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Autore: dreamlikeview    22/05/2014    5 recensioni
Castiel è un angelo, ama e ammira la razza umana, e desidera profondamente essere uno di loro, un umano. Nonostante agli angeli sia vietato interagire con gli uomini, viola le leggi del Paradiso, salvando una famiglia di cacciatori da un nido di vampiri, e da quel momento il suo desiderio aumenta a dismisura, spingendolo a fare una pazzia.
Un accordo gli permetterà di vivere sulla terra, e di comportarsi come un umano. Ma quale sarà il prezzo da pagare?
[Angel/Human!Cas, Hunters!Winchester Brothers, Destiel, semiAU, long-fic]
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Desclaimer: I personaggi non mi appartengono, per mia sfortuna, e io da tutto ciò non ci guadagno nemmeno un centesimo.

Crediti: A Lu, per il banner. 

 


 
Un raggio di sole penetrò dalla finestra socchiusa della camera del motel ferendo gli occhi di Dean, che si aprirono con lentezza ed immensa fatica. Avvertiva una strana e spiacevole sensazione alla bocca dello stomaco, un principio di mal di testa, che sarebbe giunto di lì a poco, la testa vuota e non riusciva a ricordare nulla delle ultime ore. Poi avvertì una presenza accanto a sé, un corpo premuto contro il suo, le gambe intrecciate a quelle di qualcun altro, un braccio a cingergli i fianchi e una testa sul petto, avvertì solo in quell’istante il peso di quella testa e il solletico generato da un ciuffo di capelli scuri e neri, piumosi e morbidi che gli sfiorava il mento. Non appena riconobbe quei capelli, le immagini che credeva di aver dimenticato della notte precedente tornarono nella sua mente, come una sorta di flashback. Era tutto così nitido nella sua mente, così bello e così puro… Perché sentiva pace interiore ripensando a quella notte? Era successo solo perché lui era ubriaco, vero?
Sì, era stato solo uno sfogo sessuale causato da troppe birre e da un desiderio mal celato. Non era stato niente di razionale, non c’erano stati sentimenti. Eppure quella posizione in cui si era ritrovato quella mattina, con Castiel aggrovigliato addosso suggeriva… pace, dolcezza, bellezza. Castiel addormentato sul suo petto era la visione più dolce a cui avesse mai assistito. Sembrava… un angelo. Senza rendersi conto delle sue azioni, portò una mano nei capelli dell’angelo accarezzandoli gentilmente, sentendo un leggero borbottio soddisfatto fuoriuscire dalle labbra del suo verginello. Perché lui è ancora vergine, giusto? Certo che è ancora vergine! Non l’ho mica scopato, vero? Non ricordava esattamente tutto, ma no, non erano andati oltre i baci e le toccate fin troppo intense. Di questo era sicuro, perché Castiel era puro, e lui non poteva macchiare tanta purezza.
No, non c’era stata nessuna scopata, si erano solo dati piacere a vicenda, perché… per un motivo che per Dean non era chiaro, sicuramente non erano sentimenti quelli che provava.
Castiel era attaccato a lui, ancora addormentato e non accennava a svegliarsi, né a voler lasciare il suo cuscino – il petto di Dean – per nessun motivo, il suo braccio attorno al fianco del cacciatore intrappolava quest’ultimo in un dolce abbraccio piacevole, ma leggermente imbarazzante. I loro vestiti erano sparsi per la camera, l’altro letto immacolato, e… beh, entrambi erano scombussolati, Dean si sentiva realmente strano, mai era stato così. Si sentiva quasi felice per ciò che era accaduto, entrambi avevano lasciato che fosse l’eccitazione a parlare, erano stati travolti da essa, come una barca tra le onde in tempesta dell’oceano.
Il cacciatore, contrariamente a ciò che il suo cuore suggeriva, si convinse della totale assenza di sentimento in ciò che avevano fatto, e permase sulla sua idea, perché lui era un uomo, e gli uomini erano attratti solo dalle belle donne, gli uomini si innamoravano solo delle donne, e Castiel non era una donna, era un uomo, e… era incredibilmente bello ed attraente.
Non se n’era accorto, ma aveva ancora la mano immersa nei suoi capelli, e continuava ad accarezzarli con movimenti leggeri e gentili, che rilassavano i muscoli ancora tesi del suo bello addormentato.
