Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: StewyT    24/05/2014    2 recensioni
«Mi devi spiegare perchè diavolo hai detto che siamo cugini e.. improvvisamente hai cambiato scenario. Cugini ma non di sangue, così non andiamo contro l'incesto? Che cazzo mi significa?»
«Cosa vuoi che ti dica, Brendy? L'unica spiegazione della tua presenza in casa doveva essere legata al fatto che fossimo di famiglia, e potevi essere solo mia cugina»
«E per il resto?»
«Mi sono accorto di aver fatto una coglionata. Come la mattiamo se ti porto a letto? Come avrei raccontato ai miei amici la notte passata con te se loro avessero saputo che eri mia cugina?! A pensarci però.. l'incesto è ancora più interessante»
«Daniel! Stai scherzando!?»
«Perchè dovrei!»
«Perchè non verrò mai a letto con te e lo sai benissimo. Non ci siamo mai minimamente sopportati, perchè diavolo dovrei venire a letto con te quest'estate?Sei fuori. Assolutamente fuori. Io non verrò mai a letto con te. Né tanto meno su quel divanetto sporco.. che schifo!»
«È solo per questo che non verrai a letto on me? Perchè ci siamo sempre odiati?!E che ne fai della bellezza che hai accanto? La sprechi guardando altrove!?»
«Daniel. Io ho Jim, come devo fartelo capire?»
«Tu non lo ami»
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Good Girls & Bad Boys'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La casa sul lago.
Attenzione: se state leggendo Colpa delle stelle, o avete intenzione di farlo, non leggete le parti in cui se ne parla. Ci sono spoiler.
(se ne parla solo all'inzio.)
Apro gli occhi e mi trovo esattamente dove ieri mi ero stesa: sul letto di Dan in un involucro di lenzuola bianche come la neve.
Dalla porta finestra sulla camera entra tantissima luce, tanto che faccio fatica a tenere gli occhi aperti.
Al mio fianco non c'è Dan, ma al suo posto c'è un vassoio con un'abbondantissima colazione.
Sento l'acqua smettere di scendere, poi la porta del bagno si apre.
«Brendy, sei sveglia! Buongiorno!»
Daniel, per l'ennesima volta in mutande, mi sorride, e non posso fare a meno che focalizzare lo sguardo sul suo bellissimo sorriso, piuttosto che sul fisico scolpito oppure sul drago in bella vista.
«Buongiorno» dico con voce ancora impastata. Lui sorride nuovamente.
«Quella è tua» indica la colazione.
Io quindi prendo un cornetto e lo addento.
«Come mai.. la colazione a letto? Oggi era il mio turno di cucinare»
«Ho pensato che ti facesse male il braccio e fossi stanca, quindi da buon amico ho preparato io la colazione»
«Devo dire che sei proprio un buon amico» gli sorrido.
«Allora..»
Si siede sul letto e mi guarda attentamente.
«Come posso fare a riavere la mia vita?»
«Eh?» lo guardo accigliata.
«Secondo te è morta anche Hezel Grace?»
«Lo hai finito!» dico entusiasta.
«Esatto. Tutto in una notte» gli sorrido.
«Sei depresso?»
«Abbestia. Non so cosa pensare. La lettera di Gus è stata..»
«È diventato un fanboy» dico applaudendo.
«Cosa?»
«Niente. Mi capisco da sola. Ma dimmi quale è stata la tua parte preferita?»
«Il bacio nella casa della Frank! E.. la scena di dopo. È stato così romantico!La tua?»
«Assolutamente quella del funerale di Gus organizzato da lui stesso. Ho pianto come una matta leggendolo. Penso che se sapessi che da un momento all'altro potrei morire lo farei anche io!» lui annuisce.
«Sì. E dovrei sapere cosa direbbero tutti ai miei funerali»
«Esatto» mi metto le mani nei capelli.
«Sai che da quando ho letto questa storia penso di aver paura dell'oblio? Non ci avevo mai pensato e leggendo.. ho capito che ho davvero paura del nulla, ho paura di essere dimenticata. Ho paura di non vivere abbastanza per lasciare il segno»
«Io invece sono come Hezel. Non mi preoccupo di essere dimenticato. Non voglio fare niente per essere ricordato. Se dovessi essere nei pensieri di qualcuno beh.. voglio che sia perchè mi ha amato. Non perchè io abbia fatto chi sa cosa..» annuisco. Giusta teoria.
«Da chi pensi di essere ricordato, allora?»
«Dai miei genitori, ovviamente. Da David, Amy e Jake. I miei unici veri amici»
«E io?»
«Beh se morissi domani non so se tu mi considereresti un vero amico»
«Ma se morissi dopo una lunga conoscenza?»
«In quel caso saresti nella lista dei miei veri amici» sorrido.
«Siamo davvero così strani da.. metterci a parlare di morte?»
«Io ti ricorderei» dice d'un tratto, senza rispondermi, Dan.
«Ti ricorderei per quella che per essere mia amica mi ha quasi costretto a leggere un libro. Per quella che non verrebbe mai a letto con me, solo perchè sono stato con mezzo Montana»
«Non solo per quello»
«Ecco. Ti ricorderei anche per quella che interrompeva i discorsi epici» sbuffa e poi sorride. Mi perdo di nuovo nel suo sorriso.
