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Autore: timeaftertime    23/05/2014    2 recensioni
La guerra è ormai un ricordo lontano, ma Hogwarts è sempre la stessa. Nuovi studenti, nuove amicizie, nuovi amori: se siete curiosi di immergervi ancora nel mondo di Harry Potter e dare una sbirciatina a quello che combina la nuova generazione di maghi...date pure un'occhiata a questa storia!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lorcan Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ciao a tutti! Eccomi tornata con un nuovo capitolo che spero non vi deluda...mi sono divertita molto a scriverlo e spero che piaccia anche a voi. Qui comincio a mostrarvi degli spunti che svilupperò più avanti quindi occhio ad ogni dettaglio! Grazie a tutti voi che avete recensito, letto, messo tra i preferiti questa storia...e se questo capitolo vi è piaciuto, continuate a recensire! A presto -timeaftertime


“Roooosiee!”
James Potter raggiunse correndo per il corridoio la cugina, che si era fermata sentendosi chiamare. 

“Allenamenti. Oggi. Cinque. Pronta e attiva!” e detto questo se ne andò.

Rose fortunatamente era abbastanza abituata agli sproloqui del cugino per capire quello che intendeva, ma scoppiò lo stesso a ridere assieme a Dom ed Alice. James era veramente buffo quando ci si metteva. Quindi quel giorno alle cinque sarebbero cominciati gli allenamenti di Quidditch: Rose era preoccupata ed emozionata al tempo stesso. Preoccupata, perché aveva moltissimo da studiare (non per il giorno seguente, ma per la settimana successiva: anticipava sempre tutti i compiti che poteva); emozionata, perché amava gli allenamenti della sua squadra.
Amava il Quidditch, amava i suoi compagni, amava il suo ruolo di Cacciatrice e soprattutto amava distruggere le Serpi quando ne aveva l’occasione. Sapeva che non avrebbe dovuto, dato che Albus era il Cercatore ed era anche il suo migliore amico. Ma il Cacciatore più valido della squadra avversaria, quello contro cui Rose si trovava a combattere direttamente, era nientemeno che Malfoy. E sconfiggere Malfoy mandava su di giri Rose almeno quanto un Eccezionale in Trasfigurazione, se non di più. Nessuno si sarebbe aspettato che Rose avesse un talento per il Quidditch; Ronald Weasley aveva pianto quando era stata presa in squadra. Eppure era davvero brava, e aveva ben presto messo a tacere tutte le voci maligne che dicevano che lei fosse stata scelta solo in quanto cugina del capitano Potter. 

“Rose, hai chiesto ad Albus per domenica?”

La rossa sgranò gli occhi. Non aveva ancora avuto il coraggio di parlare con suo cugino e sperava che chissà come Alice avrebbe rinunciato al progetto. 

“Ehm…certo…si, proprio ieri…però era di fretta, quindi mi ha detto che ne avremmo parlato meglio oggi!”

Dominique quasi si mise a ridere per la pessima bugia di Rose, che la fulminò con lo sguardo. Ma Alice fortunatamente le aveva creduto, e speranzosa continuò:

“Bene, allora puoi parlargli oggi dopo pranzo!” 

Rose non riuscì a dirle di no e si maledisse mentalmente. Ora le toccava farlo davvero. 


Emily strinse i pugni per cercare di darsi una calmata. Era l’ora di Pozioni e stava lavorando sul compito assegnato cercando allo stesso tempo di ignorare le vocine maligne alle sue spalle. I Corvi frequentavano Pozioni assieme alle Serpi, e in quelle due ore la Finnigan era costretta a sopportare Mary McMillian, che cercava sempre di mettersi vicino a lei per farle sentire i commenti molto carini che scambiava con le sue migliori amiche, quattro ochette leziose figlie delle famiglie più ricche del mondo magico. Il suo bersaglio preferito era da sempre Emily. Non erano mai andate d’accordo, e la situazione era, se possibile, peggiorata da quando Mary era riuscita ad accalappiare Lorcan Scamandro. 

“Io proprio non riesco a capire come certe ragazze possano dimostrare così scarso rispetto per sé stesse…” stava dicendo in quel momento. 