Quando gli occhi blu di Castiel si aprirono, ed incrociarono quelli verdi e brillanti di Dean, di nuovo il mondo parve fermarsi.
Il cacciatore non riusciva a capire come mai sentisse il fiato mancare, e quasi sentì di scivolare nuovamente in un oblio di pace e tranquillità. Erano sensazioni del tutto sbagliate e fuori luogo, ma non poteva fare a meno di provarle. Non riusciva a spiegarsi come mai fosse così bello quanto sbagliato ciò che stavano facendo in quel momento, e questo riusciva a turbarlo, perché non era possibile né naturale che provasse tutto quello per un uomo.
Si costrinse a sopprimere i sentimenti nuovi che provava, senza però riuscire a trattenere un sorriso dolce e una carezza per la guancia dell’ex-angelo appena sveglio, che dal canto suo, nemmeno riusciva a capire cosa stesse accadendo. Era umano da poco più di un mese, e in una sola notte era stato travolto dalle emozioni, più di quanto non lo fosse stato prima, e contrariamente a tutto ciò che aveva provato prima di quel momento, era avvolto da un’aura di felicità e sentimenti puri. Ciò che era successo tra lui e Dean era stato… sensazionale, emozionante, quanto di più bello avesse mai vissuto, quanto di più bello avrebbe mai vissuto quando i suoi due mesi fossero scaduti, ma non voleva pensare ancora a quello, voleva solo godersi quella sensazione: la sensazione di avere Dean tutto per sé, senza condividerlo con nessun altro, era qualcosa di indescrivibile.
Poteva percepire ancora l’eco dei battiti accelerati del suo cuore, il respiro affannato di Dean direttamente nel suo orecchio, l’intensità dei baci del cacciatore su di sé, sul proprio corpo, inoltre percepiva qualcosa di piacevole, forte ed inebriante, scorrere nelle sue vene con una tale potenza da farlo sentire… bene. Non sapeva cosa fosse, ma era… paradisiaco – si sentiva blasfemo a pensarlo, ma non poteva farci nulla – non sapeva un bel niente in quel momento, né da cosa fosse scaturito tutto quello, né quali fossero state le conseguenze di quell’atto, ma nella sua mente si ripetevano solo pensieri riguardanti l’uomo accanto a sé: Dean, Dean, Dean e baciami ancora, baciami ancora e poi sono qui, sono qui, baciami, fa quello che vuoi, e forse, per un attimo, amami, ti prego, amami. Si morse le labbra guardando il suo cacciatore, perdendosi nei suoi occhi ancora, e provò l’impulso di baciare nuovamente quelle labbra.
Al suo risveglio aveva incontrato gli occhi di Dean e in quel momento c’era stata solo pace.
Non sapeva come fosse finito in quella posizione, ma era appoggiato a Dean, vicinissimo a lui, tanto che poteva sentire il suo cuore battere sotto il suo orecchio, e il suo respiro cadenzato sotto la guancia, il cacciatore non lo aveva scacciato, anzi, poteva percepire una sua mano immersa tra i suoi capelli, e le sue carezze delicate sul cuoio capelluto, e non voleva sapere di staccarsi, perché voleva conservare ancora quell’attimo di pace, che non sapeva se avesse mai potuto rivivere. Avrebbe solo voluto fermare il tempo, e vivere quell’istante per tutta la vita, fermare il tempo, e cadere in un loop temporale per vivere e rivivere quel momento per sempre, senza mai annoiarsi.
Voleva godere di quella sensazione per sempre, perché sapeva che quel ricordo l’avrebbe accompagnato in momenti peggiori.
Senza rendersene conto, l’ex-angelo si era allungato verso di lui, posando un delicato bacio a stampo sulle sue labbra, con il sorriso ad increspargli il volto, e sì, lo aveva visto, ne era certo, anche Dean aveva sorriso nel bacio, non l’aveva immaginato. Il sorriso di Dean era qualcosa di stupendo, qualcosa a cui nessuno avrebbe resistito, era perfetto.
«Buongiorno, Dean» soffiò con la voce ancora arrochita dal sonno e quel dannato sorriso che non voleva saperne di abbandonare il suo volto «dormito bene?» strofinò il naso contro il suo mento, annusando ancora il suo inebriante profumo.
