-Benvenuta
nella mia umile dimora Cherì.-
-Santo
cielo! È … grande!- disse lei sbalordita.
-Ihihihih
già ihihih.- sghignazzò Lupin.
-Direi
che i vostri colpi hanno fruttato ben bene se siete riusciti a permettervi
questo lusso sul lago. -
-Si
insomma, ci siamo organizzati bene ed ecco qua.-
-è
fantastico! Insomma non abbandonerei mai le mie abitudini da gitana ma c’è da
dire che anche vivere così è davvero stupendo!-
-Ma
un tempo in che situazione eri?- chiese Goemon
curioso.
-Bhè
ero di un ceto abbastanza modesto … non mi mancava
niente.-
Goemon
rifletté fra se e se in silenzio.
-Io…
immagino che starò nel mio sacco a pelo in una stanzina o sul divano
giusto?-
Tutti
e tre la guardarono perplessi sgranando gli
occhi.
-Ehm
…. Che c’è?- chiese lei disorientata.
-Cherì,
tu hai una stanza tutta per te!- esclamò Lupin.
-Cooosa?-
chiese lei incredula.
-è
così! Vieni così te la mostro forza!-.
Così
dicendo la condusse in una bellissima stanza degna di un hotel a cinque stelle
con ogni tipo di comodità, mai Zoe avrebbe pensato di dormire anche solo per una
notte in una stanza di tale eleganza … ancora una volta
…
Rimase
dalla porta per qualche secondo e poi entrò guardandosi intorno come
ipnotizzata.
-Oh…-
fu tutto quello che riuscì a dire.
-Non
ti piace Cherì????- chiese Lupin premuroso.
-Oh
no, direi stupenda! È bellissima è la stanza più bella che abbia mai visto!-
rispose lei quasi commossa.
-Cosa
c’è che non va allora mia cara?-
-…..è
che io non credo di poter approfittare di tutto questo
lusso…-
-Ma
Cherì non dirlo neanche per scherzo qui sei come a casa tua tesoro!!
-Ihihihih!-
-Bhè
grazie mille allora apprezzo moltissimo! Una cosa
però…-
-Qualunque
cosa Cherì..-
-Non
chiamarmi se puoi “Cherì”, ma o Esmeralda (il mio nome più comune) o per
abbreviare il mio nome di battesimo Zoe… del resto… nient’altro.- disse lei
sorridendo.
-D’accordo
mia bella Esmeralda!- disse lui inchinandosi e baciandole la
mano.
-E
anche senza tante lusinghe grazie!- disse lei tirando via la mano scocciata da
tante lusinghe inutili.
-Adesso,
mi sistemo un po’, grazie ancora e… non so qui come funziona per cui per l’ora
di pranzo … cosa… quando…?-
-Nella
cucina alle sette e mezzo meravigliosa
fanciulla!-
-Ehm….sè….allora…
grazie eh!!! Ciao!- disse lei sempre più impacciata, dopodiché chiuse la porta e
andò a farsi una doccia, successivamente Goemon e Jigen erano alle prese con
Lupin per portarlo via dalla stanza di Esmeralda per non farlo entrare nel suo
bagno mentre lei si stava facendo la doccia.
Poco
dopo in cucina i tre si misero a sparlare di lei e a studiare a come capire se
ci si poteva fidare di lei meno,
anche se il mistero che la avvolgeva non le giovava molto
…
-Voi
… che cosa ne pensate?- incominciò Jigen.
-Ah
io dico che è splendida!- disse Lupin con la testa fra le
nuvole.
Lupin!
stiamo parlando seriamente cerca di essere più partecipe ai nostri discorsi
invece di esserlo sempre nella stanza da bagno su di sopra!- lo rimproverò
lui.
-Oh
bhè scusa, però ammettetelo è davvero bella!-
-A
volte un bel fiore può essere velenoso.- intervenne pacamente
Goemon.
-Che
cosa vorresti dire Goemon?- chiese Lupin un po’ infastidito da quella
frase.
-Voglio
dire che se ha solo un bel aspetto e poi è una falsa come quella Fujiko che ci
ruba sempre all’ultimo la nostra fortuna allora c’è poco da averci a che fare!
Hai mai pensato che potrebbe approfittare della nostra ospitalità per poi fare
qualche danno? Secondo te perché non vuole dire niente sul suo cambiamento
radicale di vita?!- disse spazientito.
