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Autore: sixi    30/07/2008    1 recensioni
un mangiamorte che tenta di scappare dal suo destino e un ragazzo che l'aiuta a conoscere le meraviglie del mondo esterno, una vita basata su un'eterna fuga, cosa succederà? (se vi ho incuriosito leggete la loro storia)
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VIII

Capitolo VIII

- La forza dell’Insistenza -

 

Ne uscì solo la mattina dopo per fare colazione, ma non trovò niente da mangiare. Vide Kreacher e iniziò a parlare con l’elfo domestico che sembrava sorpreso dal fatto che qualcuno gli rivolgesse la parola.

- Come fai a parlare con quello? – Sirius entrò nella stanza e si sedette su una sedia.

- Tutte le volte che litigavi con Regulus Kreacher mi faceva compagnia per non farmi piangere. Dovresti considerarlo un po’ anche tu, almeno non ti sentiresti tanto solo.

Sirius sorrise amaramente e cambiò discorso: - Che cosa ti aveva portato Miriam?

- Una pozione rilassante… a volte mi chiedo se mi consideri un bambino…

- Non le darei torto… - Aliack lo guardò glaciale e il fratello commentò – In tutti questi anni passati con lei hai assimilato dei suoi comportamenti.

- Già… – guardò fisso a terra – però non l’ho mai capita realmente… Riesco a capire quando soffre, ma non riesco a capire il perchè eppure dovrei saperlo, la conosco da quattordici anni…

Rimasero entrambi in silenzio. Entrò la signora Weasley con delle buste in mano e li guardò severa. – Aliack, devi vestirti più pesante, Sirius dovresti fargli notare che potrebbe ammalarsi…

- Nei dieci anni vissuti con lui si è ammalato solo due volte, non preoccuparti Molly, è sano come un pesce.

Discussero allegramente con la donna perchè Aliack non aveva la minima intenzione di mettersi una maglietta. Dopo qualche decina di minuti entrarono Ron ed Harry.

Aliack non li guardò minimamente e riprese a parlare con Kreacher, ma sentiva lo sguardo dei due puntato addosso, così si girò dopo mezz’ora. – C’è qualcosa che non va?

- Posso parlarti o tenti di uccidermi?

Non colse la provocazione perchè era abituato a quelle di Zecks, così rimase in silenzio.

- Mi dispiace per averti offeso e per aver distrutto il tuo album.

- Già, dispiace anche a me… comunque mi scuso per averti quasi ucciso. – tornò in camera. Guardò il calendario: un giorno a Natale. Si chiese che vigilia avrebbe passato, ma non ebbe il tempo di rispondere che qualcuno bussò alla porta. Aprì con la magia perchè non aveva molta voglia di alzarsi e vide Ron ed Harry entrare titubanti.

- Che volete?

- Volevo chiederti che cos’è quella spada. – Harry indicò l’arma alla parete. Aliack li guardò per qualche istante indeciso se rispondere. – Perchè v’interessa?

- Quando ho preso quell’arma ho avuto una strana sensazione… - disse Ron con lo sguardo fisso a terra.

- Me l’ha regalata Miriam … che cosa volete sapere di preciso?

- I suoi poteri.

- In pratica è come dieci Stecche della Morte, ma non raccontatelo in giro.

Harry lo guardò incuriosito e chiese: - Che cos’è una Stecca della Morte?

- È la bacchetta più forte che sia mai stata costruita. Viene chiamata anche Bacchetta di Sambuco. Non ne hai mai sentito parlare? Dove hai vissuto fino ad ora?

- Dai miei zii.

- Babbani? – s’informò Aliack.

- Sì.

- E tu dove hai vissuto finora per non sapere dove ha vissuto Harry Potter?

Aliack scrutò Ron quasi schernendolo e rispose: - All’estero e non mi ha mai interessato scoprire dove viveva il “grande” Harry Potter. – voleva rivelare che in realtà Voldemort era stato eliminato da Miriam, ma si trattenne perchè sentì l’aquila della ragazza beccargli il braccio.

