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Autore: se solose    21/05/2014    3 recensioni
Eccomi con una nuova storia su Arrow!! Non voglio farla troppo lunga ma...ho cercato di immaginare una sorta di proseguo a questo finale di stagione, vedere un po' cosa capita, dopo, ai miei personaggi preferiti, Olicity.
Fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una volta aperti gli occhi capii di essere nella mia stanza solo non ricordavo come ci ero arrivata. Una volta fuori vidi che la casa era vuota, Oliver non c'era.
- Sicuramente avrà avuto una qualche emergenza ed è dovuto fuggire via -
Un po' delusa, com'era giusto che fosse, mi sono preparata, pronta per una nuova giornata di lavoro.
Assorta nella mia routine mattutina non mi resi conto che la porta di ingresso si stava aprendo. 
"Ehi, pensavo fossi andato via" gli dico affacciandomi nel corridoio; lo vedo mostrarmi una busta in una mano e la chiave di casa nell'altra. "Dormivi, così ho pensato di andare a prendere la colazione" "Ah". Resto imbambolata come una scema che pensa sempre male. "Non so bene cosa ti piace perciò è stata una scelta un po' a caso, spero vada bene" Prendo il caffè all'interno della busta prima di rispondere " È il pensiero quello che conta!", poi ne prendo un sorso. Allora ho passato il test? Niente ospedale, giusto?" Mi sorride dolcemente e fa cenno negativo con la testa. "Niente ospedale, ma voglio trovare il tipo che ti ha aggredito, perciò ti toccherà parecchio lavoro, Felicity."
Non avevo il minimo dubbio che la mia giornata sarebbe stata carica di lavoro; per la mente informatica del team neanche un giorno di convalescenza! 
Dopo l'ennesima giornata in ufficio dirigermi al covo è quasi una benedizione.
"Devo dire che voi due avete una vita sociale molto attiva, eh" dico rivolta ad entrambi dato che erano già all'opera.
"Stavamo analizzando il video della sicurezza della QC" mi dice Oliver mettendo in play il video sulla schermata. 
"Abbiamo escluso la pista del ladruncolo occasionale perché, come puoi vedere - puntando il dito sullo schermo- si è lanciato direttamente su di te invece che sulla borsa." In effetti ha ragione, guardando il filmato sembra che quell'uomo volesse aggredire proprio me, ma a che scopo?
"Ok, adesso sono ufficialmente terrorizzata! Che possono volere da me?" Chiedo nella speranza che uno dei due riesca a darmi una risposta.
"Probabilmente qualcuno che ti collega al vigilante?" Dice Diggle, buttando giù un'idea.
"Chiediamolo direttamente a lui. Felicity voglio nome e cognome" mi dice Oliver con quel suo tono autoritario, così mi metto subito all'opera lasciando scorrere velocemente le mie dita sulla tastiera del computer, intrecciando mille volti con gli occhi. Oliver mi resta incollato tutto il tempo, posso sentire il suo fiato posarsi sulla mia spalla con folate regolari.
"Se mi stai così addosso mi deconcentro" la dico senza realizzare che sarebbe putata sembrare diversa alle orecchie degli altri.
"Cioè, non che la tua vicinanza mi distragga è solo che sembra che mi controlli e allora..." "Felicity, smettila di straparlare". Resto un po' colpita dalla sua serietà, mi sembra che stia prendendo molto a cuore la questione. Dopo click infiniti e battute di tastiera decido di mettere in piazza una questione importante.
"Dato che qui ne avrò per un po', perché non sfrutti il tempo che stai perdendo andando a trovare il signor Steel...Walter, per questioni più urgenti di questa?" So bene di aver toccato un punto dolente, perché perdere la società di famiglia è stato un boccone amaro da mandar giù, sempre se lo abbia mandato giù. Riprendersela è uno dei suoi obbiettivi principali ma, cocciuto com'è, non vuole chiedere aiuto, vuole fare tutto da solo, e questo è uno dei suoi punti deboli. "Perché non ho nulla di cui discutere con Waler al momento. Non dirmi che già sei stufa del tuo nuovo capo" Eccola, sempre la stessa frecciatina, quella che mi manda da quando la storia di Slade si è conclusa. "Fai come ti pare!" Dico esasperata tornando con la faccia verso il computer.  
- A volte mi fa perdere il senno! -
"Smettetela di fare cane e gatto vi prego, almeno qui voglio un po' di tranquillità! " ci dice Dig completamente esasperato.
È lo squillo del telefono di Oliver che mi impedisce di rispondere. Tendo un orecchio per cercare di capire con chi stesse parlando ma, essendosi allontanato, riesco a captare poche parole.
"Ragazzi devo andare, appena avete novità chiamatemi" "dove vai?" Gli chiede Dig mentre già è sulle scale e l'unica cosa che sentiamo in risposta è il nome di Laurel.
Feci una smorfia e tornai ad esaminare i volti.
" Farai quella faccia ogni volta che sentirai il suo nome oppure è una cosa momentanea?" Le mani che prima si muovevano da sole ora sono ferme; mi volto a guardarlo.
"Non è facile" mi limito a dire nella speranza che possa bastare.
"Non lo è mai stato, cos' 'e cambiato?" Mi chiede risoluto per riuscire a venirne a capo. L'unica persona con cui ho parlato di quella sera è stato Oliver, ho preferito tenere per me il resto della storia, forse per evitare di ripetre ogni volta la delusione provata.
"Non mi va molto di parlarne" lo liquido velocemente
"E invece dovresti dato che questa cosa ti disturba, dovresti tirarla fuori" 
"Come tu dovresti tirare fuori quello che provi a proposito del tuo diventare padre?" So che lui cerca solo di aiutarmi e ha ragione su tutto quello che dice ma non sono pronta.
"Non mi sembra il momento migliore, ecco tutto" anche lui cerca di liquidare l'argomento in fretta.
"Dig?" Dico leggermente tesa "Cosa? " "L'ho trovato!" Gli dico mostrandogli la foto una volta che fu alle mie spalle.
"Chiamo Oliver!"
 
