Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: SiriusLoire    22/05/2014    1 recensioni
“Le ferite arrecano dolore a chi le ha sul proprio corpo, e ne infligge di peggiori al cuore di chi ti vuole bene” pensò, quella volta “Non dovrebbero esistere in questo mondo, dovrebbero essere bandite, proprio come fa l’imperatore con i cattivi e coloro che lo tradiscono. Le ferite sono come infide bestie, godono nel veder soffrire te e chi ti sta intorno…”.
**********************************************************************************
Una Grande Guerra ha distrutto il mondo che noi conoscevamo. Tutto è cambiato e dalle viscere del Pianeta sono riemerse le Bestie sigillate secoli fa. Tutto sembra tranquillo, ma una nuova minaccia sta avanzando verso Draconis Patria, l'Impero che da circa tremila anni ha cercato di mantenere l'ordine tra i civili. Gli esseri divini si sono riuniti e hanno deciso di mandare i loro figli sul Pianeta: il Figlio della Luce per Shinryu e il Figlio dell'Oscurità per Kuroryu. Le due creature dovranno allearsi e combattere, ma ancora non sanno della loro chiamata.
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Haku si assicurò che Selim avesse raggiunto il punto da lui indicato e cercò di proseguire il suo percorso nella grotta. L’umidità aveva fatto crescere muschi lungo le pareti, rendendo l’ambiente simile a quello delle Green Caves, e da esse sgorgavano piccoli rivoli d’acqua. Stava già camminando da diverse ore, ma i meandri sembravano tutti uguali e la luce delle torce diminuiva pian piano che si addentrava nelle profondità. Si sedette su un masso e prese fiato, detergendosi il sudore che gli colava dalla fronte con il polsino del guanto. Pensò a lungo: doveva continuare a controllare quella grotta oppure era meglio tornare indietro e cercare la via di ritorno per il villaggio? Si scollò la fatica di dosso e, rialzatosi, proseguì. Continuò a camminare per ore e ore, fin quando si accorse che raggiunse un luogo che non aveva ancora visitato. Riuscì ad evitare una fossa sul terreno all’ultimo secondo. Perplesso, si chinò e cercò di scrutare cos’era. Un grosso chiodo arrugginito teneva ferma una grossa corda sfilacciata, ed essa scendeva lungo la parete fangosa della fossa,  probabilmente creata da mano umana.
- Una corda?! E che cosa ci fa qui? – mormorò mentre la strattonava energicamente,  provando a capire se l’oggetto era in grado di reggere il suo peso. Sebbene fosse vecchia e con qualche traccia di muffa, sembrava parecchio resistente, il chiodo che la reggeva sembrava non voler cedere per nessuna ragione al mondo. Deglutì e cercò di calarsi all’interno della fossa, tenendosi stretto alla corda. Poggiò i piedi sulla parete, ma la melma lo fece leggermente slittare, facendogli perdere per poco la stabilità. Il ragazzo si calò lentamente, facendo scivolare i piedi e tenendosi ben saldo alla corda. Il tunnel verticale sembrava non finire mai, tanto che il ragazzo pensò di calarsi più rapidamente. Dopo qualche minuto, facendo scivolare il piede sulla parete, sentì una superficie piana sotto di lui.
- Finalmente! – pensò, poggiando entrambi i piedi a terra e lasciando la corda. Si voltò dalla parte opposta e per un attimo perse l’equilibrio: non era giunto alla fine della gola, ma solo ad uno spiazzo presente lungo la sua altezza.
- Accidenti! – esclamò, afferrando saldamente la corda. – Per poco non mi sfracellavo al suolo! –
La corda si ruppe improvvisamente. Haku cadde in avanti, ma riuscì ad afferrare uno spuntone poco al di sotto. La roccia bagnata gli impediva di avere una presa solida e gli faceva pian piano scivolare le dita. Cercò di sollevarsi in modo da raggiungere un punto d’appoggio solido, ma non ve n’era traccia. Dopo qualche minuto, le dita scivolarono dalla roccia e Haku cadde all’indietro. Mentre precipitava nel vuoto, cercò di allungare le braccia e cercare con le dita qualcosa che potesse bloccare anche se solo per qualche istante la sua caduta libera. Incrociò le braccia sul petto e le aprì di scatto.
