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Autore: Ronnie17    21/05/2014    0 recensioni
Sam vive la sua vita come una normalissima adolescente, ma non è una ragazza come tutte le altre. Infatti, spesso succedono cose strane in sua presenza, cose che rispecchiano il suo umore e che possono essere orribili come meravigliose.
Ma improvvisamente la sua vita viene messa sotto sopra.
La sua lettera per Hogwarts arriva ad annunciarle l'esistenza di un mondo a lei sconosciuto, quello della magia.
Ma quando tutto ció avviene, lei non ha 11 anni, come dovrebbe, bensì 16.
Nel magico castello conosce il significato della parola amicizia, impara incantesimi e magie che le appaiono meravigliose e uniche, ed incontra Nicolas, l'affascinante serpeverde.
Lui è diverso dagli altri, ha qualcosa di insolito, ma Sam si tiene ben lontana da lui: un odio reciproco li accomuna dal principio.
Ma quest'odio non è destinato a rimanere, bensì si trasformerà in altro.
E c'è un motivo per cui la lettera di Hogwarts di Sam è in ritardo, c'è un motivo per cui riesce a fare cose agli altri impossibili, c'è un legame tra lei e Nicolas, un legame che proviene da qualcosa di piú antico e oscuro, qualcosa avvenuto molto prima di loro: la storia sta per ripetersi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Dai Sam, ce la puoi fare…concentrati!- guardai Bonnie, seduta di fronte a me, che teneva il libro di Erbologia in mano.
-si chiama A…- Bonnie tentò di aiutarmi nuovamente, ma proprio non sapevo come rispondere alla sua domanda.
-A…Acocito?-
-Aconito- sbuffò lei -pianta velenosa, usata in alcune pozioni, specialmente per…ehi, Sam, mi stai ascoltando?-
Continuai a fissare la porta della biblioteca, sognando di poterla abbandonare per andare con il resto degli alunni della scuola a crogiolarmi al sole o a divertirmi al campo di Quidditch. Non avevo mai sentito parlare di quello sport fino a qualche settimana prima, ma mi era piaciuto subito moltissimo, e non vedevo l’ora di poterlo provare.
L’insegnante di volo era rimasta molto colpita dalla mia dimestichezza nell’usare la scopa, come del resto lo ero io. Ma poi, non avrei mai pensato che una scopa potesse volare!
-sono stanca…non ce la faccio più-  sbuffai alla fine, nascondendo la testa tra e braccia -per favore, possiamo continuare domani?-
-e va bene- Bonnie chiuse il libro, sorridendo. Probabilmente anche lei era felice di non dover più assistere a quella tortura.
Mi spiaceva doverle far perdere tutto quel tempo per aiutarmi a recuperare tutto ciò che non sapevo, e che lei (come il resto della gente) aveva imparato negli ultimi cinque anni, ma non sapevo come altro fare.
Il professor Mcmillan aveva tentano nuovamente di aiutarmi con gli incantesimi, ma ogni volta avevo problemi nel controllare la mia magia. Avevo sicuramente qualcosa che non andava.
Era stato un sollievo vedere come la sala che avevo distrutto con un semplice expelliamus era tornata come nuova (ancora non mi abituavo a tutta quella magia) e nessuno fortunatamente si era accorto di niente.
Camminammo velocemente fino alla sala grande, dove trovammo Jack e Katie, seduti a chiacchierare.
Non appena ci videro, ci salutarono con un sorriso.
-venite fuori a prendere un po’ di sole con noi?- chiese Bonnie.
_ma certo- Jack si alzò. Katie lo guardò storto, evidentemente voleva rimanere da sola con lui (era palese la sua attrazione nei suoi confronti) ma poi ci seguì riluttante.
Uscimmo nel giardino, dove ci incontrammo con Liam e Angie.
Mi sedetti di fianco a lei, che era assorta nella lettura di un libro, e a mala pena si accorse di me, mentre gli altri facevano qualche tiro con una palla da football.
Non avrei mai pensato che anche in questo posto si conoscesse quello sport!
Decisi di unirmi a loro, e quando fu il mio turno, tirai la palla un po’ più forte di quanto avrei dovuto.
Questa andò a finire addosso ad un ragazzo  che parlava con un gruppo di Serpeverde.
-ops- sussurrai, mentre Liam rideva –mi spiace!- gridai al ragazzo, correndo verso di lui per andare a recuperare la palla, ma mi fermai quando capii chi era.
-sei tu!- dissi involontariamente.
-potresti anche stare più attenta, idiota-sbottò Nicolas.
