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Autore: Mai Kusakabe    20/05/2014    5 recensioni
-Hai trovato una buona ciurma.-
Quando se ne era andato lasciando la lettera, c’erano cose a cui Sabo non aveva pensato. Adesso è costretto ad affrontare le conseguenze di ciò che non aveva preso in considerazione. [Ace&Sabo Brothership]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Portuguese D. Ace, Sabo
Note: Traduzione | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore originale: Mai Kusakabe
Traduzione: Akemichan
Revisione: Lilian Potter
Disclaimer: Tutti i diritti ad Eiichiro Oda.

 

 

MAN MAKES PLANS

 


All'inizio il numeroso gruppo di pirati che si stava divertendo nel bar non si era preoccupato quando uno dei loro compagni era arrivato di corsa, quasi senza fiato, e aveva gridato che Ace stava combattendo con qualcuno, ma alcuni avevano deciso di dare un'occhiata per sicurezza. Il modo in cui l'avevano incontrato, dopotutto, aveva messo in chiaro che Ace non aveva problemi a sfidare persone assurdamente forti.


Non sembrava quello il caso.


Raggiunsero la piazza della città solo per trovarla mezza distrutta, con colonne di fumo che salivano attorcigliate dai muri demoliti, che avevano sicuramente subito qualche attacco di Ace, i cittadini orripilati fermi al limite delle differenti strade, i loro sguardi fissi nel mezzo della distruzione.


Là c'era Ace, a cavalcioni su un corpo non identificato, e lo colpiva, non facendo uso del suo potere ma utilizzando solo i suoi pugni. Il suono delle nocche che colpivano la pelle e le ossa poteva essere sentito ovunque nell'altrimenti mortale silenzio della piazza, accompagnato a quasi ogni impatto dai grugniti doloranti della persona sotto Ace e dalla continua sequela di insulti e maledizioni di Ace. Non sembrava avere una grande opinione dell'altro.


Alcuni compagni di ciurma gli si avvicinarono, con l'intenzione di staccarlo dalla sua vittima indifesa, ma Marco, che faceva parte del gruppo, alzò una mano per fermarli.


Ricevette molti sguardi interrogativi, ma li ignorò e continuò a tenere lo sguardo sulla coppia. L'uomo, perché non c'era più alcun dubbio che la persona a terra fosse un uomo, non aveva fatto un singolo tentativo per difendersi.


Finalmente, i colpi di Ace rallentarono fino a fermarsi, e anche gli insulti, che erano diminuiti di volume man mano che il tempo passava, si erano fermati, il suo ansimare pesante l'unico suono rimasto.


Poi, l'uomo a terra parlò:


“Ti senti meglio?”


Quelli che potevano vedere il viso di Ace, chinato com'era, notarono l'amaro e quasi triste sorriso che si allungò sulle labbra.


“In qualche modo,” rispose.


“Bene.”


E un coro di esclamazioni sorprese riempì la piazza quando l'uomo a terra alzò il braccio e diede un pugno ad Ace con abbastanza forza da spedirlo volando per la piazza fino a sbattere contro un muro che si sbriciolò per la forza dell'impatto. Ci vollero vari secondi prima che gli spettatori si rendessero conto che l'uomo era riuscito a toccare Ace, e a quel punto il suddetto era già in piedi, con quello che sembrava un tubo in mano, a parare un calcio di Ace.


“Maledetto bastardo!” urlò Ace, schivando il tubo da sotto con un pugno mirato al viso dell'altro. Lo colpì, nell'esatto istante in cui uno stivale calciò il suo viso nella stessa maniera.


I combattenti indietreggiarono, fissandosi l'uno con l'altro per pochi secondi, e poi attaccarono ancora.


Le fiamme di Ace scomparvero da attorno al suo braccio, il tubo cadde a terra, e i due uomini caddero al suolo in ginocchio, faccia a faccia. La mano che aveva intenzione di ferire l'uomo sconosciuto si mosse invece per avvolgergli le spalle, l'altro braccio che gli circondava la vita, e anche l'altro alzò le braccia, chiudendole attorno al busto di Ace.


Fu allora, quando Ace riposò la testa sulla spalla dell'uomo, che gli spettatori notarono per la prima volta le lacrime che scendevano sul suo viso, anche se erano state lì per tutto il tempo. Ace mormorò qualcosa e, vedendo il tremore delle spalle dell'altro, non era il solo a piangere.

 


I pirati di Barbabianca non avevano buttato via l'occasione per dare una festa, ma avevano rispettato lo spazio dei due uomini e li avevano lasciati da soli, con a disposizione una quantità di cibo e bevande, per parlare.


Sabo guardò con un sorriso divertito quegli spaventosi pirati fare i cretini e alla fine ruppe il silenzio che si era creato da quando Ace aveva spiegato alla ciurma l'incidente in piazza e i pirati avevano deciso di metter su un improvvisato party.


“Hai trovato una buona ciurma.”


“Già.”


