Ciao!!!!!!! Allora, non perdo l’occasione per scusarmi nuovamente per il pasticcio dell’altra volta, ho fatto passare un casino di tempo per postare un capitolo men che mediocre, ma purtroppo non mi è stato possibile scrivere di più e meglio, a causa della ribellione del mio pc. Comunque spero vivamente che questa volta il risultato sia leggermente superiore a quello del decimo capitolo. Buona lettura!
Sammy
N.B. d’ora in poi i sogni di Draco e Ginny saranno
indicati in carattere diverso, arial corsivo – questo –, poiché il
computer da cui posto i capitoli, quello di mio padre, è un windows XP che, non
si sa bene per quale astruso motivo, non mi legge il Garamond, il carattere che
avevo normalmente usato per quella parte della storia.
Capitolo 10. SILENT
NIGHT
Quando
Draco si recò all’appuntamento con Emily, la vecchia aula di Babbanologia era
ancora vuota. Il ragazzo, allora, nell’attesa della bella Corvonero, prese a
girare per la classe ormai in disuso, giocherellando con strani oggetti
babbani. Afferrò un aggeggio dall’aria piuttosto insolita, una specie di
scatola con due fessure sulla parte superiore e, su di un lato, un’etichetta
attaccata grossolanamente, con su scritto “tostapane”. Dopo aver fatto
una smorfia, il biondino posò l’oggetto ed andò a sedersi su una sedia, che
però scricchiolò fortemente sotto il suo peso, così decise di andare ad
accomodarsi sulla cattedra, continuando a guardarsi intorno e lanciando, di
tanto in tanto, uno sguardo fugace verso la porta dell’aula.
Circa
dieci minuti dopo, quella porta si aprì, lasciando entrare la ragazza. Lui
sorrise, si era agghindata come se fosse dovuta andare ad una festa. I lunghi
capelli castani scuri erano stati meticolosamente arricciati e raccolti in una
coda alta, una lunga linea nera sulle palpebre le faceva risaltare gli occhioni
color nocciola, sorridenti come al solito, ed un leggero strato i lucidalabbra
le faceva brillare la bocca. Indossava un maglioncino rosa a collo alto ed una
minigonna di jeans tempestata di strass, e calze velate e stivali neri.
Draco
scese dalla cattedra e le andò incontro, prendendola fra le forti braccia.
–Buona sera, Emily. Come mai tanto carina?-
…………………
Mancavano cinque ore al ballo, e Ginny stava guardando per la millesima volta il vestito donatole dalla zia, per vedere se c’era bisogno di qualche aggiustatina. Tuttavia sembrava perfetto, pronto per essere indossato. Le sue compagne di stanza ancora non si erano fatte vedere, probabilmente avrebbero cominciato a prepararsi mezz’ora prima dell’inizio della festa, per essere poi pronte due ore dopo. Ginny non avrebbe mai fatto aspettare Max. A costo di iniziare in quel preciso istante, per le nove meno un quarto, l’ora dell’appuntamento, sarebbe stata prontissima.
…………………
Neville tentava per la decima volta di annodarsi la cravatta, ottenendo come unico risultato di scatenare l’ilarità dei suoi compagni di stanza, in particolare di Seamus, a causa dell’aggrovigliamento che era stato capace di creare. Possibile che a sedici anni suonati dovesse farsi sistemare la cravatta dai compagni di stanza? Harry, intanto, continuava a guardare le scarpe che di lì a poco avrebbe dovuto indossare, notando solo in quel momento quanto fossero sporche. Ron, invece, era già pronto, almeno secondo i suoi canoni: i capelli totalmente arruffati facevano concorrenza a quelli del migliore amico, la scarpa sinistra era ancora slacciata, cosa di cui lui non s’importava minimamente nonostante avesse rischiato già varie volte di cadere, e la camicia era terribilmente stropicciata (Harry, per un momento, aveva pensato alla faccia che Molly Waesley avrebbe fatto vedendo il minore dei figli in quello stato ed era scoppiato a ridere, apparentemente senza un motivo, scioccando gli amici). D’altra parte, il rosso ancora non riusciva a trovare un solo buon motivo per andare a quello stupidissimo ballo. Hermione, remore della litigata dell’anno prima a causa di Krum, aveva deciso di andare al ballo con un altro, sicura che tanto Ronald si sarebbe offerto come suo accompagnatore solo in casi estremi, e così il ragazzo aveva finito per accoppiarsi con una tipa di Tassorosso, Natalie Fester, che non aveva mai visto prima ma che era parente di Neville. Be’, almeno il ragazzo serviva a qualcosa!