Guardò l’animale che si alzò in volo e iniziò a tracciare dei cerchi nell’aria nel punto dove c’era la sua aquila. Si alzò dalla poltrona e andò verso la scrivania; si abbassò per vedere la gabbia, ma non notò nulla di strano. Prese la gabbia, la poggiò sul mobile e guardò attentamente. Notò che la sua aquila stava ancora dormendo e picchiettò contro le sbarre di ferro. L’animale non si mosse, così decise di aprire la gabbia. Non successe niente e iniziò a preoccuparsi.

Sentì picchiettare alla finestra, ma non aveva tempo per pensare all’ennesima foto che i tre gli avevano mandato da Hogwarts. Prese l’animale e lo sentì ghiacciato.

Pensò al peggio e gli cadde per caso lo sguardo sulla finestra. Vide un’aquila che gli sembrava familiare, ma era certo che non era nè quella di Nerix, nè quella di Zecks. La fissò attentamente e riconobbe la propria. Guardò ciò che teneva in mano e lo girò; vide la scritta Made in China e buttò la statuetta nel cestino. Aprì la finestra e vide la propria aquila con legata una foto alla zampa. Riconobbe Zecks mentre sostituiva la sua aquila con il falso; la girò e lesse: ‘Spaventato?’

Cercò la “telecamera” che gli avevano mandato il giorno precedente e vide Nerix con un cartello: ‘Io non c’entro.’

Zecks, invece, sorrideva felice e Miriam sembrava rammaricata. Prese un foglio e una piuma. ‘Per Zecks: IDIOTA!!!’

Abbandonò la foto su un mobile e tornò a guardare i due ragazzi. – Scusate, ma mi hanno fatto uno scherzo da idioti. Dovete chiedermi altro?

- Come faceva Miriam ad avere quella spada?

- Non lo so e non m’interessa. – calò un lungo silenzio interrotto ogni tanto dalle due aquile che planavano su qualche mobile. I due ragazzi si alzarono e Aliack li guardò mentre uscivano dalla sua stanza. Andò a farsi un bagno e rimase immerso nell’acqua per quasi un’ora a pensare a Miriam e a tutti i segreti che lei si portava dietro.

Prima di uscire dal bagno controllò che nella camera non ci fosse nessuno attraverso lo spioncino della porta. Uscì non notando nessuno e si vestì velocemente. Scese in cucina per il pranzo e notò la signora Weasley stranamente contenta.

- Come mai ì felice?

- Oggi ì la vigilia di Natale, anche tu dovresti essere più felice…

Ricordò la prima vigilia passata con i suoi amici: avevano cucinato Zecks e Nerix e i piatti assomigliavano più a delle pozioni fatte male che a del cibo… non erano mai stati bravi a cucinare, insieme, poi, facevano solo disastri. Alla fine erano andati alla Testa di Porco e avevano mangiato lì. A mezzanotte avevano sparato dei fuochi e si erano scambiati i regali.

- C’è qualcosa che non va?

Si riscosse dai suoi pensieri e notò la donna osservarlo preoccupato. – No, sto benissimo, stavo ripensando al primo Natale passato con gli altri.

- Guarda un po’, sei anche un sentimentalista. – nella stanza si materializzarono anche Fred e George. Aliack pensò al fatto che, praticamente, non aveva mai parlato con loro e capì perchè si era annoiato così tanto.

- Ma voi due vi smaterializzate per ogni cosa?

- Certo, sennò che cos’altro potremmo fare  in questa casa? Come hai fatto a viverci?

- Non lo so…quand’ero piccolo mi divertivo con poco.

- Abbiamo scoperto che cos’ha fatto Ron e ci scusiamo per la sua stupidità. – dissero all’unisono. Aliack rise di gusto, ma si bloccò appena sentì delle persone avvicinarsi alla stanza. Entrarono Harry, Ron, Hermione e Ginny.

Ron lo guardò in cagnesco, ma Aliack non ci fece caso; i gemelli, invece, gli comparvero dietro e gli tirarono un pugno in testa. – Dovrebbe essere lui a guardarti male, non il contrario…

- Ragazzi, non picchiate vostro fratello. Andate ad avvertire gli altri che è quasi pronto.

- Vado io. – disse Aliack non volendo rovinare quell’atmosfera familiare rimanendo solo con quei ragazzi.

Andò in mansarda e vi trovò Sirius mentre dava da mangiare a Fierobecco.

