Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Edelvais    24/05/2014    1 recensioni
2070 d.C. Una pioggia di meteoriti si abbatte sulla terra. Alcuni mesi dopo, degli esseri dalla forma apparentemente umana e dai poteri sovrannaturali cominciano a radere al suolo ogni città, uccidendo e torturando ogni essere umano. Alieni, esseri demoniaci inviati dalla mano punitrice di Dio... Nessuno realmente sa come e da cosa sono nati. Noi li chiamiamo Angeli Caduti. Ma di angelico non possiedono proprio nulla. La loro pelle è bianca e dura come il marmo e i vostri proiettili non basteranno a fermarli; alcuni di loro sono dotati di poteri di controllo psichico, altri sono in grado di scatenare terremoti e tornadi.
2100 d.C L'umanità è ridotta a brandelli. Gli unici esseri umani sopravvissuti sono sparsi in varie zone del mondo, cercando di nascondersi dalla furia degli Angeli Caduti. In quelli che un tempo erano gli Stati Uniti, sorge la Città Nascosta, costruita sottoterra in modo da poter fuggire dagli Angeli.
Clover, recluta sedicenne dei Ranger, si ritroverà catapultata di nuovo nel Sopramondo, una terra aspra e irta di pericoli mortali. E uno di questi è proprio un ragazzo dalla dubbia provenienza.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

FALLEN ANGELS

We are the in between,
cast down as sons of war,
Struck to the earth like lightning


Image and video hosting by TinyPic


C'è chi dice siano gli emissari della mano punitrice di Dio; chi invece ritiene siano delle creature aliene, approdate sulla Terra con l'unico scopo di distruggere, uccidere.
Qui alla Sede Centrale, li chiamiamo Angeli Caduti.

 

CAPITOLO DUE

 
 
Il ritorno alla Città Nascosta è ancora più lento e faticoso del previsto. Matt e Scott stanno trasportando il ragazzo-angelo, reggendolo uno per le gambe e l'altro per le braccia, e ogni tanto mi tempestano di occhiatacce ostili. Mentre guido la processione di reclute e superstiti, quasi sento aprirsi nella schiena quattro fori, provocati dai loro sguardi astiosi.

 L'auricolare continua a sputare la voce di Reed, che ogni due passi ci intima di appiattirci ai resti degli edifici e di rimanere nascosti, invisibili agli occhi degli Angeli.

«Se quel ragazzo è un Caduto, sicuramente il suo clan è nei dintorni» ripete per la millesima volta.
Katia protesta, tenendo per mano la bambina che pochi minuti fa ha rischiato di far crollare i resti della Cattedrale con il suo grido. «Avevi detto che i radar non segnalavano la loro presenza».
«No, infatti, ma visto che non si sono attivati nonostante questo ragazzo-angelo fosse già in città, dubito che siano così efficienti» borbotta Reed, imprecando contro le attrezzature supertecnologiche e la loro fragilità.
«Potrebbe non essere un Caduto» ribatto, lanciando un'occhiata alle mie spalle. Il mio sguardo scivola sul viso pallido del ragazzo-angelo, incorniciato dai suoi selvaggi capelli corvini. Ha un'espressione rilassata, serena; credo che nessuno, guardandolo ora, potrebbe associarlo con la specie che ha quasi distrutto il genere umano. La benda di fortuna che Katia e Lysa gli hanno applicato alla spalla per bloccare l'afflusso di sangue è ormai intrisa della sua linfa vitale. No, non può essere un Caduto.

 Quando finalmente giungiamo alla base militare, cominciamo a spedire nella Città Nascosta i superstiti attraverso i tubi trasparenti; infine scendiamo anche noi reclute e il ragazzo-angelo, ancora stordito.

 È strano tornare sottoterra dopo aver assaporato l'aria libera del Sopramondo. Da una parte, quando torno a camminare nella Sala di Controllo, circondata da visi amici, mi sento sollevata. Ma dall'altra sento di aver lasciato un pezzo di me lassù, e di doverci tornare al più presto per continuare a vedere, esplorare.
Un'equipe di scienziati stende il ragazzo-angelo su un tavolo di vetro al centro della Sala e avvicinano dei macchinari, cominciando poi a esaminare il corpo privo di coscienza.