Dean non smise un secondo di guardarsi allo specchio, sistemandosi i capelli neri nel tentativo di sembrare affascinante agli occhi di Ginny. Per un secondo si immobilizzò, cercando di ricordare il nome della sua compagna, ma non ci riuscì, tuttavia non se ne interessò più di tanto. Avrebbe evitato di chiamarla per nome, ecco tutto. Non sarebbe stato così difficile.
Erano le otto e mezza quando i ragazzi cominciarono a scendere in Sala Comune, nonostante non avessero la benché minima speranza di vedere scendere le loro ragazze, di lì a un’ora. Ron si annoiava di allontanarsi da Harry per raggiungere il dormitorio di Tassorosso e decise così di aspettare prima di andare da Natalie.
…………………
Hermione si era accampata nella stanza delle studentesse
del quinto anno, pur di non sentir più starnazzare Lavanda, però la situazione
non era cambiata molto. Però, per fortuna, ora era appoggiata da Ginny.
Le due, chiacchierando del più e del meno, si erano preparate al meglio per la serata. La bruna stava legandosi i capelli in una coda alta quando bussarono alla porta. Ginny, infilandosi in bocca la matita per gli occhi, allo scopo di avere almeno una delle mani libere, mentre l’altra era occupata dalla lacca, andò ad aprire, trovandosi davanti una Calì disperata, che si lamentava perché l’abito non le donava. La rossa, a dire il vero, non ci trovava assolutamente nulla di strano, però la ragazza era paranoica, si sapeva benissimo, e così decise di aiutarla, pur di levarsela da davanti. La fece sedere sul suo letto (cosa che infastidì non poco Hermione. “Ma è una persecuzione! Me le ritrovo dappertutto!”) e cominciò a squadrarla, apportando piccole modifiche che rendevano ancora più bello l’abito. Alla fine, Calì non era totalmente convinta, ma il fatto che ci avesse messo le mani Ginny la rassicurava non poco. Questo però non portò l’ospite indesiderato ad andarsene, anzi! La spinse a restare a vedere come si preparava la piccola Weasley. Questa, dal canto suo, cercò di apparire il meno scocciata possibile (cosa che, invece, Hermione non provò assolutamente a fare. Continuò a prepararsi senza proferire parola, guardando torva la compagna di tanto in tanto).
Alla fine, dopo circa sei ore di estenuanti preparativi, il gruppo si decise a scendere dai ragazzi, che dal canto loro stavano ancora aspettando, chi pazientemente chi un po’ meno, le loro accompagnatrici.
…………………
Draco non aveva nessunissima voglia di andare al ballo, nemmeno la prospettiva di una serata con Emily lo faceva stare meglio. Avrebbe potuto impiegare quel tempo in modi molto più divertenti, con o senza la sua ragazza. Aveva in mente almeno una quarantina di occupazioni che lo interessavano di più che ballare tutta la serata fra una marea di gente.
Si alzò e si sistemò velocemente i capelli biondissimi di fronte allo specchio, per poi uscire dalla camera sperando di trovare già fuori dal dormitorio dei Corvonero la sua Emily. Ma, ovviamente, non fu così. Diavolo. Avrebbe anche dovuto aspettare. La serata non cominciava per niente bene.
…………………
E così sto per scoprire chi è il famoso ragazzo del sogno!
Ginny era emozionata ed intimorita al tempo stesso. Era stretta al braccio sinistro di Max e camminavano abbracciati verso la Sala Grande, ma non riusciva a non pensare a nulla al di fuori del sogno. Era eccitata ed intimorita allo stesso tempo. Avrebbe potuto essere chiunque. E avrebbe anche potuto non essere. Già. Chi le diceva che il sogno si sarebbe avverato? Non aveva mai creduto in queste stupidaggini! Stava diventando patetica… E, oltretutto, perché gli altri sogni non si sono avverati?Be’, magari cronologicamente gli avvenimenti erano successivi… In fondo, non riusciva a credere che non sarebbe accaduto nulla, quella notte. E, se non fosse successo niente, lei ci sarebbe rimasta malissimo, anche se continuava a ripetersi che, in fin dei conti, non le importava poi tanto.
Giunta davanti all’enorme porta della Sala Grande, prima di varcare la soglia Ginny inspirò a fondo e chiuse gli occhi. Quella sera avrebbe potuto sconvolgerle la vita.
