Capitolo VIII
- La forza dell’Insistenza -
Ne uscì solo la mattina
dopo per fare colazione, ma non trovò niente da mangiare. Vide Kreacher e iniziò
a parlare con l’elfo domestico che sembrava sorpreso dal fatto che qualcuno gli
rivolgesse la parola.
- Come fai a parlare con
quello? – Sirius entrò nella stanza e si sedette su una sedia.
- Tutte le volte che
litigavi con Regulus Kreacher mi faceva compagnia per non farmi piangere.
Dovresti considerarlo un po’ anche tu, almeno non ti sentiresti tanto solo.
Sirius sorrise amaramente e
cambiò discorso: - Che cosa ti aveva portato Miriam?
- Una pozione rilassante… a
volte mi chiedo se mi consideri un bambino…
- Non le darei torto… -
Aliack lo guardò glaciale e il fratello commentò – In tutti questi anni passati
con lei hai assimilato dei suoi comportamenti.
- Già… – guardò fisso a
terra – però non l’ho mai capita realmente… Riesco a capire quando soffre, ma
non riesco a capire il perchè eppure dovrei saperlo, la conosco da quattordici
anni…
Rimasero entrambi in silenzio.
Entrò la signora Weasley con delle buste in mano e li guardò severa. – Aliack,
devi vestirti più pesante, Sirius dovresti fargli notare che potrebbe
ammalarsi…
- Nei dieci anni vissuti
con lui si è ammalato solo due volte, non preoccuparti Molly, è sano come un
pesce.
Discussero allegramente con
la donna perchè Aliack non aveva la minima intenzione di mettersi una
maglietta. Dopo qualche decina di minuti entrarono Ron ed Harry.
Aliack non li guardò
minimamente e riprese a parlare con Kreacher, ma sentiva lo sguardo dei due
puntato addosso, così si girò dopo mezz’ora. – C’è qualcosa che non va?
- Posso parlarti o tenti di
uccidermi?
Non colse la provocazione
perchè era abituato a quelle di Zecks, così rimase in silenzio.
- Mi dispiace per averti
offeso e per aver distrutto il tuo album.
- Già, dispiace anche a me…
comunque mi scuso per averti quasi ucciso. – tornò in camera. Guardò il
calendario: un giorno a Natale. Si chiese che vigilia avrebbe passato, ma non
ebbe il tempo di rispondere che qualcuno bussò alla porta. Aprì con la magia
perchè non aveva molta voglia di alzarsi e vide Ron ed Harry entrare titubanti.
- Che volete?
- Volevo chiederti che cos’è
quella spada. – Harry indicò l’arma alla parete. Aliack li guardò per qualche
istante indeciso se rispondere. – Perchè v’interessa?
- Quando ho preso
quell’arma ho avuto una strana sensazione… - disse Ron con lo sguardo fisso a
terra.
- Me l’ha regalata Miriam …
che cosa volete sapere di preciso?
- I suoi poteri.
- In pratica è come dieci
Stecche della Morte, ma non raccontatelo in giro.
Harry lo guardò incuriosito
e chiese: - Che cos’è una Stecca della Morte?
- È la bacchetta più forte
che sia mai stata costruita. Viene chiamata anche Bacchetta di Sambuco. Non ne
hai mai sentito parlare? Dove hai vissuto fino ad ora?
- Dai miei zii.
- Babbani? – s’informò
Aliack.
- Sì.
- E tu dove hai vissuto
finora per non sapere dove ha vissuto Harry Potter?
Aliack scrutò Ron quasi
schernendolo e rispose: - All’estero e non mi ha mai interessato scoprire dove
viveva il “grande” Harry Potter. – voleva rivelare che in realtà Voldemort era
stato eliminato da Miriam, ma si trattenne perchè sentì l’aquila della ragazza
beccargli il braccio.
Guardò l’animale che si alzò
in volo e iniziò a tracciare dei cerchi nell’aria nel punto dove c’era la sua
aquila. Si alzò dalla poltrona e andò verso la scrivania; si abbassò per vedere
la gabbia, ma non notò nulla di strano. Prese la gabbia, la poggiò sul mobile e
guardò attentamente. Notò che la sua aquila stava ancora dormendo e picchiettò
contro le sbarre di ferro. L’animale non si mosse, così decise di aprire la
gabbia. Non successe niente e iniziò a preoccuparsi.
