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Autore: Omega chan    24/05/2014    2 recensioni
Mi chiamo Einamu, ma il mio cognome l’ho dimenticato da molto: I miei genitori mi hanno abbandonato quando ero molto piccolo, forse troppo per poter ricordare qualcosa della mia vita passata. Ora ho undici anni, sono nell’orfanotrofio da dieci. Tutto quello che so del mio passato, me lo hanno detto le ragazze che badano a noi: So che i miei genitori si sono suicidati subito dopo avermi abbandonato, e che non ho altri parenti, o se li ho, non si vogliono occupare di me.
Genere: Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alpha, Einamu, Gamma, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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~~(pov Einamu)

Osservo sconvolto il preside, poi lancio un’occhiata fugace ad Alpha, che fissa il preside con un’espressione indecifrabile sul volto. Alpha fa un passo avanti, e va verso il preside, dietro di lui, Gamma, Zanark, Orca e Beta mi lanciano occhiate soddisfatte e ghigni minacciosi. Come Alpha ha aiutato me, ora tocca a me aiutarlo:
-Direttore!
Alpha alza il palmo della mano e me lo mette davanti a me. Mi fissa intensamente, poi con voce stoica e distaccata mi dice:
-No. Non ti preoccupare.
-Ma A-alpha…
Mi fa un cenno con la mano, per poi andarsene a testa alta dietro il direttore. Esito per pochi secondi, non so se seguirlo o meno. Mi giro verso Gamma, che continua a ridere soddisfatto. Se rimango qua, ci sono grosse possibilità che continui a picchiarmi, quindi è meglio che vada. Vado vicino all’ufficio del direttore, e inizio ad origliare la conversazione:
-Alpha, perché sei così aggressivo?
-Io non sono aggressivo.
-Hai fatto sanguinare il naso ad un tuo compagno, perché hai un comportamento così?
-Se lei sapesse cosa ha fatto Gamma, l’avrebbe fatto anche lei.
Sento il direttore sospirare, ed alzarsi dalla sua sedia.
-E sentiamo cosa avrebbe fatto?
No. Non può dirglielo. Non deve dirglielo. Il mio cuore inizia ad accelerare, e inizio a farmi prendere dal panico. Agisco senza pensare, busso ripetutamente alla porta, fino a che il direttore non apre:
-Einamu, cosa ci fai qui?
-Ecco io…
Il mio sguardo si sposta dal direttore ad Alpha, che mi guarda intensamente. Mi fa un ceno con il capo, come per spronarmi a dire tutto. Rimango in stato di trance, fissando un punto indefinito della stanza.
-Einamu, c’è qualche problema?
-N-no…
-Diglielo.
La voce di Alpha risulta chiara e forte, senza permesso di obbiezione. Io lo guardo implorante, per poi abbassare lo sguardo e stringere i pugni:
-A me non sembra vada tutto bene…
Mi dice con tono comprensivo il preside, poggiandomi una mano sulla spalla. Io sussulto leggermente, il mio respiro aumenta, e inizio a singhiozzare debolmente, le lacrime ricominciano a scendermi copiose dagli occhi, e come per proteggermi  mi stringo nelle spalle:
-Come può andare tutto bene?
-Su siediti e dimmi tutto…
Mi dice il direttore facendomi un cenno verso la sedia accanto a quella di Alpha. Mi siedo con lentezza, e abbasso la testa, incapace di sorreggere lo sguardo del direttore e quello di Alpha.
-Sono vittima di bullismo da un po’di tempo…non riesco a fare nulla senza essere picchiato, offeso o deriso…le mie giornate qui sono un inferno…
Il direttore si toglie gli occhiali, e inizia a massaggiarsi le tempie.
-Chi lo fa?
Lo guardo incerto, senza rispondere. Ho troppa paura, anche se glielo dicessi non cambierebbe nulla…
-Gamma e Zanark, specialmente loro.
Mi volto verso Alpha, e lo guardo stupito. Non so se avere paura o essere felice del grande aiuto che mi ha appena dato. Il direttore mi lancia un’occhiata fugace, e mi guarda dispiaciuto.
- È vero quello che dice Alpha?
Annuisco debolmente, per poi ricominciare a piangere. Mi porto le mani agli occhi, cercando di smettere di piangere, ma è più forte di me. Ad un tratto, sento il petto caldo di qualcuno vicino alla mia testa. Alzo appena lo sguardo, e vedo Alpha che mi abbraccia, e contemporaneamente mi accarezza la testa.