«Sì, bene…» rispose in un sussurro Dean, per non spezzare l’atmosfera tranquilla che si era generata attorno a loro. Castiel era così bello appena sveglio, con i capelli arruffati, l’espressione assonnata e confusa, con quel piccolo barlume di sicurezza che splendeva nei suoi occhi e quella dolcezza nei gesti, che regalavano al cacciatore tante sensazioni positive, il quale però si costringeva stupidamente a reprimere, perché non voleva affezionarsi, non voleva che finisse male, doveva chiudere il cuore e lasciar uscire solo le sensazioni fisiche, nient’altro.
Non voleva soffrire.
«Abbiamo del lavoro da finire» mormorò Castiel, ritornando con la guancia sul petto di Dean, accarezzandogli con una mano la pancia, tracciando il contorno dei suoi addominali con un dito, sentendolo fremere sotto di sé.
Era giusto tutto quello, vero? Non era sbagliato, giusto?
«Oh sì, è vero, che cosa hai scoperto?» mugugnò sopprimendo un sospiro pesante nella gola.
Perché era così maledettamente…eccitante anche nel compiere un gesto così dolce e – Dean non si sarebbe mai aspettato di definirlo così – romantico?
«Aveva un altro figlio, morto in un incidente stradale due anni fa, indovina chi era al volante dell’auto?» spiegò continuando ad accarezzarlo, sentendo i muscoli del cacciatore rilassarsi e contrarsi sotto le sue mani, il suo respiro affaticarsi, e il suo cuore battere forte. Aveva questo genere di effetto su Dean? Non poteva che sentirsi soddisfatto.
Parlavano di lavoro, mentre… cosa stavano facendo esattamente? Le coccole? Quella parola sembrò strana, perché… era troppo dolce e romantica, ma in effetti, era ciò che facevano, delle dolci coccole dopo una nottata sfrenata.
«Fammi indovinare, il nostro morto?» chiese, mordendosi le labbra – sta zitto, baciami, ferma quella fottuta mano, e baciami, non parlare, la tua voce è eccitante, perché la tua voce è eccitante? Che cosa mi hai fatto, Castiel?- pensò cercando di mantenere un minimo di contegno, per non sentirsi una ragazzina alla sua prima cotta, non era né una ragazzina, né aveva una cotta.
«Esatto» quelle carezze non si fermavano, e il cacciatore era sempre più preso da quella situazione, non riusciva a ritrarsi, o forse non voleva, o non ne trovava la forza, ma sentiva di eccitarsi ad ogni carezza che scendeva un po’ più in giù della pancia «e altri due ragazzi erano con loro, quindi potrebbero essere le prossime vittime, ho trovato gli indirizzi e i nomi…» continuò, Dean era esasperato, voleva baciarlo e prenderlo lì, su quel letto, e farlo suo, perché dannazione, era troppo per lui, il suo autocontrollo stava andando a farsi friggere, era troppo, la lentezza dei suoi movimenti lo faceva impazzire «il ragazzo è stato cremato, ma probabilmente la donna ha qualche suo oggetto» spiegò senza fermarsi «qualcosa che probabilmente custodisce nel giardino, dove ci sono le piante secche» concluse, cercando lo sguardo di Dean, la cui mente era totalmente altrove.
Dean, infatti, ignorò le sue parole, e con un colpo di fianchi ribaltò le posizioni, fermando le mani di Castiel, portandogliele sul cuscino, tenendole ferme con le sue. Vide un bagliore di panico negli occhi dell’altro, che fu presto sostituito dalla confusione, tratto di riconoscimento dello sguardo di Castiel - oltre al blu fin troppo intenso di quegli occhi - però riuscì a tranquillizzarlo con un sorriso.  
«Adesso, sta zitto» aveva sussurrato prima di baciarlo di nuovo, lasciandosi travolgere dall’eccitazione e dalla voglia di lui, perché in quel momento non gli importava più nulla se non baciarlo fino a svenire. Si convinse che agisse così solo per farlo stare zitto, per non sentire la sua voce eccitante, no, non lo era, non poteva essere eccitante, la sua voce doveva essere irritante, si disse mentalmente. Dean Winchester e la coerenza non andavano molto d’accordo, perché un attimo prima di separarsi da Castiel, per smettere, perché era sbagliato, fuori natura e tutta la serie di cose che aveva elaborato durante il bacio, lasciò andare ogni inibizione, spense il cervello definitivamente e coprì entrambi con le coperte del letto, continuando a baciarlo e a toccarlo, e a farsi toccare da lui, fino a che entrambi non furono appagati e liberi dalle loro erezioni. Restò con il fiato corto, quando si ritrovò nuovamente negli occhi di Castiel ed ammirò il suo corpo sotto di sé, era dannatamente bello, nonostante fosse un uomo.
