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Autore: Orbion    27/05/2014    1 recensioni
"E mentre mi voltai, notai un bambino. Era alto sul metro e trenta. Aveva un viso pallido, con delle labbra carnose, a cuoricino, un nasino a patatina e a virgola, e degli occhi azzurri spettacolari. I suoi occhi, più azzurri dell'acqua marina, si insidiavano nelle profondità della mia anima, e mi davano una sensazione di angoscia terribile."
Genere: Horror, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Purtroppo, siamo arrivati ad un punto del mio racconto, dove si va nei limiti del paranormale. Rimasi scioccato dalle parole del prete. Mi disse di non poter fare nulla. Mi spiegò, che nell'altra dimenzione, c'era un bambino che mi stava chiedendo aiuto, aveva bisogno di me, era legato a me. Il piccolo Edward implorava il mio aiuto, quell'essere malvagio gli stava dando la caccia. Questo spiega tutte le apparizioni e le richieste d'aiuto. Il prete mi spiegò anche che l'entità comandata dal demone, molto probabilmente era un parente stretto del bambino, con alte probabilità era il padre. Chiesi come fare per aiutare il bambino al prete. - Hai mai sentito parlare delle "Obe" o viaggi extracorporei? - Mi chiese. Gli risposi di averne letto un libro molti anni fa. Per avere un'Obe, ci vuole molta tecnica, concentramento e pratica, non era affatto una cosa semplice, ma era l'unico modo per accedere all'altra dimenzione. Il prete in fine, mi disse di non poter fare più nulla, e che l'entità non se ne sarebbe andata, finche non avrebbe ottenuto cio che voleva. Passai le giornate intere a documentarmi su come avere un viaggio extracorporeo. Lessi una guida, e provai immediatamente. Mi distesi sul letto, in posizione supina, provando a non pensare a nulla. La tentazione di grattarmi era tremenda. In fine, i pensieri affollarono la mia mente, e dovetti smettere. Riprovai una mezz'ora dopo. Mi distesi sul letto, in posizione supina, provando a svuotare la mente. Le mani mi cominciarono a formicolare, ed andai in uno stato che possiamo chiamare col nome di "paralisi notturna". Su, lo so che l'avete provata anche voi, almeno una volta nella vita. In quello stato, dopo molta pratica, si può accedere all'Obe, e passare all'altra dimenzione. E' sconsigliatissimo farlo, se non si è esperti. Dopo la paralisi, e molti, molti tentativi, notai il mio corpo disteso sul letto. - C'e l'ho fatta!- Pensai. Di fronte a me, vidi una porta, di colore chiaro, circondata da raggi luminosi. Alle mie spalle, vi era un'altra porta, nera, circondata da fiamme ardenti. Il mio istinto mi diceva che il bambino si trovava li. Mi feci coraggio, ed aprendo la porta, avanzai all'interno di quello che sembrava un vero e proprio inferno. Entrando, vidi anime nere, bruciare tra le fiamme ardenti, anime dannate svolazzare da una parte all'altra. Era un luogo diverso, da come lo immaginiamo noi comuni mortali. Le fiamme ardenti si alzavano dal suolo fino a raggiungere l'imponente altezza di tre metri, mentre alberi secchi e senza foglie arricchivano il paesaggio, pieno di fumo grigio, ed il cielo color cremisi dava una sensazione ancor più terribile. Strane creature, popolavano questo luogo, terrificante. Dopo essermi guardato attorno, incominciai le ricerche. Mi misi a gridare il nome del bambino, ma non ebbi risposta. Poco dopo, sentì la sua piccola voce, che chiedeva aiuto, provenire da sinistra. Mi voltai, e vidi un essere orrendo. Era simile ad un satiro. Aveva le corna simili a quelle di un ariete, un mento appuntito, un corpo mingherlino, ed era alto sui tre metri. Incominciai a segurilo, e mi condusse in una strana casa, in legno, semi distrutta, dove notai il bambino, chiuso in gabbia. - Ti prego aiutami, vuole portarmi via l'anima! Dice che gli serve per assumere sembianze materiali ed agire anche sul mondo terrestre, devi fermarlo! - Mi