-Tranquillo…ora è fatta…non ti daranno più fastidio…
Annuisco, continuando a piangere sia per lo shock, ma anche per la felicità. Finalmente questa cosa è finita, finalmente posso stare tranquillo nella mia classe, ma anche con gli altri. E tutto questo solo grazie ad Alpha. Il direttore esce, facendomi un cenno di rimanere seduto e di aspettarlo lì. Dopo dieci minuti rientra, seguito da Gamma e da Zanark. Si siedono, senza degnarmi di uno sguardo:
-Avete qualcosa da dire in vostra discolpa?
Chiede il direttore fissando severo Gamma, che continua a tenersi il naso con un fazzoletto, ma nonostante tutto, abbassa lo sguardo, e cerca l’aiuto di Zanark. Lui, al contrario non sembra preoccupato. Si limita a fissare il direttore con aria di sfida, per poi lanciarmi occhiatacce del tipo “dopo facciamo i conti”, ma io non li temo più. So che non mi potranno più fare nulla, perché con me c’è Alpha:
-Non ho mai visto ne questo albino del cavolo e nemmeno quei due.
Dice Zanark alzandosi. Gamma lo guarda sorpreso, ma non osa dire nulla. Il direttore continua ad aspettare una risposta da parte dei due, che sembra non volere arrivare:
-Mi sembra che sia Einamu che Alpha siano più che sufficenti…
Gamma tiene lo sguardo basso, e annuisce debolmente. Zanark ghigna insoddisfatto, e lancia uno sguardo minaccioso ad Alpha, che lo sorregge con il suo sguardo glaciale.
-Siete sospesi, tutti e tre, per due settimane.
Zanark e Gamma abbassano lo sguardo, sconfitti, mentre Alpha se ne sta in disparte. Io mi avvicino a lui, e gli tocco la spalla. Alpha sussulta leggermente e si gira, fissandomi intensamente.
-Alpha…mi dispiace che tu sia in punizione a causa mia…
Abbasso lo sguardo, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Lui mi mette una mano sotto il mento, e me lo solleva leggermente:
-Non preoccuparti…andava fatto. Ora non ti daranno più fastidio…
-Grazie mille…Alpha-san…
Lo abbraccio. Lui all’inizio resta fermo, senza dire mezza parola, però poi ricambia l’abbraccio, stringendomi a sé. Non lo so perché l’ho chiamato con l’onorifico “san”. Abbiamo la stessa età, e andiamo nella stessa scuola e nella stessa classe…ma forse…è la gratitudine che provo nei suoi confronti che mi ha spinto a chiamarlo “Alpha-san
Due settimane dopo
Oggi finisce la sospensione di Alpha e degli altri. Queste due settimane sono state bellissime perché non c’erano Gamma e company a scocciarmi, ma sono state lunghissime perché non c’era Alpha. Anche se è finita la sospensione, scendo tranquillo in mensa, e trovo già riuniti in un tavolo Reiza e gli altri. Mi affretto a sedermi, per fare colazione in pace. Poco dopo, entra Beta, che appena mi vede mi punta un dito contro
-Guardate, c’è lo sfig…
Viene bloccata da Gamma, che le dice qualcosa all’orecchio. Beta abbassa il braccio, e se ne va con fare altezzoso. Noi del nostro gruppo ci guardiamo, e poco dopo iniziamo a ridere.  Io e Alpha ci lanciamo occhiate di intesa. La nostra amicizia è iniziata in circostanze critiche, ma si è sviluppata in maniera forte, e non verrà distrutta da nulla.
Tre anni dopo
In questi tre anni, non ho avuto grossi problemi, i miei voti si sono rialzati di molto. Alpha mi da anche lezioni private, e grazie a lui riesco a capire cose che prima non comprendevo affatto. Ora siamo in giardino, disposti in squadre da undici giocatori, io sono con Alpha, che è il capitano della mia squadra. Gamma e Beta sono a capo delle altre due squadre. Noi siamo la Protocollo Omega 1.0, saremo i primi a sfidare la Raimon. La nostra missione è eliminare il calcio dalla vita delle persone, ma per riuscirci, dobbiamo formare a nostra volta una squadra imbattibile, quindi ci alleneremo per due settimane nel MUGEN. Lì diventeremo molto più forti, e saremo in grado di sfruttare al massimo le nostre abilità.
-Di sicuro quella squadra vorrà interferire con i nostri piani, la nostra missione è sconfiggerla!
Ci dice il Presidente dell’El Dorado –ovvero la nostra organizzazione- si alza in piedi, preme un pulsante e poco dopo ci ritroviamo in delle celle buie e lugubri. Faccio scorrere lo sguardo, e noto che Alpha è con me. Tiro un sospiro di sollievo, e senza dire nulla mi avvicino a lui.