- È pronto.

- Adesso vi raggiungo.

Lo notò stranamente cupo e si chiese che cosa gli fosse successo, però non glielo domandò, sapendo che non gli avrebbe risposto sinceramente.

Bussò alla porta della stanza del signor Weasley che ne uscì raggiante pronto a godersi la serata.

Passarono una piacevole serata e a mezzanotte si scambiarono i regali. Quella sera c’erano anche vari membri dell’Ordine della Fenice e Aliack parlò quasi tutto il tempo con Tonks. Quando la donna se ne andò, perché chiamata da Lupin, Sirius gli si sedette vicino e gli diede il suo regalo.

Lo scartò incuriosito e vide un album di foto. Era identico a quello che Ron aveva distrutto e lo aprì notando che sembrava già usato. Riconobbe istantaneamente la foto scattata con Regulus, girò la pagina e vide quella con Sirius, riconobbe Miriam e tutte le foto scattate quand’era piccolo.

Guardò sorpreso il fratello che disse: - Ho trovato il modo di rimetterlo a posto; però questo non è il vero regalo che volevo farti. – gli porse un altro pacchetto.

Lo aprì cautamente perchè aveva sentito il tintinnio di un vetro. Appena ebbe tolto la carta lo fissò tentando di capire che cosa fosse.

- Serve per capire che cosa si desideri di più; basta guardarlo e quello prenderà la forma di ciò che desideri di più in quel momento.

Gli sovvenne Miriam e il desiderio di averla lì si fece più vivo che mai; riguardò l’oggetto e notò che  la forma assomigliava molto alla cornucopia che le aveva regalato.

- Grazie… è stupendo…

In quell’istante si ricordò di non aver spedito i regali e del fatto che non aveva ancora trovato come fare.

Guardò verso la finestra e vide un’aquila tentare di richiamare la sua attenzione picchiettando il vetro. Ringraziò Sirius e corse verso la finestra.

L’aquila teneva legato alla zampa un pacchetto rosso fiammante. Dopo qualche istante ne arrivò un'altra con un pacchetto e sul collo un cartellino: ‘Usa le nostre aquile per mandare i regali.’

Prese i due animali e corse in camera sua. Recuperò i regali da sotto al letto; li legò alle zampe delle due aquile, però gli rimase in mano il regalo per Miriam. Guardò l’aquila della ragazza e decise di rispedirgliela con il regalo.

Prese i vari regali da sotto il letto e li portò nella cucina.

Diede un piccolo pacchetto a Sirius che lo aprì incuriosito. Vide un piccolo libro e il ragazzo spiegò: - È il diario di bordo che abbiamo scritto io e gli altri da quando ci siamo conosciuti. Abbiamo giurato di leggerlo quando troveremo tutti un lavoro e voglio che fino a quel momento lo tenga tu.

- Grazie, lo terrò con cura. Posso leggerlo, vero?

- Sì, certo… però, ti avverto, non so che cos’hanno scritto gli altri perchè non l’ho mai letto.

Si allontanò dal fratello per portare anche agli altri vari regali. Ai gemelli diede un libro con scritti tutti gli incantesimi per stare male e anche il modo per riprendersi; a Tonks una borsa che cambiava colore in base al colore dei suoi capelli in quel momento; a Moody una nuova gamba più silenziosa e leggera; a Lupin una scorta di pozioni che gli sarebbero servite durante la luna piena; a Harry un libro con scritti tutti gli incantesimi contro la magia nera. Alla fine gli rimasero due regali in mano: il primo era per Ron, mentre il secondo per Hermione. Decise di darlo prima a Ron.

- Questo è per te.

Appena Ron l’ebbe scartato vide una scatola con un grosso pulsante rosso. Lo schiacciò e un liquido rosso gli finì sugli occhi.

- La scatola dei balocchi. – spiegò Aliack quando glielo chiesero i gemelli. Approfittò dell’assenza del rosso per dare il regalo a Hermione: un libro altissimo che parlava di qualunque argomento possibile e immaginabile.

Anche lei gli diede un regalo e lo aprì incuriosito. Vide una piccola pallina e osservò Hermione incuriosito.