- LEVITAS!!! – Dalle mani si crearono delle nubi bianche, simili a batuffoli di cotone, che si spostarono sotto la sua schiena e pian piano avvolsero tutto il corpo, creando una specie di scudo. Quando arrivò alla fine del tunnel verticale, l’ammasso di nubi si adagiò dolcemente a terra e iniziò a svanire pian piano che Haku veniva a contatto con la superficie umida. Rimase sdraiato a terra per qualche secondo, socchiuse gli occhi e sospirò.
- Me la sono vista proprio brutta! – esclamò, alzandosi e barcollando. Era giunto in un luogo molto buio e, probabilmente, lontano dall’ingresso della grotta. Si voltò un paio di volte, in modo da vedere attorno a sé, fin quando non notò un flebile fascio di luce e udì un vociare fitto. A tentoni cercò di raggiungere l’apertura e sbatté contro alcune stalattiti, che indicavano la presenza di un corridoio. Soffocò le urla, emettendo mugolii ogni volta che sbatteva contro le rocce. Giunto in prossimità della luce si accostò a quella che in origine era una porta, ma risultava essere un blocco in ferro arrugginito e poco stabile, con i cardini che sembravano cedere da un momento all’altro. Cercò di scrutar dalla sottile fessura che si era creata tra la vecchia porta e il muro in pietra. Vide due uomini chinati a terra e di fronte a loro una Bestia. I due erano coperti da grossi mantelli di colore scuro e stavano cercando oggetti di valore presenti in alcune scatole in legno, mettendo ciò che trovavano all’interno di sacchi. La Bestia sembrava un troll: se ne stava seduto di fronte ai due uomini e li fissava. La testa tozza era coperta da capelli neri e gli occhi scuri e acquosi scrutavano l‘ambiente circostante, cercando di captare ogni singolo movimento sospetto. Il corpo grasso e flaccido sembrava far esplodere i vestiti che, in parte, lo coprivano. La grande pancia si gonfiava e sgonfiava ad ogni respiro. Appoggiata alla spalla destra c’era una grande ascia arrugginita, con strane decorazioni simili a perlinature. Haku continuò ad assistere alla scena e cercò di capire cosa si dicessero i due uomini. Sembravano contenti del bottino raccattato e si congratulavano l’un l’altro, ridendo sguaiatamente. Il ragazzo rimase qualche minuto ad osservare la scena, tenendo la mano destra sul pomolo della spada, e cercò di avvicinarsi di più. Il troll alzò di scatto la testa ed emise un verso simile al grugnito. Haku si appoggiò alla parete, cercando di nascondersi il più possibile e deglutì.
- Ma che cavolo c’ha adesso?! – disse uno dei due uomini, mentre cercava di estrarre una pietra da un ceppo di legno.
- Cosa vuoi che ne sappia? – ribatté il compagno, spolverando con la mano un monile d’oro – È solo un troll, magari ha fame! Lasciamolo in pace. –
Il troll continuò a fissare la porta con aria furiosa.
<< Merda, per poco non mi scoprivano! >> pensò Haku, indietreggiando. <>
All’improvviso andò a sbattere contro qualcosa. Si irrigidì e si voltò di scatto, cercando di afferrare l’elsa della spada. Prima che riuscisse ad avvicinare la mano ad essa, venne colpito allo stomaco da un pugno, probabilmente sferrato con una manopola in ferro. Cadde a terra e si accasciò al suolo: per un attimo pensò che le viscere gli si fossero spappolate, ma l’assenza di sangue lo tranquillizzò. Nonostante ciò, non riuscì ad rialzarsi: sembrava che il suo corpo fosse paralizzato dal dolore e sentiva che tra qualche attimo avrebbe perso i sensi. La vista iniziò ad annebbiarsi e i suoni sembravano confondersi gli uni con gli altri.