-Cosa dobbiamo fare?
-Allenarci.
Pochi secondi dopo la sua risposta, si sente una voce che viene dall’alto. Ci giriamo verso l’altoparlante nella cella, e ascoltiamo curiosi.
“Uscite dalle celle, farete un duro allenamento di sei ore, con una pausa da quindici minuti. Poi rientrerete nelle vostre celle. Il prossimo allenamento sarà di mattina presto”
Le sbarre laser si ritirano di colpo, e senza dire nulla io ed Alpha usciamo. Devo dire che questo posto è terrificante, solo a guardare le pareti nere, mi vengono i brividi. Arriviamo in un campo da calcio molto grande, dove sono posti vari ostacoli. Ci sono numerose guardie, che ci fissano con sospetto. Gamma si mette al centro del campo, e osserva la sua divisa con disgusto:
-Questa divisa è orribile, uno straccio così non merita di toccare la mia pelle!
Beta gli si avvicina, e lo indica ridendo. Quella ragazza mi fa paura. Da quello che ho capito, in questi tre anni ha sviluppato una serie di doppia personalità, che la fa apparire ancora più strana di quanto non lo fosse prima.
-Lo straccio, come lo chiami tu, ha lo stesso valore di quello che la indossa!
-Cosa vorresti dire?!
Dice sbraitando Gamma, puntando un dito contro Beta, che lo osserva con indifferenza. Alpha fa un lungo sospiro, cercando di mantenere la calma: Alpha, Beta e Gamma sono rivali giurati, specialmente gli ultimi due: Non si possono vedere, e per loro ogni occasione è buona per litigare. Inoltre, ogni volta-non si sa come- riescono a mettere in mezzo Alpha, che forse è l’unico in grado di farli ragionare:
-Che bambini…
Dice Alpha, volgendomi uno sguardo. Io arrossisco, e annuisco leggermente. Credo che ormai si sia capito che sono innamorato di lui. “Essere innamorato è una parola grossa”, queste sono le parole di Reiza quando gli ho confessato il mio amore per Alpha. Ma io credo di essere cotto: quando mi guarda divento rosso e mi sento mancare la terra sotto i piedi. Inizialmente lo vedevo come un eroe che mi aveva salvato dai bulli, ma andando avanti nel tempo, le cose sono cambiate.
-Iniziamo!
La voce di Alpha interrompe il litigio di Beta e di Gamma, che iniziano anche loro ad allenarsi. La palla che usiamo è molto più pesante di una normale, ed è più difficile controllarla. Alpha mi passa la palla, e io corro verso la porta. Senza preavviso, il terreno inizia a muoversi, come se fosse colpito da una scossa di terremoto, perdo l’equilibrio e cado per terra. Reiza si affretta a correre verso di me, con fare preoccupato:
-Ti sei fatto male?
-N-no è tutto ok…
Dico. Rialzandomi sento una fitta alla caviglia, ma cerco di non farci caso. Reiza mi guarda preoccupata, ma io provo a fare finta di nulla. Dopo tre ore di allenamento, mi avvio verso la panchina zoppicando, per poi sedermi con fare affaticato:
-Tieni un po’d’acqua…
Mi dice Reiza, con un grande sorriso sulle labbra. Mi guardo intorno, tutti sono sfiniti, gli unici che sembrano sopportare l’allenamento sono Alpha, Gamma e Beta. Bevo tutta la bottiglia in una sola volta, e la cosa mi stupisce: non sono mai stato uno che beve molto, non ne ho mai avuto bisogno. Ma questa volta, sento che se non finisco tutta la bottiglia, morirò disidratato. Dopo i quindici minuti, riprendiamo l’allenamento, e una volta concluso, crollo sul terreno di gioco. Alpha mi viene vicino, mi prende in braccio e mi porta fino alla cella. In lontananza sento la voce di Reiza, che mi chiama, ma un po’per la stanchezza, e un po’perché la trovo troppo appiccicosa, decido di non rispondere. Una volta entrati, le sbarre laser si riattivano. Alpha mi poggia delicatamente per terra, e prende i due vassoi dove c’è la cena. Mi porge un vassoio, e si siede difronte a me, iniziando a mangiare in silenzio. Poco dopo, punta lo sguardo sulla mia caviglia, e senza dire nulla, mette la sua bottiglietta dell’acqua nella mia caviglia. Al contatto con la bottiglia, i miei muscoli si contraggono, e simulo una smorfia di dolore. Alpha alza lo sguardo, per poi concentrarsi sulla mia caviglia:
-Ti fa molto male?