Aveva gli occhi più belli che Dean avesse mai visto, il corpo più attraente che ci fosse, e la cosa più importante, quella che più piaceva al cacciatore, il carattere forte e ingenuo al tempo stesso. Castiel era un mix tra un bambino a cui insegnare l’abc, e un adulto serio e provato. Non riusciva a spiegarsi come mai lo fosse, ne era profondamente attratto e lo aveva appena dimostrato.  Al diavolo le donne. – pensò e con quel pensiero, Dean Winchester decretò di aver perso definitivamente la testa, e che a fargliela perdere, era stato nientemeno che un uomo, non uno qualunque però, uno che – non lo avrebbe mai ammesso – era stato in grado di rapire il suo cuore con un fugace sguardo da ragazzino inesperto. Dov’era finito il vecchio Dean Winchester, donnaiolo e senza sentimenti?
Perso.
Perso negli occhi blu di Castiel.
«Sorridi più spesso, Cas» gli sussurrò all’orecchio, con inaudita dolcezza, baciandogli con delicatezza il lobo «sei quasi più bello del solito quando lo fai, sorridi per me, Cas» lo incantò, e Castiel promise a se stesso che avrebbe sorriso più spesso.
Per Dean.
 
Castiel sonnecchiava con il volto affondato nell’incavo nel collo di Dean, respirandone l’intenso profumo dolciastro, mentre quest’ultimo fissava il soffitto con lo sguardo vacuo e pieno di domande, riflettendo. Non su quanto accaduto, ma su come avrebbero dovuto comportarsi nei giorni successivi. Sapeva solo che in quel momento, dovesse scappare, andare via da quella stanza, e magari risolvere il caso da solo, per schiarirsi le idee. Magari bruciare uno scheletro, eliminare un fantasma, gli avrebbe fatto bene, e lo avrebbe distratto da quegli occhi e da ciò che stava iniziando a provare nel profondo.
Sam li avrebbe raggiunti per quel pomeriggio, mancavano poche ore ormai al suo arrivo, lo aveva chiamato circa mezz’ora prima per assicurarsi che stessero bene e per dirgli che lui e Bobby avessero risolto il caso, e che quindi li avrebbe raggiunti in poche ore, quindi, Dean si convinse che, dato che Sam stesse per arrivare, anche se lui fosse andato via per schiarirsi le idee, Castiel non sarebbe stato solo. E lui non si sarebbe preoccupato per il moro. Non sapeva spiegarsi il suo comportamento nei confronti di Castiel, sentiva di doverlo proteggere, perché meritava protezione, sentiva di doverlo salvare da qualcosa, che non era ben specificato, sentiva troppe cose non chiare dentro di lui, ma in quel momento doveva solo scappare da quella stanza, troppo carica di sentimenti positivi, e di strane sensazioni, che sapeva ancora del sesso che non avevano consumato fino in fondo, ma che era stato meraviglioso lo stesso, sapeva essenzialmente di loro due. Loro due che scoprivano di provare qualcosa, loro due che si sentivano attratti l’uno dall’altro… sì, era necessario scappare in quel momento. Era troppo il carico di sentimenti che Dean sentiva nascere dentro, ed era una cosa che non doveva accadere.
Forse doveva lasciargli un biglietto per avvisarlo che stesse andando via. Ecco, lo stava rifacendo, perché si preoccupava eccessivamente per lui?
Castiel era un uomo adulto e vaccinato, inoltre era un cacciatore, non si sarebbe preoccupato, né avrebbe fatto le scene da donnicciola, come lo erano i suoi pensieri in quel momento.
