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Autore: anqis    19/05/2014    1 recensioni
Attraversa quel corridoio brulicante di mormorii come fosse una passerella, di quelle più importanti e seguite da tutto al mondo. E al posto degli sguardi puntati sulla schiena, vede obbiettivi fotografici pronti a cogliere ciò che ha di più bello dall’angolazione migliore; invece dei bisbigli, il soffuso scribacchiare di matite su block-notes che diventeranno recensioni e articoli di giornale. È così che ogni mattina, Rosie Campbell affronta quel finto teatrino della vita che è la scuola: con il sorriso di un adulto che ormai ha imparato che fingere è l’unico modo per sopravvivere.
"Sai cosa significa riuscire a trovare finalmente un rifugio negli occhi di chi non si accorge neanche di te? No, perché tu non devi fare assolutamente nulla per attirare su di te l’attenzione dell’unica persona che vorrei mi vedesse. Non lo sai, quindi non osare dire di capirmi, perché non è vero. Non è vero."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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02
 


«Hai sentito della rissa tra Malik e quello di Bradford?»
È abbastanza certa che non vi è uno studente nella scuola che non ne sia stato informato, visto anche i diversi stati indiretti e poco velati che hanno riempito le bacheche di occhi curiosi.
Quelli azzurri e sgranati di Grace scalpitano di trepidazione e voglia di raccontare: ha trascorso il weekend fuori città con i suoi genitori in una delle tante ville di cui ama spesso vantarsi e probabilmente venuta a conoscenza solo all’ultimo dell’accaduto, non vuole accettare di essere quella-che-non-sapeva.
Rosie ha ormai sentito varie versioni dell’accaduto, ma pensa – senza trattenersi però dall’esalare un sospiro stanco – che una in più non potrebbe fare la differenza. Elise invece non sembra della sua stessa idea, perché si allontana da loro in direzione delle macchinette, non prima di aver dato voce al suo pensiero sulla questione con un malcelato “che palle”. Rosie ridacchia concordando mentalmente, ma per pietà – lo sanno tutti che le famose ville non esistono, Grace passa i sabati e le domeniche rinchiusa a casa sotto il controllo assiduo dei genitori, dei religiosi del cazzo – l’accontenta. «No, cos’è successo?» domanda fingendo stupore.
E Grace, il rossetto scuro sbiadito sulle labbra per la fretta e la paura di essere vista da sua madre che l’accompagna ogni mattina a scuola, non se lo lascia ripetere due volte: le parole scorrono incontrollabili e ripetono di come due ragazzi abbiano litigato per Perrie Edwards, una del college.
«Io non c’ero, ma mi ha detto Kim che..» e blah blah, Rosie annuisce di tanto in tanto mentre lascia vagare lo sguardo attorno, seduta sul muretto vicino alla palestra, riservato unicamente a lei. Ed è mentre Grace comincia a lamentarsi di come vorrebbe anche lei due ragazzi – due idioti – disposti a lottare – ad ammazzarsi – per l’amore – e altro – di lei, che Rosie li nota.
Sotto l’albero vicino alla fontana, ridono. Riconosce subito le spalle ricurve di Harry che, appoggiato con una spalla al tronco dell’albero, muove lentamente le labbra sempre rosse, piegandole di tanto in tanto in una risata. E lei, capelli scuri e corti fino alle spalle, lo segue come in un gioco di mimi.
Rosie inclina appena la testa, socchiudendo appena gli occhi: lei è palesemente cotta di lui, lo intuisce dal modo in cui si sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio e arrossisce quando si rende conto di averlo fissato a lungo. Si domanda se anche lei si innamori ogni volta che ci sono quei occhi a guardarla. Sorride, dispiaciuta perché è un altro nome da aggiungere ad una lunga lista.
Poi però accade qualcosa. Harry smette di parlare e volge lo sguardo sulle punte delle scarpe rovinate. È in imbarazzo e non lo deduce dal gesto frettoloso con cui di solito si tocca i capelli, no. Ma dal vivo rossore che colora le sue guance e che lei, da quella distanza, riesce a vedere.
Non è mai successo con nessuna, si rende conto ad un tratto.
 Mai con lei.
Le dita si piegano e affondano nella pelle, e le nocche sbiancano.
«E allora ho risposto: “sicuramente non litigherebbero per” – ehi, Rosie, mi stai ascoltand- dove vai?» ma non la sente nemmeno, così come la voglia di dirle che non le interessa assolutamente nulla di quello di cui sta blaterano sprofonda in un vortice di pensieri e domande. Nello sguardo attento e cupo di Rosie ora c’è solo il rossore delle guance di Harry e nel petto una strana sensazione di vertigine, una vertigine che l’avverte di stare attenta, di non cadere, di non farsi male.
«Ciao» esordisce ancora prima di pensare, bloccandosi di fronte loro.