*** Pov. Oliver***
 
Laurel è davanti a me che risponde dettagliatamente alla mia domanda ma la mia mente è da qualche altra parte. Anche se mi dispiace per il Detective Lance non riesco a rimanere concentrato, troppe cose che si accumulano in testa; l'aggressione, la società, il fatto che sto per rimanere completamente al verde, troppo di cui occuparmi.
"Non mi stai ascoltando, vero?" Il silenzio che si è creato in sottofondo mi fa capire che sta aspettando una mia risposta, allora faccio un sorriso tirato. "Scusami è che mi sto occupando di una questione, al momento" "che questione? Una di quelle di - abbassa la voce- giustiziere odella notte?" "Ehm si. Qualcuno ha aggredito Felicity e pensiamo che sia perché vogliano arrivare a me ma ancora non siamo riusciti a trovarlo." "Cosa? Sta bene? Perché ti dovrebbero cercare?" "Diciamo che non sono molto ben visto in giro." 
Quando il telefono squilla non perdo tempo a rispondere e subito dopo congedo Laurel senza molte spiegazioni. 
 
"Cosa abbiamo?" Dico ancora in cima alle scale.
"Il suo nome è Tomas Altman, è un noto mercenario nel mondo del crimine internazionale, ma pare che ultimamente fosse sparito dalla circolazione" gli spiega John "ma sembra che ora sia tornato. Dove posso trovarlo? " "Il problema è questo; sembra che a Starling City sia un fantasma." Continua lui. "Dunque non abbiamo nulla?" "Non esattamente, ho controllato vari profili e sembra che un certo Alaric Smith sia atterrato a Starling ieri mattina e che abbia prenotato una stanza al Major Hotel. Allora ho cercato un riscontro facciale nel database degli arrivi aereoportuali e badabum" mi dice Felicity mostrandomi la scansione del passaporto sullo schermo.
"Andiamo a fare una visita al signor Smith" dico ai miei colleghi prendendo in mano il mio arco.
"Vengo con te" sento dire a Diggle e annuisco, nonostante non ce ne sia bisogno.
"Anche io!" Questa volta è Felicity a parlare, e faccio marcia indietro.
"No" la mia risposta e secca e non ammette repliche, ma Felicity trova sempre un modo per farlo.
"Voglio sapere" 
"Ti voglio qui, fine della discussione. Quel tipo ti ha aggredito già una volta, evitiamo repliche!" Il mio tono è duro, me ne rendo conto, ma è necessario che capisca.
 
"Non credi di essere stato un po' eccessivo? " Mi chiede Dig ma io non lo degno di nessuna risposta e continuo a salire su per la scala antincendio fino alla finestra giusta. Faccio irruzione senza curarmi della modalità giusta; lui è lì, pronto a sparare. "Non lo farei":gli dico una volta attivato il modulatore vocale. Lo scruto con attenzione e noto il dito in movimento, prima che la pistola possa sparare scocco la mia freccia. "Che diavolo cerca il vigilante da me?" Mi chiede, e resto stupito dal fatto che non si aspetti una mia visita.
Altra freccia, tiro la corda e la punto verso di lui. "Perché volevi rapire Felicity Smoak?" Chiedo stando al suo gioco, con l'arco ben teso.
"Affari" mi risponde ed è chiaro che stia mentendo. " Che tipo di affari?" "Adesso ti metti a difendere le fanciulle?" Scocco una freccia e la conficco nel muro dietro di lui. "Che tipo di affari?" 
-Questa storia non mi piace! -
"Un tipo mi ha pagato per rapirla!" Mi urla dietro come se non capisse il perché del mio interessamento. 
Prima che potessi fare altre domande veniamo borbardati da una manica di pallottole ed istintivamente cerco riparo mentre vedo cadere, sanguinante, il mio interlocutore. 
Una volta cessato il fuoco mi avvicino all'uomo, ma ormai è troppo tardi.
Digrigno i denti per evitare di cedere alla tentazione di spaccare un muro.
 
   
 
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