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Autore: Horansmile    24/05/2014    0 recensioni
Ero rimasta intrappolata nel ricordo.
Nel ricordo di lui, che lasciava una dolce scia di dolore e tormento, che tutte le notti ritrovavo in ogni incubo,in ogni urlo e in tutte le lacrime.
Lo cercavo, in un secondo,minuto o ora della giornata, chiudevo gli occhi e la sua figura si materializzava nella mente e nel cuore,come inciso su pietra, in entrambe.
Quella lattina ancora stava ferma sulla finestra,avevo paura ad alzarla e rendermi consapevole che dall’altra parte non c’era più niente, o peggio che non c’era più lui.
Avevo paura a seguire quel filo, avevo paura che non portasse più in quella strada,in quella casa,in quella finestra, in quella stanza,che non portasse più a lui.
Avevo paura che alzandola lui non mi avrebbe più ascoltata e io non avrei sentito più nessuno sussurro di quella sua splendida voce.
Quel giorno la lattina si mosse, cadde ,il filo si tirò e il rumore del mare squarciò il silenzio della stanza.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMORE SENZA FILI
 
Le solite canzoni
 
Mi credi o no, ho perso il sonno 
dentro sono un altro, ma fuori è solo un altro giorno 
abbiamo visto l’alba, perso la calma 
fatto di uno sbaglio un dramma e dell’amore un’arma 
se la puntavi su di me piangevi 
è la cosa più bella che avevi 
quando mi guardi cosa vedi? (cosa) 
Prendiamo un caffè, oppure andiamo da me 
posi il bicchiere mi lanci i vestiti e sono le 3 
rispondendo al perché nel silenzio 
squallido e stupendo 
allo stesso tempo abbiamo perso tempo (nah) 
non esiste la verità 
non esci intero se trovi la tua metà 
ora lo sai quando esce il sole sorge questa vita toglie 
quando fa 40 quando cadono le foglie (siamo noi) 
una stagione non ci cambia 
sulle nostre gambe con le solite canzoni sulle labbra 
con le solite canzoni sulle labbra
 
 
Dear Diary
.1.
 
Il suono della campanella, traforò i timpani in dieci secondi, alzai di scatto la testa dal banco e stropicciai gli occhi risistemandomi i capelli pettinandoli con le mani.
Mi alzai dalla sedia in legno e mettendomi in spalla la borsa nera,mi feci trasportare dai ragazzi che uscivano dalla porta.
Salutai la professoressa,ancora seduta, cordialmente e mi catapultai nel corridoio già pieno di ragazzi che si affollavano al cancello e nel cortile per uscire dalla scuola.
Arrivai al cancello e trovai sul muretto vicino Louis che fumava una sigaretta.
Alzò gli occhi solo quando fui davanti a lui, rubai la sigaretta dalle sue labbra sottili e la buttai a terra,schiacciandola sotto la suola delle scarpe.
 
“Ti farò smettere prima o poi”
”Mmh..”

 
Sorrise e ne prese un’altra dal pacchetto e l’accese nuovamente.
Alzai gli occhi al cielo e sorrisi quando prese tra le dita la sigaretta e mi strinse in un abbraccio caloroso.
Lo salutai con un bacio sulla guancia e mi incamminai verso la macchina grigia sull’altro lato della strada.
Entrai nel posto del passeggero e salutai con un sorriso mia sorella.
In pochi minuti arrivammo a casa,mi lasciò sul vialetto di casa.

”Ah Esme quasi dimenticavo, ecco le chiavi” disse Liz dandomele dopo aver ravaneto nella borsa eaverle trovate con un po’ di difficoltà.
“Grazie Liz, buon lavoro”
”Grazie ci vediamo stasera Esme”
”A più tardi”


La salutai e aspettai sul marciapiede che la sua macchina sparisse dietro l’angolo,andando verso la costa del nord.
Girai la chiave nella toppa ed entrai in casa, buttando con disattenzione,la borsa e le chiavi sul divano.
Mangiai una mela e salì in camera mia.
 
Erano le 6 pm e la testa pulsava martellando sempre più forte,ogni secondo che passavo sui libri di scuola.
Troppo studio mi stava mandando in frantumi ogni capacità mentale e con decisione chiusi il libro e lo buttai sul letto,seguendolo,poggiando la schiena sulla stoffa candida, spinsi due dita alle tempie e massaggiai per un buon quarto d’ora.
Decisi di alzarmi e sedermi a gambe incrociate sulla poltrona con il diario sulle gambe.
 

