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Autore: jarpad    26/05/2014    5 recensioni
"Mi mancherai." disse dopo un po' cercando di rimanere cosciente.
"..anche tu." sussurrò in lacrime Aiden, prima di alzarsi e guardarlo qualche secondo in silenzio. Non sapeva quanto tempo fosse passato. Aveva sperato, pregato, di non arrivare mai a questo, ma evidentemente il suo destino aveva deciso questa strada per lei. Abbassò lo sguardo cercando di farsi forza, poi alzò il fucile verso la testa di suo fratello. Jake le rivolse un piccolo sorriso poi chiuse gli occhi aspettando che arrivasse il colpo, ma Aiden non ce la faceva. Sentiva il mondo crollargli addosso ogni secondo di più. Abbassò il fucile cercando di prendere controllo del suo corpo, poi puntò nuovamente con le braccia tremolanti; chiuse gli occhi, girando un po' la testa, poi premette il grilletto.
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Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Daryl Dixon, Rick Grimes, Shane Walsh, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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VII


 
Jim l'aveva legata contro quel tronco e l'aveva privata delle sue armi, lanciandole a qualche metro di distanza. Le stava girando attorno da un po', rigirandosi un coltello tra le mani, con un sorrisetto irritante sul volto.
"Non avresti dovuto ucciderli, Jessie." le disse parandosi di fronte a lei, punzecchiandosi un dito con la punta del coltello.
"Le vostre intenzioni non erano buone, ne avevo tutto il diritto." si difese parlando a fatica; il piede le faceva una male atroce e se non avesse estratto la pallottola al più presto possibile era più che probabile che le sarebbe venuta un'infezione. Buttò l'aria fuori in paio di volte e si tolse lo scarponcino, aiutandosi con l'altro piede. Notò con disgusto il piccolo foro grondante di sangue e sputò in faccia al ragazzo che aveva di fronte, con tutto il disprezzo che aveva in corpo. Se solo non avesse quelle stupide corde a lasciarla incatenata a quel ceppo di sicuro l'avrebbe fatto a pezzettini con le sue stesse mani, a forza di strappargli la carne con le unghie.
"No no no, questo non si fa." si pulì con la manica della giacca scostando la camicia di Aiden, per lasciare la clavicola scoperta.
"Meriti una punizione." ghignò malefico avvicinando il coltello e premendo sulla pelle, incidendo lentamente fino a straziarla; una scritta cominciava a colorarsi di rosso scuro.
Le urla di Aiden fecero eco tra gli alberi e probabilmente attirando qualche zombie;Jim si allontanò e sorrise.
"Puttana -lesse la parola- ecco cosa sei." 
"Non sei il primo che me lo dice -ansimò lei cercando di controllare la ferita abbassando il capo- di certo non mi spezzerai per così poco." sorrise ironica nonostante il dolore la stesse mangiando viva. Un serie di lamenti cominciarono ad avvicinarsi e oltre la roccia sbucarono tre zombie. Ecco come sarebbe morta, mangiata viva; sinceramente preferiva essere colpita da una pallottola in piena fronte. 
Jim si voltò e si diresse verso gli esseri; nel momento di distrazione da parte dell'uomo Aiden cominciò a dimenarsi per far allentare la presa delle corde, poi scivolò sotto liberandosi. Raccolse le sue armi e i due caricatori che vide poi cominciò a correre dalla parte opposta, facendo a zig zag tra gli alberi che le intralciavano il passaggio. Neanche pochi secondi dopo, il rumore degli spari iniziò ad invandere la quiete della foresta. Quegli spari giunsero perfino a Daryl, che incominciò a correre per soccorrere la compagna credendo che fosse sotto attacco zombie. 
Aiden aumentò la corsa per quanto potesse per colpa della ferita al piede ed ogni tre metri si voltava e sparava qualche colpo cercando di rallentare l'uomo; anche se Jim camminava tranquillamente riusciva a guadagnare metri di distanza in pochissimo tempo. Era come una specie di film horror; anche se la vittima correva velocemente l'assassino riusciva sempre a raggiungerla, anche se lentamente. Si accostò dietro un albero per riprendere respiro e prese a sparare verso Jim sfiorandolo appena sulla spalla destra; guadagnò appena qualche minuto, così riprese a correre saettando con lo sguardo a destra e sinistra per cercare un possibile riparo.