Con delicatezza scostò il capo di Castiel dal proprio collo, appoggiandolo sul letto, e dopo avergli sistemato nuovamente le coperte addosso – da quando era così premuroso con qualcuno? – si alzò dal letto e con rapidità afferrò i vestiti da terra – e no, non aveva preso volontariamente la camicia bianca di Castiel, no – corse in bagno per una doccia veloce, rivestendosi subito dopo, e, infilate le scarpe, dopo aver afferrato la giacca, uscì con velocità, senza lasciare nessun messaggio a chi alle sue spalle dormiva ignaro di tutto, senza nemmeno guardarlo. Salì nell’Impala e mise in moto, guidando fino alla casa della donna, lasciandosi dietro Castiel, le emozioni che aveva provato, la sensazione di volerlo tenere sempre stretto a sé, la voglia di baciarlo, e la voglia di proteggerlo dal mondo. Doveva distrarsi, doveva restargli lontano il più tempo possibile per capire cosa provasse, per reprimere tutto, per ritornare il solito Dean. Non poteva accettare di essere così… debole.
Non poteva permettersi distrazioni, non con il suo lavoro, avrebbe dovuto preoccuparsi per nessuno che non fosse se stesso, invece lui – naturalmente – si preoccupava per Sam, e – innaturalmente – per Castiel. Non riusciva a spiegarsi questo legame, da cosa dipendeva? Perché fin da quando lo aveva conosciuto, si era subito fidato di lui? Qual era il suo segreto? Perché era così attratto da lui? Non conosceva una risposta, doveva lasciarsi scivolare tutto addosso, come al solito e andare avanti.
Una cosa era certa in quel momento.
Doveva rispedire quel fantasma – figlio di puttana – all’inferno, prima che fosse troppo tardi.
 
Intanto, Sam aveva raggiunto la camera occupata dal fratello e da Castiel per quei giorni. Si erano dati appuntamento lì, l’ultima volta che si erano sentiti. Aveva bussato con dei pugni sulla porta, ma non avendo ricevuto nessuna risposta dall’interno, forzò la porta con una carta di credito e non appena fu dentro, sgranò gli occhi, non potendo credere a ciò che si presentava davanti a lui.
In quella stanza regnava il caos, Castiel era seduto, sveglio, al centro del letto, gli occhi socchiusi, l’espressione sofferente sul volto e… nudo. Era nudo. Perché Castiel era nudo nella stanza che divideva con suo fratello?
Un momento.
I dettagli parlavano chiaramente, quei due non avevano perso tempo da soli, Sam era contento che i suggerimenti dati a Cas fossero andati a buon fine, ma allora perché Castiel era triste, seduto al centro del letto?
Forse, prima di tirare soluzioni affrettate, avrebbe dovuto parlarne con lui per capire cosa esattamente fosse successo durante la sua assenza. Decise, però, che Castiel dovesse prima indossare qualcosa, perché vederlo in quel modo, era imbarazzante.
«Ehm, Cas?» lo chiamò, facendolo sobbalzare, e arrossire allo stesso tempo, lo vide afferrare il lenzuolo e coprirsi fino al petto, mentre il suo sguardo confuso e smarrito si posava sul ragazzo appena entrato nella stanza.
«Ciao, Sam» mormorò l’altro, cercando con lo sguardo qualcosa da indossare che non fosse eccessivamente lontano, non lo infastidiva farsi vedere nudo, il pudore non era una delle sue qualità, ma un po’ si vergognava dei segni, dei succhiotti lasciati da Dean sul suo corpo quella notte, non voleva che Sam lo scoprisse in quel modo, magari Dean non voleva farglielo sapere.
Già, Dean. Dov’era finito? Perché era andato via senza di lui? Perché non lo aveva avvisato che fosse uscito? Non gli aveva lasciato nemmeno un insignificante biglietto, per avvertirlo, no. Era andato via, e quando si era risvegliato, Castiel era andato in panico.
«Qualcosa non va, Cas?» chiese premurosamente Sam, entrando e chiudendosi la porta alle spalle.
«Chi io? No, sto bene è che…» afferrò la prima cosa a portata di mano trovata ai piedi del letto – dannazione, è la t-shirt di Dean – realizzò mentre la indossava e si abbassava verso il pavimento per raccogliere un paio di boxer lasciati lì.
«A-ah. E io sono stupido» disse Sam, scuotendo la testa. Quando vide che il bruno avesse indossato qualcosa, si avvicinò al letto e si sedette accanto a lui guardandolo con comprensione «cos’è successo tra te e Dean?» chiese, inutilmente, perché era fin troppo evidente che fosse successo qualcosa in quella stanza, Castiel era stravolto e nudo, Dean non c’era e la stanza era… beh era decisamente in disordine, fatta eccezione per il secondo letto, perfettamente intatto.