-N-no…non è nulla…
Il mio sguardo cade sul suo braccio destro: ha un taglio lungo si e no cinque centimetri, da cui esce ancora un po’di sangue. Quando nota che gli sto fissando il braccio, abbozza un sorriso e si copre la ferita con una mano.
-Ti fa male?
Chiedo con voce tremolante. Ho deciso di chiederglielo, perché lui si preoccupa sempre per la salute degli altri, spesso a costo di tralasciare la sua.
-No. Ora tieni ferma questa per dieci minuti, poi toglila…
Annuisco leggermente, e nel mentre mi guardo la caviglia, che nel mentre si è già sgonfiata. Butto uno sguardo fuori. La luna è alta nel cielo blu, tutto ciò è visibile da una piccola finestra nella parete di destra. Poggio le bacchette, e poggio il vassoio a terra. Alpha mi guarda curioso, inarcando un sopracciglio:
-Non hai fame?
-No…
Poco dopo, si sente vede una luce abbagliante, e cinque secondi dopo, si sente un tuono molto potente, poi il suono della pioggia. Inizio a tremare, e dopo il secondo tuono mi lascio scappare un piccolo urlo di terrore. Mi tappo le orecchie, cercando di non sentire.
-Einamu, hai paura dei tuoni?
Mi chiede Alpha. Io annuisco debolmente, continuando a tremare. Un terzo tuono rimbomba nella cella, ma questa volta, poco prima che io urli, qualcuno mi tiene stretto a sé. Alzo lo sguardo, e vedo Alpha che mi tiene stretto al suo petto.
-Anche io quando ero piccolo avevo paura dei tuoni…
Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano destra, e lo guardo accennando un leggero sorriso.
-Mi paragoni ad un bambino piccolo?
Lui si siede vicino a me, e inizia ad accarezzarmi i capelli. Dopo poco inizia a parlare con una voce calma e rilassata, che mi ricorda quella di mia madre:
-Sai…i tuoni e i fulmini…non sono così tremendi…se li vedi sotto un’altra luce…
Io lo guardo stupito, nessuno era mai riuscito a calmarmi durante un temporale. Lui riprende il suo discorso, guardando fuori dalla finestra e indicando qualche volta i grandi fasci di luce:
-Mia madre mi diceva sempre che i fulmini e i tuoni erano due innamorati…
-Cosa…?
-La luce del fulmine, è più veloce del tuono, quindi esso, frustrato, fa molto rumore…le gocce di pioggia, non sono altro che le lacrime di disperazione dei due amati, che per quanti sforzi faranno, non riusciranno mai ad incontrarsi…
Lo guardo negli occhi, per poi togliermi con delicatezza le mani dalle orecchie. Ora quei rumori non mi fanno più paura, e tutto questo grazie ad Alpha, che mi ha aiutato nuovamente…La notte passa velocemente, e io ed Alpha la passiamo vicini, cercando di farci caldo l’un l’altro. Il giorno dopo, appena mi alzo, sento le gambe incredibilmente pesanti, e non tocco cibo a colazione. Alpha mi guarda con fare preoccupato:
-Cosa c’è, non sta piovendo…
-Lo so, ma non mi sento affatto bene…
Alpha mi guarda pensieroso e senza preavviso, mi mette una mano sulla fronte, cercando di capire se ho la febbre o meno.
-Non ho la febbre, tranquillo…
Lui mi guarda diffidente, ma alla fine ci crede. Usciamo dalla cella, e iniziamo l’allenamento. Mi sento più stanco del solito, e riesco a malapena a prendere i passaggi di Alpha e degli altri:
-Einamu, c’è qualche problema? Sei pallido…
-S-sto bene…
Le forze mi abbandonano, e mi lascio cadere. Ma poco prima che io tocchi il suolo, Alpha mi sorregge. Poi il buio totale.

(pov Alpha)
Mi immaginavo che si sarebbe ammalato, il suo organismo non ha resistito ad una notte come quella di ieri. Me lo carico sulle spalle, e lo porto nella cella. Per oggi salteremo gli allenamenti. Prima di andare, faccio un gesto rapido a Gaura, per comunicargli che sarà lui il capitano in mia assenza. Prendo il mio asciugamano, lo bagno con l’acqua e lo poggio sulla fronte di Einamu, che è molto calda.