-Quello
potrebbero anche essere affari suoi Goemon, il fatto è e resta, che mi
piacerebbe tanto capire come intende fare Lupin a capire se è una persona onesta o se è una
minaccia.-
-è
molto semplice, ho considerato anche l’opzione che lei sia ritornata per
riprendersi anche il diamante corvino per poi rivenderselo, e che ieri sera ce
lo abbia ceduto in cambio di una parte del bottino per terminare la corsa
sfrenata che si era creata, per cui, lascerò un finto diamante corvino in una
stanza, se il giorno dopo sia lei che il diamante sono scomparsi, la risposta
sarà scontata, se il diamante ci sarà ancora allora forse vuole davvero
collaborare con noi, e terrò anche conto del comportamento che avrà quando
effettueremo i nostri colpi e se vuole venderci ai poliziotti o meno … voi non
preoccupatevi, penso a tutto io. Comunque qualcosa mi dice che non è malvagia e che di certo non è come
Fujiko, perché se lo fosse stata non si odierebbero così
tanto.-
-Si
forse hai ragione, ma a me tutto quel mistero che ha, non mi piace per niente …-
disse Goemon.
-Lo
scopriremo soltanto sta notte.- concluse Jigen.
-Si
è l’unica…-
Lupin
non fece in tempo a terminare la frase che si aprì la porta e spuntò Esmeralda
sulla soglia.
-S-scusate,
ho scordato di bussare, stavate parlando di qualcosa di
importante?-
-Oh
no tranquilla mia cara accomodati è quasi pronto!!!- disse spensieratamente
Lupin.
Ci
fu un attimo di silenzio, da parte di lei, perché non sapeva cosa dire, e da
parte di loro perché ripensavano al fatto che fino ad un momento fa stavano
proprio parlando di lei.
-Allora…-
cominciò lei –voi … avete in programma qualche … non lo so … colpo?- chiese
impacciata.
-Per
adesso no, staremo tranquilli a casuccia, poi appena troveremo qualcosa, te lo
diremo.- rispose Lupin.
-Oh
d’accordo.-.
La
cena venne servita in tavola (ovviamente da Lupin che aveva anche
cucinato).
Fu
una cena piuttosto silenziosa, l’ansia di sapere se era una brava ragazza o meno
aveva bloccato tutti, il più diffidente era Goemon, perché teneva sempre a mente
come esempio Fujiko che la maggior parte delle volte ingannava Lupin
ammaliandolo con la sua bellezza per poi rubare ciò che aveva ottenuto con le
proprie forze.
Sarebbe
stato l’ennesimo inganno e non poteva più permettere intralci ai piani della
squadra.
Ad
una certa ora andarono a dormire, e Goemon spiò per un po’ la porta di camera
sua, poi se ne andò anche lui.
La
notte procedette tranquilla, tutti riposavano praticamente con un occhio chiuso
ed uno aperto per captare qualsiasi rumore sospetto, ma alla fine cedettero al
sonno, e in breve tempo, il sole si fece largo in cielo, illuminando la foresta
ove era collocato il covo di Arsenio Lupin.
Lui
si crogiolava nel letto sognando di essere con Fujiko e parlando nel sogno, dopo
poco arrivò Jigen già vestito sbadigliando:
-Ehi
Lupin…alzati è mattino…-
-Oh
Fujiko la tua pelle è come cioccolata bianca, anzi no
meglio…-
-LUPIN!
TI VUOI SVEGLIARE!- sbraitò Jigen.
Lupin
fece un salto sul letto cascando in terra e si rialzò massaggiandosi dietro la
testa:
-Jigen….
Ma come ti salta in mente di fare uno scherzo del genere?- si
lamentò.
-Vestiti,
bisogna vedere come si è comportata Esmeralda questa notte te ne sei già
dimenticato?-
-Certo
che no. Adesso arrivo-.
Quando
fu pronto, andarono insieme a cercare Goemon, che era già pronto dalla porta di
Esmeralda appoggiato al muro e aspettando gli
altri.
Contarono
fino al tre… dopodiché aprirono la porta di
scatto…
Il
letto vuoto, perfettamente ordinato, nessuna donna in giro … e del diamante?
Nessuna traccia …
-Lo
sapevo che non c’era da fidarsi!- esclamò Goemon mettendo via la
katana.