«Non so se posso dirtelo, io…» ammise l’ex-angelo colmo di imbarazzo. Già, cosa avrebbe dovuto dire?
«Siete stati a letto insieme?» chiese a bruciapelo, stufo dei giri di parole, guardando l’amico dritto negli occhi, occhi che però l’interpellato abbassò immediatamente, arrossendo imbarazzato.
«Non proprio, ecco» mormorò, rosso come un peperone guardando tutto fuorché Sam «diciamo che… ci siamo dati piacere a vicenda, senza…» tossì, e iniziò a torturarsi le mani «senza… penetrazioni, ecco».
Sam spalancò gli occhi, portandosi una mano alla bocca, ovvio che non gli interessassero certi particolari, nonostante ciò, si rese conto che avesse sempre avuto ragione lui: tra Castiel e suo fratello c’era ben più di un’amicizia.
Era una notizia… bella? Come avrebbe dovuto prenderla? Era più che felice, suo fratello si sarebbe impegnato seriamente con qualcuno salutando per sempre i rapporti occasionali, e il moro sembrava provare qualcosa di forte per il fratello, dato che in quel momento stringeva attorno al proprio corpo, forse senza accorgersene, la maglietta del più grande. Forse però era fin troppo ottimista. Il fatto che suo fratello non fosse corso immediatamente in terza base, faceva intuire che forse provasse qualcosa anche lui, quello era un buon segno, ma quel qualcosa che provava doveva averlo spaventato, perché era fuggito, e quello era un pessimo segno.
Tipico di Dean, fuggire davanti alle cose nuove.
«E cosa è andato storto?» chiese nuovamente, sperando di poter venire a capo di quella situazione imbarazzante.
«Non lo so» deglutì spostando lo sguardo sul muro di fronte a sé, assumendo un’espressione sofferente e confusa «ieri abbiamo avuto… una discussione, diciamo, io sono andato in biblioteca, a indagare e lui… è tornato qui» raccontò senza guardare Sam, fissando un punto indefinito di fronte a sé, troppo imbarazzato per guardarlo in faccia «quando sono tornato dalla biblioteca era leggermente ubriaco e… diciamo che mi ha baciato» sospirò scuotendo la testa, cercando di scacciare il rossore sulle sue gote «siamo finiti sul letto, ma gli ho detto di essere vergine, o meglio di non aver mai fatto nulla… ero terrorizzato, capisci? » chiese retoricamente, torturandosi il labbro inferiore con i denti «così ha detto che avremmo fatto con calma» deglutì, cercando di articolare bene le parole, perché tutto era confuso e anche meraviglioso, ma difficile da esprimere «e beh, dopo un po’… abbiamo fatto qualcosa, okay? E poi… è stato così bello, Sam, e Dean era così dolce con me… non mi ha forzato, era… perfetto» sorrise leggermente, chiudendo gli occhi, poteva sentire ancora le mani gentili di Dean accarezzarlo e prendersi cura di lui «mi sono addormentato stretto a lui e poi quando mi sono svegliato, mi stava… accarezzando i capelli» ridacchiò scuotendo la testa «sono patetico, lo so. Per l’imbarazzo ho iniziato a spiegargli ciò che avevo scoperto, ma… Dean ha ripreso a baciarmi» curvò leggermente all’insù le labbra, mentre Sam ridacchiava sottovoce «come fai a ragionare quando Dean Winchester ti bacia in quel modo?» Sam stava per rispondergli che a lui avrebbe fatto orrore una cosa simile, ma Castiel continuò con il suo racconto «poi mi sono addormentato di nuovo, e quando mi sono svegliato, ero solo»  terminò, e stavolta riuscì a spostare lo sguardo sul Winchester accanto a sé «dimmelo, sono patetico»
«Io penso che tu sia solo innamorato» rispose il minore dei Winchester, sorridendo con tenerezza.
«Ma Dean non ricambia, Sam, ha fatto capire chiaramente che per lui fosse solo… sesso?»