-ti ho detto che mi spiace- ribadii fredda, mentre Liam raccoglieva la palla al posto mio.
-Stupida- borbottò, girandosi verso gli amici.
A questo punto persi le staffe.
-Come hai detto?!- urlai, ma lui non si interessò minimamente, continuando a chiacchierare con gli amici. Uno di loro mi lanciò un’occhiata divertita: si stavano palesemente prendendo gioco di me.
Recuperai il pallone che Liam teneva in mano e lo tirai nuovamente addosso a Nicolas.
-ehi, ma che…- si girò, e quando vide Liam che rideva come un pazzo, la sua espressione si irrigidì.
Un ragazzo accanto a lui, biondo e con gli occhi azzurri, aveva un’espressione divertita per la figura che stavo facendo fare al suo amico.
Risi anch’io, ma smisi immediatamente quando lo vidi raccogliere il pallone e tirarmelo dietro. Non riuscii a evitare che questo mi colpisse dritto sulla fronte, facendomi cadere all’indietro.
La mia vista si ricoprì di puntini neri, e sentii la risata di Liam smettere.
Cercai di rialzarmi, ma la testa mi girava troppo. Non pensavo che quell’idiota mi avrebbe tirato addosso il pallone con una tale violenza da farmi cadere.
-Nicolas, ma che cazzo!- sentii dire, senza però riconoscere la voce.
Liam corse di fianco a me, seguito da Jack, Bonnie ed Angie, che mi aiutò a tirarmi su.
-ehi, Sam, stai bene?- annuii, gemendo leggermente.
-cazzo, guarda la fronte- esclamò Jack.
-vieni, ti porto in infermeria- disse Bonnie, tentando di mantenere calma la voce. Non capivo cosa ci fosse di tanto preoccupante.
-ehi, come sta?- scorsi il ragazzo biondo che avevo notato in precedenza. Si avvicinò a me. –le ha fatto mal…oh merda-si bloccò quando mi vide. La testa non smetteva di girare.
-che c’è di tanto preoccupante?- domandai alla fine.
-portiamola in infermeria- concluse il biondo.
-ok- dissi, tentando di alzarmi, ma non appena fui in piedi, la nausea si impossessò di me.
Volevo tornare a sedermi, ma qualcuno mi sostenne.
-non si regge nemmeno in piedi- sussurrò Bonnie. La preoccupazione traspariva dalla sua bocca.
-ci penso io- Ragazzo Biondo mi prese in braccio, ed io sgranai gli occhi.
-no, ce la faccio- protestai, ma mi irrigidì nel sentir tornare la sensazione di nausea.
-lo vedo- controbatté lui.
Pochi minuti dopo eravamo in infermerie, dove riuscii finalmente a guardarmi allo specchio.
La fronte era diventata praticamente viola, e del sangue usciva dal punto in cui la palla mi aveva colpita. Sgranai gli occhi. Non potevo credere che Nicolas mi avrebbe colpita in quel modo.
L’infermiera mi fece sedere su uno dei tanti letti, e mi diede del ghiaccio e una crema “speciale”, obbligandomi a bere un intruglio schifoso.
Ragazzo Biondo e Bonnie rimasero con me per tutto il tempo, ma poi lei fu costretta ad andare perché a quanto pareva suo fratello (primo anno) si era messo nei guai.
Quando l’infermiera mi chiese come mi ero procurata quell’orrore sulla fronte, non esitai.
-quell’idiota di….-
-è stato un incidente- fui interrotta -stavamo giocando con un pallone e per sbaglio gliel’ho lanciato con un po’ troppa forza, e…lei non è riuscita a penderlo-.
Aprii la bocca per protestare, ma la richiusi non appena vidi il suo sguardo, che mi implorava di non rivelare niente. Per quale assurdo motivo stava coprendo Nicolas?!
L’infermiera ci guardò interrogativa, e si congedò con qualche borbottio a proposito dei babbani.
Lanciai uno sguardo allo specchio di fronte a me, e notai con sorpresa che di quello che c’era fino a poco prima sulla mia fronte, non rimaneva che un piccolo taglietto sulla parte destra.
-non sei ancora abituata a tutta questa roba magica, vero?- sorrise lui –sono Christopher, comunque-
-mmm- bofonchiai –e dimmi, Christopher, per quale ragione adesso io non potrei correre dietro all’infermiera per spifferarle il gentile gesto del tuo amico?-
-perché…- abbassò lo sguardo –senti, Nicolas non è come può sembrare ok?...è solo…- sbuffò.
Aggrottai le sopracciglia, non riuscendo a capire.