-Ora
dobbiamo stare attenti, conosce il nostro covo è capace di qualsiasi cosa!-
disse allarmato Jigen.
Lupin
rimase a riflettere mentre tutti insieme si avviavano verso la cucina, era
troppo strano, era troppo innocente quella ragazza, era una zingara è vero, ma
non poteva essere vero quello che era successo …
Dopo
poco, cominciò a sentire un forte profumo che arrivava dalla cucina, subito dopo
lo sentirono anche gli altri.
Si
precipitarono senza esitare seguendo il proprio
fiuto.
Quando
giunsero in cucina, videro Esmeralda che tirava fuori dal forno delle brioche
calde e sul tavolo un’abbondante colazione.
-….oh!
Giorno.- disse lei appena li vide.
-Ehm
… mia dolce Esmerlada!! Che … che cosa stai facendo?!- domandò confuso
Lupin.
-Bhè
… mi stai domandando l’evidenza. Ho preparato la colazione! A proposito non te
la prendere se ti dico che sei un tantino incosciente. Guarda non è per niente
sicuro lasciare così in giro in bella mostra il diamante corvino, se entrasse
qualcuno da fuori che lo vede te lo porterebbe via subito! L’ho tenuto nella mia
stanza per tutta la notte, ed è ancora li, ma la prossima volta non ho
intenzione di dirti “Io te l’avevo detto” eh!- .
Tutti
e tre diventarono viola di imbarazzo, proprio loro che avevano teso quella
trappola a posta per lei per verificare la sua onestà e alla fine avevano
commesso pure una brutta figura. Ormai era andata, la ragazza era rimasta e il
finto diamante anche se l’aveva portato in camera sua, non l’aveva fatto per
scopi personali. La loro fiducia nei confronti della ragazza era lievemente
cresciuta.
Tutti
e tre si sedettero mentre lei controllava se le brioche erano pronte, si
guardarono fra loro increduli di tutto quello che era anzi! Che non era
successo! Loro davano per scontato che lei avrebbe portato via il diamante, e
invece lo aveva protetto. Solo Lupin era l’unico che da subito credeva un
pochino in lei.
-Ecco
qua, ehm … so che non vi va molto a genio il fatto di avere un intrusa in casa,
e non vorrei che mi deste il titolo di donnina di casa però mi era sembrato
giusto almeno prepararvi una semplice colazione dopo tutti i favori che mi avete
fatto, il minimo che potessi fare.- disse sorridendo
dolcemente.
-Oh
ma Cherì non ti dovevi disturbare per noi è un piacere averti qua
tesoro!-
-Ehm
si ecco allora come ti avevo già detto potresti evitare di chiamarmi
Cherì?-
-Oh
ma certo scusami Cherì…- rispose lui baciandole la
mano.
Esmeralda
poi si voltò e disse a bassa voce tra se e se “Niente, ormai mi ha appioppato
quel nome e quel nome mi devo tenere … yawn … che pazienza
…”.
Si
sistemò anche lei col suo vassoio al tavolo e iniziarono a mangiare, per qualche
secondo ci fu un gran silenzio, fin quando Jigen chiese a Esmeralda: -In qualità
di difesa come agisci?-
Esmeralda
ci rifletté un momento su, ingoiando la brioche che stava masticando e poi gli
rispose -Bhè dipende, conosco qualche arte marziale, poi delle volte come arma
uso delle sorte di pugnali che uso anche come fermagli per capelli, per
nasconderli meglio, o coltelli e anche … una pistola ma non l’ho mai usata e non
posso usarla, quindi, poiché sono senza armi da fuoco, punto tutto sulla mia
forza fisica. Anche se sono esile me la cavo comunque, almeno, a me sembra così
…-
-E
per quale ragione non puoi usare la pistola?- domandò confuso
Lupin.
Lei
si bloccò col cucchiaio in bocca guardandolo, e poi guardando anche gli altri
che a loro volta la fissavano in attesa di una
risposta.
-Aehm
… ha … soltanto un colpo e … non devo sprecarlo, tutto lì …- disse lei
aggrappandosi ad una qualsiasi scusa.
Lupin
fece finta di crederle e le annuì continuando poi a
mangiare.