«Tu somigli ad Augustus» maledetta me. Cosa dico!?
«In che senso?»
«Nel senso che sei bello come lui» sorride e inizia a fissarmi.
«Adesso dovresti chiedermi perchè ti sto guardando!»
«Oh no. Non osare dare quella risposta!» scoppia a ridere.
Prendo un po' di caffè e gli sorrido.
«Mi prometti una cosa?»
«Cosa?»
«Non consigliare mai a nessuno, al quale non tieni davvero, questo libro. Voglio che resti il nostro libro e.. non voglio più parlarne. Okay?»
«Okay sarà il nostro per sempre?» scoppio a ridere.
«No, aspirante Augustus Waters. Non sappiamo nemmeno se la nostra amicizia avrà un per sempre.»
«Sei molto meno positiva di Hezel Grace eh!»
«Parecchio».
Faccio una pausa, e i pensieri mi portano, senza che io lo voglia a Jim.
«Sai che neanche Jim lo aveva mai letto? Gli avevo regalato il libro con il mio numero sopra al nostro primo appuntamento. Lui non lo ha mai letto»
«Ho sempre detto che fosse un idiota. Questo libro merita e tu...di più»
«Oh che romanticheria, mamma mia!» fisso i suoi occhi e vedo quelli di uno che potrebbe diventare davvero un mio amico.
«Davvero non l'ha letto?» mi fissa per qualche secondo in attesa di una risposta.
«Davvero.»
«Io lo avrei fatto se me lo avesse chiesto una ragazza che volevo conquistare»
sorrido.
«Quindi lo hai letto solo per conquistarmi?»
«Diciamo di sì».
Scoppio a ridere.
«Beh mi sembra una mossa astuta dirmelo eh!»
«In effetti non lo era» dice fintamente timoroso.
«Comunque.. volevo chiederti scusa»
«Per cosa?»
«Per aver parlato in quel modo di te e Jim.»
«Ti sei ricreduto! Non pensi più che l'amore sia un illusione?»
«Non lo so. Per me è ancora.. non credo ancora nell'amore, Brendy. Non so se ci crederò mai. Fatto resta che non avrei dovuto aggredirti in quel modo. Non mi piace Jim e non so perchè»
«Non lo conosci»
«Infatti. Mi dispiace odiarlo senza neanche conoscerlo. È che non lo so, il nome mi ricorda un emerito coglione» rido, anche se non dovrei: stiamo insultando il mio attuale ragazzo.
«Beh se ci fermassimo ai nomi.. io sarei una sgualdrina. Il nome Brenda mi ricorda altamente quello di una prostituta, mentre uhm.. vediamo. Daniel. Il tuo mi ricorda un idiota senza palle. Tu sei così?» lui ride.
«No.»
«Non ne sono molto certa. Ad ogni modo quello che intendevo dire è che i nomi ingannano. Come si dice, l'abito non fa il monaco, e grazie a Dio il nome non fa la persona»
«Fatto resta che o sono uno strafigo!».
«Certo. E io una modella!»
«Sicura di non aver fatto davvero la modella?! Ho visto il tuo volto su qualche cartellone pubblicitario!» Scoppio a ridere e gli tiro un cuscino in faccia.
Lui ride, e a sua volta, mi tira un cuscino.
«Stronzo»
«Hai iniziato tu, infortunata e una ceppa!» grida, e tira ancora un altro cuscino, e uno ancora, e ancora e «Vuoi la guerra?! E guerra sia!» urlo, e iniziamo davvero una battaglia.
Altro che troiani e spartani.
Qui ci sono Daniel e Brenda: che la fine del mondo abbia inizio.


Circa venti minuti, venti cuscini, lenzuola sporche di caffè, e miliardi di risate dopo, io e Dan ci ritroviamo stesi con fiatone sul letto.
Non riusciamo a muoverci, tanto che abbiamo riso, e il mio braccio è più dolorante che mai, ma chi se ne frega!
«Ho vinto io» dichiaro ridendo.
«Affatto. Ho vinto io»
«Daniel, insomma. Fa il gentiluomo»
«Parità dei sessi, Brendy»
«E quindi?»
«E quindi non si fa più nessuno sconto per nessuna donna»
«Nemmeno per una infortunata?»
«Uhm.. cosa mi dai in cambio?»
Si avvicina a me, che mi allontano, e ride.
«Tranquilla, non ti mangio!»
«Non potrei dire lo stesso di me. In questo ultimo periodo ho sempre così tanta fame!» dico nervosa.
«Sei incinta!?»
«Dello spirito santo!» ridiamo.
La sua risata è così dannatamente bella. Sembra estremamente sincero, unico.
Il liquido dei suoi occhi blu è sconvolgente.
«Perchè mi fissi?»
«Non ti sto fissando» dico arrossendo. Certo che lo stavo facendo. È così bello.
«Ah no?»
«No.»
«Qual è il tuo colore preferito?»
«Daniel da dove ti esce questa domanda?»
