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Autore: whitemushroom    25/05/2014    5 recensioni
Le luci si rispecchiano nei canali della città di Toleno, e la voce di una meravigliosa cantante è il presagio di uno spettacolo fantastico che sta per iniziare. Il sipario si solleva, ma le persone che si muovono sul palcoscenico di Gaya non sono meri attori, ma creature che soffrono, amano ed hanno dei piani per il futuro. La granduchessa di Lindblum si troverà ad un punto di non ritorno, e forse tutto quello a cui ha creduto fino a quel momento può svanire quando l'Hilda Garde si alza in volo e ad attenderla c'è uno stormo di draghi d'argento.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hildagarde Fabool / Lady Hilda, Kuja
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Non un Jenoma - e altri racconti.'
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Contrappunto, toccata e fuga
 

Oh my hero, so far away now.
Will I ever see your smile?
Love goes away, like night into day.
It's just a fading dream.
I'm the darkness, you're the stars.
Our love is brighter than the sun.
For eternity, for me there can be,
Only you, my chosen one...

 



Toleno esce da un sogno. La città ha messo il suo abito più bello proprio stasera, scuro e pieno di luci che si accendono al nostro passaggio; è pronta per andare al ballo, con il profumo delicato dell’acqua che scorre nei canali senza mai stagnare, pulita come quella dei fiumi delle montagne. Mi chiedo chi sia il ballerino che questa città sta aspettando con ansia.
Il mio mi cammina al fianco e mi dà il braccio mentre i suoi occhi scorrono dal cielo perpetuamente buio all’ingresso monumentale del teatro.
“Allora, ti piace?” mi chiede, sapendo benissimo che non riuscirei a staccare gli occhi da tutti i particolari di quella città nemmeno per un solo istante.
È la prima volta che vedo la città della musica. Cid vi è andato diverse volte da quando ci siamo sposati come rappresentante di Lindblum –e suppongo per altri motivi che spero siano acqua passata- presso il consiglio degli aristocratici, e non ha mai cessato di raccontarmi di questo posto dove tutto sembra fermarsi, dove le note sono l’unica moneta ed il gioco di carte la preoccupazione maggiore. Avevo sempre sospettato che esagerasse un po’, ma questo gioco di luci sul canale increspato mi rassicura dicendomi che per una volta mio marito ha detto la verità.
“Avresti dovuto portarmici prima …”
“Sì, ma suppongo che avresti trovato piuttosto noiose le mie partite di Tetramaster. Non sono un gran che come giocatore …” mi sorride mentre osserva due uomini che si stanno sfidando a carte proprio sulla panchina antistante il teatro. Per quanto non lo trovi un passatempo intelligente preferisco pensare Cid intento a giocare a carte che non a correre dietro alle bellezze locali. Una ragazza ci passa accanto, ed il suo profumo per un attimo è come una carezza.
Il teatro ci dà il benvenuto.
Tutti i suoni sembrano volare verso la cupola. I miei passi, quelli di Cid, il vociare degli spettatori e soprattutto la musica che viene da qualche sala distante dalla nostra. Le note raccontano qualcosa di allegro che accompagna i movimenti degli uomini e delle donne dipinti sul soffitto intonacato della cupola, dove sono intenti a lanciare le loro ricchezze in una grande cornice d’oro e marmo. Tutte le figure sono sospinte verso l’alto, sempre più su, dirette verso l’immagine di un angelo in equilibrio tra le due lune che illumina la scena semplicemente con il bianco delle sue vesti e lo sguardo che osserva tutti quanti noi. I suoi occhi sembrano di fuoco, e solo dopo qualche istante mi accorgo che sono soltanto il riflesso delle candele che rischiarano questa sala comune nonostante la notte perenne. Forse mi sto comportando come una stupida nobildonna di un regno di periferia, ma non riesco ad allontanare gli occhi da quel dipinto e dal caleidoscopio di colori che mi prendono per mano.
Mi accorgo di trovarmi con il naso all’insù da almeno un minuto quando il mio piede non trova il pavimento ma qualcosa di sicuramente meno duro e resistente.
“Si dice che agli uomini siano state distribuite le grazie in maniera uguale …” mormora la persona a cui ho pestato lo stivale. “… ma nel suo caso gli angeli si sono dimenticati di portare la delicatezza. Hanno invece abbondato con il peso”.
Non so se sia più ridicolo il suo tricorno nero, i pizzi o l’abito rosa e oro che alla giusta angolazione delle candele potrebbe accecare qualcuno. Sorride, poi guarda anche lui verso l’alto. “… anche se devo ammettere che è piuttosto difficile restare indifferenti a certa bellezza. Buona serata”.
