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Autore: aduial    22/05/2014    1 recensioni
Albus Severus Potter ha una gemella. Una gemella che tutti sanno che esiste ma che nessuno, a parte i vari familiari, ha mai nemmeno visto. Una gemella con cui condivide emozioni, sentimenti, pensieri. Una gemella che nasconde un segreto che nemmeno lui sa. Un segreto così doloroso da farla fuggire da tutto e da tutti.
storia sospesa.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 8
 
Erano passati ben Dieci giorni da quando era stata quasi stuprata. Dieci giorni da quando McLaggen era stato espulso. Gli era anche stata tolta la bacchetta per un periodo di due mesi. Dieci giorni da quando Madama Chips l’aveva visitata, decretando che non aveva nessun trauma fisico di rilevante importanza. Dieci giorni da quando aveva raccontato la verità a tutti i suoi amici. Dieci giorni da quando Corvonero aveva battuto Tassorosso 210 a 80. Dieci giorni da quando Albus aveva smesso di parlarle.
 
Leila era in biblioteca con Tara e Annika a tentare di finire un tema di Storia della Magia sulle rivolte dei Goblin del XVII secolo. Un argomento noiosissimo e completamente inutile che di certo non invitava a concentrarsi. La gemella ci rinunciò definitivamente quando sentì che le amiche avevano cominciato a parlare del Ballo che si sarebbe tenuto la sera dopo. Tara alla fine aveva deciso di accettare l’invito di Fred Weasley, anche se sapeva perfettamente che si sarebbe imbucato con qualche ragazza in meno di un’ora dal loro arrivo. Ma in fondo, aveva pensato la ragazza, nessuno le impediva di fare esattamente lo stesso.
“Leila, tu alla fine con chi vieni al Ballo?”
“Non penso che verrò, Annika”
“Cosa? Assolutamente no! Tu DEVI venire!”
“Non ho un cavaliere”
“Solo perché li hai rifiutati tutti”
“Non ho un abito”
“Bugiarda! L’ho visto ed è davvero strepitoso”
“Annika, te l’hanno mai detto che sei una rompiballe?”
“Leila, te l’hanno mai detto che sei una guastafeste?”
“Ragazze smettetela o Madama Pince ci caccerà” intervenne Tara.
 
Le tre ragazze si diressero a cena, Leila e Annika ancora bisticciando, mentre la bella Zabini le osservava divertita. Entrarono in Sala Grande, salutando con un cenno Rose e Roxanne che si sbracciavano dal tavolo dei Grifondoro e Dominique che aveva chinato elegantemente il capo nella loro direzione. Si accomodarono al tavolo, poco distanti da Scorpius e Albus che avevano appena finito di allenarsi e si stavano ingozzando come se non mangiassero da giorni. Sembravano entrambi preoccupati per qualcosa e le ragazze riuscirono a sentire che discutevano sul trovare un nuovo Cacciatore per la squadra, visto che Davies si era infortunato quel pomeriggio stesso e non sapevano quando avrebbe potuto riprendere a giocare.
Tara e Annika si scambiarono uno sguardo, leggermente allarmate. Davies era un ottimo giocatore e, se non si fosse rimesso in fretta, Serpeverde non avrebbe avuto molte possibilità di vincere il campionato. Leila si limitò a chinare il capo, inghiottendo qualche boccone di carne. Le ragazze finirono di mangiare in silenzio, ognuna assorta nei propri pensieri, si alzarono e si diressero verso la loro Sala Comune.
 