Goemon
invece essendosi stufato di tutti quei segreti e di tutti quei misteri si alzò
dal tavolo severo e la rimproverò
minacciosamente:
-Io
non ti credo minimamente! Il giorno dopo di un furto ti ripresenti fingendo di
passare per caso, hai un passato che non vuoi rivelare e un sacco di altri
segreti che ti rendono più pericolosa di altro. Ma chi sei veramente!?
Ad
Esmeralda per poco non le andò di
traverso la colazione e profondamente ferita nell’orgoglio si alzò e
rispose:
-Forse
è perché è qualcosa di importante
che non mi sento di rivelare, mai considerato questa opzione? So perfettamente
che non vi fidate di me, ve lo leggo negli occhi, mi vedete come una minaccia
anziché un aiuto per la squadra! Ma come vi devo far capire che non è la
ricchezza che mi interessa ma semplicemente la vita stessa e l’energia di
continuare a vivere per le semplici cose che esistono in natura. Non son egoista
ed avara voglio solo continuare la mia esistenza a mio modo, senza imbrogliare
nessuno, se rubo non è per divertimento o una cosa che amo fare, è semplicemente
perché essendo zingara non sono capace di fare altro ed è l’unico modo che ho
per vivere … non ho nessuna qualità a livello intellettuale sono pagana, gitana,
straniera so poche cose ed è l’unico modo con cui posso tirare avanti. Io non mi
ritengo orgogliosa di me, ho uno stile di vita che non raccomanderei a nessuno e
derubo le persone per mantenermi. C’è forse qualcos’altro che devi chiedermi?-
chiese infine quasi con le lacrime agli occhi.
Goemon
si limitò a guardarla negli occhi, cercando di capire se stava dicendo la
verità.
E
dopo averla osservata bene si risedette senza dire niente e lei fece
altrettanto, così per calmare le acque intervenne
Lupin:
-Coraggio
non è successo niente è normale! In fin dei conti sei una persona nuova che
dobbiamo ancora conoscere bene e penso sia possibile che nascano delle
incomprensioni, ma penso che fino ad adesso tu ti sia comportata davvero molto
onestamente, nonostante tu sia una gitana!-
-Grazie.
Ancora non ho voglia di parlare di ciò che ho vissuto, ma sappiate che per me è
stato una sorta di volo dalle stelle alle stalle, e se andiamo a vedere proprio
in tutti i sensi.- concluse lei ironicamente.
Goemon
nel frattempo continuava a pensare.
Ad
una certa ora Esmeralda lasciò la casa per continuare a sistemare la propria,
porgendo i propri saluti e avvertendo che l’indomani non sarebbe venuta per
terminare i lavori, adesso erano loro tre soli.
-Goemon,
non pensi di aver esagerato? C’era modo e modo per fargli intendere…- Lupin
venne interrotto e proseguì Goemon –Io preferisco essere chiaro piuttosto che
girare in giro alle cose, anche se sta notte non ha preso il diamante per
portarselo via ancora non sappiamo con certezza quanto ci possiamo fidare, a me
basta solo vedere Fujiko, ogni volta sembra aiutarci o a volte neanche quello e
poi si impossessa di ciò che ci siamo presi noi. Non possiamo permettere a
qualunque donna di fare i propri comodi con noi.-
-Oh
ma lo sai com’è Fujiko è sempre stata così! La ragione per cui io credo che
Esmeralda sia onesta, è per il
semplice fatto che ha restituito il diamante e questa notte lo ha anche
protetto.-
-Spero
che tu abbia ragione.- concluse l’altro.
Il
mattino dopo, si svegliarono senza la ragazza in casa (e di conseguenza senza
neanche l’abbondante colazione che li aveva accolti il giorno
prima).
La
sera prima Esmeralda era riuscita a sistemarsi in modo da riuscire a trascorrere
la notte nella propria casa, ma decise di non andare del covo di Lupin per
completare i suoi lavori alla casetta.
Poco
distante dal covo, la gitana trascinava grandi travi per sistemarla nelle parti
della casa che avevano ceduto ai vari scombussoli
meteorologi.
Era
un’antica casa tutta in legno, tra i monti il verde e vicino al lago, era stata
abbandonata molto tempo fa da una famiglia contadina che vi abitava che quando
poi trovarono la loro fortuna si trasferirono in città abbandonando la casa e i
piccoli orti che possedevano, Esmeralda ritrovandosi senza una casa e senza
denaro si prese quella piccola casa rimettendola a posto da
sola.