"Merda!" urlò notando un gruppo di zombie camminare verso di lei. Erano dieci all'incirca, poteva farcela. Aveva abbastanza munizioni. Si nascose dietro un albero per impedire che Jim gli sparasse alle spalle poi fece fuori uno ad uno gli walkers, e riprese la sua corsa. 
Più avanti un fitto cespuglio le copriva la vista, ma si fece strada tra le foglie trovandosi a scivolare in un dirupo, cacciando un urlo. Cercò un appiglio e trovò una radice dietro un pino; ci si nascose, aspettandosi che Jim avesse controllato, e trattenne il respiro. Era forse a una decina di metri sotto di lui in una posizione in cui non la si poteva vedere, ma temeva che sarebbe sceso e l'avrebbe uccisa. Quando sentì i passi allontanarsi si concesse a sporgersi e mirare alla sua testa; stava ancora camminando lungo il bordo. Premette il grilletto e lo colpì, vedendolo cadere a terra. Aspettò qualche secondo in silenzio, non sapendo bene cosa fare, poi sospirò rendendosi conto che era tutto finito...ma ancora non sapeva come tornare sopra; si aggrappò all'erba e tentò di tirarsi su e spinse con i piedi iniziando la scalata. Quando arrivò in cima guardò il cielo, il sole stava tramontando; doveva trovare un riparo, un posto sicuro in cui stare. Si girò attorno un paio di volte quando un dolore improvviso al polpaccio la fece rovinare a terra; guardò in basso e vide Jim ancora con la pistola puntata, sorridere. L'aveva ucciso, era caduto; ne era più che sicura. Allora perchè era ancora vivo? Lo guardò scioccata e poi notò la spalla saguinante. 
"Ti uccido." esclamò freddo puntandole la canna argentea della sua arma dritta verso la sua fronte.
Con uno scatto fulmineo Aiden alzò la pistola e prima che Jim potesse farla fuori sparò due colpi, questa volta assicurandosi che gli finissero in pieno capo. Si sdraiò sull'erba riprendendo un attimo respiro poi strusciò verso l'uomo, cominciando a perquisirlo e prendendo ogni cosa che trovasse; riuscì a rimediare un pacchetto mezzo vuoto di fiammiferi, qualche munizione, un pugnale (quello con cui l'aveva incisa) e la pistola. Si appoggiò all'albero vicino al corpo ed osservò il piede scalzo, che aveva smesso di sanguinare ma che aveva un aspetto orribile. Attorno al foro c'era un'alone giallo e attorno ad esso uno di viola scuro.
Non avendo strumenti adatti non poteva rimuovere i proiettili ma poteva fermare le emorraggie se solo avesse trovato qualcosa; si guardò attorno un attimo poi osservò silenziosamente il corpo di Jim steso a terra. Dopo averci riflettuto un bel po' strappò le maniche e le usò come fasciature, stringendole attorno alle ferite. "Voglio tornare a casa." disse a sé stessa mentre prendeva possesso della giacca di Jim e se la infilava, rimettendo dentro le tasche tutto quello che aveva trovato. Non sapeva bene dove si trovasse in quel preciso momento, ma non doveva essere molto distante da dove aveva incontrato quegli uomini; ripercorse la strada a ritroso, zoppicando e stringendosi nella giacca, e riuscì a giungere nel piccolo accampamento provvisorio dove il fuoco stava ancora scoppiettando allegramente, delimitato da un cerchio di sassi ben disposto. Si riprese lo scarponcino e lo tenne in mano mentre andava a sedersi sul tronco, stanca. Guardò in tutte le direzioni ma non ricordava proprio da dove fosse venuta, gli alberi sembravano tutti uguali; sbuffò sconfitta e si alzò prendendo a camminare verso uno dei tanti sentieri. Si faceva avanti aiutandosi con i tronchi degli alberi e cercando di fare meno rumore possibile per non attirare l'attenzione; lo scarponcino le penzolava tra le dita, scandendo il ritmo dei suoi passi e del tempo che passava dondolando e scontrandosi ogni tanto su qualche tronco. Percorse un bel po' di metri finché non vide una figura in lontananza; dalla corporatura doveva essere un uomo, ma non sembrava fosse uno zombie. Rimase immobile dietro l'albero a cui era appoggiata a riflettere, tenendo stretti tra le dita i lacci della scarpa.