Sentì picchiettare alla
finestra, ma non aveva tempo per pensare all’ennesima foto che i tre gli
avevano mandato da Hogwarts. Prese l’animale e lo sentì ghiacciato.
Pensò al peggio e gli cadde
per caso lo sguardo sulla finestra. Vide un’aquila che gli sembrava familiare,
ma era certo che non era nè quella di Nerix, nè quella di Zecks. La fissò
attentamente e riconobbe la propria. Guardò ciò che teneva in mano e lo girò;
vide la scritta Made in China e buttò la statuetta nel cestino. Aprì la
finestra e vide la propria aquila con legata una foto alla zampa. Riconobbe
Zecks mentre sostituiva la sua aquila con il falso; la girò e lesse:
‘Spaventato?’
Cercò la “telecamera” che
gli avevano mandato il giorno precedente e vide Nerix con un cartello: ‘Io non
c’entro.’
Zecks, invece, sorrideva
felice e Miriam sembrava rammaricata. Prese un foglio e una piuma. ‘Per Zecks:
IDIOTA!!!’
Abbandonò la foto su un
mobile e tornò a guardare i due ragazzi. – Scusate, ma mi hanno fatto uno
scherzo da idioti. Dovete chiedermi altro?
- Come faceva Miriam ad
avere quella spada?
- Non lo so e non
m’interessa. – calò un lungo silenzio interrotto ogni tanto dalle due aquile
che planavano su qualche mobile. I due ragazzi si alzarono e Aliack li guardò
mentre uscivano dalla sua stanza. Andò a farsi un bagno e rimase immerso
nell’acqua per quasi un’ora a pensare a Miriam e a tutti i segreti che lei si
portava dietro.
Prima di uscire dal bagno
controllò che nella camera non ci fosse nessuno attraverso lo spioncino della
porta. Uscì non notando nessuno e si vestì velocemente. Scese in cucina per il
pranzo e notò la signora Weasley stranamente contenta.
- Come mai ì felice?
- Oggi ì la vigilia di
Natale, anche tu dovresti essere più felice…
Ricordò la prima vigilia
passata con i suoi amici: avevano cucinato Zecks e Nerix e i piatti
assomigliavano più a delle pozioni fatte male che a del cibo… non erano mai stati
bravi a cucinare, insieme, poi, facevano solo disastri. Alla fine erano andati
alla Testa di Porco e avevano mangiato lì. A mezzanotte avevano sparato dei
fuochi e si erano scambiati i regali.
- C’è qualcosa che non va?
Si riscosse dai suoi
pensieri e notò la donna osservarlo preoccupato. – No, sto benissimo, stavo
ripensando al primo Natale passato con gli altri.
- Guarda un po’, sei anche
un sentimentalista. – nella stanza si materializzarono anche Fred e George.
Aliack pensò al fatto che, praticamente, non aveva mai parlato con loro e capì
perchè si era annoiato così tanto.
- Ma voi due vi
smaterializzate per ogni cosa?
- Certo, sennò che
cos’altro potremmo fare in questa casa?
Come hai fatto a viverci?
- Non lo so…quand’ero
piccolo mi divertivo con poco.
- Abbiamo scoperto che
cos’ha fatto Ron e ci scusiamo per la sua stupidità. – dissero all’unisono.
Aliack rise di gusto, ma si bloccò appena sentì delle persone avvicinarsi alla
stanza. Entrarono Harry, Ron, Hermione e Ginny.
Ron lo guardò in cagnesco,
ma Aliack non ci fece caso; i gemelli, invece, gli comparvero dietro e gli
tirarono un pugno in testa. – Dovrebbe essere lui a guardarti male, non il
contrario…
- Ragazzi, non picchiate
vostro fratello. Andate ad avvertire gli altri che è quasi pronto.
- Vado io. – disse Aliack
non volendo rovinare quell’atmosfera familiare rimanendo solo con quei ragazzi.
Andò in mansarda e vi trovò
Sirius mentre dava da mangiare a Fierobecco.
- È pronto.
- Adesso vi raggiungo.
Lo notò stranamente cupo e
si chiese che cosa gli fosse successo, però non glielo domandò, sapendo che non
gli avrebbe risposto sinceramente.
