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Autore: Evan Wolf    24/05/2014    1 recensioni
Andrea è una ragazza italo-inglese al primo anno di università. Rimasta senza un alloggio a poco tempo dall'inizio delle lezioni, chiede di poter prendere in affitto una stanza in casa di Robert, un vecchio amico di infanzia, più grande di lei. Si ritrova così inserita in un contesto nuovo, che comprende anche i migliori amici del padrone di casa; nonostante differenza di età e opposti stili di vita, la cosa sembra funzionare, con annessi e connessi di una vita nuova...
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E dopo una lunga assenza finalmente riprendo in mano la penna! sperando che qualche santa anima che mi leggeva, non se ne sia pentita! :) (se ci sono errori perdono)





Il primo giorno dell’anno ha una peculiarità: si attende molto a lungo e va via in fretta come nessun altro, soprattutto perché dopo cenoni, veglioni e nottate, in genere si dorme tutto il giorno per poi risvegliarsi ancora un po’ rintronati nel pomeriggio avanzato.
Oltre che rintronato David si sveglia affamato a casa di Robert. Lo ritrova in soggiorno mezzo scivolato sul divano con la tv accesa su un canale di televendite a volume minimo.
-    Buongiorno! E Buon Anno! – esordisce vedendo poi il biondo amico sobbalzare facendo precipitare il telecomando sul tappeto ai suoi piedi.
-    Ciao Dave!  - sbadiglia Robert, guardando l’orologio al suo polso – è l’ora del tè! 
-    Del tè?!? Io mangerei volentieri una teglia sana di quelle lasagne preparate da Andrea un’eternità fa! – sorride David, entrando in cucina e iniziando a rovistare negli stipetti fino a fermarsi con espressione realizzata davanti alla confezione della torta al cioccolato preferita della ragazza.
-    Dov’eri finito tu? – chiede curioso il cantante a Mick che scende le scale rumorosamente e stiracchiandosi.
-    Non ricordi che ieri sera ero con voi?
-    Sì, ma credevo ti fossi imboscato da qualche parte con la brunetta…
-    Quale brunetta?! – chiede Mick con aria allarmata e incredula, bloccandosi di colpo.
-    Quella che ti si è strusciata addosso per due ore alla fine del concerto…
-    E-e io dov’ero??
-    Eri proprio dietro la brunetta caro, non ti ricordi?
-    Devo aver bevuto troppo – dice, preso da un improvviso sconforto guardando David.
-    Sei tu che non ricordi Rob! – interviene allora il fratello maggiore – in realtà è stato Mick a pagarci il taxi per tornare a casa… quindi mi pare ovvio che fosse con noi al ritorno.
-    Oh davvero hai pagato per noi? Grazie amico! – sorride il padrone di casa, alzandosi finalmente dal divano e procedendo verso Mick ancora al centro del soggiorno.
-    Pre-prego.  – risponde lui con lo sguardo un po’ perso mentre infila una mano nella tasca dei jeans che indossa dalla sera prima, trovandovi  dentro un pezzo di carta; poi porta l’altra mano alla tasca posteriore.
-    Dave hai per caso visto se oltre a pagare ho lasciato l’intero portafogli nelle mani del tassista? 
-    Forse ti è caduto nel letto! – risponde lui, dopo aver negato con la testa.
-    Te lo cerco io! Ho bisogno di cambiarmi vado in camera mia! – propone Robert balzando sulle scale che portano al piano superiore – voi cucinate qualcosa!
I fratelli Tyler lo guardano con un sopracciglio alzato, poi entrano in cucina in silenzio, ma senza la minima intenzione di mettersi ai fornelli. Mick poggia le mani sul tavolo e inizia a tamburellarne la superficie in legno.

-    Ho combinato qualcosa ieri al locale?
-    Mick tranquillo non è successo niente…
-    Ho fatto qualcosa?! – ripete a denti stretti.
-    Penso che quel succhiotto sia l’unica cosa che tu abbia ricevuto.
-    Quale?? – Mick prova a guardarsi la spalla, ma ovviamente non riesce a vedere niente, allora si passa una mano sul collo e prova a specchiarsi su un cucchiaio abbandonato sul tavolo – C**!
-    Ti ho detto che non è successo niente fratellino!
-    Questo ti pare niente??
-    Sì, mi pare esattamente niente! Era seduta sulle tue gambe e ha iniziato a baciarti il collo, ma le tue labbra erano inesorabilmente impegnate con la bottiglia di birra, e quando hai finito di bere ti sei alzato senza fare troppi complimenti e dicendo “io me ne devo andare”! E poi noi abbiamo approfittato del tuo taxi, ti assicuro che non hai fatto niente di male, pur essendo ubriaco fradicio, visto che non ricordi nemmeno la presenza di questa ragazza.