Caro Harry

Ormai sono già due mesi che non ci sei più e nella mia vita rimane sempre quel vuoto e ancora non capisco il perché…
Sarò ripetitiva,ma mi manchi,mi manchi da morire e ti amo quanto tu possa mancarmi.
Ancora quelle effimere ma ancora scarlatte ferite sanguinano senza di te.
Credimi o no,ma ho perso il sonno,gli incubi e i tuoi ricordi mi perseguitano, mi hanno cambiata dentro, ma fuori è solo un altro giorno.
Hai fatto dell’amore un’arma e senza scrupoli l’hai puntata addosso a me e il bello è che hai sempre detto che io ero la cosa più bella che avevi.
Mi ricordo quel giorno, stupendo e infame che facemmo l’amore,tutto il girono,ma di quell’amore mi rimane solo un silenzio,squallido e stupendo,allo stesso tempo e credo di aver perso tempo,perché non esiste una verità o delle risposte alle mie mille domande.
Rimane di te e di me una figura di quell’inverno,mentre le foglie cadevano,sulle nostre labbra,suonavano canzoni d’amore stonate,che suonavano nell’aria come una dolce melodia.
Ma con tutto il tormento e il dolore,nonostante tutto sono felice,perché mi rimane l’amore,ma sono triste,perché non potrò donarlo alla persona che amo, te Harry, perché si ,ti amo ancora.
Mi manchi,tanto e ti aspetto,anche fosse tutta una vita.
Con amore.
Esme.
 

Chiusi il diario e le lacrime rigavano il viso e pizzicavano cattive e maligne sulle palpebre.
Con un gesto repentino passai la manica della felpa per intrappolare nel cotone morbido le lacrime che cadevano a manciate dai miei occhi,ma le dita lunghe e snelle di una persona presero posto,imponenti ,sulle mie guance.
La vista appannata mise a fuoco la figura di Louis e dietro di lui, appoggiata allo stipite c’era Liz,con in viso un’espressione materna ed affettuosa.
I singhiozzi si fecero sonori e finivano soffocati sulla spalla possente del mio migliore amico ,che mi abbracciava stringendomi sempre di più ad ogni singhiozzo che soffocavo sulla sua pelle profumata di menta e tabacco.
 

“Io l’ho sempre detto che ti fa male scrivere quel diario” disse Louis raccogliendo le ultime lacrime
“Mi fa stare meglio invece”
”Perché ti ostini a cercare Harry in quelle parole che per di più scrivi tu!”
disse Liz alzando leggermente la voce e irrigidendo i lineamenti.
“Io non cerco Harry, mi sfogo e basta”
”Io non ti capisco, Esme cazzo sono sei mesi,sei fottutissimi mesi che sei messa così,io credo sia anche ora di alzare il culo e rifarti una vita!”
”Non è così facile!”
”Si invece,sai che lui non tornerà!
”Chi lo dice?”

”Lo sai anche tu che non tornerà!”

 
disse Liz alzando la voce e incrociando le braccia al petto in piedi, stizzita,di fronte a me.
Mi salì una specie di fuoco dentro, partiva dalla punta dei piedi e saliva ,velocemente e con prepotenza . fino alla punta dei capelli.
Con un gesto rabbioso scacciai via le lacrime che solcarono bagnate e solitarie le guance e urlai,contro di lei,contro mia sorella.
 
“Vattene!!”

Lei non proferì parola , mi diede un bacio sulla guancia  e si girò, uscì e chiuse la porta dietro di se.
Ero stanca e mi distesi sul letto accoccolata al corpo di Louis,che mi trascinai vicino,sull’altro lato del letto.
 
“Rimani con me stanotte?”
”Certo cucciola”


La notte arrivò veloce e repentina e gl’incubi e i ricordi la seguirono allo stesso modo ,a ruota ed iniziarono a farsi spazio nella mente e nel cuore e passate le prime ore di sogni tranquilli la parte più dolorosa si costruì piano piano,sadicamente e mafiosa, e le urla iniziarono a irrompere e squarciare il silenzio inquietante e accogliente della stanza,creato dal sonno mio e di Louis.
 
 
  
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