«Se fosse stato solo sesso, non avrebbe aspettato i tuoi tempi, Cas» spiegò Sam, guardandolo con leggero rammarico. Dean era davvero uno stupido a volte, non aveva calcolato che la sua fuga potesse ferire Castiel, che non tutti fossero insensibili come lui, e che a differenza sua, il moro avesse dei sentimenti. Non aveva messo in conto l’altra metà della situazione in cui si era cacciato. A volte, Dean era un tale egoista che Sam proprio non lo capiva, come in quel caso. Aveva aspettato i tempi di Castiel, e poi era fuggito? Era davvero strano come atteggiamento, molto da suo fratello, ma fin troppo crudele.
«Gli parlerò io».
«No… non voglio espormi troppo. Risolveremo la cosa tra di noi» lo rassicurò l’ex-angelo. Era comunque un angelo, o almeno lo era stato e non si poteva lasciare abbattere. C’era una speranza di salvezza, e la speranza era Dean.
Se i suoi sentimenti fossero stati reali, come sosteneva Sam allora lui sarebbe stato salvo. Sperava solo che non fosse troppo tardi, che il suo tempo non scadesse entro pochi giorni. Contava ogni giorno, e più passava il tempo, più sembrava che questo gli sfuggisse dalle mani, e che il suo scadesse, ma mancava ancora un mese, e il tempo c’era. Doveva solo… già, fare cosa? Come si conquistava sentimentalmente un uomo già attratto fisicamente da lui? Non lo sapeva, era tutto così strano, confuso e fuori dal normale, che Castiel non riusciva a ragionare razionalmente. Tutto ciò che riguardava Dean, non era mai razionale, d’altra parte.
Sam parve leggergli nel pensiero, perché suggerì a Castiel da dove iniziare a sondare il terreno per scoprire qualcosa in più riguardo ai sentimenti del cacciatore tutto d’un pezzo per il povero angelo caduto. Secondo Sam, avrebbe dovuto sorprenderlo.
«Potresti provare a farlo ingelosire, però. Dean sa essere davvero possessivo se ci tiene a qualcuno» sorrise ammiccando nella sua direzione «e non dimenticare la torta di mele, ama la torta di mele, di conseguenza, amerà chi sa preparare una torta di mele» spiegò divertito, immaginando già Castiel alle prese con la cucina. Non sapeva perché, ma l’immagine di Castiel in cucina con un grembiule a fiori, coperto di farina, alle prese con i fornelli per suo fratello, lo fece sorridere, trasmettendogli allegria e tenerezza solo ad immaginarla. Sarebbe stato impagabile assistere sul serio.
«E come si prepara una torta di mele?» chiese curioso, facendo scoppiare a ridere Sam.
«Per ora, inizia a comprargliene una per quando torna dalla caccia. Sarà andato a terminare il caso, per tenersi lontano dai… bollenti spiriti che lo travolgono quando è con te» rise Sam alzandosi dal letto, felice di aver aiutato Castiel, che saltò come una molla e decise di fare come aveva detto il minore dei Winchester, avrebbe comprato una torta di mele a Dean, e con essa anche la cena, con una birra magari. Poi all’occasione migliore avrebbe tentato di farlo ingelosire, come non lo sapeva, ma ci avrebbe lavorato.
Corse in bagno a lavarsi velocemente, prima di rivestirsi, fregandosene che la t-shirt fosse di Dean, la sua camicia fosse sparita, non aveva altro da mettere - aveva giustificato così la sua scelta - e una volta pronto, aveva afferrato il trench, qualche banconota, aveva salutato Sam ed era uscito per comprare qualcosa di buono a Dean, per farlo contento.
Girovagò per ore, tanto che scese la sera, e alla fine tornò vincitore. Dopo tre fast-food diversi e quattro supermercati, riuscì a trovare tutto: hamburger doppio con tanto di patate fritte e la torta di mele per Dean, qualcosa a base di verdure per Sam, un sandwich per se stesso, e da bere per tutti. Vittorioso, tornò al motel ritrovando lì entrambi i Winchester che confabulavano a bassa voce. Sorrise notando che Dean fosse tornato, e tirò un sospiro di sollievo, era stato in pena per lui durante la sua “caccia” alla cena.
In quel momento, probabilmente stava raccontando a Sam come avesse bruciato l’oggetto del giovane morto tempo prima, motivo per cui, nessuno dei due si accorse che Castiel fosse tornato, il quale, per attirare su di sé l’attenzione, esordì entrando con un:
«La cena è servita, ragazzi!»
