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Autore: BBdreamES    02/08/2008    5 recensioni
La Guerra è finita. Voldemort è finalmente morto. Ma insieme a lui, sono morti anche parenti e amici. Ci sono cicatrici troppo difficili da curare, ma Harry, Ginny, Ron e Hermione ne hanno passate tante: insieme riusciranno a raggiungere anche questo ultimo, meritato traguardo. E la nuova vita comincia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La Tana2 CAPITOLO 2_LA TANA

 

Camminavano lenti, calcolando ogni passo. Nessuno di loro aveva voglia di entrare in Sala Grande. Nessuno di loro aveva voglia di ritrovarsi lì, vicino ai corpi senza vita di amici e parenti. Nessuno di loro pensava di avere la forza per stare in piedi, davanti a loro, a rimpiangere di essere ancora vivi. Ma dovevano farlo; dovevano entrare.

Quando fecero il primo passo dentro la Sala silenziosa, trattenendo il respiro come aspettandosi chissà cosa, il terrore li pervase. C’erano flash ovunque, e giornalisti che gli si accalcarono addosso.

Harry  non riusciva a respirare. Mani non sue gli prendevano i vestiti e lo strattonavano con tanta forza che faceva fatica a rimanere in piedi. A giudicare dalli strilli indignati di Hermione, anche lei e Ron erano rimasti incastrati nella bolgia.

-Signor Potter! Signor Potter! –  Un mago sulla cinquantina, capelli arruffati e abiti sgualciti, lo chiamava sovrastando gli urli dei giornalisti che cercavano di estorcergli informazioni, che lo lodavano, lo adulavano e gli chiedevano interviste. – Lei ha il dovere di rilasciare un’intervista!- Era quasi arrabbiato, indignato.

 

-Il Signor Potter non ha alcun dovere!- ululò la professoressa Mc. Granit facendosi spazio tra i giornalisti.

-Un po’ di contegno, che diamine! Questa non è una sala giochi, qui c’è gente che soffre!- Il tono della Mc Granitt non ammetteva repliche e i giornalisti si calmarono un po’ e smisero di urlare, probabilmente ricordandosi che c’erano dei morti in quella sala.

 

-Rilascerò un’intervista-

 

Ron e Hermione lo guardavano stupefatti ma le parole fluirono da sole dalla sua bocca, senza che lui riuscisse a controllarle. In realtà, non provò nemmeno a controllarle. Si sentiva come sotto l’effetto della Felix Felicis, sentiva che le parole che stava dicendo erano le parole che bisognava dire, ma a differenza della volta in cui aveva usato la pozione della fortuna, non si sentiva affatto felice.

I giornalisti lo fissavano, avidi.

-Rilascerò un’intervista. Ma non ora, non qui.-

Gli sguardi avidi dei giornalisti non erano scomparsi mentre molti di loro chiedevano concitati  - A chi, Mister Potter? A quale giornale?-

Erano così spaventosamente agitati e bramosi che Harry provò un disgusto tale che non dovette riflettere neppure qualche secondo prima di affermare sicuro  - Al Cavillo.-

Poi, senza degnare di uno sguardo ai volti increduli dei giornalisti, guidò Ron e Hermione fuori dalla mischia, verso il tavolo dove erano seduti i Weasley, che lo stavano fissando.

 

-Credo che nella tua intervista di domani non dovresti accennare al fatto che il padre di Luna ci ha quasi uccisi… Sai, credo che il Cavillo perderebbe lettori- gli sussurrò Ron, sarcastico.

Sapeva che il rosso non aveva perdonato il Signor Loovegood per quello che aveva fatto. Ma Harry era di un’altra opinione: in fondo, lo aveva fatto per sua figlia.

-Me lo ricorderai tu domani, Ronald.-

-Io?-

-Beh sì… sarai con me e Hermione nell’intervista no?- gli rispose con un sorriso.

Hermione lo guardò per un attimo, stupefatta, poi dovette valutare la scelta di Harry buona perché non obbiettò. Al contrario sorrise vedendo l’imbarazzo di Ron, che aveva le orecchie in fiamme e che aveva cominciato a farfugliare che non sarebbe mai andato, e che nessuno avrebbe mai voluto sapere le sue opinioni e che era Harry l’eroe, non lui.

Harry fu sollevato quando la professoressa Mc Granitt li superò e interruppe Ron.

