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Autore: BluRei    02/08/2008    7 recensioni
"La mia mamma, dice che mai nome fu più azzeccato del mio, Ame. Mentre mi spazzola i capelli, l'unico suo vero momento di lucidità, mi racconta di quando ero piccola. Dice sempre che quando pioveva, io volevo stare vicino alla finestra e che mi addormentavo con il suono delle gocce che battevano sui vetri...................Mio padre aveva deciso! Così...mi ritrovai a casa dei Sawa...L'ombra della morte si era insinuata in quelle vite." Spero di avervi incuriosita abbastanza, buona lettura...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Asobi no Ame

-Capter 3-


Alla sua famiglia non seppi cosa dire. Tutti erano convinti che fossi io il motivo del cambiamento di Shun, ma come potevo credere ad una cosa del genere? Com’era possibile che un essere tanto insignificante quanto me, lo avesse potuto riportare alla vita. Raccontai dell’accaduto, del no secco che aveva risposto alla mia richiesta di uscire, ma non cambiarono la loro posizione. Del resto, c
ome posso biasimarli, se io trovassi una cura per la malinconia di mia madre non me la lascerei scappare!

Shun, però, disilluse tutte
le nostre aspettative. Con lui si facevano un passo avanti e due passi indietro. Come vi ho già detto, era cominciata la stagione delle piogge e quindi, quasi ogni giornata era uggiosa e questo si rifletteva sul suo umore. Pranzava e cenava con la famiglia, e questo era il passo avanti, ma non parlava con nessuno. A dispetto di quello che pensavano gli altri, non lo faceva neanche con me!

Oziai per più di tre settimane, passavo le mie giornate correndo sotto la pioggia e facendo lunghe passeggiate con Uki, ma presto lui dovette ricominciare la scuola. Ed io? Cosa avrei dovuto fare io? Inutile dire che i signori Sawa non potevano permettere che un talento come il mio fosse sprecato, così la signora Yumiko cominciò a darmi lezioni di grammatica, storia, geografia ed inglese, sul tavolo della sua cucina. La mattina studiavo, verso le undici mi mandava in camera mia con degli esercizi da svolgere, così lei poteva cucinare, e nel pomeriggio…e no…di pomeriggio ero libera di vagare per i boschi! Mai avrei accettato di restare rinchiusa in casa durante la stagione delle piogge!

Badavo sempre a guardare verso la finestra della stanza da letto di Shun, ma lui si nascondeva dietro le tende scure. Però, in fondo al cuore, sapevo che era lì e che mi stava guardando. Mi guardava, e cercava di vivere la mia vita stramba attraverso i vetri opachi e gelidi di quelle finestre, senza sbarre ma ugualmente capaci di imprigionare. Era una mattina di novembre quando restai in casa da sola perché la signora Yumiko doveva uscire per fare la spesa. Mi aveva lasciato degli esercizi di geometria, si perché con il passare dei mesi le lezioni si erano evolute verso materie più difficili, io ci capivo poco, così, forte della mia caparbietà, mista ad incoscienza, andai nella sua stanza per chiedergli aiuto. Non ci crederete, ma, mi fece sedere alla sua scrivania e mi spiegò gli esercizi. Presi quel gesto come un piccolo passo avanti ed osai ancora di più. Scordandomi completamente che presto sarebbero arrivati i passi indietro! Tutti i pomeriggi andavo nella sua stanza con la scusa di farmi spiegare qualcosa. Anche la più semplice!

Ignoravo il motivo, ma piano piano, quelle visite divennero sempre più confidenziali. No, no, lui non mi parlava delle sue cose intime. Ero io ad aprirmi a lui. Completamente. Come un girasole si apre al sole, così io, esponevo le mie ferite al suo sguardo cinico ed indifferente.

Nel frattempo, non mi accorgevo che, accanto a me, c’era qualcun altro che mi osservava. Che guardava, con occhi sinceri ed innamorati i miei giochi sotto la pioggia, ma io ero troppo cieca ed assorta nella mia battaglia personale contro l’indifferenza, per rendermene conto. Combattevo contro la freddezza che mi veniva rivolta ma, a mia volta la propinavo ad un’altra persona. Si può essere più ciechi? Si!

Ovunque io andassi lui mi era vicino. Ormai non riuscivo quasi più a passeggiare da sola nel bosco. Non che questo fosse un grande problema, perché lui, un po’ come tutti quelli nati nella stagione delle piogge, era taciturno. Se io non gli rivolgevo una domanda, oppure non davo segno di voler intavolare una discussione, lui mi camminava accanto in silenzio, contemplando i colori autunnali della natura ed i suoi profumi persistenti.