- Poverino! Non pensi di aver esagerato?! – esclamò qualcuno, probabilmente una donna.
- Bah, forse sì! Almeno siamo sicuri che non si rialzerà facilmente! – ribatté un’altra voce, appartenente ad un uomo.
- Keller, Ivanov, tenete a bada questo ragazzo, nel caso dovesse riprendere i sensi. – La terza persona che parlò, passò affianco ad Haku: le uniche cose che il ragazzo vide furono un mantello in lino verde scuro e una lunga chioma argentata, raccolta al di sotto della zona lombare da un fermacapelli tubolare decorato con motivi che ricordavano delle onde.
- Come vuole lei, generale! – esclamò l’uomo, con una nota di sarcasmo.
- Smettila! – bisbigliò la donna.
Haku perdeva lentamente i sensi. Provò a guardare in alto per vedere chi fossero quelle persone. Di fronte a lui c’erano un ragazzo e una ragazza ed entrambi indossavano un’armatura e un lungo mantello rosso. Il ragazzo aveva i capelli corti color rame, mentre quelli della ragazza erano biondi e lunghi, raccolti in una coda. Il ragazzo si chinò verso Haku e lo afferrò per i capelli.
- Ehi, mezza sega! – esclamò, sollevandolo da terra. – Che accidenti ci fai qui, eh?! –
- Lascialo stare! – La ragazza si avvicinò e cercò di convincere il collega a mollare la presa. – Non sappiamo se è dalla loro parte o se si è solo trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato! –
Haku si sentì mancare e chiuse gli occhi. Il ragazzo lo lasciò andare e cadde a terra, come un peso morto.
- E che palle! Prima mi mandano con l’hippie e adesso non posso fare quello che voglio? –
- Che scemo! Pensi di fare colpo su di me? –
- COSA?! –
Dalla stanza si sentì un forte tonfo.
- C’è qualcuno! Ecco perché il troll faceva tutta l’ora quei versi! – esclamò uno dei due uomini incappucciati.
- Ma è un uomo o una donna?! – esclamò l’altro – E come accidenti ha fatto a sfondare la porta?! Credevo l’avessimo bloccata!!! –
Tutto si fece buio all’improvviso e il silenzio offuscò le urla e i rumori.

 


Quando Haku riprese i sensi, si trovava sdraiato sul suo letto. Qualcuno gli aveva tolto il mantello e la giacca, lasciandogli i pantaloni e la maglietta. Aprì lentamente gli occhi e si voltò alla sua destra: Toshizo e Anna lo guardavano sollevati, quasi come se avessero temuto che gli stesse per accadere qualcosa di grave.
- Ma è mai possibile che trovi sempre il modo di metterti nei guai, eh? – gli chiese Toshizo, dandogli un buffetto sulla testa.
- Ahia, che cavolo! – ribatté, massaggiandosi la parte colpita. – Non è colpa mia! Una specie di armadio con l’armatura mi ha stordito! –
-Chi sarebbe la specie di armadio, eh?! –
Il ragazzo si voltò verso la porta. Vi erano due uomini appoggiati sulla parete. Uno di loro era quello con i capelli rame: alla luce si notarono gli occhi verdi, cerchiati da poche ciglia, e le lentiggini che gli coprivano gli zigomi. Il viso era squadrato e magro. Guardava Haku con un’aria di sfida. L’altro era il tipo con i capelli argentati. La parte sinistra del volto era coperta da un folto ciuffo argenteo che raggiungeva quasi la fine del pettorale dell’armatura, lasciando libero l’occhio destro, ambrato,  affusolato e incorniciato da folte ciglia nere. Il viso era molto affusolato, tanto da conferire all’uomo un aspetto androgino. Guardava il suo collega con aria di superiorità.
