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Autore: TizianaLaudani    21/05/2014    2 recensioni
Quando l'amore chiama, qualcuno deve rispondere.
Helena ha diciannove anni e un sorriso elettrizzante, è innamorata della vita e vuole fare la scrittrice.
Andrea invece non si innamora mai.
Ha quasi ventitré anni e una vita apparentemente meravigliosa fatta di moto, feste e divertimenti,
eppure nasconde qualcosa.
La morte della madre lo ha cambiato, rimescolando centinaia di volte la sua vita.
"Quando ti ritrovi ad avere tutto dalla vita e ti rendi comunque conto che ti mancano le cose essenziali.
Quando hai almeno quattro camere da letto e nessuno con cui dormire, quando il destino gioca a dadi col tuo cuore, è quello il momento in cui ti rendi conto che è meglio perderlo che farci i conti tutta la vita."
Due vite che non possono combaciare, due caratteri che non si incastrano mai abbastanza.
E poi l'amore.
Uno di quegli amori che no, non si direbbe, eppure?
Uno di quegli amori che ti regalano sguardi e parole con cui dovrai fare i conti tutta la vita.
Andrea ed Helena.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Secondo capitolo.
IL COLORE DEL DESTINO.


"Sei sicura?" Dico a Sara, mentre mi guardo allo specchio.
"Sei fenomenale." Mi dice lei.
"Forse avrei dovuto prendere quello più lungo."
"Ma sei diventata matta? Questo ti sta alla grande."
E' un vestito corto, in pizzo e con una scollatura vertiginosa, mette in risalto le mie forme e mi dona un'aria decisamente sexy, ma appunto per questo, forse, avrei dovuto optare per un vestito più sobrio.
Sara è la mia migliore amica da quando sono nata e come se non bastasse, anche la persona più buona e tollerante del mondo.
La adoro perché non è invadente, perché mi vuole bene come una sorella e soprattutto perché sopporta le mie sfuriate. 
E' una di quelle persone che vale la pena incontrare almeno una volta nella vita e avere la consapevolezza che sarà sempre la mia migliore amica, mi rende forse la persona più felice dell'universo.
"Non lo so, non ti sembro volgare?"
"Affatto, questa notte farai scintille."
Assume il solito tono divertito e mi guarda con aria trasognante."Sarai una perfetta Cenerentola."
"Mi sembra un tantino difficile, senza un principe azzurro."
"I principi sono passati di moda, a te serve un motociclista con il fisico da atleta."

Per un attimo il mio pensiero torna ad Andrea.
"Perché stai ridendo?" 
"Ridendo, io? Ma ti pare?"

"Tu non me la racconti giusta."
"Piuttosto, comincia ad acconciarmi o farò tardi come al mio solito."
"Sissignora. Allora, che festa sarebbe, questa?"

" Non lo so, Roberto mi sta praticamente costringendo, dovrebbe esserci qualche pezzo grosso della società e qualche suo amico."
"Tu di quale categoria fai parte?"
"Faccio parte della categoria degli amici, Sara."
"Ah, giusto. Quelli che Roberto si scoperebbe
?" Mi metto a ridere.
"Ma la smetti?"
"E' la solita vecchia storia, mia cara. "
"Non conosco nessuna vecchia storia."
"Devi smetterla di allontanare gli uomini o ti ritroverai da sola a cinquantanni con qualche gatto di troppo."
"Io non allontano gli uomini! Aspetto soltanto la persona giusta."
"Sei una povera illusa."
Mi dice, sorridendo appena.
"Magari questa sera incontro la mia anima gemella. Il destino sfodera sempre le sue nuove carte."
"Il destino non esiste."
"Certo che esiste." 
"Così come esistono gli unicorni e le fate. Scendi dalle nuvole, Hel."

Ecco, questo è il mio più grande difetto: io vivo tra le nuvole. 
Non letteralmente parlando, certo, ma è comunque un problema.
Adoro l'idea che da qualche parte nel mondo qualcuno mi stia aspettando,che continua a vivere la propria vita ma mi aspetta.
Che qualcuno ama le mie stesse cose, che ascolta la mia stessa canzone e pensa al suo futuro con una persona che non conosce ancora, e che sono io. Sono io, non è meraviglioso?
Qualcuno che dedicherà la sua vita alla mia, che mi accarezzerà la notte e mi comprerà il cornetto caldo a colazione, qualcuno tanto forte da proteggermi e tanto folle da amarmi. 
Certo, a volte non vorrei avere questo carattere, e neanche la paura di regalare i miei sentimenti ad una persona che non sia quella giusta.
Non vorrei avere questa mania di conservare il meglio di me per qualcuno che non conosco neanche.
Conservo le mie parole più belle e le mie emozioni per l'uomo giusto.
E se non esistesse?
Non è che non mi diverta, eh, riesco comunque a prendermi qualche soddisfazione con gli uomini di tanto in tanto, ma l'amore è ben altro.
"Lo so, Sara, ma che posso farci?"
"Sei meravigliosa anche per questo."
Le sorrido e mi guardo ancora una volta allo specchio.
"Divertiti e non pensare ad altro."
"Questa festa sarà mia!"




Pov. Andrea.
Sono davvero a questa festa del cazzo? Spero che almeno ci sia qualcuno da rimorchiare, anche se la metà delle persone le ho invitate io.
Magari questa Helena è una tipa abbordabile. 
Magari stanotte mi diverto. 
Mi avvicino al tizio grande e grosso, che dovrebbe proteggere -in teoria- questa -sicuramente fantastica- festa e lo saluto.
"Tu sei il bodyguard?" 
"Si, tu sei l'amico di Roberto."
"E' una domanda o un'affermazione?"
Nessuna risposta."Siete delle macchine per socializzare voi bodyguard, devo ammettere." Faccio per entrare, ma il tizio mi trattiene da un braccio e mi porge una mascherina nera. 
"Questa sarebbe?"
"Devi metterla."
"Ti sembra carnevale?"
"Roberto ha detto così."

