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Autore: Zampa di lupo    26/05/2014    3 recensioni
Prilla,italiana di nascita, vive in Giappone. Un giorno mentre passeggia nel bosco affianco a casa sua trova un lago, lì conoscerà Rayan, suo nemico giurato, e i White wolves, bellissimi lupi bianchi. Ma da dove vengono queste bellissime creature? E cosa le stanno nascondendo?
A volte però non c'è tempo per i nemici, ormai in gioco è il futuro di qualcosa più che di due branchi di lupi.
*dalla storia*
(capitolo 5)
“No, la riga NO! Il prof mi ammazza se la prossima volta non ho la riga!” Lui ridacchiò. “Meglio per me allora!”
“Sei cattivo!”
“Sono il lupo nero, cosa ti aspettavi?”
“Che arrivasse il cacciatore a farti fuori.”
(Capitolo 9)
Mentre ci incamminavamo verso casa di Rayan mi ricordai che dovevo avvertire i miei genitori. “E i miei e Miki?”
“Li avvertiamo a casa mia. Muoviti, stiamo sanguinando, tu più di me, tanto.”
“Dovevi proprio ricordarmelo?”
“Ovviamente, sennò non ero io.”
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The White wolf and the Black wolf
Capitolo 2
Quel giorno fui svegliata da qualcosa di umido che mi passava sulla faccia. Aprii gli occhi si scatto, trovandomi a fissare un lupo bianco dallo sguardo soddisfatto. "Buon giorno!" Riconobbi la voce di Albis e mi rilassai. "'Giorno! Che ore sono?"
"Le cinque,perché?" Era prestissimo! Mi alzai dal letto di malavoglia, mentre il lupo saltava a terra agilmente. "Perché è prestissimo, normalmente mi sveglio alle sette."
"Mi dispiace, Daiany voleva raccontarti un paio di cose ancora." Rimasi sorpresa, però in effetti volevo proprio fare un paio di domande alla lupa, ne aveva di cose da spiegare. "Non poteva venire direttamente lei?"
"No,vuole incontrarti nella foresta." Mi arresi all'evidenza, avrei dovuto sottostare a questa direttiva. Sbadigliando presi dall'armadio delle cose a caso, leggins blu, maglia lunga azzurra, poi presi gli stivaletti marroni. Ero pronta ad uscire.
 
Ci avventurammo nella foresta, Albis si guardava intorno guardingo come se si aspettasse l'apocalisse da un momento all'altro, io al contrario mi guardavo intorno solo per curiosità, come una bimba in un negozio di caramelle, vedevo tutto diversamente, non in quanto a colori, ma... sapendo, essendo consapevole della vita nascosta tra le fronde. "Albis... Perché non avevo mai notato quel ruscello prima di ieri?"
"Perché prima di ieri non c'era. Senti, ti spiegherà tutto Daiany, non ti preoccupare." Sbuffai. "Cosa intendi con: 'Prima di ieri no c'era'?" Il lupo sbuffò senza degnarmi di una risposta, voleva giocare al gioco del silenzio? Bene, roviniamogli il divertimento. "Albis... Tra quanto arriviamo? Albis,mi fanno male i piedi. Albis..." Si voltò ringhiando, ma si zittì all'improvviso, ascoltando i rumori nell'aria. Fu un attimo,poi scoppiò il caos. I lupi neri balzarono fuori dalla fitta boscaglia, attaccandoci. Albis scattò in avanti, attaccandone uno. Ma un altro lo prese alle spalle. Il lupo bianco se lo scrollò di dosso. Feci per gettarmi in mezzo, senza sapere neppure io come avrei fatto a sopravvivere, quando qualcuno mi tirò un pugno. Finii a terra, con le gambe all'aria e picchiai la testa. Mi tirai in piedi maledicendo chiunque fosse il colpevole. Per mia sfortuna mi trovai di fronte un paio di occhi azzurri che avevo già visto, al lago. "E tu? Che ci fai qui?"
"Il mio dovere di Black wolf,ti uccido." Schivai appena in tempo un suo calcio, controbattendo con il tentativo di dargli un pugno. Non lo colpii, anzi mi trovai a terra in pochi secondi, si era chinato,facendomi uno sgambetto. Ero di nuovo gambe all'aria. Rotolai schivando il suo piede che stava per abbattersi sulla mia faccia. Mi rialzai il più velocemente possibile, acchiappando al volo un ramo. "Ho un'arma e non ho paura di usarla." Sul suo viso comparve un sorriso di scherno. "Oh,andiamo! Ma devo davvero combattere contro questa?!" L'urlo era rivolto ai lupi, lo capii seguendo il suo sguardo. Offesa nell'orgoglio lo presi alla sprovvista tirandogli il ramo in testa. "Ho un nome!" Staccai un ramo dalla pianta più vicina, eravamo in una foresta, perché non sfruttare questo fatto? Gli tirai anche quello. Lui mi osservò un attimo stupito, poi ripartì all'attacco. Schivai il pugno, però non il calcio. Il suo piede si abbatté sul mio stinco. Mi tirò una gomitata sul naso. "Ahio! Mi hai fatto male!"
"Era quello l'intento genia!" Non finì quasi la frase che si ritrovò a terra, con un lupo bianco addosso. Albis. Era coperto di ferite dalla testa ai piedi e sanguinava. "Vattene stupido umano, non ci tengo ad ammazzarti, sono tradizionalista." Lo lasciò andare, e Rayan corse rapido verso i Black wolves stesi a terra. "Tu invece Prilla muoviti, se la peggior guerriera che abbia mai visto."
"Scusa, sono più per il leggere e basta riguardo agli scontri." Ridacchiò. "Daiany ti apprezzerà, le piacciono i topi da biblioteca." Lo guardai, senza capire se fosse un'offesa o un complimento. "In che senso sei tradizionalista?"
"Nel senso che spetta a te il compito di farlo fuori, cosa che per ora non sei in grado di fare. Dopo Daiany ti spiega tutto, quindi non farmi più domande."
 
