~Per la Principessa~
3. Lose

Guardava assorto il soffitto, sul viso un'espressione però appagata.
Erano passati tre mesi.
Tre mesi di totale soddisfazione.
Aveva ottenuto ricchezze inimmaginabili e aveva ottenuto quello che voleva.
Abbassò lo sguardo e, seduta su una sedia di fronte a uno specchio, vide la sua Principessa.
Ino.
Si pettinava i lunghissimi capelli d'oro con un'espressione seria sul bel viso.
Era diventata ancora più bella in quegli anni ed era sua.
Il Re, padre della bionda, aveva subito ceduto di fronte ai suoi averi, concedendogli subito la mano della figlia - nonostante le sue lamentele riguardo al fatto che fosse un 'vecchio' al suo confronto.
Sorrise appena al ricordo dell'odio che aveva letto nelle iridi di zaffiro della giovane donna, un disprezzo ancora presente anche in quel momento mentre lo guardava attraverso lo specchio.
" Ino.", la chiamò, quasi divertito.
Lei si voltò, posando la spazzola.
" Vieni.", era un ordine, nonostante il tono leggero. E la Principessa non poteva non ubbidire.
La osservò alzarsi, lenta del elegante, avvolta nella ricca vestaglia da notte. Lo raggiunse con pochi passi, conscia di quel che sarebbe accaduto.
Kakuzu la attirò a sé con le sue forti braccia, bloccandola sotto il suo corpo.
Lente le sue labbra andarono a cercare il collo, lambendolo, mentre la spogliava quasi con venerazione.
Era sempre la stessa cosa.
L'uomo riservava sul corpo di Ino la stessa devozione che serbava per i suoi gioielli.
La Principessa si sentiva un oggetto e lo odiava.
Odiava i suoi atteggiamenti e quelli che donava a lei.
Odiava il suo corpo pieno di cicatrici.
Odiava le ricchezze che aveva offerto per comprarla.
Odiava tutto di Kakuzu.
Lui non era suo marito per lei, non lo considerava tale nonostante la sfarzosa cerimonia che li aveva uniti e le notti che consacravano il loro vincolo.
Ino non voleva più avere a che fare con lui.
Non era un oggetto e non voleva crescere dei figli nati senza amore.
Per quello ogni giorno prendeva delle erbe che evitavano la gravidanza procuratale dalla sua ancella, Temari.
" Non sai quel che ho fatto per arrivare a te.", il sussurro e il successivo tocco sulla sua femminilità la fece sussultare e stringere con forza le morbide lenzuola in seta.
Chiuse gli occhi, serrando orgogliosamente le labbra per non lasciarsi sfuggire alcun suono.
Non le interessavano gli sforzi dell'uomo per averla.
Non gli importava niente di lui.
Prima o poi avrebbe trovato un modo per liberarsi da quella prigione dorata.
Presto, sarebbe stata di nuovo libera e Kakuzu avrebbe perso tutto.
Il suo denaro.
La sua casa.
La sua 'amata' moglie.
Tutto.
Mentre Ino avrebbe riacquistato dignità e libertà, anche a costo di essere lei a vivere di stenti.
Anche a costo di diventare un'assassina e, mentre l'amplesso si consumava, lei allungò tremante la mano sul comodino, dove teneva sempre un piccolo pugnale d'oro, donatole per difesa personale.
Riaprì gli occhi, decisa a vedere la morte di quell'uomo, e lo colpì forte al collo.
Lo schizzò di sangue la colpì al viso, sporcandola, e il gemito roco di dolore la fece quasi sentire meglio.
" I-Ino.", e suoi occhi verdi, brillanti, persero colore.
La vita lo stava abbandonando.
Colui che per arricchirsi aveva ucciso era perito per mano di colei che della ricchezza non ne poteva più.
" Addio Kakuzu.", sibilò la giovane donna osservando quel corpo ormai privo di vita, assaporando la sua ritrovata libertà.
Sarebbe fuggita portando con lei poche cose e la sua ancella, una nuova vita la attendeva e per la prima volta dopo quei tre lunghi mesi era finalmente felice.

.: Fine! :.
C'è l'ho fatta.
Forse la fine è penosa ma non sapevo come renderla o.O
Ma ormai è fatta.
Spero che vi sia piaciuta e spero che i relativi spinoff vi piacciano!
Arriveranno prestissimo!
Grazie a tutti!