"E se fosse un altro di loro?" sussurrò timorosa valutando bene varie opzioni; poteva provare a colpirlo da quella direzione, scappare, oppure avvicinarsi e coglierlo di sorpresa. Scartò subito l'ultima opzione dato che qualche prima non era poi così riuscito l'effetto sorpresa e aveva rischiato la vita.
"Aiden!" si sentì chiamare e riconobbe quella voce. Mai fu più soave prima di quel momento. 
Ringraziò Dio, Allah e tutti gli altri dei che conosceva, poi sfacciatamente e zoppicante si diresse verso l'uomo.
"Daryl!" lo chiamò felice, con le lacrime agli occhi. Quando lo vide avvicinarsi di corsa si lasciò completamente in quelle braccia, stringendolo.
"Pensavo mi aveste abbandonata." strinse il giacchetto di pelle dell'uomo, poi si allontanò asciugandosi le lacrime con un gesto goffo.
"Stai bene?" chiese quasi preoccupato, osservando la giacca che portava e le fasciature improvvisate  realizzando poi che gli spari che aveva sentito non erano solo di Aiden, probabilmente qualcuno l'aveva attaccata.
"Ora sì." rispose stanca sedendosi a terra. Si coprì la clavicola con la camicia, sperando che Daryl non avesse notato la scritta. Si vergognava parecchio anche se una mezz'ora prima aveva negato tutto davanti quel bastardo di Jim.
"Ce la fai a camminare?"
"Sinceramente no, sto in piedi per miracolo. Mi sono beccata due pallottole e sono ancora dentro." fece notare piagnucolando. 
"Dovevi tornare indietro." la rimproverò invitandola a salire a cavalcioni. Aiden trovò abbastanza bizzarra quella situazione, ma apprezzò molto l'aiuto da parte dell'arciere. 
"E mettervi in pericolo? No grazie." rispose ironica appoggiando il mento sulla sua spalla, tranquilla. Ora tutto sarebbe andato bene. Daryl era riuscito a trovarla e sarebbe tornata a casa.

Parlarono parecchio durante il tragitto, di tutto ciò che le era successo durante l'arco della giornata. Poi Daryl gli spiegò cosa era successo in fattoria: di Beth ed Hershel. Aiden si preoccupò a tal punto che voleva raggiungere Rick e Glenn in città ma l'arciere glielo proibì, dandole poi della ragazzina. Non si offese, anzi; quelle frecciatine le erano mancate.
Arrivarono entro sera nella fattoria e T-dog li raggiunse , dando una mano a Daryl a portare la ragazza dentro, per medicarsi. Visto che Hershel non c'era avrebbe dovuto fare tutto da sola.
Mentre Daryl la poggiava sul letto, notò strano il fatto che Shane non si fosse ancora presentato.
"Ti manca il tuo principe azzurro?" chiese ironico l'arciere, buttandosi sulla poltrona di fronte al letto.
"Mi siete mancati tutti, non fare l'idiota. Trovo solo strano che non sia ancora passato." spiegò irritata, un po' per quella stupida domanda un po' per il dolore che stava provando mentre con un paio di pinze alla mano cercava di recuperare il proiettile che era nel polpaccio, lasciandosi sfuggire qualche lacrima. Quando tirò fuori il piccolo pezzo di piombo si apprestò subito a disinfettare la ferita e lasciarla respirare un po' mentre provava a togliere quello sul dorso del piede, che era messo piuttosto male.
"E' uscito a cercare Lori. Quell'idiota è andata a cercare il marito di nascosto e Shane è andato a riprenderla. Me l'ha detto poco fa quel vecchio di Dale." 
Aiden annuì iniziando a mettere i punti e cominiciò a piangere quando sentì la pelle pizzicare e bruciare; fu un'impresa davvero ardua dato che l'ago le sfuggiva di mano a colpa del tremolio. Daryl la osservò in silenzio poi si avvicinò e senza dirle nulla terminò il lavoro che aveva iniziato. 
"Grazie." gli disse asciugando i rivoli di sangue usciti dalle ferite chiuse. 
"Mh." rispose l'arciere facendo un cenno con il capo.
"Devo toglierti i punti, ti ricordi?" 