«Non lo so. Avevamo detto che dovevamo conoscerci meglio, no?»
«Viola» rispondo velocemente.
«Il mio è il blu»
«Non me ne ero accorta» indico le pareti della camera.
«E dimmi ti piace anche il rosso?» scoppia a ridere.
«Guardando casa mia si capisce molto di me, Brendy. È come per te e i libri. Se li leggi capisci che persona è Brenda!»
«Oh, che cosa carina.» Mi sorride.
«Di che colore è il divano di sotto?»
«Rosso» dichiara lui.
«Non intendevo quello che possiamo vedere tutti. Ma quello che possono vedere solo le fortunate» mimo il segno delle virgolette.
«Non lo saprai fino a quando non ci finirai anche tu sopra!» dichiara con sguardo sicuro.
«Oh, bene, quindi non me lo dirai mai? Sono curiosa»
«La curiosità fotte la gente»
«Non era la convinzione a fottere la gente?»
«No. La curiosità. Prendi il vaso di Pandora. Se quell'idiota fosse stata meno curiosa non ci sarebbero cattivi sentimenti sul mondo!»
«Giusto.» annuisco ridendo.
«Il tuo cibo preferito?»
«Amo il cibo in assoluto. Non si nota?» ride.
«Per niente.» mima un «no» con la testa.
«Il tuo?»
«Penso.. pizza»
«Oh, nettare degli Dei!»
«Esattamente.»
«Tocca a me. Uhm.. animale preferito»
«Drago. Il mio amato drago» indica il tatuaggio al confine con le sue mutande
«Ma non esiste»
«Chi ti dice che non sia esistito? Ha la stessa probabilità di aver vissuto che ha l'homo sapiens!»
«I tuoi esempi mi sconvolgono, Dan» ride.
«Libro preferito?»
«Lo conosci» lui sorride.
«Già. Ma sei proprio sicura di scegliere quello? Intendo se dovessi essere delegata su un isola deserta senza biblioteche, internet, musica, libri, ebook.. se potessi scegliere solo un libro, porteresti Colpa delle stelle?»
«Assolutamente sì. Oh, porterei anche una penna ed un foglio. Mi piacerebbe far rincontrare Augustus e Hezel..» sorride.
«Mi piacerebbe leggere un loro incontro, lo sai?»
«Tu quale libro porteresti?»
«Il ritratto di Dorian Gray. Quel libro mi ha insegnato parecchio»
«E cioè? La solita frase: non è importante la bellezza esteriore ma quella interiore? Coglionate. Se ti senti brutta.. la bellezza interiore non serve ad un cazzo, credimi»
«Lo hai letto anche tu! Dovresti sapere la vera morale»
«La conosco. Il problema è che leggendolo mi veniva costantemente in mente questa frase e ho odiato questo libro, anche se confesso di amarlo. Però sai.. mi sembrava una grandissima presa per i fondelli. Dorian Gray è arrivato alla conclusione che la bellezza interiore vale molto di più di quella esteriore, sì, ma ci è arrivato dopo aver sacrificato ogni cosa bella della propria vita.
E ci è arrivato uno bello, capisci. Avrebbe avuto più senso se ci fosse arrivato un gabinetto!» annuisce.
«Ad ogni modo non bisogna passare la vita a cercare quello che si ha, Brendy. Non si può, se no come hai detto tu si sacrifica ogni bella che si ha. La vita è un'opera d'arte. Adesso sta a noi, che siamo gli artisti, fare in modo che sia ben riuscita.»
«Adesso mi parlerai anche delle tentazioni?» sorride.
« L'unico modo per resistere alle tentazioni, è cedervi. No?»
«Lo ammetto. Mi piace parlare di libri, che amo, tra l'altro, con te»
Sorride soddisfatto.
«Perfetto. Abbiamo una cosa in comune. Siamo amici»
«La tua frase preferita dal Ritratto di Dorian Gray?»
«Oh, vedo che hai dato molto peso alla mia affermazione!» sorrido.
«Allora?»
«L'inferno e il paradiso sono tutti e due dentro di noi. E Oggigiorno si conosce il prezzo di tutto, ma non si conosce il valore di niente. La tua?»
«Forse questa: Lo scopo della vita è sviluppare noi stessi. Ognuno di noi è al mondo per realizzare perfettamente sé stesso. No, penso che sia questa: Ridere non è affatto un brutto modo per iniziare una amicizia, ed è senz'altro il migliore per troncarla.
Oppure.. Chi è innamorato, comincia sempre con l'ingannare se stesso, e finisce sempre con l'ingannare gli altri. O..»
«O basta. Mi stai citando tutto il libro, Brendy. Non ti chiederò mai più la tua citazione preferita, giuro!»
«Anzi no..» sorride.
«So che hai detto che non ne dobbiamo più parlare ma.. una. Dimmi una sola citazione di Colpa delle stelle che ami. Una che ti insegna a vivere»
«Ma Gus, amore mio, non riesco a dirti quanto ti sono grata per il nostro piccolo infinito. Non lo cambierei con niente al mondo. Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata.»
Mi viene quasi da piangere.
