scuri erano liberi sulle spalle, facendo risaltare la mia pelle diafana. Il lungo vestito rosa metteva in risalto i miei fianchi e avvolgeva completamente il mio corpo.

-Karen siamo in ritardo- Mi chiamò Logan

Scesi  frettolosamente le scale, quasi inciampando nel tappeto rosso.

Ci dirigemmo alla radura, e una volta arrivati, ci accorgemmo di essere i primi.
Pochi minuti dopo arrivò anche James.Non appena lo vidi il mio cuore fece il triplo salto mortale. Il sogno, la sensazione delle sue labbra contro le mie, delle sue mani grandi carezzarmi la schiena, dei suoi capelli setosi tra le mie dita, erano qualcosa di troppo bello e troppo vivido nella mia mente per far finta che non fosse accaduto nulla. In realtà non era accaduto assolutamente nulla, ma per me, per me quella mia scena immaginaria era stata qualcosa di vero,di intenso, mai provato prima.

-Salve-Ci salutò Diamond sfoderando uno di quei suoi sorrisi affascinanti che tanto gli venivano spontanei.
-Ciao. Dove sono gli altri?- Chiese Logan che credeva invece di essere in ritardo.
Io non salutai, semplicemente fissai  l’albero su cui mi aveva violentemente  spinta James baciandomi nel mio sogno.
-Cambio di programma. Abbiamo deciso di andare in città, visto che assieme a Karen non vi siamo mai stati pensavamo che sarebbe stato bello mostrarle la città da un'altra angolazione.  La città è nostra per oggi- Spiegò James spostando lo sguardo verso di me, aspettando che dicessi qualche cosa o dessi un cenno di vita. Io non lo feci, mi limitai a continuare a fissare l’albero mentre frammenti del sogno mi rivenivano alla mente, tanto reali che mi venne in mente l’idea di chiedere al giovane Diamond se fosse accaduto.

-Stai bene Karen?-Mi chiese Logan con un cipiglio di preoccupazione.
-Si..io..stavo solo pensando- Risposi sorridendo fintamente.
-Allora che ne pensi della nostra idea?- Domandò James
-Mi piace- Ammisi, il che era vero, andare in città con qualcuno che non fossero le domestiche mi emozionava alquanto.

Quando arrivammo a casa di Camille nel mezzo della città ci ricongiungemmo agli altri ragazzi.
Camminammo per le vie della città abbastanza silenziosamente.

Kendall teneva la mano a Jo, per sottolineare il fatto che fosse sua, e fermare gli sguardi dei giovani paesani che la scrutavano da capo a piedi.

Logan chiacchierava sottovoce con Camille destando spesso le risa di entrambi. Non mi piaceva quella loro vicinanza, sembrava che Logie si fosse totalmente scordato della mia esistenza. Volevo bene a Camille ma non la volevo con Logan. Tutto qui.
Non sapevo di sbagliare a quel tempo, non sapevo che Camille sarebbe stata una delle poche cose a rendere mio fratello veramente felice. Lei sarebbe presto divenuta la sua ancora di salvezza in un mondo di guerra.

Carlos io e James ce ne stavamo ognuno per i fatti propri, lasciando le “coppie”sole, rimanendo noi stessi isolati.
Mi guardai attorno, cercando di concentrare la mia mente su qualcosa che non fosse il sogno, del quale non riuscivo a comprendere il significato.

Il fatto era che prima di allora non avevo mai provato niente per il ragazzo dai capelli perfetti che camminava davanti a me, eppure ora mi sembrava quasi che lui fosse improvvisamente divenuto il centro del mio mondo, qualcosa di essenziale. Ed era così già da prima di quella notte di “passione”, quella era stata forse solo la prova concreta che mi convinse che io provavo un particolare interesse per James David Diamond, un giovane di cui  non sapevo nulla e che conoscevo da una settimana appena.