-per favore, lascia stare. Non dire niente-
Fissai i suoi occhi azzurri, per poi sospirare –e va bene- scivolai giù dal letto, e lo superai, notando il suo sorriso soddisfatto.
-ehi, non mi dici nemmeno come ti chiami!?-
-oh giusto, scusa. Sono Sam- sorrisi, ormai arrivata sulla soglia.
-bene, allora…grazie Sam- continuavo a non capire. Aggrottai le sopracciglia e uscii.
 
Nei giorni successivi, non potei fare a meno di osservare Nicolas e Christopher, di tanto in tanto.
Non si separavano quasi mai, ma sembravano avere caratteri opposti.
Mentre Christopher salutava sempre tutti, ed era sempre pronto a fare due chiacchiere e a scherzare con chiunque passasse, Nicolas preferiva starsene in disparte, ricevendo saluti rispettosi da ogni studente, ovviamente. Sembrava piuttosto rispettato…o forse la gente aveva paura di lui.
Anche la moltitudine di ragazze che gli girava intorno aveva un certo distacco. Lui sembrava ignorare la maggior parte di loro, anche se comunque “passava il tempo” con tutte.
Molte non avevano il coraggio di avvicinarsi, ma quando lo vedevano passare non potevano fare a meno di commentare, innegabilmente attratte.
Eppure c’era qualcosa di stano in lui…scossi la testa e mi concentrai sul libro di storia della magia.
Ero seduta, con Bonnie di fronte a me, nella sala grande.
Avevo gli occhi incollati al libro, ed ero abbastanza concentrata da non accorgermi che qualcuno si era seduto acanto a me, finchè non parlò.
-che studi di bello?- sobbalzai, e trovai lo sguardo divertito di Chrisptopher.
-ma un ciao normale no, eh?- risi.
-scusa- sorrise lui. Gli mostrai il libro.
-mmm…sembra interessante-
-per niente- obbiettai. Mi accorsi dello sguardo interrogativo di Bonnie, che però continuò a fingere di leggere il suo giornale.
-come sta andando? So che devi recuperare un bel po’-
-sì...- sospirai –ma me la cavo, quindi va bene- feci un mezzo sorriso.
-ci sei alla partita di Quidditch domani?- quella domanda mi spiazzò.
Annuii –tu giochi, vero?-
-sì-
-dev’essere bello giocare a Quidditch, anche se non ho capito tanto bene le regole a dire la verità-
-eh no, così non va! Non puoi non conoscere le regole dello sport più fantastico del mondo!-
me le spiegò meglio che poteva, facendomi ridere, e lasciandomi una voglia di immensa di vedere la partita l’indomani.
Mentre Christopher mi spiegava cos’era un boccino, notai che Nicolas, dalla tavola dei Serpeverde, ci osservava. I nostri sguardi si incrociarono per un istante, finchè la sua attenzione non fu richiamata da qualcun altro.
-capito?-
Annuii, cercando di sembrare il più convinta possibile, nonostante mi fossi persa l’ultima parte della spiegazione.
 
 
 
 
Ero esausta, e non capivo una parola delle cose che leggevo.
-Auror, ministero…ma che diamine!- appoggiai la testa sul libro, consapevole di essere da sola all’interno della grande biblioteca.
Mi persi nei miei pensieri, e mi appisolai, per quelli che credevo fossero pochi secondi, anche se scoprii successivamente di essermi addormentata, quando qualcosa di freddo si riversò su tutto il mio corpo, a partire dalla testa.
Mi alzai immediatamente in piedi, grondante di acqua, incredula.
Mi ci volle un secondo per realizzare la mia situazione.
Nicolas mi guardava impassibile, con un secchio d’acqua in mano.
Ma che diamine stava facendo?
-sei pazzo?!- sbottai.
-stavi dormendo…e quello è il mio tavolo- accennò alla scrivania sulla quale mi ero “appisolata”.
Sgranai gli occhi.
-QUAL’E’ IL TUO PROBLEMA!? CURATI, NE HAI SERIAMENTE BISOGNO- recuperai il libro ricoperto d’acqua dalla scrivania, lo ficcai in borsa, e mi voltai. Quando arrivai sulla soglia, mi fermai nel sentire la sua voce.
-Sam- pronunciò freddo. Chi gli aveva detto il mio nome? –stai lontana da Christopher-
il blu nei suoi occhi sembrò farsi più agghiacciante.
Strinsi gli occhi, guardandolo senza capire, poi mi voltai e tornai il più velocemente possibile al dormitorio, ignorando i jeans appesantiti dall’acqua e i capelli gocciolanti.
In Nicolas c’era sicuramente qualcosa che non andava.
  
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