Sollevo
il capo.
Nuvole
bianche e filamentose si muovono lentamente
spinte dal vento, che mi scompiglia i capelli, ma nonostante la lieve
frescura
che esso porta, sto sudando.
Fa
davvero caldo.
-Che
diavolo è ‘sto caldo improvviso!- Si lamenta Saya
mentre apre la cerniera dello zaino. Si passa una mano tra i capelli
castani e
poi la affonda nella tela scura.
Mi
appoggio a un tronco e faccio un lungo respiro,
questa afa mi infonde un senso di pigrizia, ho voglia di accovacciarmi
a terra
e dormire. Dormire finché questo inferno non sarà
finito.
Un
rumore mi fa sollevare lo sguardo.
Tutto
succede nel giro di qualche secondo. Una ragazza
dai tratti marcati e dalla pelle scurissima sbuca fuori da un cespuglio
con in
mano un coltello e si fionda contro Saya. Lei fa in tempo ad estrarre
una
lancia e trafiggerla prima che riuscisse solamente a toccarla.
Il
corpo della ragazzona cade a terra senza vita.
–Come…-
Un
colpo di cannone risuona nell’Arena.
–Principiante…-
Commenta la ragazza del 6.
Come
ha potuto uccidere qualcuno così, a sangue
freddo? Se io, che ho colpito Marvel per farlo cadere, ho avuto gli
incubi per
tutta la notte, cosa starà provando lei?
Devo
imparare a non stupirmi più di nulla in questa
dannatissima Arena. La morte non deve essere più un problema
per nessuno.
Saya
si accovaccia di nuovo come se nulla fosse e
estrae dalla zaino la busta di carne secca che mangiai con Richard, il
ricordo
mi provoca una fitta al cuore. –Uh-uhh. Questi volevi
tenerceli nascosti?-.
-Non
li apro da quando Richard…- Mi interrompo e la
guardo. Sentire il suo nome ha colpito anche lei, nonostante tutto era
il suo
compagno di distretto.
Si
solleva dallo zaino e mi raggiunge, piazzandosi di
fronte a me. –Gale io… non ti ho ancora
ringraziato per averlo tenuto con te…-.
Parla
con un tono roco e pacato, che non le
appartiene. –Salvato?- Chiedo –È morto
per colpa mia!-.
Batto
un pugno contro il tronco dell’albero e le
ferite che avevo sulle nocche si aprono.
Il
caldo, che prima era fastidioso, adesso è davvero
soffocante. La mia maglietta è tutta bagnata di sudore, e
Saya si è legata i
capelli.
-Gale,
tu non centri. Qui dentro sono queste le
regole.- Appoggia una mano sul mio petto e si avvicina pericolosamente.
-Le
regole?!- Chiedo alzando la voce.
Sento
un forte odore di bruciato che mi pizzica l’interno
del naso.
-Io…
volevo solo ringraziarti e dirti che in ogni caso
la colpa non è tua.- Ho ancora la mente annebbiata, mi
accorgo di quello che
sta succedendo solo quando è troppo tardi per farlo.
Saya
mi sta baciando. In un secondo la spingo all’indietro
e sento la traiettoria semicircolare di una lama tagliarmi lievemente
una parte
della gola.
La
ferita è superficiale, un taglietto.
-Cosa
diavolo..?!-
Saya
è a terra e ride. –Cavolo, non sei così
stupido
come pensavo!-
Una
lancia vola dalla mia destra e si conficca nella
coscia della ragazza del 6. La sua risata si trasforma in un grido di
dolore.
-Andiamocene!-
Urla Leevy. Afferro la lancia e lo
zaino ancora aperto e inizio a correre.
L’erba
sotto i nostri piedi scricchiola come stessimo
camminando su vetri rotti. Leevy ha uno sguardo serio e impassibile.
Quando
siamo lontani abbastanza ci fermiamo.
-Co..
cosa hai visto?- Chiedo ansimando per la corsa.
-Abbastanza.-
Risponde lei secca.
Si
siede a terra e si volta dal lato opposto al mio. –Che
significa abbastanza?- Riesco a dire tra un ansimare e
l’altro.
-Significa
abbastanza, Gale.-
-Mi
dispiace.-
Risponde
con uno sbuffo di scherno.
