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Autore: Black Cherry    24/05/2014    3 recensioni
Ci sedemmo sul divano e Jimmy estrasse dalla tasca una bustina con dentro due rettangolini blu: LSD.
Sorrisi, lui mi guardò e sulle sue labbra apparve un ghigno... che voleva fare?
//Coppie: CourtneyxScott, DuncanxCourtney, AltroPersonaggioxCourtney (accenni alla ScottxDawn)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan, Nuovo Personaggio, Scott | Coppie: Duncan/Courtney
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Piccola ribelle..'
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Avviso: in questo capitolo c'è droga, sesso e alcool. Vedrete una Courney completamente diversa da quella del programma televisivo.
 
Capitolo 3
-I'm the son of rage and love, the Jesus of Suburbia-
Prima di arrivare nella periferia ero tornata me stessa, ovviamente. C'era voluta qualche ora ma almeno non indossavo più quella specie di vestito per santi e non avevo più i capelli marroni. Ora indossavo delle All Stars rosse, dei pantaloncini di jeans, una maglietta dei Nirvana che lasciava intravedere i miei tatuaggi sulle braccia e sui miei capelli, tinti di nero, si notava una ciocca verde.
Nel capannone tutti mi guardavano da dieci minuti circa e questa cosa mi stava scocciando. -Beh? Che c'avete da guardare? Non è la prima volta che vengo qui.- dissi spazientita.
-Courtney?- mi disse una voce che riconobbi subito
-Mike?- balbettai incredula -sei davvero tu?- gli corsi incontro e lo abbracciai, dio come mi era mancato.
-Quanto mi sei mancata, non era più lo stesso senza il Gesù della Periferia- disse stringentomi ancora più forte -ma non eri morta?- aggiunse staccandosi da me e guardandomi negli occhi. Aveva gli occhi azzurri come il cielo, cazzo se erano belli.
-No, ti ricordi di Edison, lo stalker? Ecco, dopo che ha cercato di uccidermi sono dovuta scappare e, consigliata dalla polizia, ho dovuto "cambiare identità". Ma ora so che è morto, quel cinquantenne maniaco non darà più problemi.- gli dissi tranquillamente.
-L'importante è che tu ora sia qua con noi- sorrise, aveva un sorriso perfetto.
Raggiungemmo gli altri che vennero subito a salutarmi, mi erano mancati , tutti. Mi era mancata Mary Jane con il suo strano modo di parlare, mi era mancato Jake con le sue fantastiche pasticche, Samuel con le sue cazzate, Dereck con le sue piantine e la sua "polvere magica" o come la definiva lui; era bello stare con loro, non erano la classica e perfetta compagnia in stile americano, noi eravamo dei fattoni. E a me piaceva così.
Mi avvicinai alla mia poltrona, quella che nessuno oltre me doveva usare e cosa trovo? Un fottutissimo ragazzino.
-Ragazzo, quello è il mio posto.- dissi guardando male quel tipo, era nuovo di qui, non l'avevo mai visto.
-Pff, e chi saresti per dirmelo?- sbuffò. Con chi credeva di parlare? Io ero una specie di dio. Quello che dicevo era legge. Tutti qua si definivano dei punk che non rispettavano le regole, ma nel frattempo seguivano tutto quello che dicevo. Bah, meglio per me. Comunque, quella nullità doveva alzarsi. Ora. Perchè lui era nessuno, io ero paragonabile a dio. Volevo dell'alcool? Lo ottenevo, volevo droga? Ce l'avevo. Volevo del sano sesso? Bastava dirlo. Io potevo fare quello che mi pareva, daltronde io avevo creato sto posto. Io avevo fondato questo "covo", dove qualunque persona come noi poteva venire a rifugiarsi qua, dove chiunque avesse voluto poteva unirsi a me e alla mia religione.