La gente camminava per la via, ognuno con un espressione diversa in volto. Chi allegro, chi triste, chi rabbioso, chi serio, chi annoiato. Mi domandai che cosa trasmettesse il mio viso o se la gente si fermasse un attimo a domandarsi chi fossi, quali fossero i miei problemi, cosa provavo, cosa stavo facendo. Mi domandai se ero l’unica a cercare di immaginare la vita dei cittadini che sfilavano attorno a me con naturalezza.

Notai un gruppo di giovani della mia età, forse più grandi, avvicinarsi, lanciando sguardi indiscreti a noi ragazze per poi fermarsi al nostro passaggio.
-Mitchell, Knight, Garcia, Diamond vedo che vi siete fatti delle nuove amiche. Non ce le presentate?- Chiese il più grande, sia fisicamente che d’età. Era un ragazzo biondo, dagli occhi scuri, i lineamenti maschili e un sorriso beffardo in volto, rivolto per lo più a Camille.
- Gabriel Griffin, vorrei dirti che è un piacere rivederti, ma non lo è. Gira i tacchi e vattene a casa tua. Loro non sono libere- Rispose Kendall cercando di mantenere la calma.
-Oh andiamo Kendall, ti prometto che ve le riportiamo sane salve e  penso anche molto felici. Le faremo divertire promesso- Insistette il  giovane delle maniere rozze in netto contrasto con l’aspetto gentile.
-Andiamo ragazze- Logan prese Camille per il polso, lo stesso fece Kendall con Jo e  tornarono a camminare, io li imitai, lanciando ogni tanto qualche sguardo al giovane e i suoi compagni, il quale mi  lanciò un bacio.

Mi rigirai disgustata continuando a camminare.

Sentii improvvisamente una mano sui miei fianchi. I brividi mi scossero, quasi più violentemente che nel sogno. Le sue mani erano sui miei fianchi mentre camminavamo l’uno contro l’altra.
-Scusa, ma conviene fingere che tu sia con me, per evitare che anche qualche altro ragazzo provi ad importunarti- Mi spiegò James stringendomi di più.
Le gote andavano a fuoco mentre la sua presa si faceva  sempre più forte. Mi sembrò realmente di essere in paradiso.
-Quel ragazzo Gabriel. Lo conoscete?-Domandai

-Si. Lo conosciamo da anni. Fa parte di una grande famiglia, sono ben 7 fratelli, lui è il maggiore. Non giudicarlo dal primo incontro,  in realtà non è sempre stato così, solo deve farlo..intendo dire comportarsi così. Vedi lui è figlio di un degli uomini più importanti, Arthur Griffin. Suo padre vuole che si comporti così, un po’ da prepotente, un po’ da padrone di tutto e tutti, per far capire in città chi detiene il potere. In realtà quel ragazzo è più buono di un pezzo di pane. Noi sappiamo che in realtà non farebbe male a nessuno, almeno io lo so, i ragazzi non si rendono conto di quanto sia  finto il suo comportamento. Se avesse realmente voluto avervi non ci avrebbe messo molto ad attaccarci. Ma non lo ha fatto. E’ un bravo ragazzo, infondo, un promotore dell’ indipendenza Americana in cui tutti crediamo qui-
Spiegò il giovane accanto a me.
-Non dirlo così, ad alta voce, potrebbero sentirti gli inglesi- Lo sgridai preoccupata che qualcuno avesse udito le sue parole.
-Tranquilla Karen. Siamo tutti dalla stessa parte qui- 

MI accoccolai sul suo petto non appena notai gli sguardi delle ragazze che indicavano James. Allora pensai fosse per il fatto che mi abbracciasse o per la sua bellezza, all’ora non sapevo che James nascondeva dei segreti, segreti pericolosi.
James rise leggermente al mio improvviso avvicinamento.
-Che c’è?-Mi chiese
-E’ meglio far finta che tu sia con me, non verrei che qualche ragazza ti importunasse- Risposi imitando la frase che mi aveva detto precedentemente.
Diamond continuò a ridere.