Harry sussulta. Alza lo sguardo e la saluta balbettando parole confuse. Lei lo osserva in silenzio per qualche istante e solo quando lui evita poco celatamente il suo sguardo, per la prima volta forse che si conoscono, decide di degnarla di attenzione.
Semplici occhi azzurri, capelli corti e poco curati, fiocco storto e la tracolla dello zaino che stropiccia il tessuto della giacca. È banale, pensa, è per questo che non si è accorta prima di loro. Sente le dita farsi rigide per quanto le sta consumando in quella morsa nascosta da occhi distratti, che non la guardano, non la vedono – nessun flash. Ma alla fine dei conti lei è e rimane sempre Rosie Campbell: non può deludere le aspettative.
«Harry» lo chiama senza perderla di vista, «non ci presenti?»
 «Sì, ehm, certo» borbotta lui con voce bassa, «lei è Rosie, Rosie Campbell, una mia amica e lei è» chi è per te, Harry? «lei è Merit.»
Rosie anticipa il movimento dell’altra, le offre la mano e la stringe con attenta e studiata gentilezza. «Piacere di conoscerti» dice e può leggere negli occhi dell’altra lo stupore. Rosie Campbell sta parlando con me. «Sei nuova di qui, giusto? Non credo di averti mai vist-»
«Sì» risponde subito l’altra che avvampa quando realizza di averla interrotta «no! Cioè sì, voglio dire.. sì, mi sono appena trasferita.»
«Merit non ha molti amici» si inserisce subito Harry nella con tono di voce appena più alto, probabilmente indispettito per essere stato in qualche modo messo di parte. È così infantile delle volte.
Rosie non può fare a meno di torturarsi una piega della gonna, rendendosi conto di nuovo di come ha imparato a conoscerlo. Non si era affatto sorpresa quando le era giunta voce di come avesse stretto amicizia con la ragazza nuova. Notandola immobile nel corridoio, in difficoltà con gli orari, i nuovi professori e quella gerarchia che domina la scuola, Harry non doveva aver resisto alla tentazione di avvicinarsi con la solita camminata un po’ strascicata e quel sorriso amichevole a cui non si può dire di no. Le aveva allungato la mano un po’ come fece anche con lei, andando oltre i pregiudizi e la facciata.
È proprio questo che ha fatto capitolare Rosie, che potrebbe avere chiunque tra quelle mura, ma ha deciso che è e sarà solo lui. E deve essere lo stesso per la ragazza di fronte a lei, gli occhi che un po’ brillano e che ne cercano altri verdi.
A Rosie queste cose non interessano, non si intromette in ciò che non la riguarda, non si arrabbia come fanno le sue compagne di classe che conservano segretamente da sempre una cotta che camuffano in scuse inutili; trova ridicolo e inutile pianificare contro qualcuno che sa non otterrà ciò che tutte vogliono. Perché nei corsi degli anni, Harry non ha mai ceduto il suo cuore a nessuna ed è successo che ad un certo punto hanno tutte smesse di dichiararsi fingendo che fosse passata, nutrendo però in segreto un sogno e la convinzione che andasse bene così.
Ma questa promessa stipulata da sguardi e sospiri sembra essersi spezzata nel momento in cui Rosie ha posato la sua attenzione su di lui e ha visto ciò che tutte temevano sarebbe prima o poi successo. Si rende conto che lei in prima persona non può permetterlo, non può permettere che  una mano che non sia la sua si aggrappi a quella ruvida e grande di Harry.
Dunque «Capisco» mormora con voce dispiaciuta. Poi con delicatezza le prende le mani tra le sue, sotto lo sguardo sorpreso di Harry – per te. «Dopo oggi però non sarà lo stesso. Giusto?»
«Cosa?»
Per te. «D’ora in poi puoi contare su di me per ogni cosa, Merit.»
Harry sorride. «Grazie, Rosie, sei un amica fantastica.»
Per te.



 
Ci sono, ci sono!
Chiedo scusa per il ritardo, ma credo possiate capirmi: siamo ormai agli sgoccioli e la scuola è un po' un casino.
Quindi spero di regalarvi un attimo di sollievo con il secondo capitolo della minilong :) non ho davvero molto da dire, se non ringraziare tutte le lettrici di passaggio e chi ha aggiunto questa storia tra le preferite/seguite/ricordate, grazie per avermi dato questa possibilità, spero soltanto di non deludervi. Con la fine della scuola e l'arrivo dell'estate, gli aggiornamenti dovrebbero diventare più frequenti, giuro però che questa volta il tasto "completa" lo premo.
Spero abbiate apprezzato, non dico altro perchè mi piacerebbe sapere cosa pensiate voi dei personaggi (soprattutto di Rosie) e della situazione, quindi aspetto pareri (alle recensioni del capitolo scorso risponderò appena possibili, scusate davvero).
Ancora grazie,

Anqi.

ps. vi lascio giù una foto del prestavolto di Rosie :)
se avete qualche suggerimento per Merit, potete contattarmi in posta qui oppure: 

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