Vorrei tornarmene a casa, ma cosa non si farebbe per un amico? E per una scopata in incognito, soprattutto.
"Dammi qua."
Entro con quella specie di mascherina nera, che mi copre metà viso e mi da un fastidio cane. 
Ma che cazzo di idee vengono a quell'idiota?
Centinaia di persone, come me, indossano maschere, bevono drink e parlando.
Devo dire che c'è più gente di quanto mi aspettassi.
Mentre prendo un altro drink scorgo tra la folla Roberto e mi avvicino, ignorando il rumore assordante della musica.
"Punto primo, che cazzo ti sei fumato!? Doveva essere una festa di classe, ti sembra di classe?"
"Ah."
Sorride lui. "Sei Andrea!"
"No, sono l'uomo nero."
"Ho dovuto farlo, amico. Una festa del genere è più intrigante, non credi?"
" E perché tu non indossi la maschera?"
Chiedo, urlando leggermente per farmi ascoltare.
"Perché io sono l'organizzatore."
"No, tu sei un perfetto idiota.Ti sei giocato Oxford."
"Ne varrà la pena."

Mentre entrambi ridiamo, una ragazza si avvicina e sussurra una cosa al mio amico. 
Ha un vestito cortissimo e in pizzo con una scollatura che mi fa quasi girare la testa.
E' esattamente il tipo di donna che mi scoperei anche qui, davanti a tutti. 
"Helena!" La saluta Roberto. " ti presento il mio amico!" 
Indossa una maschera rossa che le copre quasi tutto il viso, mi trovo rapito dal movimento delle sue labbra, mentre parla o mentre sorride.
"Piacere." Dico, sfoggiando tutto il mio charme.
"Piacere mio." La voce è ovattata, ma tanto per quello che ho in mente non dovremmo parlare molto.
Roberto mi sorride percependo il mio stupore e poi ci saluta entrambi per andare a parlare con qualche altro amico.
"E quindi tu saresti Helena." Dico, avvicinandomi al suo orecchio.
" Si." Mi dice lei. 
Mi avvicino con un movimento perfetto e lei si irrigidisce.
"Sei bella da mozzare il fiato." La vedo ridere e poi inclina leggermente il viso.
"Questo è tutto quello che sai fare?"
"E tu che sai fare?"
Chiedo.
Avvicino il mio corpo al suo mentre lei prova a fingere indifferenza.
Mi vuole, come io voglio lei.
Non ho ancora capito perché le donne, pur di non ammettere la propria sessualità, rinchiuderebbero in un convento.
Se ogni donna mettesse da parte questi inutili problemi, ci sarebbe meno ipocrisia.
E più sesso.
Prendo la sua mano e ci allontaniamo dalla folla, la musica è ancora forte ma siamo dietro la tenda del salone e le luci pulsate ci avvolgono.
"Pensi davvero che andrei a letto con uno sconosciuto?" Mi dice, mentre porta la sua mano tra i miei capelli.
Ha un modo di fare che mi manda letteralmente fuori di testa, e non mi era mai successo.
"E chi ti ha detto che è quello che voglio fare?"
"Le frasi enigmatiche, l'isolamento precoce, non mi hai offerto neanche un drink." Si lamenta.
Il suo tono di voce mi è familiare ma sono concentrato su quegli occhi, tanto scuri da non poterne scrutare l'espressione.
"Magari voglio solo parlare." Mi avvicino al suo collo e ne bacio ogni centimetro.
Uno, due, tre baci. 
La sua pelle è fresca e profumata e il suo respiro regolare. 
"Bel...modo di parlare." La sento, mentre combatte con il suo stesso istinto, vorrebbe non trovarsi qui e questo mi piace ancora di più.
Mi allontano dal suo collo mentre lei mi ammonisce con lo sguardo, poi con un gesto spontaneo la bacio.
Ed è una cosa che non ho mai fatto, considerando che il sesso non necessita di alcun bacio.
Eppure sentivo di doverla baciare. 
Lei mi strattona un po' i capelli e proprio sul più bello si allontana da me, con un sorriso bello tanto da starci male.
"Fare sesso è un'arte, non lo si può mica fare con tutti."
Percepisco dal tono della sua voce il sarcasmo e sorrido. 
"Mi stai rifiutando?"
"Decisamente."

Mi lascia un lieve e casto bacio a stampo e si avvicina, alzandosi sulle punte.
"Credi al destino?"
"Ancora non lo so."  Mi sorride estasiata e poi sparisce, lasciandomi da solo e completamente spiazzato.
Una ragazza mi ha appena rifiutato, non posso crederci.


Commento:
L'ego sproporzionato del nostro amico Andrea è stato appena massacrato.
Helena lo ha rifiutato, e anche in grande stile, devo dire.
Anche lei però, e lo vedrete nel prossimo capitolo, è rimasta incatata da questo sconosciuto. 
L'attrazione è il primo passo per innamorarsi di qualcuno o soltanto una pretesta in più per fare sesso?
In ogni caso, entrambi si conoscevano già.
Peccato che non se ne siano accorti. 
E quando se ne accorgeranno?
Helena dovrà stare molto attenta.
Il predatore non rinuncia mai alla sua preda, soprattutto quando questa scappa via.
Ps: Ringrazio la ragazza che mi ha recensito. 
Un abbraccio!














  
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