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Autore: Shade Owl    25/05/2014    2 recensioni
Sconfiggere il destino è un'ardua battaglia. Lo sa bene Nathan Clarke, il quale si è preso sulle spalle più di un fardello, il più recente dei quali lo ha trovato in un bosco durante la caccia. Ma lui ha qualcosa che molti sembrano considerare solo una mera illusione, e che secondo il suo giudizio può portare enormi cambiamenti nel futuro: ha una speranza.
E la speranza di un uomo da sola dovrà tenere testa a mille difficoltà, sostenendo la piccola Athena attraverso un mondo ostile a chi, come lei, sembra avere un solo cammino davanti: quello della morte.
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STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Trangugiata a forza qualche altra cucchiaiata di zuppa (Margareth disse chiaramente che non si sarebbero alzate se prima non avesse mandato giù qualcosa), le due salirono al piano superiore, dove c’erano le camere da letto. Una volta arrivate, Margareth scaricò i bagagli ai piedi del giaciglio più lontano dalla porta e si sedette sul materasso con un sospiro.
- Non posso contattare gli altri in maniera autonoma.- disse, togliendosi uno stivale e massaggiandosi la pianta del piede, indolenzito dopo la lunga giornata - Servirebbero strumenti che non ho con me, o un piccione viaggiatore addestrato e capace di superare l’incantamento che avvolge la Rocca. E, per il momento, non possiamo procurarci nessuna di queste due cose. Dovremo aspettare prima di potergli dire qual è effettivamente la situazione.-
Athena, ferma sulla porta, non disse niente, guardandola mentre cominciava a sbottonarsi l’abito per mettersi a dormire.
- A proposito di questo, non posso portarti fino alla Rocca, al momento.- continuò - Come ti ho accennato, un potente incantamento la avvolge e la protegge. Per riuscire ad attraversarlo servono due oggetti che, uniti insieme, ti permettono di passare. Un Architetto, quando giunge lì per la prima volta, è già in possesso di queste due cose, ma va anche detto che il suo tempo è illimitato, al contrario del nostro.-
Athena annuì.
- Perché ci stanno inseguendo.- borbottò.
- Già. Per questo non ho fatto preparare un bagno.- disse Margareth, storcendo il naso e togliendosi il vestito - E ne avrei davvero bisogno. Anche tu scommetto.- aggiunse, lanciandole una rapida occhiata.
Lei esitò e poi abbassò lo sguardo su se stessa: in effetti non ci aveva pensato, ma aveva un aspetto terribile. I suoi vestiti erano strappati (in particolare i calzoni, che indossava dal giorno della fuga), il mantello era logoro, gli stivali così pieni di polvere da sembrare che avessero almeno cinquant’anni. Inoltre, vestita ci aveva pure dormito, la notte precedente, e non si era quasi mai tolta il cappello per tutto il tempo, quindi non osava immaginare in quali condizioni versasse la sua testa, che anzi le prudeva un po’.
- Sì… alla prossima sosta.- disse - Allora… questi oggetti, che roba sono? Dove li trovo?-
- Si tratta di due artefatti runici che vanno riuniti insieme.- rispose Margareth, incrociando le gambe - Ma cosa fai ancora lì sulla porta? Non vorrai dormire vestita anche stanotte?-
Athena scosse la testa e, dopo un momento, si avvicinò all’altro letto, mentre Margareth riprendeva a parlare.
- Per prima cosa, ci conviene continuare a seguire questa strada. Così arriveremo a Viniva nel giro di qualche giorno, e da lì potremo facilmente raggiungere i Drow.-
- I… i Drow?- ripeté Athena, la tunica mezza sfilata - Perché?-
- Perché il primo manufatto è custodito nelle loro gallerie.- rispose Margareth - Non sono nostri alleati, ma nemmeno nostri nemici, e non ci ostacoleranno se porteremo loro il giusto rispetto. Vedrai, sarà istruttivo.-
- Se lo dici tu.- borbottò Athena, non del tutto convinta: Nate le aveva parlato spesso dei Drow, dipingendoli come un popolo fiero e coraggioso, legato alle proprie tradizioni e, anche se un po’ diffidente nei confronti delle altre razze, non apertamente ostile. Tuttavia, in qualsiasi libro lei avesse letto la loro storia, non importava quanto autorevole o approfondito, venivano costantemente citati come parte avversa in molte guerre del passato e in alcuni conflitti minori. Certo, l’ultima volta che i Drow erano scesi in guerra contro le razze di superficie risaliva ad almeno duecento anni prima (e questo, alla luce delle parole di Margareth, poteva essere merito degli Architetti), ma erano comunque ritenuti minacciosi da molti.
Però scusa… chi sono io per giudicarli? pensò, mentre un leggero prurito le attraversava la fronte all’atto di togliersi il cappello.