- Un anti-stress, mi sembri nervoso in questo periodo.

- Grazie… - tornò nella sua camera per aprire i regali dei suoi tre amici. Quello di Zecks era la statuetta di un drago nero come la notte che sembrava proteggere una spada incastonata in una roccia davanti a lui. Prese il regalo di Nerix e scartò: vide una maglietta e sopra di essa un bigliettino: ‘Almeno la smetti di girare a torso nudo’. Prese la maglietta; stava già per metterla da qualche parte nascosta nel baule quando si rese conto di quanto fosse bella. Era nera e un’immagine occupava tutta la sua superficie: un lupo con gli occhi dorati seduto immobile e dietro di lui una luna piena splendente come un diamante. Si tolse il maglione che gli aveva regalato la signora Weasley e indossò il regalo dell’amica. Sentì un ticchettio alla porta e vide l’aquila di Miriam. Aprì la finestra e l’animale entrò portando un sacchetto in cuoio. Lo tolse dalla zampa dell’animale e lo aprì incuriosito; lo girò al contrario e una collana gli cadde sul palmo della mano.  Nel suo palmo c’era un grifone argentato che guardava sprezzante davanti a sè. Indossò la collana e il desiderio di avere Miriam lì si fece più vivo che mai. Guardò il regalo del fratello e quello cambiò forma. Si avvicinò e l’osservò attentamente; dopo qualche istante capì che era un modellino di Miriam.

Sorrise divertito e pensò  a qualcos’altro per vedere se cambiava nuovamente forma.

Sentì il campanello della porta, ma non si scomodò, tanto qualcun altro avrebbe aperto al posto suo…

Sentì dei passi sulle scale che si avvicinavano sempre di più. Rimase seduto sul letto aspettando che bussassero alla porta, ma nessuno lo fece: la porta si spalancò ed entrò Zecks guardandolo sorridendo.

- Allora, come va la vita?

- Zecks?! Che ci fai qui?

Vide entrare anche Nerix seguita da Miriam. – Ciao, Aliack.

- Mi spiegate perchè siete qui?

- Abbiamo deciso di farti compagnia.

Li fissò sconcertato e notò immediatamente che tutti e tre avevano indossato i suoi regali: Nerix aveva degli orecchini a mezzaluna che sembravano sospesi nel vuoto; Zecks una maglietta nera con raffigurato un fuoco azzurro che danzava per la maglietta; Miriam una collana con raffigurata una fenice.

- Scommetto che il cibo faceva schifo.

Miriam scosse la testa e disse: - Quest’anno era buono: la carne sembrava agnello e ne aveva l’aspetto, la pasta era decente e il dolce era buonissimo.

Guardò sorpreso i due “cuochi” e si complimentò. Nella stanza entrarono anche i gemelli Weasley dicendo: - Non sopportiamo le cavolate che dice Ron o gli elogi che Hermione fa ai libri.

- Elogi? – chiese Zecks che odiava leggere libri.

- Sì… - sbuffarono entrambi e si appoggiarono al muro della stanza – Comunque, che ci fate voi tre qui?

- Ci stavamo annoiando. – affermò Zecks, poi riprese – Ma come faccio a capire chi di voi due è Fred e chi George?

- Quello che fa sempre domande è Fred, George è quello che tenta di frenare le pazzie del fratello – spiegò Aliack che aveva impiegato un mese per capire quali differenze ci fossero fra i due.

 - Capito… La sapete la nuova regola della Umbridge?

- Che regola? – chiese George.

- ‘Non è ammesso l’utilizzo di merendine o magie per saltare le lezioni.’

Tutti e tre rimasero a bocca aperta. Quando si riprese, Aliack si avvicinò a Miriam e le sussurrò: - Seguimi senza farti notare. – alzò la voce e si rivolse a tutti – Vado giù a dare il regalo a Kreacher.

- Come fai a sopportare quell’elfo? – sbuffò Fred.

- Forza dell’abitudine. – affermò ridendo il ragazzo.

In realtà entrò nella stanza affianco. Dopo qualche minuto arrivò anche Miriam che gli chiese: - Stai bene? Mi sembri strano…

- Non molto… però volevo dirti una cosa: mi sei mancata.