- Colonnello Keller, cerchi di non perdere la sua compostezza. – disse, avvicinandosi al letto. Il colonnello grugnì e si mise a braccia conserte. – Ti chiedo scusa per ciò che è accaduto alla caverna. Pensavamo fossi uno degli uomini che stavamo cercando. –
- O-ok… - disse Haku, sedendosi sul bordo del letto. – Scuse accettate… Adesso posso sapere chi siete? –
- Sono il generale dell’esercito dei Dragoni di Draconis Patria, Seraph Orn Low. – rispose l’uomo, accennando un flebile sorriso e tendendo la mano verso Haku. Il ragazzo la strinse, sbalordito. – Mentre quella zitella inacidita è il colonnello Sylvan Keller, ti chiedo scusa da parte sua: è troppo orgoglioso per farlo di persona. –
- Me la paghi, bastardo… - mormorò il colonnello, chinando la testa.
- Mentre la ragazza che era con noi, è il colonello Azaliya Ivanov. –
- Degli ufficiali dell’esercito? – disse Toshizo, avvicinandosi all’uomo. – E perché mai? –
- Certo che sei proprio fuori dal mondo, vecchio! – esclamò il colonnello – Per via dei Cacciatori! –
- I Cacciatori?! – esclamarono in coro.
- Colonnello Keller, esca a dare una mano al colonnello Ivanov. –
- E va bene! Ai suoi ordini, generale! – ribatté, uscendo dalla stanza  svogliato e mormorando qualcosa tra sé e sé.
- Come ha già detto il colonello, siamo stati inviati qui a causa dei Cacciatori: un gruppo di individui che cercano in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote all’Impero. –
- In che senso, generale? – chiese Anna, portandosi le mani al petto.
- Prendono il controllo di alcune città e costringono i cittadini a seguire i precetti da loro imposti. L’imperatore ha paura che, prima o poi, questo gruppo di persone rischi di creare grandi disordini e di far cadere il suo potere e mettere a repentaglio la vita di numerosi innocenti. –
- E quei tipi che c’erano… Quelli che erano dentro la grotta con quel troll, anche loro erano dei Cacciatori? – chiese Haku.
- No, erano solo dei balordi alla caccia di tesori ritenuti perduti. Li abbiamo catturati, ma non hanno saputo dire nulla riguardo a ciò che cerchiamo noi. Sicuramente agiscono per conto loro e non sono collegati ai Cacciatori. – rispose il generale, voltandosi verso la porta. – Per ora portiamo quei due e il troll al castello, scusaci ancora per l’equivoco, Hiryu. –
- Aspetti, la accompagno alla porta! – disse Anna.
- Non ce n’è bisogno, signora Pendragon, grazie per la sua premura. – ribatté l’uomo, accennando un flebile sorriso. – Con permesso, tolgo il disturbo. - Si voltò nuovamente e uscì dalla porta.
Haku si alzò dal letto e barcollò.
- Attento, anche se non hai subito conseguenze, il colpo che hai ricevuto ti ha stordito parecchio. – gli disse Anna, avvicinandosi e facendolo risedere.
- Ci credo, non ha un filo di addominali! – esclamò Toshizo – Anche Tatsuki sarebbe in grado di stenderlo con un pugno in pancia! –
- Toshi, non sei divertente! Ma hai visto quanto era grosso quel ragazzo? E’ un miracolo il fatto che non gli abbia spappolato lo stomaco! – lo rimproverò Anna, avvicinandosi e tirandogli l’orecchio destro.
- Dai, scherzavo! – ribatté, allontanandosi da sua moglie. – Non c’è bisogno di tirarmi le orecchie ogni volta che dico qualcosa! Rischierai di farmele diventare a sventola, non voglio somigliare ad un elefante!!! –
- Beh, saranno di monito per tutte le volte che sarai sul punto di sparare una delle tue solite scemenze! –
- Uffa, non c’è bisogno di incavolarsi! –
Haku assisteva al battibecco con aria perplessa. Passò qualche istante e si sentì un tonfo.