 Nel frattempo, altri abitanti della Città Nascosta si occupano dei loro nuovi concittadini, guidandoli alle camerate appena costruite nell'Ala Ovest. Avrebbero dato loro vestiti puliti e una nuova vita. Una vita vicina ma al contempo lontana dagli Angeli Caduti.
Alan Reed si avvicina a noi reclute, squadrandoci come suo solito per una manciata di secondi. Abbiamo portato alla Sede Centrale la dozzina di superstiti, svolgendo come meglio abbiamo potuto la missione da novizi ranger. Abbiamo fatto tutto ciò che il comandante ha richiesto. Anzi, addirittura di più.

 Guardo un ultima volta il ragazzo-angelo mentre viene medicato e ripulito dal sangue incrostatosi sui suoi vestiti e sulla sua pelle di alabastro, che pare ancora più bianca e marmorea sotto la forte luce dei neon.
Tuttavia, non sono sicura che Alan Reed e gli altri ranger veterani, i giudici delle nostre azioni in superficie, gradiscano l'ospite inatteso.
Di sicuro gli scienziati sì. Ma i ranger? Avrebbero anche loro risparmiato il ragazzo? Come giudicheranno la mia iniziativa di portarlo qui?
Uno strano prurito m'infesta i palmi delle mani, e sento il sudore accumulato nel Sopramondo congelarsi sulla mia pelle. No, devo mantenere la calma.

«La prova è conclusa» esordisce Alan Reed, impassibile. Nessuna emozione filtra attraverso il suo viso squadrato. «I ranger veterani guarderanno la vostra missione questa sera stessa, e i risultati saranno resi noti domani pomeriggio dopo gli allenamenti mattutini».
Detto questo, si congeda da noi con un impercettibile cenno del capo, raggiungendo la grande porta della Sala di Controllo in poche, grandi falcate.
Ci lascia così, nel mezzo dell'immensa stanza, nel mezzo delle nostre angosce.

 Matt sospira rumorosamente. «Non arriverò vivo a domani».
Sorrido. «Non è andata poi così male. Non dovremmo essere così preoccupati».
Questo è ciò che scivola dalle mie labbra. Ma quello che penso realmente mi stringe lo stomaco in una morsa di ferro.
«Certo, se non si conta quello» ribatte Eveline, indicando il ragazzo-angelo circondato da frenetiche figure in camice bianco. Cerca di mantenere un tono neutro, ma dai suoi occhi capisco che mi ritiene colpevole di un possibile fallimento.

 Non rispondo, limitandomi ad assentire dentro di me. Eve ha ragione. È lui la chiave del mio reclutamento. Se i ranger considereranno la mia idea folle e pericolosa, potrò dire addio al mio futuro da protettrice della Città Nascosta.
Alan Reed non mi ha impedito di portare il prigioniero alla Sede Centrale, ma solo perché persino al comandante dei ranger è vietato dare ordini o suggerimenti durante la prova di reclutamento.

 "Tutto dipende da voi" ha detto, la vigilia della missione. "Io vi seguirò dai monitor, ma non potrò né appoggiarvi, né ostacolarvi. Dovete dare prova delle vostre uniche forze."
Ed è ciò che ho cercato di fare. Almeno, se andrà male, saprò di aver fatto la cosa che ritenevo giusta.

 Scott mi lancia uno sguardo carico di disapprovazione. Ovviamente.
Prima di andarsene mi si avvicina, senza distogliere per un momento i suoi occhi scuri dai miei. «Se dovessimo fallire la prova, giuro che rovinerò ogni tuo singolo giorno della tua stupida vita, donnola».
E se ne va, seguito da Eveline e Katia. Matt e Lysa restano con me, come mi aspettavo.

 Sono sempre stati dalla mia parte, gli unici amici sinceri che ho nella Città Nascosta.
E gliene sono grata.
«Mi odiano» mormoro, con amarezza.
«Beh, Scott lo fa da quando ti ha conosciuta» ride Lysa, mentre lasciamo anche noi la Sala di Controllo. «Non credo che Katia e Eve ce l'abbiano davvero con te».
Matt annuisce, passandomi un braccio attorno alle spalle. «E poi, chi se ne frega? Io avrei fatto la stessa cosa».