-Potrebbe avere circa 39.5, ma anche di più…
Dico a me stesso. Dopo pochi minuti, inizia a tremare, ha freddo. Qui dentro non ci sono coperte, quindi credo che me la dovrò sbrigare da solo. Mi tolgo la maglietta, e gliela metto sopra a mo’ di coperta. Non è molto, ma almeno è coperto un po’ di più. Passano un paio di ore, ed Einamu si risveglia. Appena sveglio, mi fissa incredulo, arrossendo- dimenticavo che sono a petto nudo-.
-C-cosa è successo?
-Stai giù, hai la febbre alta, devi guarire…
-Stai prendendo freddo per me?
Distolgo lo sguardo. Non mi ero mai comportato così nei confronti di qualcuno, mai. Einamu è il primo con cui sono così gentile. Forse il fatto che sia emarginato, allontanato dal gruppo generale…forse è per questo che mi piace così tanto…perché mi somiglia. Siamo tutti e due degli scarti del gruppo, anche io non ero ben accetto nel gruppo, e venivo spesso emarginato, per questo mi sono trasferito. Ma non avrei mai pensato di trovare una persona così simile a me.
-Sto bene.
Lui mi guarda poco convinto, con il volto arrossato dalla febbre e dall’imbarazzo. Gli porgo la ciotola di riso, ma lui la respinge con aria disgustata.
-Non ho fame…
-Mangia avanti…
-No.
Sospiro, e gli lascio la ciotola vicino. Poi mi alzo e mi metto con la schiena contro il muro, cercando di rilassare i muscoli , affaticati dall’allenamento intenso. Nel corpo sono pieno di cicatrici, dovute alle numerose cadute. Il braccio mi fa un male atroce, e credo che tra poco non riuscirò più a muoverlo. Metto una mano sul braccio, nascondendo il taglio. Einamu mi guarda critico, e sospira.
-Dovresti curarti…
-Pensa a te…
Dico secco. Ormai è arrivata la notte, ed Einamu si è già fatto tre pisolini. Appena ci danno la cena, Einamu inizia a mangiare, evidentemente aveva fame, ma del resto, non mangia da stamattina. Dopo cena, poggia le bacchette, e resta fermo per un po’di tempo, con lo sguardo perso nel vuoto.

(Pov Einamu)
Certo che Alpha è davvero carino a petto nudo, però è troppo magro, qualche kilo in più non ci starebbe male. Dopo un po’di secondi di esitazione, mi avvicino a lui e appoggio la schiena al muro, come lui. Allungo le gambe e mi rilasso. C’è un silenzio imbarazzante tra di noi, e ogni due minuti fisso la sua ferita, che nonostante sia vecchia di un giorno, sembra che sanguini ancora, e tanto anche.
-Ti fa male?
-No.
Mi dice con voce piatta, senza smettere di tenersi il braccio. Mi fa preoccupare quando fa così. Alpha è il primo a preoccuparsi per la salute degli altri, talvolta anche al costo di tralasciare la sua.
-Alpha…corri il rischio di farti male…
-Non posso cedere ora…abbiamo una missione da compiere.
-Ma tu stai male!
-No. I’m fine.
Lo guardo con insistenza. A volte vorrei che mettesse da parte il suo stupido orgoglio, e ammettesse che sta male e che ha bisogno di cure, ma non lo farà mai. Quindi rassegnato, lo guardo negli occhi grigi, e con voce flebile gli chiedo:
-Alpha-san, posso appoggiarmi alla tua spalla?
-Yes.
Sorrido, e appoggio la testa sulla sua spalla, rilassandomi ancora di più. La notte è calma, non c’è vento e si sta bene, se solo non fossi ammalato sarebbe una notte perfetta. Poco prima di addormentarmi, chiedo ad Alpha, con voce ancora più bassa:
-Alpha-san, io sono tuo amico?
Lui non risponde, e gira la faccia dalla parte opposta. Dispiaciuto e deluso, chiudo gli occhi, cercando di trattenere le lacrime. Nessuno vorrà mai essere mio amico, ma del resto per mi dovrebbero volere? Poco dopo, sento il braccio di Alpha che mi circonda le spalle, e poco dopo dalla sua bocca, esce un piccolo monosillabo:
-Yes.
Sorrido, felice. Questo è il giorno più bello della mia vita. Niente potrà rovinare l’amicizia tra me ed Alpha.


Angolo Autrice
Ciao a tutti e a tutte ^^
Sono riuscita ad aggiornare ^^
Alpha in questo capitolo è totalmente OOC, e ho scritto troppo Fluff *vomita zucchero*
Non credo che descriverò le partite, sono troppo lunghe ^^” O se proprio dovrò ne descrivo qualche passaggio. Dedico il capitolo alla mia adorata Lucchan ^^
By Marina

  
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