Ancora silenzio. Suo fratello non gli aveva parlato se non a monosillabi da quando si era ripreso dalla rabbia e dal conseguente crollo.


“Ascolta, Ace,” parlò ancora Sabo. Gli occhi fissi sulla sua tazza perché incapace di affrontare gli occhi tristi di Ace, “Mi dispiace, non posso nemmeno dire quanto, dubito che ci siano delle parole adatte, non avrei aspettato così a lungo se avessi saputo-” Una mano sulla spalla lo zittì.


“Va bene, lo so.”


Gli occhi di Sabo si riempirono di nuovo di lacrime. Era preparato al fatto che Ace lo avrebbe preso a pugni, pronto anche ad essere picchiato, aveva accettato che se lo meritava dopo che non aveva salutato appropriatamente. Ma non era si era aspettato quello che lo aveva ricevuto.

 

 “T-tu eri morto...”


Quelle parole, accompagnate dagli occhi spalancati e la faccia bianca di Ace, l'avevano scosso fin nelle viscere. In tutti quegli anni, Sabo aveva immaginato la rabbia di suo fratello, persino lacrime nel caso di Rufy, quando l'avrebbero rivisto, ma mai, nemmeno una volta, aveva considerato la possibilità che sapessero dell'incidente con la nave del Tenryuubito.


“Smettila di piangere, ti stai comportando come Rufy.”


A quello Sabo alzò la testa, e si sentì immensamente lieto per il fatto che Ace ora sembrasse più calmo. La tristezza era ancora nei suoi occhi, ma almeno non sembrava più confuso. Era di nuovo il suo iroso fratello, un fratello iroso che sembrava riuscire a sorridere più facilmente adesso.


“Come sta?”


Ace ghignò.


“Sempre debole.”


Sabo si lasciò scappare una risatina ed Ace si unì a lui. Poco dopo ridevano isterici per tutto e niente contemporaneamente.


La sensazione era migliore di come aveva pensato sarebbe stato essere di nuovo con suo fratello, e Sabo non poteva nemmeno immaginare come sarebbe stato quando sarebbero stati di nuovo tutti e tre assieme.


“Che cosa stai combinando, comunque? Non sei un pirata, avrei visto l'avviso di taglia e sarei già venuto a pestarti se tu lo fossi.” chiese Ace, una volta che le loro risate furono di nuovo sotto controllo.


“Sono un rivoluzionario.”


“Davvero?” chiese suo fratello, genuinamente sorpreso.


Sabo annuì, ghignano nella sua direzione.


“Già. Quel giorno con la nave del Tenryuubito, è stato Dragon a salvarmi.”


“Ti piace?”


“Lo adoro. È la libertà che ho sempre cercato.” rispose Sabo, e sentì che l'orgoglio per la sua vita brillava sul suo viso.


Ace annuì e alzò la tazza, svuotandone il contenuto con un lungo sorso che mostrava quanto fosse abituato a quel gesto.


“E per quanto ti riguarda? La tua ciurma sembra grandiosa, non lo nego. Ma dimmi, Ace, sei felice a non essere il capitano?” chiese Sabo, anche se era sicuro della risposta. Dopotutto, aveva visto quanto Ace fosse a suo agio con loro, qualcosa che aveva visto in precedenza solo quando Ace era con lui e Rufy.


Ace sorrise, e Sabo si meravigliò ulteriormente di quanto suo fratello era cambiato a quel riguardo. Era un cambiamento positivo, aveva sempre pensato che Ace fosse fatto per sorridere.


“Ci posso convivere.”


Ritornarono a quel confortevole silenzio che durò finché un intero vassoio di cibo non fu ripulito.
“Allora,” parlò Ace alla fine. “che si fa adesso?”


“Adesso, aspettiamo finché Rufy non sarà salpato. Gli devo delle scuse, e lascerò anche a lui la possibilità di picchiarmi, anche se è ancora un debole. E poi avremo un sacco da recuperare, non credi?”


“Già.” Ace guardò in alto e si appoggiò all'indietro fino a sdraiarsi sul terreno. “Potremmo cacciarci in qualche folle avventura, noi tre. In onore dei vecchi tempi.”


“Mi pare un buon piano.”

 

FINE.

E, come all’inizio di tutto, ci sono nuovamente Ace e Sabo, pronti al loro incontro con Rufy.
Onestamente, non so dire cosa provo dopo aver terminato la lettura; è un misto di felicità e malinconia.
Questa splendida one-shot è stata tradotta da Akemichan, che dopo averla letta in originale se n’è innamorata e si è gentilmente proposta di tradurla; di conseguenza, tutti i meriti vanno a Mai e a lei, questa volta io mi sono unicamente limitata a revisionare la traduzione. Ringrazio dunque entrambe per lo splendido lavoro che hanno fatto, regalandoci questa piccola meraviglia. E, con questa perla, inauguro il Compleanno di Mai! Aspettatevi varie ff a qualsiasi orario ^^

 

 

  
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