Avevo capito che dietro quei silenzi c’era qualcosa di più. Sono un po’ lenta, si, ma non stupida! Nessun ragazzo, per quanto taciturno ed amante della natura, passa le sue giornate accanto ad una ragazza, stramba per giunta, senza provare qualcosa per lei. Ma io lo ignoravo, se fossi stata tanto brava a far finta di niente, forse anche lui si sarebbe convinto dell’inesistenza di quel sentimento!

Ma la pensavo così solo perché quelle emozioni non erano le mie! Se fosse stato Shun a provare per me quell’indifferenza che io riservavo ad Uki, cosa avrei fatto? Forse non avrei potuto più arrestare le mie lacrime.

Esitai quando mi fece quella domanda: “Stasera dei miei amici hanno organizzato una festa, vuoi venire con me?”. Non c’era nulla di male! Andare ad una festa con lui non voleva certo dire che stavo incoraggiando i suoi sentimenti per me! Ma poi, anche i suoi genitori mi comunicarono che quella sera sarebbero usciti. Sarei rimasta da sola in casa con Shun. La decisione fu facile da prendere.

Solo che a pensarla così non ero l’unica, Uki, mentre tornavamo dalla solita passeggiata, mi si avvicino, e , con sguardo pietoso: “Resti per stare da sola con Shun, vero?”. Il sangue mi si gelò nelle vene. Ero davvero così trasparente? Questo vuol dire che anche Shun se n’era accorto?

"Ho capito già da qualche tempo che lui ti piace. Da come lo guardi e da come ne parli. E’ normale, lui è bello, elegante e carismatico, però, voglio che tu sappia che io vedo in te, una persona bella, elegante e carismatica. Mi piaci Ame!” Mormorò quelle parole tutte d’un fiato e poi corse verso casa.

Un fratello. Era questo che vedevo in Uki! Piansi per lui, perché sapevo cosa volesse dire amare senza essere ricambiati, amare senza essere visti. La pioggia cominciò a cadere ed io iniziai la mia danza. Avevo l’ombrello, ma ormai dovreste sapere quale fu la sua fine. Lo gettai per terra e cominciai a danzare. Giravo…giravo e…giravo. Fino a far inzuppare, dalla mia gelida amica, persino le mie ossa.

Non ricordo cosa successe. La mia solita crisi mistica. Quando riaprii gli occhi ero riversa per terra, un piede mi si era incastrato in una radice, la caviglia mi faceva male e sentivo freddo. Sono queste le sensazioni che ricordo!

Era quasi buio quando vidi una figura corrermi incontro. Non aveva ancora smesso di piovere. Ma lui, preoccupato, venne a cercarmi nel bosco. Quando il fratello giunse a casa senza di me, non gli diede peso, ma quando cominciò a piovere, e vide, che dopo ore, io ancora non tornavo, corse fuori a cercarmi. Un altro miracolo direte voi. Si, un miracolo. E non fu l’ultimo!

Un sogno! Non poteva essere che un sogno. Mi prese in braccio e mi riportò a casa. Fu molto gentile, mi aiutò a salire in camera, a cambiarmi e mi curò la caviglia con del ghiaccio e della pomata. Mi portò anche il the, ma non fu questo a stupirmi. “Sei molto alta per la tua!”. Sapete cosa vuol dire? Vuol dire che lui mi osservava. Non guardava solo quello che facevo, ma com’ero. Mi venne un dubbio. Forse aveva fatto quell’osservazione perché gli ero sembrata pesante. Non potei fare a meno di domandarglielo! “Se consideri l’altezza, il tuo peso è giusto! Sono i tuoi capelli che pesano tanto!”. Sorrise. I suoi occhi d’onice si illuminarono e tutto il suo viso avvampò d’emozione. “Lo so che sono troppo lunghi, ma sono l’unica cosa che lega ancora mia madre alla realtà. Lei spesso si perde. Non si ricorda dov’è, chi è, e neanche chi siano le persone che le stanno intorno. Così, io mi avvicino, le porgo la spazzola e lei, sorridendo, comincia ad intonare una ninna nanna che mi cantava quand’ero piccola.” Rimasi immobile ad osservarlo perché mi piaceva vedere quegli occhi pietosi. Gli unici occhi pietosi che adoravo! Ma lui prese il mio silenzio per un’arrabbiatura e ricomincio a parlarmi. “Mi piacciono i tuoi capelli! Soprattutto quando sono bagnati! Sono come il cielo di notte. Mi piace anche come vesti.” Non ci potevo credere e glielo dissi. “Mi prendi in giro? Io in confronto a te sembro una stracciona. Non bado mai molto a quello che indosso. Mio padre dice sempre che vivo fuori dal tempo” No, non si stava prendendo gioco di me, era sincero. Il suo sguardo me lo confermò, e le sue parole lo sottoscrissero. “ I tuoi vestiti dicono che sei una ragazza ricca di vita, di fantasia, che sei dolce e gentile. È vero, sei fuori dal tempo. Come hai detto tu, io ero sempre elegante, ma i miei vestiti ed il mio modo di vivere non facevano altro che gridare il vuoto che avevo dentro.” Restammo in silenzio a contemplare quelle parole che ancora vibravano nell’aria. Era dunque questo che pensava di se stesso?