Bussò alla porta della
stanza del signor Weasley che ne uscì raggiante pronto a godersi la serata.
Passarono una piacevole
serata e a mezzanotte si scambiarono i regali. Quella sera c’erano anche vari
membri dell’Ordine della Fenice e Aliack parlò quasi tutto il tempo con Tonks.
Quando la donna se ne andò, perché chiamata da Lupin, Sirius gli si sedette
vicino e gli diede il suo regalo.
Lo scartò incuriosito e
vide un album di foto. Era identico a quello che Ron aveva distrutto e lo aprì
notando che sembrava già usato. Riconobbe istantaneamente la foto scattata con
Regulus, girò la pagina e vide quella con Sirius, riconobbe Miriam e tutte le
foto scattate quand’era piccolo.
Guardò sorpreso il fratello
che disse: - Ho trovato il modo di rimetterlo a posto; però questo non è il
vero regalo che volevo farti. – gli porse un altro pacchetto.
Lo aprì cautamente perchè
aveva sentito il tintinnio di un vetro. Appena ebbe tolto la carta lo fissò
tentando di capire che cosa fosse.
- Serve per capire che cosa
si desideri di più; basta guardarlo e quello prenderà la forma di ciò che
desideri di più in quel momento.
Gli sovvenne Miriam e il
desiderio di averla lì si fece più vivo che mai; riguardò l’oggetto e notò
che la forma assomigliava molto alla
cornucopia che le aveva regalato.
- Grazie… è stupendo…
In quell’istante si ricordò
di non aver spedito i regali e del fatto che non aveva ancora trovato come
fare.
Guardò verso la finestra e
vide un’aquila tentare di richiamare la sua attenzione picchiettando il vetro.
Ringraziò Sirius e corse verso la finestra.
L’aquila teneva legato alla
zampa un pacchetto rosso fiammante. Dopo qualche istante ne arrivò un'altra con
un pacchetto e sul collo un cartellino: ‘Usa le nostre aquile per mandare i
regali.’
Prese i due animali e corse
in camera sua. Recuperò i regali da sotto al letto; li legò alle zampe delle
due aquile, però gli rimase in mano il regalo per Miriam. Guardò l’aquila della
ragazza e decise di rispedirgliela con il regalo.
Prese i vari regali da
sotto il letto e li portò nella cucina.
Diede un piccolo pacchetto
a Sirius che lo aprì incuriosito. Vide un piccolo libro e il ragazzo spiegò: - È
il diario di bordo che abbiamo scritto io e gli altri da quando ci siamo
conosciuti. Abbiamo giurato di leggerlo quando troveremo tutti un lavoro e
voglio che fino a quel momento lo tenga tu.
- Grazie, lo terrò con
cura. Posso leggerlo, vero?
- Sì, certo… però, ti
avverto, non so che cos’hanno scritto gli altri perchè non l’ho mai letto.
Si allontanò dal fratello
per portare anche agli altri vari regali. Ai gemelli diede un libro con scritti
tutti gli incantesimi per stare male e anche il modo per riprendersi; a Tonks
una borsa che cambiava colore in base al colore dei suoi capelli in quel
momento; a Moody una nuova gamba più silenziosa e leggera; a Lupin una scorta
di pozioni che gli sarebbero servite durante la luna piena; a Harry un libro
con scritti tutti gli incantesimi contro la magia nera. Alla fine gli rimasero
due regali in mano: il primo era per Ron, mentre il secondo per Hermione.
Decise di darlo prima a Ron.
- Questo è per te.
Appena Ron l’ebbe scartato
vide una scatola con un grosso pulsante rosso. Lo schiacciò e un liquido rosso
gli finì sugli occhi.
- La scatola dei balocchi.
– spiegò Aliack quando glielo chiesero i gemelli. Approfittò dell’assenza del
rosso per dare il regalo a Hermione: un libro altissimo che parlava di
qualunque argomento possibile e immaginabile.
Anche lei gli diede un
regalo e lo aprì incuriosito. Vide una piccola pallina e osservò Hermione
incuriosito.
- Un anti-stress, mi sembri
nervoso in questo periodo.