-    Mick! In camera mia il tuo portafogli non c’è! – grida Robert in lontananza.
-    Non ho dormito in camera tua! – risponde Mick riprendendo la posizione eretta e passandosi una mano tra i capelli.
-    E dove allora?? – continua l’altro
-    Da Andrea! 
-    Come da... ma sei pazzo?? Come ti viene in mente di entrare in camera sua? Ora le lavi tu le lenzuola! Sperando non si inca**!
-    Ormai l’ho fatto! Cerca lì! – risponde Mick severo, più verso se stesso, “ormai l’ho fatto” si ripete in mente – mi aveva pregato di non fare niente! Sono davvero così poco affidabile?? – continua bisbigliando.
-    Ma niente è ciò che hai fatto! Te ne sei andato!
-    Sei sicuro Dave? Magari eri ubriaco anche tu e mi hai perso di vista per un po’!
-    Sono sicuro, anzi direi che non vedessi l’ora di buttarti in quel letto, al punto di fregartene delle provocazioni di Jake che ti voleva trovare compagnia a tutti i costi.
-    Oh quello me lo ricordo! Vagamente ma me lo ricordo…
-    Comunque io quelle lenzuola le laverei davvero… guarda come sei ridotto!
Mick abbassa lo sguardo verso la maglietta che indossa
-    Faccio un po’ puzza di sudore eh? – prova a sorridere
-    Un po’ … 

-    Sotto il letto! Tieni! – Robert alle spalle di Mick gli consegna il tesoro ritrovato.
-    Grazie Rob!
-    Ma non avete cucinato! – osserva con divertito disappunto.
-    Io ho bisogno di farmi una doccia… - si giustifica Mick, mentre si defila dalla cucina.
-    Vai di sopra! E mi raccomando usa l’accappatoio della mia coinquilina a sua insaputa già che ci sei! – dice sarcastico.
-    Uso il suo lenzuolo! Tanto ormai devo lavarlo!
-    Spera che non lo venga mai a sapere piuttosto! Andrea ha delle teorie tutte sue sui letti!
-    Cioè? – chiede Mick incuriosito fermandosi e sporgendosi dalla scala per guardare Robert in faccia.
-    Quando è venuta a vedere casa, prima di trasferirsi, è entrata pure in camera mia, ma non ha voluto sedersi sul mio letto perché, a suo dire, è “il mio regno”, uno spazio personalissimo che non può essere violato! – dice con enfasi – e tu ti ci sei fiondato dentro in versione fogna!
-    Ahahahah magari aveva paura che tu la “violassi” Rob! – ride David – non mi pare abbia mai fatto tanti problemi a Mick, una volta gli ha volontariamente offerto il suo letto per farlo riposare prima della partita!
-    È vero! – Rob corruga la fronte – beh, allora ti ama! – sorride divertito, David scoppia a ridere e Mick assume la sua tipica aria da schiaffi, per nascondere il suo momento riflessivo.
-    Beh, come darle torto? Ha bei gusti la ragazza – afferma gonfiando il petto in modo vistoso.
-    Sì, certo! Considerando il modo pietoso in cui la tratti, non ne capisce proprio un bel niente… se fosse!
-    Non fare il fratello maggiore! Dopo tutto non lo sei!Mi vado a lavare! – detto questo Mick continua a salire le scale. Robert allora rivolge uno sguardo a David.
-    Ma si è offeso per caso?
-    Io non dico niente – David alza le sopracciglia.
-    Tu sei sempre convinto della tua teoria dei bisticci amorosi tra quei due?
-    IO… non dico niente! Cuciniamo!