«Amo il loro piccolo infinito» lui sorride dolcemente
«Non ti uccidono, se non le accendi. E non ne ho mai accesa una. E' una metafora, sai: ti metti la cosa che uccide fra i denti, ma non le dai il potere di farlo. Io invece amo quando Augustus usa mille metafore per spiegarsi. Amo il fatto che non fumi e voglia solo far fallire la cosa che vuole ucciderlo»
«Diamine anche io amo questo aspetto di Gus» sussurro.
«Voglio che tu diventi mia amica!» dice in una botta, io rido.
«Perchè ridi?»
«Perchè.. non so perchè ma sei estremamente carino quando me lo chiedi, e non so come fare a dirti di no. L'amicizia non si può negare a nessuno. E poi una delle più grandi consolazioni della vita è l’amicizia »
«E una delle consolazioni dell’amicizia è quell’avere a cui confidare un segreto. Guardala come cita Manzoni!»
Sorrido.
«Mi diventi sempre più simpatico, uomo»
«Anche tu, donna. Non so neanche perchè ci siamo odiati fino ad ora. Non lo ricordo»
«Oh, Amy mi ha detto che odiavi le donne in generale a causa di una.. uhm cotta che hai avuto da adolescente»
«Grazie per avermelo ricordato» scoppio a ridere.
«Un giorno me ne parlerai, vero?»
«Quando vuoi. A patto che tu mi parli di Jim. Voglio sapere perchè ti sei innamorata di lui».
Lo guardo negli occhi. Sappiamo entrambi che non sono innamorata di lui.
«Sei stronzo forte» sussurro.
Il suono del campanello lo salva. O forse salva me.
Dan scoppia a ridere, e scende ad aprire la porta, in mutande.
Solo lui può.
Dopo poco lo seguo anche io, e dalle scale vedo che è Jake.
«Ma possibile mai che sei ancora così? Avevamo detto che saremmo partiti presto!»
Jake sorride con fare dispiaciuto.
«Possiamo partire tra trenta minuti? Giuro che sarò velocissimo»
Jake lo manderebbe con piacere affanculo, ma gli da un pacca e lo spinge.
«Hey, Brenda.» mi guarda e poi arrossisce.
«Non ditemi che ho interrotto qualcosa» dice indicando la mia mise e le mutande di Dan. Io scoppio a ridere.
«Una chiacchierata su Dorian Gray e basta» gli assicuro.
«Menomale» sospira di sollievo.
«Allora, dove andate di bello?»
«Dove andiamo di bello» ribadisce lui. Gli sorrido.
«Allora, dove andiamo di bello?»
«Alla casa sul lago. Ci andiamo ogni ultimo fine settimana di giugno» dichiara con un sorriso che va da un orecchio ad un altro.
«Ormai è una tradizione del nostro gruppo!»
«Oh. Allora non vedo perchè debba venire anche io. Insomma non..»
«Sta zitta. Ci sono due buone ragioni.»
«Ah sì, sarebbero?» chiedo sorridendo a Dan.
«La prima è che fai quasi parte del gruppo. La seconda..» si avvicina al mio orecchio.
«È che anche se adesso siamo amici.. non ti lascerei mai da sola a casa mia. Sono troppo geloso» sorrido.
Entrambi corriamo a prepararci, e circa un quarto d'ora dopo siamo già belli e sistemati in macchina, pronti a correre verso l'autostrada, che ci porta in circa cinque sei ore, togliendo ovviamente le pause prese, alla casa sul lago.


Appena David parcheggia la macchina e riesco a guardare per bene la casa mi scappa un «wow» seguito da una risatina di Dan e Jake.
La casa è enorme e affaccia su una vallata verde e piena di fiori che mi viene voglia di buttare via le scarpe e correrci dentro.
Oltre alla vallata c'è un lago grandissimo che più che un lago sembra una piscina naturale, un mare dolce.
Seguo Amy, che, mentre i ragazzi prendono le valigie, apre la casa.
Se fuori è bellissima, dentro lo è ancora di più: grande, piena di luce, elegante e ariosa.
Entro dentro quasi ballando e battendo le mani per la gioia di essere finalmente in una casa grande e non più in quel buco per topi, e con la speranza di avere una camera tutta mia.
«Ti piace?» Chiede Dan posando la mia valigia ai miei piedi.
«Come puoi anche chiederlo? È.. bellissima»
«Dovresti vedere le camere»
«Oh sì. Non vedo l'ora di entrare nella mia camera.»
«Nostra» dichiara lui ridendo.
«Nostra» camera.
«Cioè?»
«Allora piccioncini» dichiara David ridendo.
«Cosa si fa questa sera? Idee?»
«Pokerino?» chiede Jake allettato dall'idea.
Amanda mi tira per un braccio e mi trascina nell'enorme cucina di marmo e legno scuro, piena di finestre e di elettrodomestici fantastici, e ridendo mi rassicura.
«Tranquilla. Non giocheremo anche noi a Poker. Io non sono mai riuscita ad imparare, e a meno che tu voglia farlo...»
«No. No. Assolutamente no. Ho provato una volta a giocarci e non è cosa per me»
Lei annuisce.