…………………
Draco strinse forte la mano di Emily. Dato che era obbligato, almeno per il momento, a stare in quello che, al momento, gli sembrava un patibolo, voleva godersi il più possibile quegli attimi. Anche se gli sembrava quasi impossibile “godere” in mezzo a tutto quel casino. Le ragazzine più piccole strillavano come paperelle impazzite, soprattutto quelle le novelline, al loro primissimo ballo ad Hogwarts. Che ci troveranno poi di tanto speciale? Non poteva fare a meno di chiedersi il biondino. Un inferno. Ecco cos’era per lui. Il Natale avrebbe dovuto essere un momento felice, allora perché fare di tutto per rovinarglielo?
…………………
La
Sala Grande era allegra e il vociferare di tutti i suoi compagni la metteva di
buon umore. Tutto come nel sogno. Non faceva altro che ripeterselo. Max
era terribilmente dolce, la stringeva forte a sé, ma, per la prima volta da
quando si erano innamorati, la sua mente non era concentrata su di lui, ma su
qualcos’altro. Sempre lo stesso “qualcos’altro”, in effetti. Il ragazzo le si
staccò lentamente, guardandola in maniera piuttosto strana. Se n’è accorto! Pensò lei, con aria colpevole. Ma, d’altra parte, avere la testa fra
le nuvole non era certo un reato… Il brunetto le sorrise, prima di stamparle un
dolce bacio sulla guancia destra, leggermente imporporata.
-Vado a prendere da bere-
Il cuore di Ginny perse un battito. Come nel sogno. Di nuovo. Avrebbe
preferito morire. Improvvisamente, aveva paura. Avrebbe voluto non trovarsi lì,
non aver mai fatto quei sogni…e invece era lì, e non riusciva a fare nemmeno un
passo per uscire dalla Sala Grande, pur sapendo che era la cosa migliore da
fare. Il cervello continuava a ripeterle di rispondere di no, che non aveva
sete, che voleva ballare con lui ancora un po’, ma la sua bocca sembrava
totalmente autonoma, in quel momento. –Va bene- rispose, e vide il ragazzo
allontanarsi da lei. Cavolo.
Non doveva andare così. Lei e Max avrebbero dovuto essere per sempre felici e
contenti. E invece no. Ci si metteva di mezzo un sogno a rovinarle la vita.
Prima non vedeva l’ora di scoprire chi fosse il misterioso ragazzo, adesso
avrebbe preferito morire pur di venirlo a sapere. Si era fatta strada in lei la
consapevolezza che quel ragazzo l’avrebbe probabilmente allontanata da Max. E
non era ciò che voleva lei. O sì? Se si fosse allontanata da Max, sarebbe stato
perché non lo amava più. Non aveva mai pensato a quest’eventualità. Loro due si
amavano, non si sarebbero mai potuti lasciare. O almeno, questo era quello che
lei aveva sempre pensato. Fino a quel momento, almeno. Ora stava cominciando a
rendersi conto del fatto che non era detto che il loro amore fosse eterno. Lei
avrebbe potuto trovare di meglio. LUI avrebbe potuto trovare di meglio. NO! No, non riusciva ad accettarlo,
non poteva accettarlo. Sarebbero stati insieme per sempre. Già. Chissà perché
il suo cuore le diceva il contrario.
Non riusciva più a stare ferma, così cominciò a vagare per il salone, proprio come
era accaduto nel sogno, ripetendo “Buon Natale” a tutti i conoscenti che
incrociava. Si sentiva nervosa, voleva scappare, uscire dalla Sala Grande, ma
non si sa per quale motivo si stava dirigendo da tutt’altra parte. Da Neville
Paciock, per l’esattezza. Perché nel sogno lei aveva parlato con Neville. E
allora, perché non farlo? –ciao Neville!- disse, per poi darsi mentalmente
della deficiente. Voleva che il suo sogno rimanesse tale, eppure stava facendo
di tutto pur di farlo avverare. Però, ormai era fatta. Stava parlando del più e
del meno con l’amico, pur non essendo mentalmente presente, quando,
all’improvviso…
…………………
Emily
era rimasta tutto il tempo attaccata a Nicole. Ma era possibile? Era andata al
ballo con lui, non con quella zecca dell’amica, diamine! Draco, seduto intorno
ad uno dei tavolini circolari che Silente aveva fatto apparire nella Sala
Grande appositamente per la festa, chiuse forte gli occhi, nel tentativo di
estraniarsi per pochi secondi dal resto del mondo. Tutto inutile. La voce della
sua ragazza che chiacchierava insistentemente con la migliore amica continuava
a giungergli chiaramente alle orecchie, così come quelle di tutti gli altri alunni
di Hogwarts. Si alzò di scatto, senza nemmeno degnare di un’occhiata la sua
accompagnatrice, e cominciò a passeggiare per il salone. Provò a raggiungere
l’uscita, ma gli fu impossibile. Una barriera umana gli impedì di
avvicinarvisi. Così prese a vagare senza una meta precisa. Gli bastava stare
lontano da quelle due, al momento. Era imbestialito. Come si permetteva di
ignorarlo così palesemente? Non voleva pensarci. Doveva trovare qualcosa da
fare… Improvvisamente, il suo sguardo si posò su una persona a cui aveva
dedicato la maggior parte dei suoi pensieri, negli ultimi tempi, e a cui,
proprio quel giorno, non avrebbe voluto pensare. Ginny Weasley.