“Voglio dire, è naturale che alcune siano meno belle di altre…ma ci vorrebbe sempre quel minimo di decoro, ecco, di cura di sé…”

Le sue amiche annuirono convinte. Dicevano di sì a qualunque cosa dicesse Mary.

“Per esempio, ecco, ci sono certe ragazze che non hanno nemmeno amiche…si devono accontentare di amici maschi, perché sono incapaci di relazionarsi con altre donne…forse è invidia, chissà…”

Emily cominciò a pestare degli ingredienti nel mortaio, immaginando di pestare la bella faccina truccata della McMillian.

“Che poi è incredibile come certe ragazze siano diverse dalle altre donne della loro famiglia”.

BUM.

Una provetta sullo scaffale proprio sopra le Serpeverdi era esplosa. Le ragazze cacciarono degli urletti striduli, e Lumacorno si avvicinò per controllare cosa fosse successo. In quel momento la campanella suonò e i ragazzi cominciarono ad uscire dalle classi. Mary lanciò uno sguardo cattivo verso Emily, che si affrettò a dirigersi verso la Sala Grande per il pranzo. 




Rose non era quasi riuscita a mangiare, con Alice a fianco che saltellava sulla sedia e parlava ininterrottamente. 

“Forse dirà di no… ma potrebbe anche dire di sì…cioè, non per me, si intende…per te…sei sua cugina, la sua preferita…cioè…io vorrei tanto, ma non voglio illudermi, però neanche disperare…”

Dominique sembrava sul punto di strozzarla, e Rose pur di non sentirla più si alzò immediatamente alla fine del pranzo per dirigersi verso il tavolo dei Serpeverde. Cosa avrebbe dovuto dire a suo cugino? Non poteva di certo dirgli la verità; avrebbe tradito la fiducia di Alice. Ma così rischiava di lasciare campo libero a Malfoy per tutta una serie di battute su un suo interesse nei suoi confronti e lei questo non poteva permetterlo. Optò per una bella bugia e si augurò che fosse sufficiente. 

“Ei Al!”

“Ei Rosie! Che ci fai qui?” 

Albus era sorpreso, e Rose pensò che aveva ragione: lei non andava mai neanche vicino al tavolo delle Serpi, per evitare cattivi incontri. 

“Volevo parlare con te! Ho…una proposta!”

Al fianco di Albus comparve con suo grande disgusto Malfoy, che però stranamente neanche la salutò. Tanto meglio.

“Dimmi tutto Rosie!”

“Beh…sai…pensavo che io e te non abbiamo mai occasione  di stare assieme…raccontarci un po’ come vanno le cose…siamo nella stessa scuola ma è come essere in due nazioni diverse!” 

Albus sembrava stranito, e Rose sperò che la sua tattica funzionasse.

“E quindi pensavo…beh, domenica si va ad Hogsmeade no? Potremmo…potremmo stare assieme lì!”

La faccia di Scorpius avrebbe meritato di essere immortalata: sembrava che avesse ingoiato un limone. Ma con grande sorpresa di Rose non diede segno di voler parlare. Molto strano. 

“Beh, perché no?”

“Si dai, fa niente, capisc-…cosa?!”

Rose si aspettava chiaramente un rifiuto. Guardò negli occhi suo cugino, che aveva una strana espressione e sembrava cercare di ignorare deliberatamente Scorpius, che invece tentava di parlargli con gli occhi (o almeno così sembrò a Rose).

“Sì, perché no? Non stiamo mai assieme…e vorrei proprio raccontarti tante cose! Assicurati che Alice porti i suoi biscotti speciali però!”

Rose era allibita.

“Sì, certo, glielo dirò...”

“E io e Scorpius ci faremo trovare nel Salone d’Ingresso domenica alle dieci!”

“Tu e chi?!”

“Io e Scorp. Sono sicuro che sarà felicissimo di venire! Non è vero?”

Scorpius rispose con una specie di grugnito, ma non disse altro.
Rose pensò che qualcuno doveva averle messo qualcosa nel succo di zucca. Era tutto troppo strano. 

