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Autore: clairvoyantview    21/05/2014    0 recensioni
Rosie alzò lo sguardo e il suo cuore ebbe un sussulto. Aveva davanti un ragazzo più o meno della sua età, con i capelli biondi e gli occhi grigi e luminosi, occhi come argento liquido.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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 La lezione di erbologia era cominciata da quindici minuti, ma nonostante ciò Rosie non riusciva a concentrarsi.

Qualche fila davanti a lei, era seduto Scorpius. “E se mi avesse riconosciuta? Cosa penserà di me?” con una scossa del capo cercò di farsi andare via quei pensieri stupidi dalla testa. “Andiamo. Sono passati anni. Poi lui è popolare, ha molti amici. E soprattutto, è una serpe.”

Jade scosse Rose proprio quando la Sprout lanciava una fattura Orcovolante contro dei Bubotuberi sfuggiti dal recinto.

Rose alzò la testa, e vide le piante mancare l'incantesimo e dirigersi velocemente verso i banconi. Urla, sedie che cadono, ragazzi che corrono. I bubotuberi erano quattro, ed erano velocissimi. La professoressa gridò qualcosa, ma Jade e Rose erano bloccate da un tavolo rovesciato. Jade è la più vicina all'uscita, e riesce a mettersi al riparo, mentre le piante iniziano a schizzare pus in direzione dei ragazzi, ma sono lontani e non ne colpiscono nessuno.

Rose è ancora incastrata sotto al banco, e una delle quattro piante si accorge che è lì. Urla, più per il male che per lo spavento. Non che i Bubotuberi siano noti per la loro intelligenza, ma il pus provoca delle piaghe non da poco.

La Weasley è spaventata, vorrebbe scappare ma non riesce, ha una gamba bloccata da una gamba del tavolo rotto. Si copre il viso con le mani quando vede avvicinarsi uno dei vegetali, pronta a parare lo schizzo di pus. Il tavolo pesa sulla gamba facendole male, ma improvvisamente sente la pressione allentarsi e toglie le mani dalla faccia. Il ragazzo biondo aveva sollevato il tavolo e lo stava spingendo contro le piante.

-Stai bene?- disse trafelato, mentre getta il tavolo a terra.

-Ora sì- rispose, pentendosi della risposta che poteva essere presa per sdolcinata, in un momento dove essere dolci era l'ultima cosa che serviva.

Scorpius la afferrò sotto l'ascella per portarla dai compagni e dalla professoressa che intanto aveva chiamato Hagrid. Jade li fissava con un sorrisetto ironico, e Rosie distolse lo sguardo temendo di scoppiare a ridere o arrossire violentemente.

Malfoy la appoggiò su un tavolo intatto, e lei riuscì a guardarsi la gamba che prima non aveva osato guardare. La situazione non era male come pensava. Dove aveva premuto il tavolo c'era una ferita profonda a causa delle schegge del legno, ma nulla che non si sarebbe riuscito a curare con l'aiuto di Madama Chips.

Alzò lo sguardo su Scorpius e una ciocca di capelli le ricadde sulla fronte: -Grazie.-

Malfoy sorrise solo con metà bocca, un sorrisetto storto, che mostrava i denti candidi e aveva un'aria ironica e denigratoria. -Non c'è di che.-

Gettandosi i capelli dietro alle spalle, Rosie cercò di rialzarsi, e Jade la aiutò.

Scorpius si allontanò per permettere alla professoressa di avvicinarsi alla ragazza.

-Povera cara, cosa ti è successo? Farò di quelle piantacce delle creme anti-acne, stanne sicura!-

Rosie sorrise, e le disse di non preoccuparsi.

Intanto si era messa in piedi, e con la mano dell'amica intorno alle spalle, si diresse verso l'infermeria. Passò davanti a tutti i compagni di corso, che la fissavano preoccupati, ma l'unico di cui le importasse la stava squadrando da lontano, appoggiato a un muro con una spalla. Quando gli passarono davanti, Malfoy accennò a un saluto e si toccò la tasca posteriore dei jeans.

Rosie lo sorpassò di qualche passo, e mentre Jade le chiedeva come stava la sua gamba, portò la mano alla tasca del jeans.

Il cuore le si fermò quando sentì un gonfiore. Infilò la mano e trovò un biglietto spiegazzato. Jade la stava fissando, e seguiva con lo sguardo i movimenti dell'amica. Tirò fuori il foglietto, su cui erano scritte con una grafia stretta ed elegante due parole.

“Ci conosciamo?”

Le stesse parole che quattro anni prima aveva pronunciato alla stazione del treno. Allora si ricordava di lei. E lei, come quella volta, non aveva detto nulla.

 

  
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