«Allora sistemiamoci, poi mentre loro giocano io e te cuciniamo»
«Perfetto».
Ci avviciniamo ai tre che decidono cosa fare, e ci sediamo accanto a loro.
«Dividiamo le camere» urla Amy.
«Io dormo con te» dichiara David.
«Io voglio stare solo!» dice Jake.
«Io starò con Brendy. Tanto siamo abituati. Per te va bene, no?»
No. No. No. Non va bene. Voglio dormire in una camera tutta mia, porco cane.
«Sì» dico con un mezzo sorriso.
Quindi tutti si alzano, e io li seguo a ruota.
Saliamo le scale e ci troviamo in un ambiente totalmente diverso.
Stessa disposizione di sotto, ma più mura, colori più scuri, bagno più grande.
Dan apre la nostra camera e ci ritroviamo improvvisamente in un piccolo paradiso al chiuso.
Le pareti sono grigie, il letto è tanto soffice che sembra una nuvola bianca sospesa in un cielo notturno, dalla portafinestra che dà su un piccolo terrazzino si vedono le stelle e c'è un piccolo bagno con vasca idromassaggio.
«Dio mio, fatemi restare qui e non portatemi più via» dico buttandomi sul letto.
Daniel sorride.
«Bello eh? Amo questo posto»
«E grazie a Dio posso finalmente togliere i miei vestiti dalla valigia. Dio mio. Sono da circa tre settimane lì dentro.»
«Okay. Vuoi farmi sentire in colpa»
«Assolutamente sì, caro Dan.»
Corro in bagno e mi ci richiudo per almeno dieci minuti.
Mi sciacquo un po', sistemo i capelli e mi rinfresco.
Quando esco Dan non c'è e sento del frastuono provenire dal terrazzino di sotto, quindi scendo anche io.

«Finalmente! Che fine avevi fatto?» Chiede Amy ridendo.
«Stiamo tutti aspettando te! Tieni» mi da tra le mani una birra, e io ne bevo un sorso.
«Scusate. Avevo bisogno di rinfrescarmi. Non vedo l'ora di fare un bagno in quella vasca..»
«anche io» dichiara Jake.
«Quindi vediamo di muoverci a fare questa partita»
«Andiamo a cucinare, và!» Amy mi tira via e sorridendo dice «Ho voglia di svelarti una ricetta segreta del bar, donna. Sta molto attenta. Con questo cocktail stenderai Jim.»
«Ricordi il nome del mio ragazzo» lei sorride.
«Ricordo tutto. E noto tutto.»
«E cioè?»
«E cioè ho notato te e Dan!»
«Me e chi?»
«Oh, insomma. Non dirmi che adesso non ti piace di più»
«Certo. Sta.. provando a diventarmi amico» lei sorride.
«E ci sta riuscendo?»
«sì, cazzo. Ha letto il mio libro preferito e ne abbiamo discusso. Neanche il mio ragazzo lo aveva mai fatto per me.» mi guarda dolcemente.
«Ti avevo detto che era un ottimo ragazzo»
«E avevi ragione tu, sì. Ma.. insomma non so se.. il fatto che lui abbia letto il mio libro preferito, e che si comporti bene con me per qualche giorno, non lo rende il ragazzo perfetto che mi avete descritto» lei annuisce.
«Sei esigente con Daniel eh?»
«Io penso che in lui ci sia molto di buono»
«Questo già è qualcosa» mi sorride, e io ricambio.
Prende tra le mani uno shaker, e ci versa dentro delle cose dicendomi cosa sono.
È convinta che imparerò a fare questo cocktail. La convinzione.. fotte la gente.
Dieci minuti dopo, i ragazzi sono seduti sui divanetti, con delle carte da gioco sul tavolino e dei bicchieri di un liquido trasparente tra le mani, io e Amanda siamo tra i fornelli, con padelle e cibo, che venti minuti dopo è nel nostro stomaco.


Finito di mangiare e sistemare la casa io e Amanda saliamo nella zona «notte», e ci dividiamo dopo un caloroso abbraccio e un «dormi bene che domani faremo un mucchio di cose».
Entro in camera e mi butto sul letto.
È così dannatamente soffice che resterei lì per sempre, ma.. la vasca idromassaggio mi aspetta.
Mi spoglio e corro velocemente in quel piccolo paradiso, dal quale esco solo circa un'ora dopo.
Metto una delle tante maximaglie che mi fanno da pigiama, e inizio a togliere i vestiti dalla valigia, anche se resterò qui solo per altri due giorni.
Voglio finalmente far prendere un po' d'aria ai miei poveri vestiti.
Sono così soprappensiero che non sento neanche la porta aprirsi e chiudersi.
Sento solo le braccia di Daniel che circondano la mia vita.
«Cosa.. ti prende?» dichiaro infastidita da quell'abbraccio.
«Avevo voglia di abbracciarti.. e sai che non posso vederti con queste maglie»
Scoppio a ridere.
«Devo dire che ti ha fatto male quello che hai bevuto eh?» lui ride e si allontana.