-Mossa audace, Signor Potter. Mossa audace.- gli disse in tono calmo, prima di sorpassare i tre ragazzi e avvicinarsi alla signora Weasley e a Ginny. I tre la osservarono mentre parlava con le due donne e poi, successivamente, mentre si allontanava. Harry era sicuro che, prima di voltarsi, la Mc. Granitt gli avesse fatto l’occhiolino.

Intontito, raggiunse Ron e Hermione che erano già difronte ai Weasley.

 

 

 

 

-Credo che dovremmo tornare alla Tana-

La voce del signor Weasley era così spenta che Harry si meravigliò di riuscire a sentirla.

Incontrò lo sguardò di George e lo vide vacuo e triste e una morsa gli strinse il cuore.

Cercò gli occhi di Hermione e li trovò: anche lei, come lui, sembrava sentirsi lontano dai Weasley in quel momento, come se il loro dolore fosse troppo poco in confronto a quello della famiglia, e la cosa faceva stare male entrambi.

 

I giorni che seguirono furono i più tristi che Harry avesse mai passato alla Tana.  La signora Weasley si alzava tardissimo, così come tutti gli altri Weasley, così che Harry e Hermione dovettero prendere l’abitudine di prepararsi la colazione da soli.

Harry portava sempre la colazione anche a Ginny, che era sveglia ma si rifiutava categoricamente di scendere in cucina perché non voleva  trovarla vuota e triste. Fra tutti i Weasley, in effetti, Ginny sembrava essere quella che aveva reagito meglio alla morte di Fred. E questo non perché gli fosse meno attaccata, perché come sapevano sia Harry che Hermione gli voleva molto bene, ma perché, semplicemente, accettava l’aiuto che i due ragazzi le offrivano, parlava con entrambi delle sue sofferenze e entrambi parlavano con lei, cercando di tirarla un po’ su di morale e raccontandole alcuni pezzi della storia che avevano vissuto nell’anno in cui erano stati lontano dalla Tana. Ginny era così sollevata che Harry non l’avesse esclusa dalla sua vita ma che, anzi, insieme ad Hermione sembrava vivere per lei, che si sforzò di andare avanti e di superare la morte del fratello nel migliore dei modi possibili.

Ron invece non era aperto quanto la sorella. Malgrado Hermione passasse gran parte della giornata da sola con lui, sembrava che non ottenesse grandi risultati.

Anche Harry passava molto tempo con l’amico, ma non tentava neppure di farlo parlare, perché lo capiva forse meglio di chiunque altro e sapeva che sarebbe stato inutile. Forse fu per questo che solo con lui Ron cominciò pian piano a riprendersi. Ogni tanto spezzava i silenzi con qualche frase su Fred o qualche considerazione sulla Guerra; allora Harry capiva che poteva parlare, chiudeva La Gazzetta e cominciava cautamente a parlare con l’amico della morte di Fred e del fatto che la vita dovesse andare avanti. E per quanto Ron fosse restio ad ascoltare frasi del genere, i cambiamenti, giorno per giorno, si notavano.

L’evento che risvegliò del tutto i due giovani Weasley, però, fu l’uscita in edicola del numero 1675 del Cavillo, numero in cui era contenuta anche l’intervista che Harry aveva rilasciato. Siccome Ron si era categoricamente rifiutato di accompagnarlo e Hermione aveva preferito restare alla Tana con i Weasley, Harry aveva dovuto affrontare l’intervista da solo. Così, il giorno dopo la fine della Guerra si era messo il mantello, aveva baciato Ginny e salutato Hermione, poi, dopo essere uscito di casa, si era materializzato a casa di Luna. Con sua grande sorpresa scoprì che non sarebbe stato il signor Loovegood a fargli le domande ma bensì sua figlia, Luna.

Quando la porta di casa Loovegood si aprì dopo che lui aveva bussato, Harry si ritrovò abbracciato a Luna, che sembrava elettrizzata dall’evento.

-Sai, per un po’ aiuterò papà al giornale!- Gli aveva detto in tono confidenziale –Almeno finchè non tornerò a Hogwarts almeno-

Harry fu stupito dalla felicità della ragazza: erano giorni che non vedeva un vero sorriso sulla faccia di qualcuno. E quella di quel giorno si rivelò in assoluto l’intervista più divertente che Harry avesse mai fatto o letto. Mentre lui tentava di spiegare come meglio poteva i meccanismi degli Horcrux, il rapporto con Silente, la Profezia che lo rendeva il Prescelto e rivangava dolorosamente il passato, rivivendo morti che lo avevano fatto soffrire, Luna lo interrompeva garbatamente e gli chiedeva, con un sorriso a trentadue denti e uno sguardo molto interessato, quale fosse secondo lui il cibo adatto ai Ricciocorni Schiantosi o se, al suo quarto anno, avesse per caso trovato nel Lago di Hogwarts un Plimpo Gigante.