Quando arrivammo dagli altri White wolves Albis si abbandonò a terra, lasciando che alcuni gli leccassero le ferite. Daiany mi trotterellò vicino. "Prilla! Che piacere! Mi dispiace che siate stati attaccati! Ti va di parlare? Hai qualche domanda?"
"Parecchie. Perché non avevo mai visto il ruscello prima d'ora? E la montagna? Perché Rayan e i lupi neri mi hanno attaccata?"
"Andando in ordine. Il ruscello è apparso ieri, così come la montagna. Vedi, quella è la Montagna della Luna, appare quando i due wolf, tu e Rayan, sono nello stesso luogo. Riguardo all'ultima... È una questione di natura, Luce e Tenebre si respingono, così tu e Rayan, Bianco e Nero. Così funziona." Le dure parole di Daiany erano quasi inquietanti. "È vero" replicai "Però è anche vero che senza l'una non c'è l'altra." La lupa ridacchiò, guardandomi con occhi dolci. "Presto capirai cosa intendo." Si avviò verso casa mia. "Credo sia meglio che tu vada, devi andare a scuola, e magari prima farti una doccia e cambiarti. Sei sporca di terra fino alla punta dei capelli."
 
Tutti i lupi mi accompagnarono, nessuno escluso, a casa. Era una forma di sicurezza, come aveva detto Aurti, dato l'attacco che avevamo subito all'andata. Albis era conciato male, dovevano fargli male tutte quelle ferite... "Albis sta bene?"
"Tranquilla, abbiamo la caratteristica di guarire in fretta. Tra un paio d'ore sarà come nuovo, il nostro Albis. Sai... Tra noi è quello più forte" mi sussurrò di risposta Megan, una lupa dagli occhi color nocciola. Ora che ci pensavo... Ogni lupo li aveva di un colore diverso. Quelli di Daiany erano di un argento chiaro, tendente al bianco, quelli di Aurti erano dorati, chissà se era per quello che si chiamava così. Arghi li aveva di un argento purissimo, scuro e brillante, mentre quelli di Albis erano bianchi, con la pupilla nera che si notava subito, l'iride circondata da un contorno azzurro, per fortuna o non si sarebbe distinta. Ridacchiai al pensiero, guadagnandomi un'occhiata interrogativa, che elusi con un gesto della mano, da parte di Megan. Arrivata a casa salutai i lupi mandando un bacio generale, non avevo certo il tempo di darne uno a testa! Salii le scale correndo e mi preparai in fretta, rischiavo di fare tardi per la terza volta in quella settimana ed era solo mercoledì, il giorno che odiavo più di tutti. Avevo cinque ore, nella scuola internazionale che frequentavo, storia, italiano, inglese e due ore di educazione fisica, materia dove facevo altamente schifo. Sbuffando uscii di casa, cartella in spalla e borsa a tracolla.
Fuori dall'edificio di vecchi mattoni rossi incontrai Michelle, bionda e carina, l'unica persona che mi parlasse senza prendermi troppo a male parole, anzi era abbastanza pazza da frequentare casa mia abbastanza spesso. "Miki! Come va?"
"Prilla! Bene, tu? Mi dai una mano per gli esercizi di italiano? Non ci capisco nulla, lo sai." Michelle era inglese, frequentava le mie stesse lezioni, eravamo in classe assieme, ma italiano non era il suo forte. Proprio per niente. "Okay, ma non ti faccio gli esercizi,li fai tu. Chiaro?"
"Signorsì signora!" Scoppiammo a ridere. "Spostatevi! Come vi permettete di intralciare il mio passaggio? Due giorni di punizione!" Riconoscemmo subito la voce e ci spostammo, il professore di arte non stava richiamando noi, ma lo avrebbe fatto se ci avesse trovato ancora lì al suo passaggio. La campanella suonò proprio in quell'istante e noi studenti entrammo per evitare ritardi. In effetti ero arrivata appena in tempo.
 