- Grazie… - tornò nella sua
camera per aprire i regali dei suoi tre amici. Quello di Zecks era la statuetta
di un drago nero come la notte che sembrava proteggere una spada incastonata in
una roccia davanti a lui. Prese il regalo di Nerix e scartò: vide una maglietta
e sopra di essa un bigliettino: ‘Almeno la smetti di girare a torso nudo’.
Prese la maglietta; stava già per metterla da qualche parte nascosta nel baule
quando si rese conto di quanto fosse bella. Era nera e un’immagine occupava
tutta la sua superficie: un lupo con gli occhi dorati seduto immobile e dietro
di lui una luna piena splendente come un diamante. Si tolse il maglione che gli
aveva regalato la signora Weasley e indossò il regalo dell’amica. Sentì un
ticchettio alla porta e vide l’aquila di Miriam. Aprì la finestra e l’animale
entrò portando un sacchetto in cuoio. Lo tolse dalla zampa dell’animale e lo
aprì incuriosito; lo girò al contrario e una collana gli cadde sul palmo della
mano. Nel suo palmo c’era un grifone
argentato che guardava sprezzante davanti a sè. Indossò la collana e il
desiderio di avere Miriam lì si fece più vivo che mai. Guardò il regalo del
fratello e quello cambiò forma. Si avvicinò e l’osservò attentamente; dopo
qualche istante capì che era un modellino di Miriam.
Sorrise divertito e pensò a qualcos’altro per vedere se cambiava
nuovamente forma.
Sentì il campanello della
porta, ma non si scomodò, tanto qualcun altro avrebbe aperto al posto suo…
Sentì dei passi sulle scale
che si avvicinavano sempre di più. Rimase seduto sul letto aspettando che
bussassero alla porta, ma nessuno lo fece: la porta si spalancò ed entrò Zecks
guardandolo sorridendo.
- Allora, come va la vita?
- Zecks?! Che ci fai qui?
Vide entrare anche Nerix
seguita da Miriam. – Ciao, Aliack.
- Mi spiegate perchè siete
qui?
- Abbiamo deciso di farti
compagnia.
Li fissò sconcertato e notò
immediatamente che tutti e tre avevano indossato i suoi regali: Nerix aveva
degli orecchini a mezzaluna che sembravano sospesi nel vuoto; Zecks una
maglietta nera con raffigurato un fuoco azzurro che danzava per la maglietta; Miriam
una collana con raffigurata una fenice.
- Scommetto che il cibo
faceva schifo.
Miriam scosse la testa e
disse: - Quest’anno era buono: la carne sembrava agnello e ne aveva l’aspetto,
la pasta era decente e il dolce era buonissimo.
Guardò sorpreso i due
“cuochi” e si complimentò. Nella stanza entrarono anche i gemelli Weasley
dicendo: - Non sopportiamo le cavolate che dice Ron o gli elogi che Hermione fa
ai libri.
- Elogi? – chiese Zecks che
odiava leggere libri.
- Sì… - sbuffarono entrambi
e si appoggiarono al muro della stanza – Comunque, che ci fate voi tre qui?
- Ci stavamo annoiando. –
affermò Zecks, poi riprese – Ma come faccio a capire chi di voi due è Fred e
chi George?
- Quello che fa sempre
domande è Fred, George è quello che tenta di frenare le pazzie del fratello –
spiegò Aliack che aveva impiegato un mese per capire quali differenze ci
fossero fra i due.
- Capito… La sapete la nuova regola della
Umbridge?
- Che regola? – chiese
George.
- ‘Non è ammesso l’utilizzo
di merendine o magie per saltare le lezioni.’
Tutti e tre rimasero a
bocca aperta. Quando si riprese, Aliack si avvicinò a Miriam e le sussurrò: -
Seguimi senza farti notare. – alzò la voce e si rivolse a tutti – Vado giù a
dare il regalo a Kreacher.
- Come fai a sopportare
quell’elfo? – sbuffò Fred.
- Forza dell’abitudine. –
affermò ridendo il ragazzo.
In realtà entrò nella
stanza affianco. Dopo qualche minuto arrivò anche Miriam che gli chiese: - Stai
bene? Mi sembri strano…
- Non molto… però volevo
dirti una cosa: mi sei mancata.
La ragazza rimase dapprima
sorpresa, poi lo fissò dolcemente. – Anche tu.