 Entriamo nell'ascensore che conduce al piano dei ranger, il più alto e prossimo alla Sala di Controllo. Gli altri, invece, si addentrano sempre di più in profondità.
«Hai fatto bene a salvare quel ragazzo, Clover» cerca di risollevarmi Lysa. «Se i giudici non saranno d'accordo... Beh, allora non sarà poi così un dispiacere rinunciare ai ranger».

 Lysa sta facendo del suo meglio per confortarmi, ma le sue parole non hanno molto effetto su di me. Inoltre, per lei è facile dirlo: insieme a Katia, appartiene a un ramo minore di ranger, gli Infermieri, i quali hanno il compito di intervenire tempestivamente in caso di gravi ferite. Se falliremo, lei potrà unirsi ai Medici come apprendista. Ma io cosa farò?

 Qualche secondo dopo le porte dell'ascensore di vetro si aprono, lasciandoci davanti al corridoio dove risiedono le stanze delle reclute.
La mia è la prima porta sulla sinistra, così saluto Lysa e Matt, ringraziandoli.
Rimango sulla soglia ad osservarli mentre lui le scompiglia i lunghi capelli biondi per poi passarle un braccio attorno alla vita. Un mezzo sorriso si apre nelle mie labbra, poi appoggio la mano nello scanner sul muro e infine entro nella mia stanza.

 Dopo una mezza giornata di fatiche, trovo un letto dalle lenzuola pulite e un bagno caldo ad accogliermi. Per questo sono grata ai domestici che, quando un team di ranger parte per una missione, hanno il compito di rendere il loro ritorno il più rilassante e confortevole possibile. I domestici sono per la maggior parte gli ultimi arrivati alla Sede Centrale; coloro che, non possedendo alcuna attitudine in particolare, si dedicano alla pulizia delle varie stanze. Persino alcune reclute che, a loro tempo, fallirono la prova, dovettero unirsi a loro.
 
Dopo essermi tolta i vestiti, mi immergo nella vasca del piccolo bagno e chiudo gli occhi.
Tutto ciò che mi ha dato tormento fino a pochi minuti fa, scivola via dal mio corpo come la polvere e il sudore che mi sono portata dietro dal Sopramondo.
Mi lascio avvolgere dal tepore dell'acqua calda che lambisce la mia pelle, e per un attimo mi sembra di ritornare alla mia infanzia, immergendomi nei ricordi sfocati della mia mente.
 
 Rose che mi insegnava le varie funzioni dei marchingegni della Sala di Controllo, sperando di fare di me una scienziata brillante come lei; la prima volta che impugnai una vera pistola quando, un anno prima, scelsi di diventare una ranger, affrontando dodici mesi di preparazione e duri addestramenti; quando ho salvato il ragazzo-angelo dai proiettili di Scott...
Rimango nella vasca per un tempo indeterminato, sguazzando nei miei pensieri divaganti.
Poi, quando mi accorgo che sulle mie falangi si stanno formando delle piccole e fastidiose grinze, esco dal bagno, stringendomi nell'asciugamano.
Una volta pulita e asciutta, indosso la maglietta lunga che uso come pigiama e mi stendo sul letto, gli occhi puntati al soffitto, sentendo le palpebre diventare sempre più pesanti.

L'ultima cosa che vedo prima di cadere nel baratro dei sogni, sono due iridi di ghiaccio che mi scrutano, indagatrici.