-È...
È stata lei ad avvicinarsi a me! Stava anche per
farmi saltare la testa!- Sollevo la testa in segno di resa e osservo il
cielo:
onde di afa distorcono le nubi e l’odore di bruciato si fa
più intenso.
-Già,
peccato che ci abbia provato dopo almeno tre
minuti che eravate attaccati.- Risponde atona la mia compagna di
distretto.
-Ti
da fastidio?-
-Figurati
se mi da fastidio..- Risponde arrossendo un
po’.
Di
colpo una colonna di fumo nerissimo sale al cielo,
non è il genere di fumo che produrrebbe un fuocherello da
campo.
-Saya!-
-Io
vado alla radura, ci vediamo lì.- Leevy capisce le
mie intenzioni e si allontana.
Le
afferro la mano per fermarla. –Scusa..-.
Si
libera con uno strattone e si dirige verso la zona
Sud.
Inizio
a correre come non ho mai fatto prima, non so perché
lo sto facendo, ma sono sicuro che nelle sue parole c’era
almeno un tono di
verità. Non posso lasciarla morire, non ci riesco.
Rivedo
il volto di Richard, che mi sono fatto sfuggire
dalle mani come una farfalla. Capace di arrivare in cielo, ma al
contempo
fragile e minuta.
Stringo
i pugni: non permetterò che accada di nuovo.
Quando
arrivo, un tronco enorme e infuocato blocca
quasi tutto il passaggio. Decido di aggirarlo passando dietro un
mucchio di
alberi dal tronco largo e spazioso. Il calore mi fa sudare.
Di
colpo è come tornare nel sogno, fuoco e orbite
bruciate. Penso allo stato in cui troverò Saya, se la
troverò tutta intera.
Scuoto
forte la testa e cerco di scavalcare un tronco
rovente che mi porta direttamente al centro della zona in cui mi
trovavo a “fare
l’inventario” qualche minuto prima.
Un
tronco grande e rovente taglia a metà la zona di
erba mezza carbonizzata, le fiamme non lo avvolgono, ma uno strato di
corteccia
bruciata e fumante lo ricopre in tutta la sua lunghezza; è
così grande che
quasi non vedo la figura che si muove sotto di esso.
La
metà di un volto arrossato sta fermo, con le
palpebre chiuse, poco sotto sbucano un braccio e una gamba pieni di
segni di
scottatura.
-Saya…-
Volevo urlare, ma vederla in quello stato mi
ha fatto strozzare la voce in gola.
L’occhio
che riesco a vedere si apre e una pupilla
scura e dilatata mi fissa. –Uh, ciao Gale.-
La
sua voce è bassissima, non riesco ad avvicinarmi,
il tronco mi fa da barriera. Devo saltarlo.
-Non
ci provare!- Mi dice come capendo le mie
intenzioni. –Se ci provi finirai arrosto, come me..-.
Sorride
a metà. Riesco finalmente a proferire parola:
-Sta ferma, te lo tolgo di dosso.-
Scoppia
a ridere in tono roco. –Allora non mi ero
sbagliata a reputarti un idiota. Prima tento di sgozzarti, e poi vieni
pure a
salvarmi?-
-Lo
so che non l’avresti fatto.-
-Non
mi conosci.- Sorride debolmente.
-Leevy
mi ha detto che siamo stati attaccati per quasi
tre minuti, l’ho realizzato dopo, per questo non ti ho
spostata prima.- Faccio
un respiro –Se avessi voluto davvero uccidermi, avresti
potuto farlo in tutto
quel tempo. Hai aspettato che ti scansassi per ferirmi lievemente.-
Ride
di nuovo. –Sei un bel ragazzo, è stato piacevole
baciarti.-
-Dimmi
il perché.- Mentre parliamo mi avvicino sempre
di più. Non ho intenzione di lasciarla qui.
–Perchè volevi che scappassimo, perché
non ci hai uccisi?-.
-Perché
la tua amica mi ha colpita, altrimenti ti
avrei finito in quel momento.- Risponde senza perdere il suo sorriso
scaltro.
Nonostante tutto sta sorridendo, mi sta sfidando.
-Stai
mentendo.-.