«Sapevo che avresti risposto così, Brendy. Lo giuro.»
«Sono sconsolato» dichiara dopo un minuto di silenzio.
«Perchè mai?»
«Ho perso a poker» scoppio a ridere.
«Daniel che perde in qualcosa? Wau. Dovrei congratularmi con il vincitore»
«Non è quello il problema»
«A no? E cosa allora?»
«Avevamo scommesso che ci avrebbe perso, domani si sarebbe fatto il bagno nudo!»
Sto quasi per morire dal ridere.
«Scherzi, vero?»
«No, cazzo!» dice ridendo come un matto.
«Domani ti divertirai parecchio, Brendy»
«Oh, penso proprio di no!»
Prende un pacchetto di sigarette dalla sua borsa e si avvia fuori sul terrazzino.
«Ho provato la vasca idromassaggio. Dovresti farlo anche tu» dico seguendolo.
«è il paradiso, lo giuro. È una cosa bellissima. Sembra che ci siano tante dita ad accarezzarti..»
«Onestamente preferisco le dita di una bella ragazza» sorride.
«Sempre a quello pensi. Come devo fare con te?» gli sorrido e lui ricambia.
«sono felice di essere qui» sospiro, e guardo il lago.
È completamente nero, se non fosse per quel pezzettino di luna che si riversa in lui, non riuscirei nemmeno a vederlo.
«è un posto bellissimo.»
«Già. Adoro questo posto dalla prima volta che ci sono venuto.»
Accende la sigaretta che ha tra le labbra e fa un tiro. Butta fuori il fumo e dopo lo rifa.
«Non ricordavo tu fumassi»
«Non fumo avanti ai miei genitori»
«Avanti ai tuoi genitori sei una persona diversa. Non fumi, non bevi.. sembri quasi un bravo ragazzo» sorride.
«Devi far finta di essere quello che loro vogliono per ottenere quello che vuoi.»
Lo guardo di traverso.
«Che cosa orribile hai detto.»
«perchè?»
«Beh perchè non voglio fingere di essere qualcun altro. Io sono me stessa e non cambio per nessuno. Nemmeno per i miei genitori.»
«Nemmeno per le tue priorità e i tuoi desideri?»
Ci rifletto su qualche minuto.
«Allora?»
«No. Assolutamente no. La mia più grande priorità è essere me stessa»
Dan sorride e mi guarda come non ha mai fatto.
Noto ancora una volta gli occhi blu che spiccano su quel volto bellissimo.
«Mi piaci Brendy. Mi piace il tuo carattere e il tuo modo di pensare, sul serio, ma.. non potrei mai essere come te. Sei troppo fedele a te stessa. Credo che sia una cosa ottima, ma io non potrei mai essere così. Per questo ti invidio» mi appoggio al muretto, al suo fianco.
«Tu sei come me Dan. Solo che.. hai priorità diverse.»
«E vediamo.. le mie priorità sarebbero?» Sbuffo e ci penso su.
«Quali sarebbero secondo te le priorità di Daniel Harrow?»
«Penso che la tua più grande priorità sia.. scappare da qualcosa che ti ha ferito.»
«Qualcosa?»
«L'amore. Più volte tu hai parlato male dell'amore e mi è arrivata all'orecchio..»
«È vero. Voglio scappare dall'amore» adesso però sta scappando dall'argomento.
«Perchè?»
«Perchè.. non voglio più soffrire come mi è successo in passato.»
«Hai ventidue anni, Dan. Cosa potrebbe mai essere successo?»
«Niente di che, ma.. quel poco che è successo mi ha fatto stare male e mi ha cambiato completamente» ha gli occhi più liquidi di prima, e le mani sono su una seconda sigaretta che sta per accendere.
«Perchè lo fai?»
«Cosa?» mi chiede disorientato.
«Perchè fumi? Sai Gus direbbe che ama avere la sigaretta spenta tra le labbra per avere la causa della morte tra le labbra. Alaska direbbe che lo fa per morire.. tu? Per cosa fuma il nostro Daniel Harrow?»
«Il tuo Daniel fuma per stare bene.» alzo un sopracciglio e lui sorride.
Butta in gola del fumo e poi si spiega meglio.
«Quando fumo mi calmo. Mi rilasso. Mi sento molto molto meglio» sorride.
«Può sembrarti una cretinata, ma quando fumo.. è come se ingoiassi un tranquillante caldo. È come se per la gola scendesse.. un sonnifero per i miei nervi».
Ne parla così bene, che mi viene quasi voglia di fumare.
«Non hai mai provato?»
«No.» rispondo.
«Non fumare è una tua priorità?» sorrido alla domanda.
«No. Penso di no. Insomma se mi dovesse..»
«Vuoi fare un tiro?» dice sorridendo.
«Stronzo di un Harrow. Mi stai portando sulla cattiva strada»
«Mi dispiace» dichiara ridendo.
Poi poggia la sigaretta tra le mie labbra, e io scoppio a tossire
Lui scoppia a ridere.
«Prima o poi imparerai anche tu..».
E già al secondo tiro ho imparato.
Ho imparate e apprezzo quello che sto facendo.