-    Non vedo l’ora che questo coso vada via una volta per tutte! 
Mick è fermo davanti lo specchio del bagno intento a radersi.
-    Oppure puoi farti allungare la barba in modo da coprirlo! Comunque è quasi scomparso… 
-    Quasi non vuol dire del tutto! E più lo vedo più mi maledico per essere stato così deficiente!
-    Se continui a raderti lo stesso punto quella macchia sarà il tuo ultimo pensiero, e dovrai invece preoccuparti di un trapianto di guancia! Rilassati Mick… se vuoi glielo dico io che non hai fatto niente!
-    Tu non lo dovresti nemmeno sapere! – gli rivolge un occhiata gelida.
-    Allora glielo dici tu, se la cosa ti assilla così tanto, nemmeno avessi fatto un’orgia.
-    Sei pazzo?? Si fida già poco di me! E se l’avesse fatto lei? Se avesse avuto addosso un ragazzo mentre ballava? Uno che le avesse pure lasciato un segno sul collo??
-    Beh anche in quel caso non sarebbe niente, perché non avrebbe fatto niente!
-    Perché tu non hai visto Andrea ballare! – dice indicandolo con il rasoio, mentre David si appoggia allo stipite della porta del bagno incrociando le braccia.
-    Ah è così?
-    Non fare quel sorriso marpione tu!
-    Facciamo così, per alleviare il tuo senso di colpa, quando torna io ballerò con lei sotto i tuoi occhi e tu non dirai niente… così pareggi il conto, sei facilitato sono tuo fratello non puoi essere geloso, ma siccome tu sei uno squilibrato, non do niente per scontato…
-    No no no! Anzi sarebbe peggio! Perché se a me salisse il sangue al cervello con te, figurarsi lei se sapesse che una sanguisuga mi si è buttata al collo!
-    Ma lei non lo sa! Anzi torna, è contenta di vederti e le hai già detto di aver dormito nel suo letto, quindi sa che hai dormito! Da solo! Non fare la ragazzina complessata!
-    Spera che questo maledetto “livido” passi in massimo 2 giorni!
-    Quando torna lei?
-    Non lo so! Non l’ho sentita molto in questi giorni… non ha sempre internet a disposizione… credo torni tra 5 giorni!
-    Mhm ce la fai a “guarire”!
















Tanto è immobile nell’aria gelida di questo 10 gennaio, che pare sia stato lì fermo ad aspettare che ogni singolo minuto di quei  5 giorni passasse, senza curarsi del fatto che presto sarebbe morto assiderato. -6 gradi non sono proprio la temperatura adatta ad aspettare fuori, soprattutto quando dietro la porta c’è una stanza con +23 e tanti comodi posti sicuramente meno umidi di quella panca gelata da 7 cm di neve.  In realtà è uscito dalla palestra da meno di un quarto d’ora,  visto che d’altronde, di frequentare le lezioni di psicologia del lavoro non se ne parla proprio. È rimasto alla fermata del tram che lo porterà al centro. Poi ne prenderà un altro e questo lo porterà al campus. Al campus, al contrario di lui, lei sta sicuramente seguendo una delle lezioni appena ricominciate. È il primo giorno dopo la pausa natalizia e Andrea è andata direttamente all’università quella mattina, per questo Mick ha deciso di andare a sfogarsi in palestra, per ammazzare il tempo e scaricare la tensione, dopo tutto sarebbe stato un ritrovarsi dopo tanto tempo anche per lui, che sotto sotto, senza cuore non è.