Vorrei tanto rispondergli per le rime, ma in un battito di ciglia si è già allontanato verso l’ingresso del teatro vero e proprio; provo a seguire i suoi movimenti, ma la folla di invitati finisce per coprirmi lo sguardo.
“Hilda, ti autorizzo a uccidermi il giorno che troverai nel mio armadio un vestito simile!”
Osservo Cid, e non fa nulla per trattenere il sorriso. È sempre bellissimo quando sorride. “Già, immagino che il tuo fascino perderebbe colpi …”
“Sempre a girare il coltello nella piaga!”
“Sarà …”
Ci avviamo verso il banchetto allestito lungo il lato est del salone, ancora uno legato al braccio dell’altro. La nostra scorta ha già trovato la via che porta al cibo, e galantemente i membri dell’equipaggio dell’Hilda Garde I ci fanno ala mentre un paio di camerieri in livrea impeccabile ci porgono dei bicchieri pieni di un liquido verdognolo che non conosco. L’odore ricorda molto le spezie naj, ma Cid non sembra farsene un problema: solleva il calice nella mia direzione e non posso fare altro che brindare con lui. La bevanda mi scende nella gola, brucia leggermente e poi spande un piacevole calore nel petto e nelle spalle.
A giudicare dal rossore del viso posso immaginare che Erin ne abbia bevuti almeno tre.
A parte lo strano tipo di prima non c’è invitato che non abbia almeno mezza dozzina di persone a circondarlo; sembra una gara a chi riesce a mettersi meglio in mostra, a chi appare più stravagante. Cid mi indica una signora dal piumaggio blu ed un ventaglio che da solo vale quanto il mio scrigno di gioielli, e non ho bisogno di spiegazioni per capire che Lady Stella ha rapidamente monopolizzato l’attenzione di quasi tutti gli ospiti. La notizia delle ricompense per chi le porti le rarissime gemme Stellazio è arrivata persino a Lindblum, e sinceramente non riesco a capire cosa abbiano di tanto interessante quelle pietre a parte la rarità. Ma immagino che ciascuno sia padrone di spendere il proprio denaro come desidera, anche se la folla di gente che le si prostra davanti e le espone il frutto delle sue ricerche sta iniziando a farsi insopportabile.
“Oh, questo è niente …” sussurra Cid, quasi leggendo nei miei pensieri. “Non hai idea di come diventi questo teatro quando è in visita la regina Brahne. Non saprei dire se sono peggio i cortigiani o i Plutò che cercano di portare ordine”.
La musica riprende, anche più soave. Sono felice che manchi poco all’inizio della rappresentazione. L’attenzione di Cid viene calamitata da una coppia di distinti gentiluomini, che dopo avermi fatto il baciamano più freddo della storia –senza presentarsi, tra l’altro- iniziano con lui una lunga discussione sull’andamento della produzione delle aeronavi di Lindblum e mio marito si butta nell’esaltazione dell’ Hilda Garde I e del suo nuovo sistema di locomozione. Il resto dell’equipaggio si unisce a lui e divento il più elegante dei soprammobili della stanza.
O almeno è quello che vorrei essere.
Riesco a sentire i loro sussurri.
A vedere i loro sguardi dietro ai ventagli.
Lady Stella ha su di sé gli occhi ammirati di molti nobili, così come la duchessa Mira raccoglie i sorrisi dei cavalieri, ma so benissimo che tante persone sono venute qui anche per vedere la Strega. Vogliono sentire il profumo della donna che ha sottratto il granduca di Lindblum alle nobili famiglie del continente e cercare di capire i segreti delle sue malie. Speravo realmente di poter trascorrere una serata nell’anonimato della nobiltà, ma temo di essermi sbagliata, specie quando incrocio lo sguardo di un paio di fanciulle dai grandi capelli pieni di boccoli e quelle guardano immediatamente da un’altra parte. Chissà, forse si aspettavano una sirena, una succube o qualcosa di molto più fantastico.
Spero di deluderli. Tutti, dal primo all’ultimo. Tutti quelli che mi vedono come una seduttrice aggrappata al braccio di Cid per tenerlo tutto per me senza immaginare neanche per un secondo quanta fatica possa costarmi. Spero che la notizia delle sue avventure romantiche non abbia fatto il giro di Toleno, perché a questo punto preferirei essere temuta come Strega che non derisa come moglie.
Già, forse sarebbe meglio essere davvero una Strega, trasformarli tutti in rospi con parrucche e vestiti di pizzo e ridere di loro finché non è finita la serata.
Una campana pone fine alla prima fase di questa agonia dorata. Le porte del cuore del teatro si aprono, ed i servitori gentilmente ci invitano a prendere posto all’interno. Quelle patelle che si sono avvinghiate a mio marito finalmente lasciano la presa, anche se lui non si accorge affatto di avermi lasciata a prendere la polvere al suo fianco. “Beh, suvvia, cosa stiamo aspettando?”
Spero che lo spettacolo sia all’altezza, o quel liquido speziato mi rimarrà sullo stomaco per tutta la serata.
  
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