Non è una cosa bella. Al giorno d'oggi è diventata una moda.
Vedi ragazzini di dodici anni che camminano per le strade con queste sigarette tra le mani. Perchè?
Siamo davvero tutti così stressati da aver bisogno di nicotina per calmarci?
Non avevo mai provato a fumare, e adesso che lo faccio mi sento in colpa, ma dannatamente bene.
Il fumo scende giù per la gola, la riscalda, la scioglie. Scioglie il mio nervosismo, e mi fa rilassare. Mi calmo. La parte del mio cervello dedicata al nervosismo si calma, nemmeno stessi assumendo una droga.
«Allora?» mi sorride.
«Avevi ragione, ma penso che non lo rifarò più. Mi piace ma.. prenditi un'altra sigaretta, perchè se deve essere l'unica voglio fumarla per bene».
Daniel ride e si siede su una poltroncina di fronte a me.
«Mi piace essere tuo amico» dichiara.
«Mi preoccupa vederti così dolce, Dan. Cosa vuoi da me? Quello che vuoi da tutte?»
«Vado a farmi una doccia» dice alzandosi e sorridendo.
«Voglio una risposta.»
«Il mondo non è un ufficio esaudimento desideri, disse Gus. Io aggiungerei che non è un ufficio esaudimento voglie, Brendy» sorride ancora e si chiude la porta del bagno alle spalle.
«Beh ricordalo per la prossima volta che avrai voglia di qualcosa di particolare a colazione» grido, e lo sento ridere.
Faccio l'ultimo tiro, e poi butto la sigaretta in un portacenere.
Mi viene un'improvvisa voglia di sentire Jim. Di dirgli che ho fumato per la mia prima volta, per dirgli che aspetto lui, per dirgli che.. che voglio lui. Che voglio che la mia prima volta in un altro ambito sia con lui, e quindi lo faccio.
Cerco nella rubrica «Jimmi», e appena lo trovo lo chiamo.
Uno, due, tre squilli, poi risponde.
Ha la voce strana, affannata, come se stesse baciando qualcuno, o se avesse appena fatto un'incredibile corsa per rispondere al telefono.
«Bren. Piccola! Come mai mi chiami a quest'ora? È successo qualcosa?»
Guardo l'orologio. Nemmeno avevo visto che era mezzanotte.
«No. Avevo bisogno di sentirti! Scusa se ti ho disturbato»
«Scherzi? Non disturbi mai, e anche io volevo sentirti. Sono qui tutto solo..»
«Sei a casa?»
«sì» dice. «E tu?»
«Io.. dove ero questo pomeriggio» dichiaro ridendo.
«Sai che ho fumato»
«Tu cosa?»
«Ho fumato. Sì. L'avresti mai immaginato?»
«Questo Daniel ti sta portando sulla cattiva strada. Stai facendo tutte le tue prime esperienze con lui..» scoppio a ridere.
«Non.. non tiriamo in ballo l'argomento. Non saprei come affrontarlo.» ride anche lui.
«Mi manchi. Tanto. Mi manchi tantissimo, piccola Bren»
«Anche tu».
Restiamo in silenzio per qualche secondo, e sento provenire dall'altro capo del telefono una voce femminile.
«Chi c'è con te?» chiedo curiosa.
«Non avevi detto di essere da solo a casa?» dopo un minuto di silenzio lui risponde.
«No. Cioè sì, sono solo, ma non sono a casa. Sono a lavoro»
«Avevi detto di essere a casa»
«No. Ho detto che..» mi sta mentendo.
«Che sto quasi per finire il turno, e non appena tornerò a casa sarò solo.. senti adesso devo attaccare. Ti richiamo appena finisco il turno, okay?»
«No. Ci sentiamo domattina. Notte.» dico fredda, poi attacco per prima.
Jim mi ha mentito.
Ho tremendamente paura.
Forse Dan aveva ragione..
Daniel esce dal bagno, e mi si avvicina.
«Cosa succede?» chiede spaventato.
Si siede di fronte e me e allunga una mano. Mi asciuga una lacrima.
Neanche mi ero accorta di piangere.
Che deficiente.
«Cosa succede?» chiede di nuovo.
«Penso che Jim mi stia tradendo.»
«Lui cosa?»
«Insomma mi ha detto di essere da solo a casa. Non appena gli ho detto di aver sentito una voce, femminile, lui mi ha detto che era a lavoro. E ha risposto in modo molto.. furtivo. Inoltre aveva il fiatone di uno che ha appena dato un bacio spassionato alla ragazza di cui è innamorato».
Daniel mi guarda ancora, fisso, e mi sembra che i suoi occhi siano più scuri.
Poi mi si butta addosso. Mi prende tra le braccia e mi stringe forte.
È così dolce e tenero che non sembra nemmeno essere lui. Non so cosa gli prenda.
So solo che tra le sue braccia mi sento molto, molto, bene.
Sono al sicuro, al caldo, sul suo petto duro, scolpito, sul suo cuore che batte velocemente.
«No. Non ti sta tradendo, Brendy. Sta tranquilla. Probabilmente era davvero a lavoro e aveva la voce ansimante perchè.. forse ha fatto una corsa per risponderti o..»