«Finalmente!» disse Sam notando che l’amico fosse tornato tutto intero. Non negava di essersi preoccupato non vedendolo tornare, doveva solo prendere la cena. Aveva impiegato almeno due ore prima di ritornare, ma, si disse Sam, aveva tardato perché fosse a piedi e vicino a quel motel, non c’erano fast-food. Anche Dean sembrava meno teso, ora che Castiel era tornato.
«Penso di amarti, Cas, muoio di fame!» esclamò Dean, precipitandosi verso di lui, che rimase immobile con i sacchetti in mano e l’espressione inebetita sul volto, il cacciatore afferrò i sacchetti e ne esaminò il contenuto con attenzione «fantastico, anche la torta di mele, tu sì che sei un angelo!» sorrise felice, afferrando il contenitore della torta, appoggiandola un mobiletto.
In effetti non hai tutti i torti, Dean. – pensò prima di scoppiare a ridere, e passare allegramente la serata con i Winchester, i quali raccontarono le avventure di quella giornata, Dean aveva bruciato un ciuffo di capelli appartenuti al figlio minore della donna, e per fortuna in tempo, il fantasma stava per attaccare anche un’altra persona, mentre Sam insieme a Bobby ed altri cacciatori, aveva rispedito all’inferno parecchi demoni che avevano quasi distrutto una città. Castiel li aveva ascoltati affascinato, dispiacendosi di non essere stato con l’uno o con l’altro, ma si era fatto largamente perdonare con la cena deliziosa che aveva portato.
«Dammi un pezzo di torta, Dean!» aveva esclamato Sam, cercando di sgraffignare la scatola contenente la torta, dalle mani del maggiore, che tentava di allontanarla da lui, per salvarla, sostenendo che fosse unicamente sua.
«Cas l’ha comprata a me, è mia!»
«Sei un bambino, dammene una fetta!»
Castiel scoppiò a ridere, distendendosi sul letto, mentre i due fratelli continuarono a combattersi la torta per lungo tempo, come due bambini, fino a che Dean non cedette agli occhi da cucciolo di Sam, e gli diede la sua desiderata fetta. In fin dei conti, erano una bella famiglia, bizzarra, ma pur sempre bella. E Castiel… beh, non si era mai sentito più felice, sebbene l’alone di preoccupazione per la sua sorte pendesse sulla sua testa, come una spada di Damocle.
 
 
To be continued...

 
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Buon pomeriggio a tutti quanti voi fedeli seguaci di questa storiella.
Prima che me ne dimentichi, nel capitolo precedente ho dimenticato di dirvi che i nomi falsi che usano Dean e Cas li ho presi direttamente dalla 5x03 che è la prima puntata in cui Cas e Dean seguono un caso del tutto da soli. Aw. 
Tornando a questo capitolo, ecco ritornato il nostro Sammy, che ora si diverte su un povero Cas, ma più avanti psicanalizzarà il fratello, perchè, beh... lo vedrete. Dean è ovviamente fuggito - non senza aver spupazzato ancora un po' Cas - poi risolve il caso da solo perchè è idiota e ha bisogno di stare da solo. 
So che i pensieri di Dean sono contraddittori, incoerenti e ripetitivi, ma è tutto voluto, ho voluto riprodurre un po' la confusione che avverte, per ovvi motivi; idem per Castiel, anche se lui non è contorto quanto Dean. Lui è terrorizzato dall'idea dell'inferno, quindi... lo troviamo leggermente egoista nel volere l'amore di Dean, anche se più avanti se ne renderà conto, e... *fugge via perchè non vuole spoilerare*
Non è la tenerezza Castiel che vuole imparare a fare la torta per Dean? Aw.
Il capitolo è un po' più corto di quello precedente, perchè è una transizione tra qui, e un salto temporale del prossimo capitolo. 
Il tempo è sempre più poco, riuscirà il nostro lovely Cas a trovare un modo per sopravvivere? 

Adesso fuggo perchè ho un casino di cose da fare, ma ci tenevo ad aggiornare. Siamo quasi a metà della storia, ow. Vi ringrazio ancora, vivamente per le recensioni, e tutto il resto. Aw, vi ringrazio con tutto il cuore. E come al solito, indicatemi gli errori, ed io li eliminerò, rileggo sempre due volte, ma quando gli occhi iniziano ad intrecciarsi, faccio erroracci di distrazione. 

Al prossimo capitolo, io vado a morire di calore.
Byebye!
   
 
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