La mattina dopo le giovani Serpeverde scesero a colazione chiacchierando rilassate. Anche Leila si era ormai abituata a quel senso di vuoto e di malessere che l’accompagnava da quando aveva litigato con il gemello, al punto di aver deciso di andare al ballo. Da sola. Appena entrate in Sala Grande, vennero però travolte da una furia bionda, che rispondeva al nome di Dominique Weasley.
“Voi tre piccole serpi! Sapete che ore sono?”
“Le dieci e mezza…” si arrischiò a rispondere Annika.
“Appunto! È tardissimo! Dobbiamo assolutamente andare nella stanza di Roxanne e Rose per cominciare a prepararci!”
“Ma al ballo mancano ancora parecchie ore…” tentò di contestare Leila.
“E quanto tempo pensi che ci voglia per fare tutti i trattamenti necessari a ben nove persone? NOVE!”
E con aria spiritata le trascinò via. Leila, Tara e Annika si stavano ancora lamentando per non aver potuto fare colazione, quando la Corvonero si bloccò davanti a un quadro raffigurante una grassa signora con un vaporoso vestito rosa, che chiese: “Parola d’ordine?”
“Puffola Pigmea” rispose sicura Dominique.
Il quadro si aprì cigolando e la bionda Weasley le guidò attraverso un tunnel che sfociava in una stanza circolare calda e accogliente, nella quale predominavano il rosso e l’oro, ma non diede loro tempo di ammirare nient’altro spingendole su per le scale a chiocciola, fino ad entrare in una spaziosa camera con due letti. All’interno si trovavano già Rose, comodamente sdraiata a leggere, Molly, che guardava fuori dalla finestra con aria sognante, Roxanne, che si ingozzava di croissant, da un piatto magico che non si svuotava mai (guardata con invidia da tutte e tre le Serpeverde appena arrivate), annaffiandoli con generose sorsate di succo di zucca, e Lucy e Lily che giocavano a Sparaschiocco. Dominique fece un respiro profondo, prese la bacchetta e fece comparire nove sedie ognuna con una bacinella d’acqua davanti per la pedicure, ordinando seccamente alle compagne di accomodarsi.
Parecchie ore dopo (avevano anche dovuto pranzare in camera, sempre per volere della Weasley più vecchia), tutte le ragazze avevano una pelle resa levigata e splendida dalle maschere e dalle creme, le gambe, e non solo, perfettamente lisce grazie alla ceretta, i capelli lucidi e puliti grazie agli impacchi e una manicure e pedicure praticamente perfetta. Esausta, Dominique si accasciò su una sedia.
“Ragazze, qui abbiamo finito, tornate pure nelle vostre Sale Comuni per truccarvi, acconciare i capelli e vestirvi, so che quello siete capaci di farlo da sole. Ci vediamo dopo!” le congedò, uscendo dalla porta e dirigendosi verso la torre di Corvonero. Pian piano tutte le “intruse” fecero ritorno alle rispettive Sale Comuni.

Erano ormai le sei, quindi avevano circa due ore prima che il ballo iniziasse.
Tara scivolò nel suo abito blu notte stile impero plissettato e monospalla, per poi passare a truccare i profondi occhi scuri e a raccogliere i lunghi capelli in un semplice chignon.
Leila infilò il suo abito a sirena rosso, che le aderiva come una seconda pelle, evidenziando le sue curve piene. A differenza dell’amica mulatta non indossò alcun gioiello, infatti lo scollo a cuore era impreziosito da una cascata di piccoli diamanti che illuminavano il decolleté. Si fece uno smokey eyes molto intenso per far risaltare gli occhi chiari e lasciò i capelli sciolti, ribelli e selvaggi come sempre.
Annika uscì dal bagno con un’espressione disperata. Indossava un abito nero, morbido, simile a quello di una dea greca, molto scollato e con una cintura di brillanti a evidenziare il punto vita. I capelli erano raccolti in un’acconciatura complicatissima e gli occhi erano pesantemente truccati con eyeliner, matita nera e mascara. Si sedette pesantemente sul letto, tenendosi la testa tra le mani.
Leila accorse preoccupata: “Che succede?”
“Non mi piaccio”
“Come sarebbe a dire che non ti piaci? – intervenne Tara – stai come al solito…”
“Appunto! Sono truccata esattamente come ogni giorno! Io non sono mai stata bella come te, Tara! O intelligente, o divertente, o elegante, o disinvolta! E da quando è arrivata Leila è anche peggio, non ho più solo te con cui confrontarmi, ma anche lei! È per questo che ho iniziato a truccarmi così tanto! Per tentare di farmi notare! Ma non ha funzionato, anzi, adesso sono nella merda, perché non posso truccarmi più di così per il ballo!”
 