- Oh, quante volte le avrò detto che non bisogna correre dentro casa! – esclamò Anna.
- Nah, non è lei: è sicuramente qualcuno che pesa più di lei! – aggiunse Toshizo, che si diresse verso la porta e la aprì. Un ragazzino era inginocchiato a terra e si massaggiava la testa. Era molto gracile, così tanto da dare l’impressione che il suo corpo si spezzasse da un momento all’altro. I capelli castani erano lunghi sul davanti e dietro gli coprivano la nuca, le ciocche lunghe erano tirate all’indietro e tenute ferme da un piccolo elastico nero, creando un codino simile ad un ciuffo d’erba. Indossava una hakama rossa, stretta in vita da un’obi e una datejime  dello stesso colore, e un’uwagi bianca senza maniche. Le braccia erano coperte da guanti che partivano da metà braccio e terminavano alla mano, non coperta completamente dal tessuto, con due lingue che si attorcigliavano attorno al dito medio, coprendolo fino a metà falange. Alzò la testa, rivelando il volto molto magro e ossuto; l’occhio sinistro era coperto da una benda marrone scuro che partiva dal sopracciglio e copriva parte dello zigomo. Il grande occhio rosso era socchiuso a causa dell’impatto e le labbra sottili erano contorte in una smorfia di dolore.
- Hiroki?! – esclamò Haku, alzandosi e dirigendosi verso di lui. Il ragazzino alzò la testa e sorrise.
- Fratello! – esclamò, alzandosi di scatto.
- Ma che ci fai qui? Non dovevi allenarti? – gli chiese Haku, facendogli cenno di entrare.
- Ma che domanda è?! Ho sentito che hai incontrato dei balordi in una grotta e che sei rimasto gravemente ferito! –
- Ma che cavolo stai dicendo?! Ti hanno dato un’informazione completamente sbagliata! Degli ufficiali dell’impero mi hanno stordito per chissà quale motivo, però poi si sono scusati e se ne sono andati dal villaggio… -
Lo sguardo di Hiroki si illuminò.
- Quindi… quindi significa che stai bene? –
- Certo! Puoi vederlo tu stesso, no? –
Hiroki si lanciò versò di lui e lo abbracciò con vigore. Haku si sentì soffocare e cercò in tutti i modi di allentare la presa.
- Hiroki… STAI STRINGENDO TROPPO!!! – esclamò. Hiroki lasciò la presa e si allontanò leggermente. Haku si toccò i fianchi, facendo respiri profondi. – Cretino, mi hai quasi soffocato! –
- Scusa! – rispose Hiroki, portandosi la mano destra dietro la nuca. – Mi sono fatto prendere dalla foga del momento! –
Anna ridacchiò, attirando l’attenzione dei due fratelli.
- Che carini! Non è una cosa che si vede tutti i giorni! –
- Già. Non è roba quotidiana vedere due maschi che si stritolano come se non ci fosse un domani! – disse Toshizo, sorridendo.
- Il solito scemo… - lo ammonì la moglie, scuotendo la testa.
Passò qualche secondo e Toshizo sussultò. – Accidenti, me ne son quasi scordato! – e si diresse verso la porta. – Haku, prepara le valige! –
- Eh?! – esclamò il ragazzo. – E perché?! –
- Semplice! – Toshizo si voltò verso i due ragazzi – Lord Pendragon ha detto che da oggi potrete allenarvi fuori dai confini di Drakken! –
- Davvero?! – esclamarono i due fratelli. Il loro volto sprizzava di gioia.
- Bene, io vado a sistemare alcune cose; tu nel frattempo prepara le valige e assicurati di salutare tutti. Da domani inizia l’addestramento intensivo! –
- Yahoo! – esclamò Haku, saltando e sollevando Hiroki, che chiedeva insistentemente di essere rimesso a terra.
- Toshi… - disse Anna, avvicinandosi a lui.
- Non preoccuparti. – ribatté, accarezzandole il viso. – Non staremo via per molto. -

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: SiriusLoire