“Ok allora. Ciao ciao!”

Quando la rossa si trovò fuori portata d’orecchio, Scorpius si voltò infuriato verso il suo migliore amico. O almeno, verso quello che pensava fosse il suo migliore amico. 

“A che razza di gioco stai giocando???? Io, a Hogsmeade con quella??”

“Ma certo. Mi sembra che abbiamo un accordo. Una scommessa anzi. E a me piace vincere…quindi voglio vedere come te la cavi in condizioni di massima difficoltà!”

Scorpius non riusciva a credere alle sue orecchie. 

“Ma se tu pensi di non riuscirci puoi arrenderti sin da ora e non venire domenica…la vittoria è mia in ogni caso!”

Lo sguardo di Scorpius divenne di ghiaccio. 
“Mai.”  



"Emily...come è potuto succedere? Sei una strega troppo abile per arrivare a livelli del genere"
La voce calma ma decisa di Frank era da sempre l'unica che riuscisse a far ragionare la Finnigan. Emily era andata a cercarlo subito dopo la fine delle lezioni, approfittando del fatto che James fosse agli allenamenti. Aveva bisogno di parlare da sola con il più maturo dei suoi migliori amici.

"Frank...non so come. Però è successo. Tu sai...sai molto bene che lei ha toccato un nervo scoperto. Maledizione!" disse dando un calcio a una pietra tanto forte da scagliarla fino al Lago Nero.

"Dai Em, stai tranquilla. In fondo non è un così grande problema. Nessuno può dimostrare che sei stata tu a far esplodere la provetta, e quindi non è neanche immaginabile che tu abbia ripercussioni. Devi solo imparare a controllarti meglio. Per una come lei poi non ne vale davvero la pena..."

"Una come lei però ha sempre tutto! Ottiene sempre tutto quello che vuole...tutto quello che c'è!" esclamò Emily con amarezza.

Frank si voltò a guardarla, sorpreso. Studiò per un attimo l'espressione dell'amica, poi disse:
"Em, tu di Mary McMillian ne vali cento."

Lei si girò verso di lui con un sorriso triste e dolce allo stesso tempo, che nessuno che non la conoscesse a fondo avrebbe mai pensato potesse dipingersi sul suo volto sempre scherzoso e allegro.

"Grazie Frank. Ti voglio bene" disse abbracciandolo. 

Poi i due si diressero verso il castello. Era quasi ora di cena.

"Non posso credere che andrò ad Hogsmeade con lui!"

Erano tutti a cena e al tavolo dei Grifoni un'estasiata Alice Paciock continuava a ripetere quella frase più o meno da quando aveva scoperto il successo del suo piano, ovvero almeno sei ore prima. 

"Te lo dico io, se ripeti un'altra volta queste parole non ci arrivi viva a domenica." fu il commento lapidario di Dominique, esasperata.

"Io non riesco a credere che dovrò passare la prima visita ad Hogsmeade dell'anno con quell'idiota!"

"Oh, ma lo farai per me, vero Rosie?" disse Alice sfoderando la sua espressione migliore da cucciola indifesa. Rose sbuffò.

"Certo che lo farò!"

"Evvai! E poi saremo tutti insieme!" rispose quella raggiante.

"Si, sono sicura che vi divertirete..."

Alice e Rose si girarono simultaneamente verso Dominique.

"Cosa significa che ci divertiremo? Tu resti al castello?"

"Ha! Ma non ci penso nemmeno. Solo che io, mie care, ho un'agenda piena di impegni e per questa domenica ho un appuntamento." rispose Dom con un'espressione da donna vissuta.

"Dimmi che stai scherzando."

Alice guardò preoccupatissima in direzione di Rose, che si stava evidentemente agitando.

"No, affatto."

Rose sembrava sull'orlo di una crisi isterica.

"Ma io ho detto ad Al che l'uscita era di tutti...sicuramente si aspetterà che vieni anche tu..."

"No, gli ho già detto che non verrò...sembrava molto divertito, non so perché!"

Rose crollò appoggiando la fronte sul tavolo. Di male in peggio.
  
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