Kyoto mi era sempre piaciuta, ma quando i signori Sawa decisero di andarci in vacanza per il fine settimana, divenne la mia città preferita in assoluto. Decisero di partire, perché Shun ormai sembrava stare meglio, conversava con tutti tranquillamente, ed anche le sue crisi dovute alla pioggia erano svanite. Solo non voleva uscire. Non aveva nulla da raccontare al mondo, ed il mondo non aveva bisogno di lui. A tutti noi, bastava questo!

I fatti che accaddero durante l’assenza dei signori Sawa, subito mi sembrarono senza via d’uscita. Un eterno dolore. Piansi infinite lacrime, ma adesso, a mente fredda, mi rendo conto che furono solo degli stupidi eventi che portarono tutti noi a ciò che siamo oggi!

______________________________BluRei estate…

Scrivo questa nota per rispondere un po’ a tutte le vostre affermazioni. Come ho già detto nel primo capitolo, questo lavoro è stato fatto molti anni fa ed era un compito del mio club di scrittura. Le regole per scriverlo erano tante: dovevo riempire solo venti pagine di quaderno (quindi non c’era modo di sviluppare per filo e per segno le vite dei personaggi oppure di allargare la trama); dovevano esserci cinque personaggi secondari e due protagonisti, una poesia scritta di proprio pugno ecc…ecc…ecc… Per scriverlo sono stata ispirata da uno dei miei OAV preferiti, Oniisama e…, dove la pioggia e la tristezza la fanno da padrone. Capisco che i personaggi vi sembrino già visti o conosciuti perché un po’ tutti i ragazzi dei manga sono carismatici, carini e dannati come Shun, e tutte le ragazzine sono ingenue, simpatiche e carine come Ame. La difficoltà del creare questa storia non stava nella trama. Cioè nel creare una storia nuova e sbalorditiva, ma nel riuscire a scrivere qualcosa di buono ed interessante, seguendo tutte le regole che ci eravamo poste. Prima fra tutte la lunghezza! (O cortezza che dir si volgia!) Vi assicuro che è difficile scrivere qualcosa di interessante in venti pagine, perché non sono poche, ma non sono neanche tante. Come ho già detto, non volevo stupire nessuno, ma solo condividerla con voi. Per questo avevo il dubbio sul continuarla o meno, ma visto che vi è piaciuta adesso non ho dubbi. La finirò. Tanto mancano solo due capitoli.

E adesso, cominciamo con i ringraziamenti:


BabyzQueeny: Come hai potuto leggere in questo capitolo, si, le cose a casa Sawa cambiano in fretta e continueranno così fino alla fine. Grazie per aver cominciato a leggere anche questa mia storia e per l'apprezzamento che dimostri di continuo.

Celestellina: Sono contenta che le mie idee ti siano piaciute e che hai partecipato al concorso: Indovina anche tu i titoli nascosti di Asobi no Ame. (scherzo, non c'è alcun concorso. primo perchè non saprei cosa mettere in paòio e secondo perchè non saprei come farvi arrivare il premio. Però potreste sempre farmi una richiesta per scrivere una storia. Qualcosa che ti piacerebbe leggere) Ma bando alle ciance...tu mi vuoi morta! Ti sembrano frasi da citare quelle? Quando l'ho letta non credevo ai miei occhi. Ti ringrazio infinitamente per il complimento, ma come ti ho detto, tu sei l'artefice di buona parte della mia ispirazione. ho una domanda da farti...mi fido e ci tengo al tuo giudizio...mi è stato detto che i tempi verbali del mio racconto, anche se non sono sbagliati, sono traballanti e che rendono la storia strana. Tu che ne pensi?