 
***

 
Uno strano pizzicore alle caviglie mi costringe ad aprire gli occhi. Il Sole, il grande cerchio giallo e rifulgente incastonato nel mantello cobalto del cielo, mi ferisce la vista.
Mi tiro a sedere e, con stupore, mi accorgo di trovarmi in un campo di papaveri. I fiori rossi, che i Medici utilizzano per alcuni rimedi anestetici naturali, allungano i loro steli verso la volta celeste. Cerco di alzarmi, per capire dove sono e come ci sono finita, ma un dolore atroce e improvviso mi paralizza gli arti inferiori.
Quando i miei occhi catturano la causa, subito l'aria accumulata nei polmoni fuoriesce dalla mia bocca sotto forma di un grido di acuto terrore.
Scorpioni.
Alan Reed ci ha parlato di questi esseri durante il nostro addestramento. Avremmo potuto trovarli fra le macerie, nelle crepe dei mattoni... Ci ha mostrato persino delle immagini che li ritraevano, con il loro pungiglione arcuato sopra il corpo.
Ma quelli non erano nemmeno lontanamente grossi e orribili come le creature che infestano le mie gambe. Cerco di spazzarli via con le mani, ma loro continuano a pungere, zampettando fino ai miei fianchi ed arrampicandosi sul busto.
Non riesco a muovermi, non riesco a gridare.
Nessun suono riesce a emergere dalle mie labbra, nessun muscolo riesce a reagire.
Sento le lacrime ruscellare sulle mie guance.
Aiutatemi! Qualcuno mi aiuti!
Sono di nuovo stesa in mezzo al campo di papaveri. Paralizzata, inerme.
Gli scorpioni si moltiplicano, si contendono i lembi di pelle ancora liberi da punture.
Si arrampicano poi sul mio viso, senza che io possa fare nulla. Uno di essi penetra nelle mie labbra socchiuse e al contempo un altro raggiunge la mia fronte.
Sono spacciata.
Presto soffocherò, in caso non muoia prima per il veleno accumulato.
Ma nel momento in cui lo scorpione cala il suo pungiglione al centro della mia fronte, sento qualcosa infrangersi dentro di me. E realizzo di essere libera.
 
 
***
 
 
Il proiettile si abbatte contro la sagoma scura a venti metri da me, conficcandosi in essa più o meno all'altezza del cuore.
La sagoma si sposta improvvisamente a destra, ma riesco comunque a centrare l'obiettivo: l'ipotetica fronte dell'ipotetico avversario.
Alcune ciocche di capelli castani sfuggono alla presa dell'elastico e ricadono ribelli sulla mia fronte. Ripensando al sogno di questa notte, rabbrividisco. Le mie dita cercano subito la fronte, tastandone il centro. È solo un sogno, un incubo... Ma il punto colpito dall'ultimo scorpione mi pulsa terribilmente.

 Ancora non ho visto Matt e gli altri. Il mio programma di addestramento di oggi prevede esercizi diversi dai loro.
Mentre mi sposto nella sala di combattimento corpo a corpo, adiacente a quella di tiro al bersaglio, vedo una ragazza alta e snella sfuggire agli attacchi di Alan Reed.
Il comandante sta cercando di colpirla, ma lei è troppo veloce. Gli gira attorno in una danza fluida, precisa. I suoi capelli rossi e ricci si muovono al suo stesso ritmo.

 La riconosco subito. Electra Williams, ventisei anni, ranger veterano.
E ragazza del comandante Alan Reed.
Electra passa al contrattacco, scattando in avanti sul tappetino e allungando un pugno contro il viso di lui. Ma Reed scarta subito a sinistra, afferra il polso di Electra e la attira a sé in un abbraccio.
La sala di combattimento libero è molto grande e piena di ranger. Giovani e veterani.
Appena Electra mi vede, si stacca subito da Alan e mi corre incontro, sorridente.

«Clover!» esulta, abbracciandomi. «Indovina: sono uno dei giudici della tua missione».
Una millesima parte del macigno che mi opprime il petto si dissolve appena il mio cervello recepisce le sue parole. Electra non voterà a mio sfavore. Ne sono certa.

 Lei è stata la mia maestra d'armi quando, un anno fa, cominciarono i miei addestramenti di preparazione. Credo sia la persona più calma e svampita di tutta la Città Nascosta.
Per l'ennesima volta, mi chiedo come possa stare con un individuo come Alan Reed.
Nonostante siano così diversi, incongruenti, la loro relazione dura da anni.

