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Autore: Kwon_Yuri    25/05/2014    0 recensioni
Lumia. Una realtà parallela completamente distaccata dalla realtà, un luogo dove le leggi del tempo non hanno regole..un luogo dove per millenni la gente ha vissuto in prosperità..Nessuna guerra..nessun conflitto.
Ma, quando quest'equilibrio verrà meno allora..sarà solo il buio più totale.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 100
- Il lavoro manuale fortifica il fisico e la mente -
- Richiesta di manodopera nell’area B4-S..-
- Lavoro, lavoro, lavoro, lavoro...- 

 
Quella parola continuava a rimbombarmi nella mente come se avessi un disco rotto incorporato nel cervello.
Le mie giornate erano oramai scandite solamente da ininterrotte fasi di lavoro, nessuno in questa comunità poteva sottrarsi, o per meglio dire, nessuno osava disubbidire ad un ordine anche perchè sapeva benissimo che sarebbe andato incontro a punizioni severe, quasi al limite della sopportazioni.
Uomini, donne e persino bambini, tutti dovevano collaborare in misura uguale alla costruzione di quella che sarebbe stata la macchina che avrebbe dovuto riportarci indietro. 
Per quanto io desiderassi ritornare a casa e porre una volta per tutte fine a questa situazione, finivo per ritrovarmi ancora intrappolata in questo mondo sconosciuto.
Quante volte ho desiderato che tutto ciò fosse soltanto un sogno ma ad ogni mio risveglio mi accorgevo che invece era la realtà.
Questo è ormai il centesimo giorno da quando mi ritrovai intrappolata insieme ad altre persone in questo Mondo, nessun segnale, nessun aiuto, nessuna speranza. Niente.

L’ultima cosa che mi ricordavo erano le lancette dell’orologio da polso che segnavano  le 23:28, mentre aspettavo che il semaforo di quel dannato incrocio diventaste subito verde.
< < Aish, ci mancava solo questo, come se non fossi già abbastanza nervosa di mio! > >  
Si mise le mani nei capelli e li scompigliò tutti facendola sembrare come una appena uscita da una seduta psichiatrica.
Stava per avere una crisi di nervi quando finalmente scattò il tanto atteso verde e senza perdere tempo premette sull’acceleratore.
< < Ma chi me l’ha fatto fare di partecipare a questa riunione, chi!?! Ho fatto tutto di testa mia, sono IO la stupida che si è lasciata abbindolare dal sorriso di quel dannato ragioniere..> > proseguì un attimo in silenzio < <.. Oppure.. sono state le occhiate lanciate da quel giovane ufficiale dell’esercito ?! > > Cominciò a picchiare forte i pugni sul volante incurante del fatto che stava facendo uscire di strada tutte le macchine che le erano intorno per via del clacson che continuava a suonare incessantemente senza motivo mentre lei non riusciva più né a vedere né a sentire niente a causa del fumo che le sue orecchie continuavano a gettare.
Ancora preda di istinti rabbiosi i suoi occhi riuscirono però a notare una grande villa in lontananza, –deve essere sicuramente la residenza del governatore-  si trattava di un’enorme complesso a tre piani tutto circondato da lussuosi giardini, campi da golf curati in maniera pressoché maniacale e, come ogni buon governatore che si rispetti, non poteva mancare il laghetto privato dietro alla villa, fatto scavare e riempire tutto a spese dei cittadini di Busan.
Ovviamente.
Man mano che si avvicinava non poté fare altro che rimane incantata da quei magnifici giochi di luce ed acqua che illuminavano l’intera area residenziale, pareva quasi di stare in un altro mondo.
Trovato un posto libero parcheggiò la propria macchina e scelse dirigendosi insieme ad altri invitati verso l’ingresso.
 