-Chi sono per dirtelo? Io sono "the Jesus of Suburbia", il Gesù della Periferia. E quello è il mio posto.- Gli dissi a qualche millimetro dalla bocca -piuttosto, chi sei tu?-
Si alzò imbarazzato, facevo così paura? -Jimmy, io sono Jimmy.-
-Court, è nuovo di qui. Sta con noi da una settimana, è uno apposto- mi disse Mike staccandosi un attimo da una ragazzina che, probabilmente, non conosceva per poi riprendere a baciarla, rimettendo le mani sotto la sua maglietta. Bevvi una decina di birre e dopo un po' mi accesi una canna e guardai Jimmy, mi fissava. Che aveva da guardare questo?
-Bene Jimmy, andiamo, ti porto a fare un giro- gli dissi alzandomi, non volevo rimanere lì a fissare quei due che si stavano mangiando. No, non sono gelosa, non sopporto solo il fatto che si faccia usare così... non voglio che soffra come ho sofferto io. Credo di essermi abituata a essere usata dall'amore. Infatti ora non mi innamorerò più, solo sesso.
-E' una domanda?- mi fissò dritto negli occhi, ma perchè tutti mi fissavano?
-No.- risposi distogliendo lo sguardo da i suoi occhi color pece contornati dal segno della matita nera.
Uscimmo dal capannone, iniziammo a camminare e a parlare di musica, mi accesi una sigaretta e Jimmy fece altrettanto.
Jimmy, che strano ragazzo.
Se lo guardo è... wow, stupendo.
I capelli neri scompigliati, sorriso perfetto, alto, magro ma non anoressico, pelle rosea, non come la mia. Da quello che mi ha detto ha 18 anni, come me. Ha una madre drogata che lo odia, esattamente non so perchè mi ha raccontato della sua vita perchè a me non interessa.
Parlando ci siamo trovati davanti al palazzo di casa mia e dato che ero un po' brilla lo feci salire nel mio appartamento.
Ci sedemmo sul divano e Jimmy estrasse dalla tasca una bustina con dentro due rettangolini blu: LSD.
Sorrisi, lui mi guardò e sulle sue labbra apparve un ghigno... che voleva fare?
Si mise entrambe le pasticche in bocca e io sbuffai -uffa, me ne potevi dare almeno una- dissi fingendo di essere offesa.
-Se devo proprio...- Non mi diede neanche il tempo di rispondere che mi baciò ficcandomi la lingua in bocca e passandomi la pasticca.
Provai qualcosa che non mi era mai successo, un brivido mi percorse la schiena: ero felice. Perchè reagivo in questo modo? Che mi piacesse Jimmy? Queste emozioni le avevo provate solo con Mike... merda. Non potevo essermi presa una cotta per Jimmy.
Continuò a baciarmi, io gli misi le mani nei capelli, sdraiandomi sul divano in modo che lui si mettesse su di me. I suoi baci diventavano sempre più spinti e passionali, sentivo la sua mano salire sempre di più, fino a finire sotto la mia maglietta che ben presto finì per terra accompagnata dal reggiseno. Le sue mani erano sui miei seni e sentivo la sua patta dei jeans premere contro i miei slip...aspetta, ma i miei pantaloncini?
Invertii la posizione, ora toccava a me.
Gli tolsi la maglietta, aveva un po' di pancetta ma era comunque bellissimo.
Gli abbassai la zip, gli tolsi i pantaloni e giocai con l'elastico dei suoi boxer: sapevo che stava impazzendo, ma mi piaceva vederlo morsicarsi il labbro dall'eccitazione.
Prima di toglierli anche i boxer, mi fermai e lo guardai in modo da capire se era sicuro di volerlo fare; nei suoi occhi si poteva chiaramente leggere la lussuria e l'eccitazione. Mi girava la testa, vedevo delle macchie colorate, fottuta LSD. Non diedi peso alle allucinazioni e tornai a baciare quelle morbide labbra: quella era la mia droga.
Gli tolsi i boxer e lui con un movimento esperto mi tolse gli slip.
Fu una delle notti migliori della mia vita.