La prima ora passo senza intoppi, nessuno in classe stava attento, la prof Marconi era noiosa, fin troppo. Come tutti i prof spiegava in inglese, era una scuola internazionale, ed i corsi erano uguali per tutti gli studenti indifferentemente dalla nazionalità. Avendola frequentata da sempre conoscevo benissimo l'inglese, cosa che mi piaceva molto. L'ora dopo non fu che una lagna,la prof si lamentò del proprio dolore ai piedi, del fatto che il fidanzato l'aveva tradita - capivo perfettamente le ragioni del poveretto ma non lo avrei mai detto alla Stevaldi - e dell'emicrania continua. Inglese fu veloce, guardammo un film comico, quindi fu anche abbastanza piacevole. Arrivò l'intervallo, e tutti gli studenti si fiondarono sui distributori di merendine per accaparrarsi il meglio, io e Michelle invece ci limitammo a dirigerci in palestra, un grande edifico rettangolare impossibile da non vedere, considerato che sul muro campeggiava la scritta: "Palestra".
Ci cambiammo in fretta e iniziammo a riscaldarci, volevamo evitare quello del prof. La lezione iniziò poco dopo. "Ragazzi oggi saltiamo il riscaldamento e passiamo subito al gioco! Palla prigioniera!" Fantastico, il gioco che odiavo di più. Ci divise in due squadre, separando me e Michelle. Mi preparai a essere colpita, ma quando la prima palla mi arrivò vicino, qualcosa in me si svegliò e la presi al volo. "In prigione Jack!" Passai il tempo schivando e prendendo al volo, alla fine vincemmo noi. Per la prima volta nella storia la mia squadra vinse, soprattutto per merito mio. Forse  fatto di essere un lupo aveva influito? Non lo sapevo, ma alla fine delle due ore ricevetti parecchi complimenti.
 
Tornai a casa soddisfatta, ma il mio buon umore fu rovinato dall'incontro con Rayan. Mi guardai intorno, era così stupido da attaccarmi in mezzo a tutti gli studenti che uscivano dalla scuola? "Prilla" sussurrò, quasi stesse pensando al mio nome. "Rayan" ringhiai, pronta a qualunque evenienza. "Calmati, lupa, volevo solo informarti di alcune piccole cose."
"Del tipo?"
"Hai mai provato a cercare questo posto in internet o su una cartina?"
"No, perché?"
"Perché è inutile non lo troveresti."
"E perché scusa?" Il mio tono era canzonatorio, nonostante lui fosse serio in volto. "Perché questo posto non esiste."
 
Ho pubblicato un bel po’ prima del previsto ma. . . mi è venuta l’ispirazione e non ho resistito ^^”.
Ringraziamenti: grazie a Vyolet e a meneguzza (non so mettere i link,se mi dite come fare lo farò, ma il computer è la mia “bestia nera”) per le recensioni nello scorso capitolo,spero abbiate letto anche questo :)
Non so quando arriverà il terzo,ma credo presto. Bacioni!!!!!! :*
           Prilla
  
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