-    Lo sapeeevoo lo sapevo che ti avrei trovato qui!! Lo sapevo!! Ciao Mick!! - Andrea saltella urlicchiando queste parole mentre incede verso la macchina posteggiata al solito posto – questa volta non mi hai fatto paura come l’ultima volta! Quando credevo fossi un pazzo maniaco, cioè, effettivamente sei un pazzo maniaco, ma ti avevo scambiato per un pazzo maniaco sconosciuto! Invece questa volta ti ho riconosciuto subito!! – detto questo a velocità supersonica, Andrea si piazza davanti al viso perplesso di Mick, che con la testa piegata sulla destra, stile cagnolino che non comprende la situazione, la guarda attonito, prima di scuotersi e riconnettersi alla realtà.
-    Parli male Andrea… ti è venuto un accento strano! 
-    Grazie mille, dimenticavo che oltre ad essere un pazzo maniaco sei un maleducato! – dice portando le mani ai fianchi e vedendo spuntare un ghigno malizioso sul suo visto – è questo il tuo primo pensiero nel rivedermi dopo3 settimane che non ci vediamo??
-    No, questo è il terzo, il primo pensiero è stato “finalmente sei tornata, straniera!” – dice, accorciando le distanze e prendendole il mento tra due dita.
-    Mhm, così va meglio… aspetta e il secondo qua…
Mick non le lascia terminare la domanda, tirandole indietro la testa afferrando i suoi capelli e coinvolgendola in un bacio che dica tutto di quanto gli fosse mancata e quanto l’avesse aspettata.  Senza nemmeno badare a essere troppo delicato la prende in braccio per poggiarla subito dopo sul cofano anteriore della macchina.
-    Mick sei impazzito? – Andrea lo guarda scioccata.
-    Volevo verificare che non avessi dimenticato la lingua in Italia!
-    Ah… il doppio senso è voluto vero?
-    Sei pure intelligente!  - sospira Mick al suo orecchio, prima di afferrarle di nuovo la testa e scendere sul collo e sfiorarle la pelle con i denti.
-    Senti, Emmett…
-    Chi diavolo è Emmett? – Mick si blocca immediatamente non allontanandosi di un millimetro dal collo di Andrea.
-    Emmett Cullen…  il fratello di Edward… il vampiro di Twi…
-    Ahhh… quello! Aspetta… l’hai detto perché ti ho quasi morso il collo? – Mick si raddrizza guardandola di traverso. Andrea arrossisce alzando le spalle e stringendo le labbra con lo sguardo basso. – e poi… non sono degno nemmeno della parte del protagonista?!
-    Oh ma Emmett è più macho! È sportivo e ha due spalle… insomma l’altro gli fa un baffo… pensavo ti rappresentasse di più!  - sorride Andrea.
-    Mhm…  ok allora posso riprendere da dove ho interrotto…
-    Ahm veramente… sto congelando… sai al paese dei miei zii c’erano 15 gradi… mi sento un po’ ibernata qui fuori! Non vorrai che mi prenda un malanno vero? – dice Andrea scendendo dalla macchina – e poi questo è un parcheggio pubblico, non vorrei dare spettacolo… è giorno!
-    Andrea hai rovinato un momento perfetto! – dice lui seccato, indietreggiando di un passo e voltandosi a darle le spalle. 
-    Mi sei mancato Mick… - risponde passandogli le braccia intorno alla vita e poggiando la sua testa tra le scapole di lui, Mick le stringe entrambe le mani in una sola delle sue.
-    Anche tu mi sei mancata.
Anche se non può vederlo in faccia, Andrea capisce dal tono della sua voce che non è davvero arrabbiato.
-    Dì la verità, non sei qui per vedere me, ma solo perché ti serve l’ennesimo passaggio, eh? – scherza lei, aprendo la macchina, mentre Mick si avvicina a lei, prendendole le chiavi e spostandola di peso, intimando con uno sguardo “guido io”.
-    Allora, dove si va? – le chiede appena Andrea seduta inserisce la cintura di sicurezza.
-    Non saprei… avevi qualche idea?
-    La mia idea l’hai miseramente rovinata un minuto fa!
-    Ah… ehm… potremmo andare a mangiare qualcosa ad esempio!
-    Ok… mangiamo! – dice mentre in retromarcia esce dal parcheggio.
Andrea approfitta della vicinanza del viso di lui per dargli un altro bacio.
-    Guarda che se mi distraggo andiamo a tamponare qualcuno! – sorride lui, fermando la macchina.
-    Scusa, non lo faccio più! – si imbarazza lei, prendendo un colorito acceso, lo osserva togliersi il giubbotto e accendere la stufa.
-    Non so guidare imbacuccato come un eschimese… - si giustifica lui.
-    Sei stato in palestra?
-    E tu come lo sai?
-    Hai le vene delle braccia gonfie!
Mick abbassa lo sguardo sui suoi avambracci scoperti, annuisce sorridendo.
-    Wow che osservatrice… allora fai solo finta di non accorgerti di altri gonfiori – afferma pungente, scoppiando a ridere pochi secondi dopo, vedendo il volto di Andrea diventare nuovamente rosso.
-    Vogliamo uscire da questo parcheggio? Ho fame! – commenta brusca, intenta a ignorare il commento, tuttavia Mick continua ad avere un sorriso divertito.
-    Bentornata Andi.
  
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