Harry non riuscì a trattenersi dal ridere di gusto in almeno due occasioni ma Luna non parve neppure sfiorare l’idea che il ragazzo stesse ridendo delle sue domande. Si guardò invece in torno entusiasta e, saltellando sulla sedia, dichiarò che Harry era appena stato morso da una Farfarata, un insetto color indaco che provocava una sorta di ridarella.

Quando un allocco piuttosto vistoso planò sul tavolo della cucina della Tana, Harry capì subito che Luna doveva avergli mandato una copia del Cavillo. L’allocco, che aveva al collo una pesante collana verde pisello, faticò parecchio a rialzarsi e Hermione, dopo che Harry aveva preso il Cavillo dalla sua zampa, dovette portarlo di peso alla finestra perché da solo non riusciva a riprendere il volo.

Appena Ginny vide la copertina gli tolse la rivista di mano.

-Non potevi abbottonare un altro bottone alla camicia vero? Ti costava troppa fatica- sembrava un po’ alterata.

Hermione si avvicinò a Ginny, che continuava a scrutare con occhi lampeggianti la foto di Harry che indossava una camicia bianca un po’ aperta sul davanti, e scoppiò a ridere.

-Ben poco da ridere- borbottò la rossa.

-O andiamo Ginny! Avrà non più di cinque centimentri di pelle scoperti! Neppure un prete sarebbe così casto- la riprese sempre sorridendo Hermione.

-Un cosa?-

Ron era appena entrato nella stanza. Si avvicinò e sbirciò tra le braccia della sorella.

-Attraente amico.- sorrise a Harry.

-Ecco! Visto!- Ginny sembrava davvero furiosa. Ron la guardò stupefatto e cercò gli occhi di Harry, ma il moro gli evitò e si alzò per andare di fronte a Ginny.

-E’ solo un bottone…- le sussurrò sorridendo e abbracciandola da dietro  -e lo sai che sono solo tuo-

-E comunque- intervenne Hermione sorridendo maliziosa –dubito che con il bottone farebbe la differenza- disse accennando agli occhi verde smeraldo della foto e ai capelli sempre disordinati che gli cadevano sulla fronte.

Ginny le tirò la rivista addosso, ma ora rideva anche lei.

Dopo essersi leccata la ferita Hermione aprì il Cavillo e cominciò a leggere l’intervista. Il quartetto venne scosso da ripetuti scrosci di risate, ogniqualvolta Hermione leggeva un commento di Luna su Harry –“Quando sorride, la bocca gli si inclina di qualche centimentro verso nord- est, probabilmente per un incontro precoce con i Moscincli, famosi per la loro natura “inclinabocche””-.

-Conosce molto bene la tua bocca…- aveva dichiarato Ginny tagliente, fulminando Harry con lo sguardo.

Hermione e Ron mossero lo sguardo verso il cielo, rassegnati.  –Solo di vista Ginny. Posso Giurare- Gli aveva risposto il moro, sorridendo dolcemente.

Quell’intervista aveva decisamente sollevato il morale dei ragazzi, che avevano riso così tanto e così forte che gli altri componenti della famiglia erano scesi per controllare cosa stesse succedendo. E quando Hermione lesse anche a loro alcuni dei passi più divertenti dell’articolo, tutta la famiglia parve più leggera. La signora Weasley cominciò a preparare la cena, il signor Weasley iniziò a leggere La Gazzetta del Profeta, cosa che non faceva da giorni e George sfoggiò alcune delle sue battute migliori, mentre i suoi occhi riprendevano vita,.

Quella sera fu la prova definitiva che la famiglia stava superando il brutto momento e che la vita avrebbe potuto ricominciare da lì e che tutto, finalmente, avrebbe potuto diventare normale.

Alla Tana, si disse Harry, non si era mai sentito così a casa.

 

 

 

 

_Spazio dell’autrice_: Ecco il secondo capitolo. Per ora siamo veramente solo all’inzio della storia. Presto entreremo nel vivo, con un sacco di novità. Il prossimo capitolo sarà il “capitolo della svolta”. Da lì comincerà tutto. Senza contare che presto arriveranno feste di compleanno, S. Valentini e Natali vari… Commentate !! Ciaoo e al prox cap!
  
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