L’abbracciò. Quando sciolse
l’abbraccio, si sedette su un divanetto e la ragazza lo seguì.
- Miriam, perdonami.
- Di cosa?
- Io… - si bloccò e la
guardò tristemente – no, niente, non ha importanza.
- Aliack, stai bene?
Assentì col capo e distolse
lo sguardo dagli occhi di lei. La ragazza continuò a guardarlo e lui disse
soltanto: - Qualunque cosa succeda, ti giuro che non volevo.
- Che stai dicendo? Che
significa?
- Capirai…
Si alzò e tornò nell’altra
stanza.
Alle 6 del giorno dopo
Nerix, Zecks e Miriam tornarono ad Hogwarts, mentre Aliack decise di rimanere
ancora nella sua vecchia casa.
Passò il resto dell’anno
parlando con i gemelli sul modo di eludere la sorveglianza della Umbridge e
tentando di evitare Ron&Co., non aveva molta voglia di litigare…
Il 30 di dicembre si alzò
molto tardi, scese in cucina e vide tutti pronti per pranzare.
- Ma che ore sono?
- È l’una. – rispose
gentilmente la signora Weasley.
- Ah, penso che mangerò più
tardi… - uscì dalla stanza e tornò in camera sua.
Si abbandonò stancamente
sulla poltrona e riflettè su ciò che aveva detto a Miriam, probabilmente anche
lei ci stava pensando, non scordava facilmente le cose importanti… il problema era
che quando l’avrebbe scoperto…
Qualcuno bussò e andò ad
aprire. Vide il fratello con in mano un vassoio e ci mise qualche istante per
capire che era la colazione.
- Scommetto che hai fame.
- Effettivamente… Come mai
così servizievole?
Sirius appoggiò il vassoio
sulla scrivania, quindi si voltò per guardare Aliack. – Stavo per iniziare a
discutere con Molly, così ho deciso di uscire dalla stanza.
- E perchè stavi per
discutere?
- Non vuole che Harry
sappia cose sull’Ordine della Fenice.
Aliack sbuffò divertito e
ribattè: - Per me ha ragione, quel ragazzo ha delle manie di grandezza. Penso
che abbia preso dal padre.
Sirius lo guardò torvo per
qualche istante. – Lo sai che ragioni come un Serpeverde?
- Era solo una
considerazione. Comunque, che cosa dovresti dirgli sull’Ordine? Non ci sono
molte cose da dire, dopotutto…
- Vorrei spiegargli i vari
piani dell’Ordine, ma me lo proibiscono quasi tutti.
- Fallo di nascosto, non ci
vuole molto…
- Ti sei svegliato male,
stamattina?
Aliack si voltò e sorrise
amaro. – No, è che stavo pensando ad una cosa prima che entrassi.
- A Miriam?
- No.
- Allora a cosa?
- A quanto la sto
ingannando… - Sirius lo guardò non capendo, ma il ragazzo scosse la testa e
iniziò a mangiare. Il fratello cambiò argomento intuendo che non gli avrebbe
mai spiegato quella frase e passarono delle ore chiacchierando.
L’ultimo dell’anno notò una
gioia innaturale fra tutti, Ron sembrava persino felice di vederlo. Tentò di
non guastare quell’atmosfera e aiutò Molly Weasley nei preparativi, anche se
non gli veniva affidato molto. Verso le dieci di mattina andò nella stanza dei
gemelli e li vide con in mano delle pasticche colorate. Le fissò incuriosito e
i due gli spiegarono che erano l’equivalente delle merendine marinare.
A pranzo mangiarono poco,
intuendo che la signora Weasley stava preparando una cena per più di venti
persone.
Verso le due gli arrivò
un’altra foto da parte dei suoi amici. Avevano fotografato un prato e sullo
sfondo si distingueva la sagoma di Hogwarts, per terra c’erano dei razzi. Girò
l’immagine e lesse: ‘A mezzanotte spariamo i fuochi, se vuoi venire sei il
benvenuto.’
La mise nell’album e decise
che sarebbe andato da loro, non poteva saltare al loro rituale dei fuochi. Ogni
anno sparavano dei fuochi e scrivevano un messaggio nel cielo che era
l’equivalente del loro desiderio più grande.
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