***
Era passato un mese da quella notte, io e Jimmy ogni tanto ci lanciavamo delle occhiate. Ogni volta che mi guardava, o sentivo solamente sussurrare il suo nome, sorridevo mentre un brivido mi percorreva la schiena. Si, mi ero innamorata. Purtroppo, per lui io ero solo uno sfogo sessuale.
Ogni notte era a casa mia, ci ubriacavamo oppure ci facevamo di canne e scopavamo. Ma a me andava bene così.
Lui era la mia droga, la mia Novacaine. Toh, penso a lui e quale canzone parte dal mio lettore CD? Give Me A Novacaine, dei Green Day. Perchè ogni loro canzone mi rappresenta?

***
Sono le 11.00, entro nel capannone e mi butto sulla mia poltrona, Mary Jane sta dormendo sul divando, Jake sarà a scuola dato che i suoi genitori lo costringono, Mike starà dormendo, Dereck idem, Samuel starà facendo qualche graffito e Jimmy? Questa notte non era con me...
Feci un tiro allo spinello che avevo in mano, domani mattina dovevo iniziare a lavorare al bar.
Ah, ecco Jimmy, sta venendo verso di me.
Gli sorrido e lui ricambia.
Si siede su un divano vicino a me, siamo finalmente soli. Io e lui.
Mi siedo vicino a lui, il quale mi mette un braccio intorno alla spalla.
Era tutto perfetto fino a quando arriva una ragazzina dai capelli biondi che gli sale a cavalcioni e lo bacia.
Inizialmente lui cerca di togliersela di dosso ma quando lei gli infila le mani nei boxer lui la lascia fare.
-Jimmy mi sei mancato- squittisce lei
-Anche tu tesoro- dice lui passandogli le mani sotto la maglietta. Tesoro? Che cazzo sta facendo?
-In queste due settimane senza di te mi sentivo perso, le notti non dormivo- aggiunge Jimmy. Eh, ci credo che la notte non dormivi...
 Il dolore e la rabbia regnano dentro di me.
 La bionda si stacca e gli chiede, sempre con le mani nei suoi pantaloni:- Qualche ragazza ci ha provato?-
-No, qua sono tutte puttane. Sono inutili ragazzine- le rispose.
Okay che non mi cagava di striscio.
Okay che se la sta spassando con una bionda con me seduta a qualche centimetro di distanza.
Okay che mi sono illusa per un mese.
Ma non può darmi della puttana.
Mi alzo ed esco dal capannone, cerco nelle mie tasche dei jeans fino a che non trovo quello che cercavo: una bustina di coca. La misi sulla mano e cercai di fare le strisce meglio che potevo, ne uscirono quattro. La prima e la seconda fu facile, ma nella terza e nella quarta mi fece un po' male. Ma non mi imporava.
Non mi importava del dolore perchè non era come quello che stavo provando per colpa di Jimmy.
Entrai nel 7-11 e mi presi una confezione di birre da sei.
Me le scolai tutte.
Volevo morire. Mi aveva solo illusa.
Sentii vibrare il telefono, guardai il display: era Jimmy, risposi.
-Cosa cazzo vuoi bastardo?- gli urlai contro, ero ubriaca e piangevo.
-Court dove sei? Ti ho vista uscire quando ero con...ehm..Clarie- disse calmo, ormai era abituato a vedermi ubriaca.
Ma questa volta era diverso. Era molto ma molto peggio delle altro volte.
Stavo soffrendo, avevo bevuto e mi ero fatta di cocaina, un mix perfetto no?
-Tornatene dalla tua puttana stronzo, ah no. Secondo te la puttana sono io. Io sono solo una ragazzina inutile. Peccato che dove ti sei scopato la tua puttanella l'ho creato io, io sono il capo di quella grande famiglia là dentro. E nessuno è inutile nella mia famiglia. -mi fermai un secondo, mi girava la testa
-Posso spiegare- cercò di giustificarsi -io ho dovuto dire quello perchè...- lo interruppi gridandogli al telefono: - se sapevo che per te ero inutile non sarei mai venuta a letto con te e non mi sarei mai innamorata di te- e detto questo gli chiusi in faccia il telefono.
Ero fuori dal 7-11.
Stavo male.
Caddi in ginocchio.
Vomitai e dopo essermi tirata in piedi ricaddi a terra; la testa mi girava, mi toccai il naso che bruciava: sangue. Mi si doveva esser rotto un capillare.
-Jimmy!- gridai prima di svenire a terra.

POV Jimmy
Merda, merda, merda, merda.
Claire del cazzo. Courtney se ne era andata per colpa tua.
Spero che ora tu abbia capito che tra noi è finita. Ovviamente il lavoretto me lo sono fatto fare, chi direbbe di no? Io però non volevo far credere a Court che era inutile per me. E' impossibile che lo sia, lei è un pensiero fisso. Non riesco a pensare cosa farei senza di lei. Io ho bisogno di lei. Sono un idiota. L'ho fatta scappare. Nella telefonata mi ha detto che mi ama... ma se prima avevo una minima possibilità di piacerle ora è andato tutto a puttane.
-Jimmy!- sento urlare fuori dal capannone. E' Cosurney, la riconosco dalla voce.
Corro fuori a vedere cosa le è successo...
Merda.
E' svenuta.



 
  
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