«Mi fa piacere saperlo» le rispondo, sforzandomi di sorridere.
Lei mi scruta con i suoi occhi chiari, ridenti. «Avanti, dimmi tutto. Conosco quello sguardo».
Lo sapevo.
«Ho il terrore di aver commesso un errore» confesso, mordicchiandomi l'unghia dell'indice.
Lei ride. «Tutti commettiamo errori, Clover».
«Ma questo potrebbe costarmi il mio futuro da ranger, lo sai».
«So a cosa ti riferisci e credimi, se hai agito come ritenevi giusto, andrà tutto bene».
Prima che possa ribattere, un suono breve e gracchiante fuoriesce dalle casse appese al soffitto.
È l'ora. Fra poco conoscerò il mio destino.
Electra mi stringe una spalla.
«Coraggio» dice.
Coraggio.
 
***
 
 
Alan Reed.
Electra Williams.
Rebekah Tomphson.
Jim Cameron.
George Houston.
Benedict "Ben" Buxton.
 
Sei giudici. Dodici paia di occhi che scavano su ognuno di noi.
Noi reclute siamo in piedi davanti a loro, e alle nostre spalle il resto della comunità di ranger fa da spettatore al nostro successo, o al nostro fallimento.
L'aria nell' Auditorium è calda e soffocante; sento le mani sudare.

«Clover Fireborn, Scott Bolton, Katia Smith, Matt Evans, Eveline Rosenberg, Lysa Penninghtone» esordisce Reed, chiamandoci uno per uno. Quando sento il mio nome accompagnato dall'appellativo "Fireborn", Nata dalle Fiamme, un mezzo sorriso compare magicamente sulle mie labbra. I ranger che mi trovarono in superficie, dopo l'attacco degli Angeli che uccise la mia famiglia, mi raccolsero dalle macerie di una casa, in mezzo alle fiamme. Da quel momento, hanno cominciato a chiamarmi così, non conoscendo il mio vero cognome. Il mio nome, invece, è noto solo grazie alla copertina di lana nella quale ero avvolta: in un lembo vi era ricamato in verde "Clover".

«Abbiamo esaminato a lungo le vostre azioni in superficie» continua. «E abbiamo tratto le nostre conclusioni».

 Ben Buxton prende la parola. «La scelta di risparmiare e portare nella Sede Centrale un probabile Angelo Caduto, o un loro possibile alleato, è parsa a noi una scelta azzardata».
Sento il mio cuore ribaltarsi nel petto.
Segue una breve pausa. Il preludio della tempesta.

«Tuttavia, il ragazzo-angelo non sembra particolarmente pericoloso e, inoltre, gli scienziati hanno avuto modo di esaminarlo e di fornirci preziose informazioni sulla specie da cui ci stiamo nascondendo. Informazioni che potrebbero aiutarci a distruggerla per sempre. Quindi, a favore di ciò, abbiamo deciso di promuovervi a Ranger».
Uno scroscio di applausi rempie il vuoto dell'Auditorium, abbattendosi su di noi come una piacevole pioggia fresca.

Promossi.
Promossi a Ranger.

Non posso crederci. Forse ho solo sentito male, oppure me lo sono immaginato... Ma quando sento Matt e Lysa abbracciarmi, entusiasti, capisco che è tutto reale.
Al diavolo Scott e le sue minacce. Al diavolo tutto.

Sono un ranger.


____________________________________________________________________________________________________________

 
EDELVAIS' WALL

Eccomi con il secondo capitolo! Essendo tornata domenica sera da Londra e avendo avuto una marea di studio in questa settimana, sono riuscita a pubblicarlo soltanto ora. Che ve ne pare? Spero stia continuando ad incuriosirvi ^^
Intanto approfitto per dirvi che presto comincerò a scrivere di questa long sul mio blog personale TheBlueBox, il cui link è qui sotto. Comincerò con una breve panoramica della trama, ambientazione e personaggi in generale, per poi continuare ad aggiornare la rubrica dedicata a questa storia sempre più dettagliatamente. 
Vi ringrazio quindi per l'attenzione e per le graditissime recensioni :)
As always, vi lascio i link dove potete trovarmi fuori da Efp.


Facebook: Edelvais Efp
Ask: Edelvais@EdelvaisEfp
Tumblr: edelvaistormborn
Blogger: TheBlueBox - entro domani dovrei pubblicare il primo post su questa storia; altrimenti, potrete trovarla lunedì c:
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Edelvais