Chiese Aiden, ricordandosi l'accaduto di qualche tempo prima; l'uomo inizialmente aggrottò le sopracciglia ma quando si ricordò, alzò la maglia ed aspettò che la ragazza glieli togliesse, tagliandoli con le forbici e sfilandoli. Le sue ferite si erano chiuse e sembrava tutto a posto, ne rimasero solo due piccole cicatrici quasi invisibili.
Quando le balenò in testa la parola cicatrici pensò che probabilmente quello che Jim le aveva scritto sulla pelle sarebbe rimasto; erano tagli piuttosto profondi e di certo non sarebbero svaniti nel nulla come se niente fosse accaduto.
"Mi potresti accompagnare di sopra?" chiese la biondina; aveva voglia di farsi una bella doccia rilassante e di lasciar scivolare via il sangue, il sudore e la terra via, insieme al ricordo di quello che era successo un'ora prima. Daryl annuì. Aiden era molto sorpresa dal suo atteggiamento, si aspettava qualche insulto invece quella sera era molto tranquillo, forse per quello che era successo quella mattina, pensò. 
Si fece accompagnare fino alla porta del bagno e dopo averlo salutato e ringraziato per tutto, si chiuse dentro; velocemente si slacciò la camicia e la lasciò cadere a terra, insieme all'intimo. Tirò su la levetta per accendere l'acqua poi si infilò sotto il getto, sedendosi sul box della doccia; rimase un bel po' in silenzio ed immobile ad osservare la porta del bagno fino a quando non realizzò che era troppo tempo che si trovava sotto l'acqua, così si alzò, a fatica, e dopo essersi avvolta in un asciugamano uscì fuori per tornarsene in camera. Quando aprì la porta e trovò Shane seduto sul letto le prese un colpo, spaventata, poi si coprì meglio con l'asciugamano cercando di non far scoprire all'uomo quella scritta orribile.
"Come stai?" chiese alzandosi di scatto in piedi, preoccupato. Aiden gli rivolse un sorriso debole e poi si diresse verso l'armadio, aprendo le ante e infilando le braccia dentro per cercare qualcosa da mettersi; fece una smorfia quando ne tirò fuori una stupida tutina arancione, con un fiore stampato sul davanti. Provò a vedere se ci fosse stato altro, ma tutte le sue cose erano di nuovo a lavare e Patricia non aveva avuto tempo a sufficienza per occuparsi di fare le lavatrici. Dopo aver lanciato ancora un'occhiata disgustata all'abito lo lanciò sul letto e cercò della bianchieria pulita; dall'ultimo cassetto tirò fuori un paio di mutande enormi, quelle della nonna, e un top semplice. Si accontentò e poggiò anche quello sul letto.
Shane si voltò dandole la possibilità di vestirsi; una volta infilata la tutina tornò a guardarla e si mise seduto al suo fianco, sul letto. La osservò per un po' in silenzio mandando occhiatine ad intermittenza alle ferite al piede e al polpaccio, poi tornava a guardarla negli occhi.
"Si può sapere perchè sei uscita lì fuori da sola?!" la rimproverò facendola scattare e tremare un po'.
"Non urlare Shane." sibilò mezza irritata mentre gli riservava un'occhiataccia piena di sottointesi. Shane si grattò il capo poi poggiò i gomiti sulle ginocchia guardando davanti a sé, immobile. Passò qualche minuto in silenzio fino a quando l'uomo non si alzò e uscì dalla stanza senza nemmeno salutarla. Ne rimase confusa, Shane non si era mai comportato così; comunque era da un po' che era strano, per non parlare della proposta che le aveva fatto il giorno prima. Sbuffò e si alzò in piedi, scendendo al piano di sotto; voleva proprio sapere che fine avevano fatto Rick, Hershel e Glenn. Già da ore dovevano essere ritornati; l'idea che si trovavano da soli in città, senza un aiuto e munizioni  sufficienti le fece salire un senso d'inquietudine. E se gli fosse accaduto qualcosa? 
"Dovresti riposare." la riprese dal suo stato riflessivo Daryl che era appoggiato ad una colonna della casa a braccia incrociate; Aiden gli rivolse un mezzo sorriso e tornò per la sua strada, per uscire di fuori. 
"Dove credi di andare?" la raggiunse bloccandola per un braccio e cercando di trattenerla; la ragazza lo guardò confusa, non capendo come mai ora le stesse così addosso, come se fossero amici da sempre. Dopo aver strattonato il suo avambraccio dalla sua presa si sistemò la manica della tutina ed aprì la zanzariera per uscire. Certo, gli era molto grata per averla trovata e riportata in fattoria ma questo non cambiava le cose tra di loro. Lui era sempre il solito stronzo, le persone non cambiano da un'ora all'altra. 