-James-Una voce femminile chiamò il ragazzo abbracciato a me.
James si girò rimanendo ancora con il braccio attorno alla mia vita.
-Adele- Salutò educatamente il giovane.
-E’ un piacere rivederti-Disse lei sfoderando un sorriso.
Adele era una ragazza perfetta, perfetta come James. Era alta, con lunghi capelli biondi, il naso piccolo, le labbra carnose ed occhi che di più chiari non ne avevo mai visti. Era così diversa da me.
-Già sai come è. Sono stato un po’ impegnato e…-James non finì la frase che delle grida riecheggiarono nell’aria.

Quella fu la prima delle tante lotte a cui avrei assistito.

Chiusi gli occhi e seppellii il volto nel petto di James non appena un soldato inglese sparò ad un ragazzo, più piccolo di me credo, che stava cercando di salvare il fratello maggiore, accusato di istigamento alla rivolta. Ebbi il coraggio di sbirciare quello che accadeva.

Riconobbi il maggiore dei due fratelli, vidi la paura nei suoi occhi  marroni poco prima che lo stesso soldato inglese che aveva sparato al piccolo lo trafiggesse. Le lacrime scesero corpose dai miei occhi. Avevano ucciso Gabriel Griffin, quel giovane di cui poco prima James mi aveva raccontato la vita. Avevano ucciso un giovane, uno con le stesse ideologie di James ed i ragazzi.

Non riuscivo a muovermi. Fissavo i cadaveri dei fratelli Griffin, senza riuscire a rendermi conto che tutt’intorno a noi gli inglesi sparavano contro la folla protestante di uomini che da anni probabilmente conoscevano la famiglia. Che magari quei due giovani li avevano visti crescere.

Logan mi prese il volto tra le mani e mi intimò a fissarlo negli occhi.
-Dobbiamo andare Karen- Mi disse
I ragazzi ci trascinarono via da quell’inferno.

-Karen- Mi chiamò Logie-Stai bene?-Mi domandò

-Io..Lui mi ha guardato prima che lo uccidessero. Ho visto il terrore. E tu! Tu hai detto che in questa città eravate tutti dalla stessa parte ma hanno ucciso un ragazzo James! Oddio oddio oddio. E se ti avesse sentito qualcuno!Oddio no no no-Gridai in preda al panico

-Calma Karen shh shh-Logan provò ad abbracciarmi ma io lo spostai

-Hanno ucciso  anche un ragazzino..gli hanno piantato un pallottola in testa..il sangue oddio..oddio. No!- Continuai a gridare.

-Calma piccola-James mi prese le spalle per tenermi ferma. Le lacrime scendevano dai miei occhi, il mio corpo era scosso dai singhiozzi.
-E se ti avessero sentito?- Sussurrai
- Shh non mi hanno sentito, ok? E’ tutto a posto- Cercò di convincermi James.
Mi abbracciò, io non lo respinsi, anzi lo strinsi più forte che potevo. Ispirai il suo profumo e dalla mia posizione  vidi che non ero l’unica ad essere così fortemente scossa dall’ accaduto.

Camille stringeva Logan esattamente come io stringevo James. Il corpo di lei sussultava per i singhiozzi sconnessi. Logan allontanò lentamente i loro corpi, per poi carezzare con una delicatezza che mai prima d’allora avevo visto in lui il volto della mora, la quale prese tremante la mano di mio fratello e vi posò un bacio delicato  per poi ritornare alla posizione originaria, posando il capo nell’incavo del suo collo.

James si staccò da me, mi sorrise leggermente, chiedendomi se stessi meglio. Annuii, anche se non era affatto vero.

Un mese dopo…

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Big Time Rush / Vai alla pagina dell'autore: Jiulia Duchannes