Dopo
che ebbe concluso la costruzione procedette alla pulizia e
all’ordine.
Terminò
verso le due del pomeriggio, ed esausta per la fatica, quando terminò ne
approfittò per stendersi un po’ sul letto e riprendere
fiato.
Ripensò
a quello che le aveva detto Goemon il giorno prima, e in fin dei conti era
comprensiva nei suoi confronti (nonostante quel suo scatto le avesse dato
fastidio):
Era
straniera, zingara, ladra e cosa che soprattutto a lui e a Jigen portava una
marea di diffidenza, era il fatto che lei fosse una
donna.
Soffriva
molto per la diffidenza che loro avevano nei suoi confronti, ma allo stesso
tempo non li biasimava.
Le
uniche sue ambizioni erano vivere in pace ed essere finalmente accettata come
membro di una famiglia. Da quando era diventata zingara nessuno l’aveva più
apprezzata. Nessuno.
Veniva
considerata una strega, una maledetta pagana che stregava le persone col suo bel
corpo e la sua innocenza.
Mentre
Esmeralda era l’ultima persona al mondo di cui bisognava aver
paura.
Ad
un certo punto sentì bussare la porta, lei guardò dalla finestra non
riconoscendo la persona che era sotto casa sua, per cui scese a vedere da
vicino.
Quando
aprì la porta, rimase sorpresa nel vedere Goemon sulla soglia di casa
sua.
Rimase
un momento come paralizzata guardandolo negli occhi, poi si decise a
parlare:
-Oh…
ciao Goemon. Che ci fai qui?-
-Ero
venuto a vedere se avevi terminato- lei intanto lo fece entrare –e anche per
dirti che forse ieri mattina avrei dovuto parlarti in modo diverso.- disse lui
seriamente.
-Oh
non fa niente, può succedere.- disse lei cercando di fare finta di
niente.
-Preferisco
parlarti con franchezza ancora non sono sicuro della tua onestà ma comunque sia
forse ha ragione Lupin a dire che non sei esattamente come
Fujiko.-
-Lo
spero proprio …- disse tra se e se –senti, ma è tanto, malefica, questa donna
che piace tanto a Lupin?-
-è
furba e anche falsa, anche se Lupin solitamente poi è sempre riuscito a
riprendersi quello che era suo anche se lei cercava sempre di portarglielo
via.-
-Uao
… molto onesta.-
-Già,
sempre stata così, lo ammalia e poi lo
imbroglia.-
-Però!
Che persona di cuore.-
-Sai
una cosa? Pensavo che sta notte tu avessi approfittato dell’ospitalità di Lupin
per riprenderti il diamante.-
-A
si!?- chiese lei un po’ offesa.
-Si,
anche se alla fine, hai pure cercato di proteggerlo nonostante non appartenesse
più a te.-
-Bhè,
sono membro della vostra squadra è il minimo che difenda ciò che vi appartiene,
e sia chiaro che non lo faccio per arruffianarvi, è una cosa che mi viene naturale senza
sotterfugi.-
Goemon
rimase girato di spalle senza risponderle e guardando la
casa.
Poi
si voltò verso di lei, e dovette ammettere a se stesso che ad impatto Esmeralda
era una ragazza molto dolce e davvero molto bella. Ma non avendo altro da dirgli
le fece solo i complimenti per la casa e lei lo ringraziò. Effettivamente una
ragazza così esile che aveva fatto tutto quel lavoro era
ammirevole.
Aveva
sia una gran forza fisica che una gran forza di animo su quello non c’era
dubbio.
Stava
per dirgli che se ne andava quando poi gli venne
un’idea.
Goemon
tramite un combattimento riusciva spesso e volentieri ad entrare nella psiche
dell’avversario e a capire molte cose di lui, voleva fare lo stesso con la
gitana. Per vedere un po’ sia come se la cavava sia per capire com’era il suo
cuore.
-Esmeralda.-
-Mh?-
-Volevo
chiederti se accetteresti un duello con la
spada.-
Esmeralda
ci pensò un attimo e le venne un dubbio –Ma che io sappia la tua spada è più
tagliente di qualsiasi cosa mi ritroverei
senz’arma.-
-Non
userò la mia katana infatti, utilizzeremo due spade dello stesso materiale,
seguimi.- ....