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Autore: percabeth2000    19/05/2014    1 recensioni
Tiene una mia ciocca tra le dita rigirandosela un po’ tra l’indice e il medio, lo osservo e noto che è pensieroso e che si è imbambolato sui miei capelli.
-Will? – lo chiamo.
Sembra riprendersi ma questo non fa altro che portare la sua attenzione su di me e ciò mi rende un po’ a disagio. Perché continui a guardarmi? Cos’ho?
- Sei bellissima – mi sussurra.
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Mentre sul pavimento inizia a formarsi un mucchio di cenere penso che è questo a cui si riferiva Jason, questa è la cosa che stava degenerando, questa è la cosa per cui mia mamma voleva avere il tempo per proteggermi … Non abbiamo più tempo.
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Te ne sei andata, siamo stati sopraffatti. Già me ne sono andata come un coniglio, gli ho lasciati soli e cosa più disonorevole , per un momento ho anche pensato di non tornare.
Lucilla mi osserva e forse dalla mia espressione intuisce i miei pensieri.
- Non intendevo quello Michelle,mi sono espressa male tu non … - la blocco afferrandogli le mani.
- No Lucinda. Hai ragione, rimedierò, te lo prometto – le dico per poi entrare nella sala da pranzo lasciandola sola.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ANGOLO DELL'AUTRICE: Lo so che sono immensamente in ritardo e per questo mi scuso. Il capitolo non è uno dei più lunghi e non uno dei più felici ma spero che apprezziate comunque.
Mi scuso in anticipo per eventuali errori. Grazie mille e buona lettura.
percabeth2000





Sono al castello ma non è come  lo ricordavo, le finestre sono oscurate come se non venissero lavate da anni e tutte le pareti sono ricoperte da schizzi di sangue o cibo, i muri sono graffiati e le tende strappate. Si sente un gran vociare nella sala delle feste ma il mio corpo non esegue più ciò che gli chiedo: sembra telecomandato da qualcun altro.
La bellissima donna dai capelli neri mi sorride con il suo solito ghigno.
Sembra comparsa dal nulla, come se si fosse materializzata all’improvviso, indica una nuvoletta di vapore grigiastro e sorride.
Nella nuvoletta si vedono case in fiamme e animali che scappano, o così sembrano a prima vista ma osservando attentamente si capisce: le case  sono tende e gli animali sono lupi. Lupi troppo grandi per essere solo animali.
“Succederà mia cara, vieni da me, non ti farò del male, ma se rifiuti …. Loro bruceranno. In particolare lui”
Un lupo completamente nero compare nella scena e le fiamme iniziano a circondarlo, non sembra spaventato ma più che altro intrepido. Le fiamme lo avvolgono ma con pazienza, quasi a voler prolungare lo spettacolo e la sofferenza.
“ Fino a mezzogiorno di domani, un tempo più che ragionevole”
 