- La cosa che più mi preoccupa non sono i Drow, te lo garantisco.- proseguì Margareth, ignara delle sue elucubrazioni - Quell’assassino ti ha trovata molto in fretta, oggi. Hai idea di come sia possibile?-
Athena scosse la testa, sedendosi sul letto di fronte al suo.
- Nessuna. Sono scappata attraversando le montagne, prendendo sentieri che solo Nate conosceva. Ho lasciato di sicuro qualche traccia, visto che sono corsa via senza equipaggiamento, armi o vestiti adatti, ma minima. Ci vorrebbero giorni anche per chi conosce la catena a trovare il percorso che ho fatto io.-
- Allora è probabile che, semplicemente, si aspettasse che avresti preso quella strada.- decise Margareth, annuendo lentamente tra sé, le mani giunte - Così ti ho trovata… mi sono informata su quale sarebbe stata la tua via di fuga più probabile e ti ho aspettata a Drona, setacciandola da cima a fondo per scoprire se eri già arrivata o ripartita.-
- E se mi dovessi inseguire adesso, che faresti?-
- Sapendo che sei in compagnia di un Architetto che ha ricevuto l’ordine di condurti alla Rocca, mi accerterei di impedirti di raggiungerla.- rispose lei - Considerando che un’azione diretta ha fallito, proverei a precederti e a sottrarre almeno uno dei due manufatti che stai cercando. Certo, prima dovrei sapere dove cercare, ma visto che i nostri nemici hanno ucciso Nathan Clarke è corretto supporre…-
- Aspetta… i “nostri nemici”? Al plurale?- la interruppe Athena - Pensi… che ci siano altri oltre a quel tipo?-
Margareth annuì.
- Certo. Lo hai sentito, no? Si è definito come uno qualunque, che però è stato “affascinato dalle parole di un grande uomo” o qualcosa del genere… di certo non sarà stato l’unico. Mi chiedo solo chi possa essere questo “grande uomo” e come possa avere “affascinato” un Figlio di Caino.-
Athena scosse la testa, priva di idee.
- Potremmo pensarci un’altra volta, che ne dici?- le chiese - Dopotutto, non ne sappiamo quasi niente, e abbiamo anche troppi pensieri, adesso. Arriviamo alla Rocca e poi lasciamo che siano gli Architetti a risolvere la cosa.-
- Giusto.- annuì Margareth. Sospirò, sollevando il suo sguardo cristallino fino a fissarlo nei suoi occhi - Allora, cambiando discorso… come ti senti?-
Athena si sdraiò quasi troppo in fretta, infilandosi sotto le coperte con un piccolo tramestio di gambe.
- Sto bene.- rispose, atona.
- Già, si vede.- replicò Margareth, raddrizzandosi un po’ - Tuo padre è morto, tutti quelli che conoscevi ce l’ha con te e un gruppo di assassini vuole ucciderti. Starai sicuramente benissimo.-
- Senti, si può sapere cosa vuoi?- sbottò Athena, furiosa, scattando su - Grazie per quello che stai facendo, ma come sto non ti riguarda, d’accordo?-
- Lo sto dicendo per te, stupida.- rispose tranquillamente Margareth, inarcando appena un sopracciglio sottile - Noi due non ci conosciamo, ma tenerti tutto dentro non ti aiuterà. E neanche piangerti addosso. Finora sei stata brava, ma non durerai un altro minuto di questo passo.-
- E allora cosa dovrei fare? Far finta di niente?-
- No. Ma se c’è qualcosa che vorresti tirare fuori fallo ora, o almeno prima che qualcun altro cerchi di attaccarci. E di sicuro non ti fa bene aspettare.-
Nel suo tono non c’erano né rabbia né biasimo, ma solo pazienza. Athena sentì la collera crescere ancora di più, e per un momento la sua mano corse al fianco, dove di solito conservava il coltellino trovato in montagna, prima di ricordarsi che era ancora nella cintura, in mezzo al mucchio di abiti ai piedi del letto.
A quel gesto Margareth s’irrigidì istintivamente, e la calma parve abbandonarla per un istante. Un’ombra di paura le attraversò il volto, ma passò quasi subito.
- Sei disarmata.- le ricordò.
Athena si riscosse all’improvviso, guardando la propria mano ancora appoggiata sul fianco con stupore e, al tempo stesso, orrore. Perché aveva cercato un’arma?
Volevo attaccare Margareth?
No, non voleva farlo. Non ci aveva nemmeno pensato… ma quel gesto era stato istintivo, automatico. Una specie di risposta a uno stimolo. Stava per scattare, e solo perché aveva momentaneamente perso la pazienza.
Si lasciò cadere a sedere sul materasso, svuotata.
- Mi dispiace.- mormorò.
Margareth non rispose, e nessuna delle due parlò più.

Mi sa che ho aspettato un giorno di troppo, ma ho perso il conto e, inoltre, non avrei potuto in ogni caso pubblicare, ieri. Comunque ho rimediato oggi, dai.
Ringrazio 
Ely79, Alice Spades (che ha cambiato nome), Shiho93, Kira16, NemoTheNameless, FabTaurus, Lune91, Iryael, KuRaMa FaN, King_Peter, Jasmine1996, Terry5 e Wendy90, che mi seguono. A presto!

   
 
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