-Vediamo
se ci arrivi da solo, allora.-.
Mi
arrampico su un albero ancora integro. Salto giù e
mi ritrovo davanti a lei. –Che stai facendo? Non vedi in che
stato sono?-.
La
osservo. Devo trovare un bastone per sollevare il
tronco, lo userò come leva.
-Sto
morendo, idiota. Ho qualche costola incrinata e
sicuramente braccio e gamba rotti, anche se riuscissi a salvarmi, cosa
avresti
intenzione di fare per curarmi?-
-Troverò
un modo..- Ho la voce spezzata. –Ora dimmi la
verità. Tu hai ucciso così in fretta la ragazza
anche se non avresti voluto,
per dare un segnale a Leevy, che era al lago. Farla arrivare in tempo
per
scappare con me e lasciarti sola. Il fatto che volevi uccidermi era
solo un
diversivo.- Faccio un grande respiro. Il tronco scuro che la sovrasta
è circondato
da alberi carbonizzati, trovare un bastone qua introno non
sarà facile.
Il
tramonto manda bagliori rosa pastello sul suolo
scuro.
-Che
cosa avevi in mente?!- Chiedo alzando la voce.
Non posso fare nulla, è frustrante.
-All’inizio
volevo ucciderti, sì, ma dopo tutto ciò
che è successo con Richard mi sei piaicuto, Gale.- Tossisce
–Ma ora non pensare
che mi dichiarerò, non sono una femminuccia idiota. Sei
sexy, tutto qui.-
-Vado
a cercare un bastone.- Mi volto, ma la sua voce
mi blocca. –Il tramonto, bel momento per morire, dai.-
-Che
diavolo dici?! Ti tirerò fuori da lì.-
-Gale,
grazie ancora per Richard, io non credo sarei
stata in grado di aiutarlo.- Mi guarda e di colpo tira fuori la lingua
e le sue
mascelle si chiudono intorno ad essa. Se la taglia di netto?
-Che
fai?!- Sto urlando, mentre le lacrime mi bagnano
il volto. Mi guarda con i suoi occhi scaltri, mentre il sangue le
inonda il
mento.
Oh
mio
Dio, di nuovo.
-Saya,
dovevo salvarti!- Mi guarda ancora, sta volta
ha lo stesso sguardo di quando mi disse Non
è colpa tua.
Mi
stringo la testa tra le mani.
Sono
fermo, mentre lei sta morendo dissanguata.
Fa
un cenno con la testa verso la zona dove sono
venuto. È chiaramente un Vattene.
Mi
avvicino a lei, ho il volto bagnato dalle lacrime.
I suoi occhi scuri e penetranti si stanno chiudendo, sta morendo
davanti ai
miei occhi. –Scusa..- Sussurro prima di lasciarle un bacio
sulla fronte sudata
e piena di escoriazioni.
Sto
correndo, verso Leevy, l’unica persona cara che mi
è rimasta qua dentro, e so che non lascerò che
riaccada quello che ho appena
vissuto. So che la prossima volta non starò fermo a
piangere, come un idiota.
So
che la prossima volta al posto di Saya, Richard,
Marvel, ci sarò io.
Un
colpo di cannone risuona ed è come se avesse mirato
al mio cuore.
La
trovo appoggiata a un tronco, quando mi vede
tornare solo si avvicina e mi abbraccia, senza dire parole.
-Lei…
voleva che ce ne andassimo insieme, non aveva
intenzione di uccidermi, Leevy io non sono capace di fare un cazzo. Non
riesco
nemmeno a proteggere le persone che voglio tenere accanto, capisci?
Davvero,
non…- Oltre ogni previsione mi tappa la bocca, con la sua.
Mi
sta baciando di sua spontanea volontà.
Non
dura molto, senza dire niente si allontana e si
ferma ai piedi di un albero, non si volta: -Riposati.-.
Mi
siedo a terra, ma non voglio dormire, intanto un
altro colpo di cannone ci scuote.
-Dobbiamo
parlare…- Le dico, -Io non capisco cosa…-.
-Neanch’io,
ma visto che moriremo sto cercando di fare
tutto quello che non ho mai avuto il coraggio di fare..- Mi interrompe
senza
guardarmi. –Scusa me sembro troppo…- Non sa cosa
dire, le mancano le parole.