Le due ragazze avevano ascoltato in silenzio lo sfogo della giovane Nott. Sapevano che era insicura, ma non credevano fino a questo punto. La prima a riscuotersi da quella sorta di paralisi in cui si trovavano fu Leila, che prese Annika per mano e la condusse in bagno.
“Tu non hai nulla da invidiare a noi - iniziò prendendo un pacco di salviette struccanti, estraendone una e cominciando a passarla sul volto dell’amica – ognuno è bello a modo suo. E credimi se ti dico che tu sei molto bella Annika. Pensi che non ci sia nessuno invidioso dei tuoi capelli biondi? Bhè, io lo sono. Ogni mattina tu ti alzi e loro sono lì, perfetti, a ricordarmi quanto arruffati e disordinati siano i miei. E Tara mette uno strato alto due centimetri di fondotinta ogni giorno per coprire le piccole imperfezioni che ha sul viso. E se c’è una cosa che mi fa veramente incazzare è il fatto che tu ne metti almeno quattro centimetri e hai una pelle di porcellana. Ognuno ha i suoi pregi, bisogna solo essere capaci di vederli”.
Le prese il volto con delicatezza, ma anche con decisione, facendola voltare verso lo specchio.
“Sei bella Annika. Devi solo rendertene conto. E così magari anche il ragazzo su cui stai tentando di far colpo se ne accorgerà.”
“Come hai fatto a capirlo?” balbettò la bionda.
“Facile. Quando una ragazza va in crisi come è successo a te poco fa, può essere colpa solo di una cotta”
“Non penso sia solo una cotta”
“Meglio per te allora”
“Meglio? Ma se dovesse andarmi male soffrirò di più!”
“Perché guardi il bicchiere mezzo vuoto? Piuttosto pensa che se dovesse andarti bene sarai  ancora più felice!”
Annika la guardò seriamente, come soppesando le sue parole. Poi sorrise all’amica, che sorrise di rimando.
“E comunque, cara la mia piccola Annika, si può ottenere un trucco diverso dal solito anche togliendo, non solo aggiungendo sai?”
“Che intendi dire?”
“Vedrai” rispose Leila enigmatica.
 
Un quarto d’ora dopo la giovane Nott usciva dal bagno truccata in maniera molto leggera, ad esaltare ancora di più la sua bellezza quasi angelica. Si fiondò tra le braccia di Tara, chiedendole scusa per lo sfogo di prima. L’amica l’abbracciò stretta e Leila si unì a loro, come a suggellare un patto d’amicizia eterna. Poi si infilarono le scarpe, tutte rigorosamente con minimo dieci centimetri di tacco (Dominique aveva minacciato di cruciarle, se fosse stato più basso di così), uscirono dalla camera e fecero per scendere le scale. Leila guardò in basso e vide ai piedi della scalinata Albus e Scorpius. Entrambi in smoking e belli da star male. La ragazza impallidì e tornò in camera di corsa, seguita dalle amiche preoccupate.
“Leila, cosa è successo?” chiese Tara, prevedendo già la risposta.
“Non ce la faccio. Non stasera. Non riesco a vedere mio fratello che balla con un’altra. Normalmente non sarei così gelosa di lui, ma da quando abbiamo litigato… il pensiero che lui guardi un’altra ragazza come guardava me mi distrugge!”
“Leila, sei la sua gemella, nessuno potrà mai prendere il tuo posto” intervenne Annika cautamente.
“Immagino che quello che sto dicendo per voi sia stupido, ma davvero non ci riesco!”
“Non è stupido – decretò Tara – ecco perché noi rimarremo qua con te”
“No, non sarebbe giusto. Andate al ballo, non fate aspettare i vostri cavalieri”
“Sei sicura? Guarda che lo facciamo volentieri. Louis capirebbe…”
“Sono sicurissima. Andate”
La giovane Potter chiuse la porta alle spalle delle amiche e si lasciò cadere sul letto, dove rimase a fissare il tessuto scuro e pesante del baldacchino.
 
Angolo Autrice
Alla fine Tara e Annika ce l’hanno fatta! Hanno convinto Leila ad andare al ballo. Ma così sarebbe stato troppo facile. Quindi alla fine la nostra (o almeno la mia) Potter preferita rimane in camera. Da sola. Almeno per il momento. Chissà che non ci sia qualche bravo cavaliere che andrà a consolarla… si accettano scommesse! Per il resto fatemi sapere cosa ve ne pare del capitolo e, magari, anche della storia in generale, quindi recensite! (potete vederlo come un ordine, una supplica, una minaccia, una richiesta,… insomma, date l’intonazione che preferite).
Un bacio,
Aduial
   
 
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