Eylis: Questa è una recensione alla quale rispondo con molto piacere. Primo, non ti odio per l'osservazione che hai fatto sul titolo. Come potrei odiare qualcuno solo perchè corregge un mio errore? Mi sa che forse hai ragione tu, non sono sicura neanche io, ho trovato questa frase su un giornale che parlava di manga e l'ho usata...non posso dirti altro, ma accetto una chiarificazione da chiunque ne sappia di più. Questo però non vuol dire che cambierò il titolo. L'opera è già scritta e finita da anni...non si finisce mai d'imparare, giusto? Credo che questo sito mi piaccia proprio per questo...scrivendo in continuazione e leggendo i vostri pensieri e consigli, posso crescere come scrittrice. Ed è solo questo che mi importa. Quindi, tra noi è tutto come prima, anzi ti apprezzo molto! Ci tengo anche a sapere se in seguito la mia idea continuerà bene senza sembrare forzata...(intendo il titolo nascosto). Per quanto riguarda i tempi verbali, sono dovuti al fatto che Ame parla con noi, oggi, e ci racconta di quello che le è successo in passato. Devo confessarti che a me piace scrivere in questo modo, e che è la prima volta che qualcuno mi fa un appunto del genere. Se vuoi e puoi, leggi le altre mie storie e fammi sapere, perchè sei un critico molto attento!

Kikkina90: *o* *o* *o*!!!! Ho le stelline negli occhi, non ti sembrano troppi tutti questi complimenti? Sappi però che li apprezzo molto. Soprattutto sono contenta che ti sia piaciuta la mia interpretazione della frase di W. Shekaspeare. E' vero, Ame mi somiglia molto, anche se io non prendo le cose così a cuore come lei! sono molto più celebrale...a volte è un difetto, ma scrivere mi aiuta, come dici anche tu, ad imparare a provare alcuni sentimenti. le descrizioni che ti piacciono sono le uniche cose che ho aggiunto, come ho scritto più sopra, avevo poche pagine a disposizione e dovevo essere stringata, ma adesso mi sono data alla pazza gioia! Vale anche per te la domanda che ho fatto a Celestellina. Quella sui tempi verbali. Anche tu se vuoi puoi esprimerti su quello che vorresti leggere, visto che hai vinto il concorso! ihihihihihih!!!!!!!

Lametta: Grazie per i tanti complimenti e per aver continuato a leggere e recensire. per quanto riguarda Shun credo di aver risposto all'inizio, ma mi piacerebbe sapere qual'è il personaggio di cui parli tu. Forse lo conosco anch'io e mi sono lasciata ispirare...Fammi sapere cosa pensi di questo capitolo...

Sheila84: Niente! Tu non hai vinto niente! Non sei neanche libera di scegliere una storia che vorresti leggere! Primo perchè so che diresti: "il seguito di Idol", e secondo perchè tu ed io abbiamo un contenzioso ancora aperto...quindi non vinci niente! Grazie comunque per i complimenti e fammi sapere quando ti sei appassionata così interrompo anche questa storia! Ihihihihihihihih!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Kaoru: Ho vinto qualche cosa? Niente, niente. Stupidottera quello che ti è sfuggito sono i titoli nascosti! Stai propiro invecchiando! Grazie per i complimenti!

Lar185: Vi avevo chiesto se ne valeva la pena e voi avete risposto calorosamente, come potevo non continuarla. Spero che questo capitolo ti piaccia. Grazie anche a te per i complimeti!


Ringrazio anche tutti quelli che leggono senza recensire, perchè? perchè? E a tutti quelli che hanno messo “Asobi no Ame” tra i preferiti:
- Celestellina
- Sheila84

- Sasamy (Vedo con piacere che mi segui sempre. Fammi sapere anche il perchè!),
- _BiMbA_
- Kaoru.


Cucciola Laprinc, dove sei? Fammi saper se questa storia ti piace.

Scusatemi se ve lo chiedo ancora, ma si vede il titolo “Asobi no ame” con intorno delle foglie nelle tonalità dei blu? E’ necessario che lo sappia perché devo aggiungere un disegno alla fine. Grazie!

ciaociao
   
 
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