La ragazza rimase dapprima sorpresa, poi lo fissò dolcemente. – Anche tu.

L’abbracciò. Quando sciolse l’abbraccio, si sedette su un divanetto e la ragazza lo seguì. 

- Miriam, perdonami.

- Di cosa?

- Io… - si bloccò e la guardò tristemente – no, niente, non ha importanza.

- Aliack, stai bene?

Assentì col capo e distolse lo sguardo dagli occhi di lei. La ragazza continuò a guardarlo e lui disse soltanto: - Qualunque cosa succeda, ti giuro che non volevo.

- Che stai dicendo? Che significa?

- Capirai…

Si alzò e tornò nell’altra stanza.

Alle 6 del giorno dopo Nerix, Zecks e Miriam tornarono ad Hogwarts, mentre Aliack decise di rimanere ancora nella sua vecchia casa.

Passò il resto dell’anno parlando con i gemelli sul modo di eludere la sorveglianza della Umbridge e tentando di evitare Ron&Co., non aveva molta voglia di litigare…

Il 30 di dicembre si alzò molto tardi, scese in cucina e vide tutti pronti per pranzare.

- Ma che ore sono?

- È l’una. – rispose gentilmente la signora Weasley.

- Ah, penso che mangerò più tardi… - uscì dalla stanza e tornò in camera sua.

Si abbandonò stancamente sulla poltrona e riflettè su ciò che aveva detto a Miriam, probabilmente anche lei ci stava pensando, non scordava facilmente le cose importanti… il problema era che quando l’avrebbe scoperto…

Qualcuno bussò e andò ad aprire. Vide il fratello con in mano un vassoio e ci mise qualche istante per capire che era la colazione.

- Scommetto che hai fame.

- Effettivamente… Come mai così servizievole?

Sirius appoggiò il vassoio sulla scrivania, quindi si voltò per guardare Aliack. – Stavo per iniziare a discutere con Molly, così ho deciso di uscire dalla stanza.

- E perchè stavi per discutere?

- Non vuole che Harry sappia cose sull’Ordine della Fenice.

Aliack sbuffò divertito e ribattè: - Per me ha ragione, quel ragazzo ha delle manie di grandezza. Penso che abbia preso dal padre.

Sirius lo guardò torvo per qualche istante. – Lo sai che ragioni come un Serpeverde?

- Era solo una considerazione. Comunque, che cosa dovresti dirgli sull’Ordine? Non ci sono molte cose da dire, dopotutto…

- Vorrei spiegargli i vari piani dell’Ordine, ma me lo proibiscono quasi tutti.

- Fallo di nascosto, non ci vuole molto…

- Ti sei svegliato male, stamattina?

Aliack si voltò e sorrise amaro. – No, è che stavo pensando ad una cosa prima che entrassi.

- A Miriam?

- No.

- Allora a cosa?

- A quanto la sto ingannando… - Sirius lo guardò non capendo, ma il ragazzo scosse la testa e iniziò a mangiare. Il fratello cambiò argomento intuendo che non gli avrebbe mai spiegato quella frase e passarono delle ore chiacchierando.

 

L’ultimo dell’anno notò una gioia innaturale fra tutti, Ron sembrava persino felice di vederlo. Tentò di non guastare quell’atmosfera e aiutò Molly Weasley nei preparativi, anche se non gli veniva affidato molto. Verso le dieci di mattina andò nella stanza dei gemelli e li vide con in mano delle pasticche colorate. Le fissò incuriosito e i due gli spiegarono che erano l’equivalente delle merendine marinare.

A pranzo mangiarono poco, intuendo che la signora Weasley stava preparando una cena per più di venti persone.

Verso le due gli arrivò un’altra foto da parte dei suoi amici. Avevano fotografato un prato e sullo sfondo si distingueva la sagoma di Hogwarts, per terra c’erano dei razzi. Girò l’immagine e lesse: ‘A mezzanotte spariamo i fuochi, se vuoi venire sei il benvenuto.’

La mise nell’album e decise che sarebbe andato da loro, non poteva saltare al loro rituale dei fuochi. Ogni anno sparavano dei fuochi e scrivevano un messaggio nel cielo che era l’equivalente del loro desiderio più grande.

 

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