-Non
sei troppo
in nulla. Lo so che ho ucciso Marvel, ma… hai paura che
accada anche con te?-
-Cosa?!-
Drizza di colpo la schiena e mi guarda con
gli occhi sbarrati.
Anche
lei è sudata come me per la temperatura, che non
accenna a scendere.
Il
suo tono docile non è cambiato, ma sembra davvero
sconvolta. –Tu… tu pensavo questo?-.
-Ogni
volta che mi avvicinavo eri sempre sulla
difensiva, io…-.
Fa
un respiro. –Gale, ci siamo visti un paio di volte
prima degli Hunger Games, dov’è succeso?-, mi
parla in tono calmo.
-Nella
zona a ovest, intorno la casa di Cray, il capo
dei Pacificatori…- Rispondo vago.
-Già,
e la mia paura sono i Pacificatori, fai due più
due..-
Di
colpo mi sento un completo idiota. Ho sempre avuto
la testa piena di pensieri su tutto quello che è successo,
ma non mi sono mai
accorto di quello che avevo davanti agli occhi.
-Leevy…-
-Non
dire niente, non è importante. Ora capisci il
perché
di tutto quello che faccio?- Sta piangendo.
Si
prende la testa fra le mani e si alza. –Voglio
stare un po’ da sola, non seguirmi..-.
Sale
sull’albero con movimenti lenti, abbastanza in
alto perché non possa vederla.
Leevy
era una ragazza che si vendeva ai Pacificatori.
Appoggio
la testa al tronco dell’albero. No l’ho mai
capito, e per colpa della mia stupidità lei ha dovuto anche
ripensarci.
L’ho
sempre vista come un ragazza pura, timida.
Gli
Hunger Games, Capitol City, i distretti. Tutto ci
distrugge dentro e fuori.
Richard
voleva studiare le stelle, Marvel voleva
rendere fieri i propri genitori, Saya voleva una vita tranquilla,
voleva
proteggere i suoi amici.
Adesso
più che mai voglio che tutto finisca, ma in
fondo Haymitch ha ragione.
Cosa
può
fare un ragazzo contro un intero Stato?
Cosa
succede lì, a Capitol City, che noi non possiamo
vedere?
Dall’esterno
l’Arena è una corazza invalicabile, dove
una sola persona può uscire viva, ma tutto ha un punto
debole.
Mi
sollevo e mi siedo sull’erba, lontano dall’albero.
Tutto
ha
un punto debole.
Ciao lettori!
Scusate per il tempo che vi ho fatto aspettare prima di pubblicare il capitolo, ma davvero, gli impegni scolastici si stanno facendo soffocanti!
Fortunatamente questi giorni resterò a casa perchè la mia scuola ospita i seggi elettorali, quindi avrò tempo per scrivere e portanrmi avanti con i capitoli.
Ho un'idea sul finale, ma credo che sarà uno schifo, quindi cercherò di "sgrezzarla"!
Per la gioia di "qualcuno" (coff coff) ha inserito un bel pò di Geavy, spero di non aver esagerato, però!
E quindi, dopo aver conosciuto il lato romantico di Saya vi saluto, e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
PS. Sì, ho cambiato di nuovo nickname per la gioia di chi deve ricordarseli tutti.
Harusame (Ex Weather_)
Ciao lettori!
Scusate per il tempo che vi ho fatto aspettare prima di pubblicare il capitolo, ma davvero, gli impegni scolastici si stanno facendo soffocanti!
Fortunatamente questi giorni resterò a casa perchè la mia scuola ospita i seggi elettorali, quindi avrò tempo per scrivere e portanrmi avanti con i capitoli.
Ho un'idea sul finale, ma credo che sarà uno schifo, quindi cercherò di "sgrezzarla"!
Per la gioia di "qualcuno" (coff coff) ha inserito un bel pò di Geavy, spero di non aver esagerato, però!
E quindi, dopo aver conosciuto il lato romantico di Saya vi saluto, e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
PS. Sì, ho cambiato di nuovo nickname per la gioia di chi deve ricordarseli tutti.
Harusame (Ex Weather_)