< > il consierge le tolse delicatamente il cappotto e l’appoggiò con uguale delicatezza anche sul suo avambraccio, poi l’accompagnò all’interno della maestosa sala.
Era piena di gente, tutta ben vestita e sicuramente appartenente all’alta società, il loro era un mondo che non aveva niente a che fare con il mio. Ma osservando attentamente i volto della gente ne notai uno famigliare, Annie.
Mi avvicinai a lei contenta di trovare qualcuno con cui intrattenermi
< >  disse toccandole leggermente la spalla.
< < Lilian, dovrei essere io a farti questa domanda > > rise a bassa voce per poi continuare  < < Io sono stata costretta a venire per via di..> > senza parlare mi indicò con gli occhi l’omone che stava alle nostre spalle
< < Scusa ma..sarebbe?> >
< < E’ generale dell’esercito, è venuto per cercare nuove reclute per la sua squadra > >
 Si trattava di un omone altro circa un metro e novanta con una corporatura massiccia e la testa calva, doveva essere sulla sessantina d’anni.
La cosa più spaventosa erano i suoi occhi.
Vuoti.  Non esprimevano nessuna emozione, niente.
 Questo era il volto di chi ha visto più di una volta in faccia la morte, questo è il volto di chi non esita in battaglia e che la vita la rischia veramente.
Il vuoto. Un vuoto che continuava a rimbopmbarmi nella mente come un'eco. Come se mi stesse chiamando a sè.
Ero ancora persa fra i miei pensieri quando di colpo tutte le luci della sala si spensero.
Tutti i presenti cominciamo ad agitarsi e a domandarsi che cosa mai fosse successo ma nessuno rispondeva o osava parlare, era come se si fossero tutti pietrificati.
Nel silenzio della sala si udì un urlo, non un urlo normale. Un urlo di terrore.
Istintivamente  tutti si voltarono nella direzione dalla quale provenne l’urlo, ma l’unica cosa che riuscirono a vedere fu la donna con un braccio alzato in alto verso la grande cupola di vetro. Da essa si intravide uno spettacolo spaventoso.
Nella profonda oscurità del cielo, una breccia che partì dal suolo si innalzò in alto e colpì il cielo dividendolo nettamente in due parti e dal centro, una strana luce scese a terra quasi a risucchiare qualsiasi cosa trovi sul suo cammino, umani compresi.
Tutti cominciarono a scappare e correre cercando di uscire da quella villa maledetta e mettersi al riparo ma la confusione ormai regnava sovrana.
< < Non possiamo rimanere qui, dobbiamo andarcene> > presi per il braccio Anni e cercai di spingerla ma lei non ne voleva sapere, aveva il viso rivolto verso terra e non mostrava nessun segno di volersi muovere
< < Sei pazza, che stai aspettando, muoviti!> > pensai che forse era solo il panico ad averle bloccata ma invece la storia era ben diversa.
< < E’ inutile Lilian, non possiamo sfuggirle > >finalmente decise di parlare ma non era certamente quello che mi aspettavo di sentire
< < Che cosa intendi, piantala e vieni!> >
< < Ti ho detto che ormai è troppo tardi, era inevitabile. Il portale si è riaperto> >
< < Di quale portale stai parlando? Per caso c’entri qualcosa? Dimmelo> > scoppio in una fragorosa risata < < Ho capito, è tutto uno scherzo, mi stai solo prendendo in giro> >
Mi girai intorno a me e vidi che altra gente era rimasta nella sala: Il Governatore, Il Generale, Il ragioniere Philip e altri che non avevo mai visto.
Ma che diamine stava succedendo
Improvvisamente una forte luce illuminò il complesso che mi costrinse a chiudere gli occhi.
Mi sentì lacerare la pelle ed ogni organo interno, ogni singola cellulare nel mio corpo stava ribollendo. Il dolore era così insopportabile che caddi in ginocchio, non riuscivo più a vedere niente era come se tutto il peso dell’umanità si fosse scatenato su di me.
Poi fu il buio più totale.
Ero stata risucchiata dalla luce.
 
 
  
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