…………………
Odore
di menta. Fortissimo, avvolgente odore di menta. Proprio quello del sogno, così
caldo, dolce… Si voltò di scatto, anche se un po’ intimorita. D’altro canto
avrebbe potuto ritrovarsi di fronte chiunque, anche…Draco Malfoy. Che cosa significa? Ginny sbiancò improvvisamente,
trovandosi di fronte il biondo serpeverde. –Baby Weasley! Ti senti male? Sembra
che tu abbia visto un fantasma!- le chiese, sempre con quel suo ghigno
insopportabile-Ma…Malfoy!- balbettò lei, ancora incredula. No, non era
possibile. Malfoy il ragazzo del sogno? Inspirò profondamente, nel tentativo di
capire da cosa provenisse il profumo incriminato. Non c’erano dubbi. Era la
pelle di Draco ad emanarlo. Chiuse gli occhi per riprendersi un po’, non poteva
comportarsi come un pesce lesso, aveva pur sempre di fronte Malfoy! Se non
fosse stata pronta, lui l’avrebbe di certo umiliata. – Che c’è, Malfoy, non hai
niente di meglio da fare che perdere tempo con me, stasera? La tua ragazza ti
ha lasciato in bianco?- Lui divenne rosso. Diavolo, l’aveva fatto arrabbiare. E
tanto, anche! Cavolo, cavolo, cavolo. Pensò.
…………………
-La
tua ragazza ti ha lasciato in bianco?-
L’avrebbe
uccisa, lì, all’istante. Stupida pezzente. Cosa ne sapeva lei, di lui ed Emily?
Lurida babbanofila. E lui, avrebbe dovuto innamorarsi di lei? Schifosa
puttanella. Gliel’avrebbe fatta pagare. Quando mai aveva creduto ai sogni, lui?
Ed ora, per colpa di uno stupido sogno era andato lì a farsi insultare da
quella…quella….aveva probabilmente finito tutti gli insulti possibili, cosicché
si trovò ad apostrofarla nuovamente “lurida pezzente”.
-Vieni
fuori, Weasley. Dobbiamo parlare.-
Le
avrebbe fatto ingoiare tutto quello che aveva detto.
…………………
-Vieni
fuori, Weasley. Dobbiamo parlare.-
Questa
semplice frase la terrorizzò, per due sostanziali motivi: 1- il tono di Malfoy
era tutt’altro che rassicurante
2-
il ragazzo del sogno diceva esattamente la stessa cosa. Certo che il modo in
cui le si era rivolto nel sogno era totalmente diverso… Fatto sta che lei
decise di seguirlo.
Lui
la guidò fuori, nell’enorme parco del castello, e camminarono un bel po’, in silenzio.
Dopo un po’, lui si fermò, e Ginny, finalmente, si decise a parlare, dato che il
serpeverde non sembrava ancora disposto a farlo. Se devo morire, meglio
farlo in fretta. Pensò la rossa. –Che cosa dovevi dirmi?- Lui era di
spalle, sulla riva del lago. –Ancora non abbiamo terminato il nostro discorso.
Hai la capacità di lasciare sempre tutto a metà.-
WOW!!!!!! Ho finalmente terminato anche il decimo
capitolo!!!!!!!!! Mi scuso per il ritardo, anche se di sicuro è meno dell’altra
volta…purtroppo per Natale sono stata piuttosto impegnata, tra gita scolastica,
regali, problemucci con il mio ragazzo, il tempo è volato…Comunque sono di
nuovo qui, per augurarvi un Natale con i fiocchi!!!!!!!!!!!!
Per scaramanzia, non dico anche “Buon Anno”… nella speranza di riuscire a
dirvelo nell’undicesimo capitolo!
Un bacione a tutti i lettori, e mi raccomando, lasciate un commentuccio, eh?
Sammy