Prese una bella boccata d'aria fresca e a passo lento si diresse verso il piccolo gruppo che era riunito davanti al fuoco, silenziosamente. Dale, con il fucile in spalla, faceva avanti e indietro ed ogni tanto lanciava occhiate preoccupate a Lori, poi si voltò verso Aiden e le corse incontro; la ragazza accolse l'abbraccio che le stava offrendo e si lasciò un attimo andare in quella tenerezza poi con l'aiuto dell'anziano raggiunse gli altri.
"Come stai?" chiese Maggie mentre le andava incontro.
"Sono stata meglio -rise ironica- se non fosse stato per Daryl probabilmente in questo momento sarei sperduta chissà dove nella foresta." 
Furiosa, Carol le giunse di fronte e afferrò la stoffa della tutina, stringendola in un pugno, come se la stesse minacciando. La guardò torva in volto, con gli occhi chiusi in due piccole fessure ed aumentò la presa; quando Andrea si avvicinò preoccupata, Aiden scosse una mano come a dirgli di lasciar stare e tornò a guardare gli occhi azzurri della donna che aveva di fronte.
"Abbiamo avuto abbastanza problemi, poi ti ci metti anche tu che vai a cacciarti nei guai nella foresta! Oltre al fatto che hai messo a rischio la tua vita, Daryl ha rischiato per venire a cercare te! Non siamo i tuoi cagnolini! Non siamo ad un fottuto parcogiochi, devi essere più responsabile ragazzina!" esclamò furiosa strattonandola. Aiden la guardò immobile e la lasciò fare, sapendo che infondo stava solo sfogando su di lei tutta la frustazione a causa della perdita di sua figlia. Un movimento brusco strappò la stoffa e la biondina si ritrovò a terra, dolorante. Portò una mano alla schiena e dopo aver urlato furiosa una serie di parolacce si rese conto che la clavicola era scoperta e la scritta era bella in vista; osservò i volti dei suoi compagni, spaventata per il giudizio e le occhiate di compassione che le avrebbero riservato. Si coprì con la mano e scalciò un paio di volte, come a tirarsi indietro, poi si alzò in piedi.
"Cos'è quella?" chiese spaventata Maggie avvicinandosi. 
"Non sono affari tuoi." disse evasiva, indietreggiando verso la casa . 
"Cos'è successo nella foresta, Aiden?" chiese con fare materno Lori, afferrando una sua spalla per bloccarla. Le guardò infastidita e si coprì meglio che poteva. Non voleva che quella storia saltasse fuori.
"Ho detto che non sono affari vostri." esclamò su tutte le furie scostandosi da quella presa e tornando verso la casa incontrando Daryl, durante il breve tragitto, che le lanciò un'occhiata confusa. L'uomo raggiunse il suo gruppo ed osservò la figura esile e impacciata della biondina tornare in casa, poi si rivolse agli altri cercando di capire cosa fosse successo.
"Ma cos'ha?" chiese, spostando il peso da un piede all'altro. 
"Le stavo dando dell'irresponsabile mentre la strattonavo -cominciò Carol, con un'espressione colpevole in volto, mentre imitava la scena con le braccia- quando la stoffa della tutina che portava si è rotta. Aveva buona parte del petto scoperto e abbiamo notato una cosa..." deglutì.
"Cosa?"
"Aveva una parola impressa sulla pelle, non un tatuaggio. Dei tagli ed anche piuttosto recenti." spiegò Dale, gesticolando con le mani ed indicando il punto in cui avevano visto quella parola su sé stesso.
"Riuscite a fare un discorso completo senza interrompervi? -chiese irritato- Allora? Che parola?"
"Puttana." disse infine Maggie.



SPAZIO AUTRICE:


Scusatemi davvero tanto! Sono davvero in ritardo!
Ultimamente ho avuto un sacco di compiti in classe ed interrogazioni e non ho avuto modo di aggiornare.
Comunque eccoci qua con il settimo capitolo!
Spero vi piaccia e che non ci siano errori, in tal caso scusatemi ma non ho tempo di controllare, devo finire di ripassare Scienze cwc. Bene, detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacio, .J.
  
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