Scatto seduta. Ho i capelli appiccicati alla fronte per via del sudore, dei lunghi e potenti brividi continuano a risalirmi su per la schiena e il mio respiro piuttosto che calmarsi inizia ad agitarsi sempre di più.
Continuo ad avere lo stesso incubo e appena sembra che sbiadisca e si fermi, rinizia da capo mostrandomi sempre una tortura diversa da applicare a Will: bruciato vivo, annegato, morto per assideramento, dissanguamento, colpi di frusta.
La voce continua a ripetermi la scadenza con la sua voce quasi dolce, cantilenante e sognante. E’ un incantesimo, lo chiamiamo il canto delle sirene perché ipnotizza e rende le menti malleabili.
La parte peggiore non è vedere come è ridotto il castello o come intendono attaccare il branco o pensare a come lei cerchi di convincermi, la parte più brutta è vedere Will che muore.  Mi lascia a guardare ma non mi permette di fare niente: non posso urlare, ne cercare di aiutarlo in qualunque modo, non posso stringergli le mani al collo e farla morire di soffocamento. Essere impotenti di fronte a una situazione del genere è come essere morti.
I brividi iniziano a cessare dopo un po’ no? E allora perché ora sto tremando come una foglia in inverno? Ho sempre pensato di essere forte abbastanza da sopportare i colpi della vita dopo quello che era successo a mio papà, ho sempre pensato che forse, se mi fossi impegnata, sarei anche diventata una buona regina per il mio popolo e invece ora mi ritrovo ad aver paura di qualcosa che ho solo sognato.
Eppure dentro di me so, che anche se quelle minacce possono sembrare banali e inutili, dentro di me so che se non faccio ciò che mi chiede verranno messe in atto.
Ho i nervi a fior di pelle e sono talmente tesa che faccio fatica ad accorgermi che ho iniziato a piangere.
Delle piccole e lente lacrime scivolano sul viso e seguono la curva degli zigomi, tracciano il mio volto come una matita su un foglio, certe volte si fermano come se stessero riflettendo se proseguire il loro viaggio o meno. Chissà se sono consapevoli che in poche tempo moriranno evaporate o se invece pensano che sia solo un nuovo inizio.
Infondo posso io giudicarle quando nel profondo mi sono illusa di poter iniziare una nuova vita più tranquilla e senza peso?
Saranno forse le quattro del mattino e decido di alzarmi a fare una passeggiata sperando che almeno un po’ l’aria fresca riesca a farmi pensare.
Una volta uscita l’aria mi punge il viso con il suo profumo e il lieve tepore mi riscalda un po’.
Non ho idea di cosa fare ora. Sono abbattuta. Se andrò da loro non attaccheranno il branco ma è anche vero che non c’è da fidarsi delle Maligne e che non so cosa intendono fare di me.
Un piccolo bagliore  mi incuriosisce e ad un tratto riconosco il punto in cui mi trovo e anche la tenda da cui proviene la luce. E’ la tenda di Fermo e lui ha il diritto di sapere.
Una volta arrivata mi affaccio all’interno sussurrando il nome del capobranco.
Ci siamo visti a pranzo e a cena ma stamattina sono scappata da lui proprio mentre parlava di mio padre e proprio mentre iniziavo a ricordarmi. Sembra che sia passato un infinità di tempo da allora.
- Michelle. Hai bisogno di qualcosa?- mi chiede gentile ma è evidente che è stato tutta la notte sveglio a guardare resoconti e a leggere lettere. Appare sempre più evidente che stiamo per iniziare una guerra.
- Ti devo dire una cosa – rispondo con il tono più calmo che riesco a usare.
Lascio da parte l’imbarazzo di essere scappata mentre i ricordi mi assalivano e inizio a illustrargli i miei incubi e le mie paure, lui annuisce e basta, pensieroso e attento ad ogni sfumatura del sogno.
- Devo partire- finisco di dire.
- Non posso impedirti di farlo ma se lo fai per noi non servirà a niente. Stanno attaccando tutti i branchi – mi dice gettando un’occhiata alle carte sulla scrivania.
- E invece servirà. Se vado voi avete il tempo di nascondervi più lontano. Nascondete i bambini e preparate i guerrieri. –
- Il castello è protetto dalla magia noi non possiamo piombare lì – fa presente Fermo.
- Infatti gli aspetterete qui. Siete abituati a restare nella natura, è un ambiente che voi conoscete meglio di loro per il vostro sangue, per il vostro essere.- spiego io.
Fermo sembra convincersi un po’ di più ma è evidente che un pensiero lo preoccupa particolarmente.
- Will vorrà venire con te – sputa fuori.
- Will non può … lo useranno per farmi del male. L’hanno visto al castello con me, se lo prendono lo useranno per farmi fare quello che vogliono. Sono a conoscenza del fatto che sono qui ma siete sempre stato un popolo riservato e secondo gli accordi l’unico nome scritto è quello del capobranco. Per quel che ne sanno potremmo odiarci. Will è l’unico su cui possono contare per fare leva – se prendessero Will sarai disposta a tutto pur di salvarlo.
- Non ti lascerà sola – ripete.
- Dovremmo spiegargli il perché allora. Bisogna spiegargli perché deve lasciarmelo fare – dico io decisa. Non posso permettere che venga con me. Oltretutto non c’è nessuna garanzia che lo manterranno in vita dopo averlo sfruttato.
Fermo mi guarda con uno sguardo dispiaciuto, compassionevole e anche sconfitto. Questo è il miglior piano che abbiamo e non possiamo far altro che mettere in atto questo.
Il silenzio ormai è tutto intorno a noi e nessuno dei due ha qualcosa da dire.
- E’ l’unica possibilità – dico prima di andarmene fuori.
Non faccio in tempo a riprendere fiato perché evidentemente qualcuno stava aspettando fuori e ora è impaziente di parlare con me.
- Tu non vai da nessuna parte – scandisce – tantomeno senza di me –
- Will … mi hai sentito, è l’unica possibilità che abbiamo, l’unico modo … - sapevo che sarebbe arrivato il momento di dirglielo ma è troppo presto, gli incubi, il piano, lui. Come faccio a lasciarlo qui consapevole che forse non lo rivedrò mai più?
- C’è sempre una seconda opzione, abbiamo bisogno di un po’ di tempo ma sono sicuro che la troveremo – è evidente che non vuole lasciami ma così fa più male  a tutti e due.
Tiro un sospiro profondo e lo guardo negli occhi consapevole che la speranza che ora gli accende svanirà piano piano mentre parlo.
- Non abbiamo tempo, abbiamo fino a domani a mezzogiorno e allora prenderanno me  e te e i tuoi famigliari faranno male a voi e ci useranno tutti come pedine dei loro luridi giochi di potere. Will, mi dispiace -  come temevo gli occhi si sono spenti e la speranza sta mutando in rabbia.
-  Hanno portato via mia madre e ora portano via anche te. E’ … - mi sta tenendo le mani in una stretta calda e forte.
- E’ ingiusto, lo so. Will devi avere fiducia – dico accennando un sorriso – ce la faremo –
Mi guarda per un secondo negli occhi e cerco di nascondere meglio che posso la paura e i dubbi che mi assillano per dimostrargli che quanto ho appena detto è realizzabile, possibile e concreto. Non ci dobbiamo arrendere per nessun motivo.
Il sole in questo momento è bellissimo mentre piano si innalza verso la volta ancora scura facendo risplende le foglie verdi in una luce dorata, magica e un po’ malinconica.
A volte la vita è proprio ingiusta con noi ma non dobbiamo cadere dobbiamo rialzarci sempre.
Il silenzio che c’è tra me e Will è il silenzio più bello che ho mai ascoltato durante tutta la mia vita. Non è un silenzio imbarazzato ne tantomeno teso. E’ un silenzio di parole non dette, lasciate sospese tra le nostre due anime. Parole che dette perderebbero un po’ di quel loro sapore eterno e dolce e che in questo momento non farebbero altro che farci del male.
Will mi attira un po’ più vicino e mi stringe in un abbraccio delicato che mi fa scaldare il cuore . Quando ci sciogliamo è come se un peso mi fosse improvvisamente calato sul cuore come un grosso macigno.
Forse fino ad ora non avevo realizzato quanto davvero potessi perdere.
  
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