Le sue scuse campano in aria, ma decido di credergli.
Non posso accusare nessuno di niente.
E poi.. anche se volessi accusarlo.. non sto forse passando anche io del tempo con un ragazzo che non è lui?
La ragazza poteva essere chiunque: una cliente, la cugina, la sorella.. chiunque.
«Hai ragione» dico sorridendo e allontanandomi da lui.
«E poi è inutile rovinarsi la serata così».
Entro dentro e mi metto sotto il lenzuolo sotto il suo sguardo triste.
«Cosa succede?» gli chiedo sorridendo.
«Come vi siete conosciuti tu e Jim?»
«Giusto. Ti avevo promesso che ti avrei parlato di noi».
Si stende al mio fianco e mi guarda interessato.
«Ci conosciamo da molto tempo. Siamo stati amici per tipo quattro anni. Poi a quattordici anni lui si è dichiarato, e io non ho potuto che baciarlo. Basta. Tutto qui. Stiamo assieme da quel giorno. Ci sopportiamo da molto e ci vogliamo bene da molto» sorrido al ricordo di un piccolo Jim biondo, poi di un adolescente davvero attraente, poi di un uomo bellissimo.
«Ma..?»
«Ma? Perchè dovrebbe esserci un ma?»
«Perchè sento molta incertezza nella tua voce.»
«Fammi la domanda che vuoi farmi, Dan.»
«Tu non lo ami, è vero?»
Annuisco.
«Sapevo che volevi chiedermi questo.» mi gratto il capo, ci penso su e poi rispondo.
«No. Non lo amo. Penso che neanche lui mi ami. Credo che stiamo assieme solo per abitudine, ormai. Ci vogliamo bene, ma niente di più. Mi manca quando non è con me, e voglio stare con lui, quando è al mio fianco. È vero. Ma.. sono certa di non amarlo. Quando ami una persona sai che daresti la vita per lei, no? Sai che.. faresti di tutto per stare con lei. E vedi un futuro con questa persona. Ecco per me non è così. Non so se darei la mia vita per lui, e non so se farei di tutto per stare con lui, ma la cosa peggiore è che io non lo vedo in un mio futuro, capisci?! Non lo vedo.»
«E chi vedi al tuo fianco?»
«Non lo so» dichiaro sconfitta.
«So solo che se ne sono innamorata non ne sono cosciente. E.. e penso che.. forse sono troppo giovane per capire cosa sia l'amore.»
Lui mi guarda triste.
«Sono venuto qui in Montana per scappare a tutto.»
«Tutto cosa?»
«Con tutto intendo il mio amore adolescenziale che mi ha completamente distrutto; gli amici inesistenti che non facevano che farmi stare male. Gli amici dovrebbero aiutarti, loro non facevano che prendermi in giro e dirmi che ero un fallito. I miei genitori che non hanno mai avuto il figlio che volevano e me lo hanno sempre fatto pesare. A causa di questo tutto ho deciso di scappare e di cambiare. Ho deciso di venire a studiare in una scuola qui in Montana. Un' ottima scuola. A quindici anni mi sono trasferito in questa scuola e ho iniziato a vivere qui. A diciotto anni ho finito il liceo e ho affittato una casa tutta mia. Ho iniziato il college. Qui ho incontrato le persone migliori di questo pianeta. Mi hanno accolto. David e Jake mi hanno accolto. Mi hanno trattato come se fossi uno di loro. Amy mi ha sempre capito. Grazie a loro sono diventato quello che sono. Sono cambiato.» sorride.
«Sei cambiato?»
«Sono diventato quello che sono, e quella stronza ha perso tanta roba» sorride di nuovo.
«Ricordo come eri» arrossisco ricordando di un piccolo bambino paffutello, con gli occhi blu, il caschetto nero.
«Mi dispiace per te» rido.
«Non dovresti. Eri così dolce e carino..»
«Adesso sono sexy e bellissimo» guardo in aria.
«Non è così?»
«Penso di avere sonno» faccio un finto sbadiglio.
«Penso di.. iniziare a provare un certo affetto nei tuoi confronti»
«Oh, mi adori, lo so» dico sorridendo.
«Ma.. ho comunque sonno, caro Dan. Continuiamo a parlare domani, che ne dici?»
Mi sorride. Mi da un bacio su una guancia, si gira dall'altra parte.
Faccio un respiro enorme, spengo la luce, e cado nel profondo del sonno.



Spazio autrice.
Salve gente! Qui che vi parla ovviamente c'è StewyT che è riuscita ad essere puntulae nonostante i maledetti impegni scolastici. 
Sono così fiera di me lol
Uhm.. niente. Spero che il capitolo vi piaccia, e spero che queste poche righe possano avervi spinte a leggere Colpa delle stelle.
Mi ha cambiata, davvero, e vorrei che lo conoscesse tutto il mondo (cosa che sta accadendo *^*)!
Spero che mi facciate sapere cosa ne pensate del capitolo (della storia) e mi lasciate qualche recensione.
Grazie.
StewyT.


 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: StewyT