implorò il bambino. Il suo sguardo intenso e penetrante mi trafisse il cuore. Intanto Lara e Dylan, erano preoccupati per me, non sentendomi da molto tempo. I pompieri abbatterono la porta di casa mia, e mi trovarono disteso sul letto, in posizione supina e con gli occhi chiusi. La medium Melissa, disse a Tracy che ero in uno stato di viaggio astrale. Si misero tutti attorno a me, aspettando che mi svegliai. La strana creatura, al momento, non si era accorta di me. Provai a liberare il bambino, rompendo la gabbia, fatta in legno con dei pugni. Aveva una catena al piede, e per la fretta di liberarlo, non mi accorsi che quell'essere mi aveva appena notato. Avanzò furioso verso di me. Con gli zoccoli simili a quelli di un cavallo, ad ogni passo lasciava un impronta di magma. Dalla bocca usciva del fumo nero, e le corna nere come il carbone, si notavano maestose sopra la sua testa. Presi un pezzo di legno appuntito, che trovai per terra, e glie lo conficcai nel petto. Il legno prese fuoco, e sembrava non avergli fatto nulla. Improvvisamente mi prese per il collo, sollevandomi da terra. Sembrava ormai finita per me, quando il bambino dagli occhi di ghiaccio intervenì spedendo la creatura contro il muro, usando la forza del pensiero. - Sei nell'aldilà, non hai un corpo fisico, usa la telecinesi - Mi disse il bambino. Cosi cercai di fare, ma non mi riuscì. Quell'essere mostruoso distese entrambe le braccia, e dalle dita rosse come il fuoco, uscirono cinque lame lunghe mezzo metro, nere ed affilatissime. Mi si scaraventò contro, e ne approfittai della sua lentezza per tendere la catena di metallo che legava il bambino, ed usare le sue lame per romperla. La catena si ruppe, presi il bambino in braccio e cominciai a correre. Mi ritrovai in un ponte fatto di roccia, cosparso di fiamme, a destra e a sinistra. Era tutto rosso, non riuscivo più a distinguere nulla. La temperatura era altissima, oscillava sui cinquantacinque gradi. Incominciai a correre, e a correre, fino a notare che il cuore della creatura, batteva all'esterno del petto. Mi tolsi il crocifisso che portavo al collo, e affrontandola, provai a conficcarglielo nel cuore. La creatura mi fronteggiava, stavamo lottando entrambi su quel ponte, mentre il bambino ci distanziava di alcuni metri. - Lui è mio, lascialo a me, misero mortale. - Disse la creatura con voce grottesca. - Mai! Non provare a toccarlo! - Gli urlai contro. - Allora cio che otterrai, sarà la morte - Mi rispose. L'entità si scaglio contro di me, infilzandomi da parte a parte con uno dei suoi artigli, mentre io ero riuscito a conficcargli il crocifisso nel cuore, che cominciò a zampillare sangue da tutte le parti. La creatura incominciò a rotolarsi per terra, urlando come un forsennato. Il demone scomparve in tanti piccoli pezzi di fuoco, lasciando un uomo al suo posto. Era un signore, sui cinquanta anni, stempiato, con una cicatrice sulla guancia destra. Era il padre del bambino. Mi alzai da terra, mentre mi tenevo la ferita, avanzavo sempre più, goffo, e sanguinolento, verso il padre del bambino. Gli chiesi perché, una cosa simile, perché tanta sofferenza nei confronti del figlio. E lui mi rispose - Hehehehe, sciocco, non sai che mio figlio, è l'erede del diavolo? Guarda quegli occhi, così chiari, ti sembrano normali per un essere umano? Sei solo un illuso, se pensavi di poterci fermare. - Concluse, col fiatone. Le forse mi calavano sempre di più, mentre il bambino, cercava di tirarmi su, e mi incoraggiava di resistere. -No, lui è bu..coff, lui è buono, non è come voi. Ha solo bisogno del mio aiuto, e non lascerò che vi impossiate di lui. - Con una forsa sovrumana mi alzai in piedi. - Fatti sotto, maledetto - Gli dissi. Il padre del bambino si mise a ridere, dopodiché si scagliò contro di me. La ferita all'addome mi faceva un male cane, ma fortunatamente il demone non colpì organi vitali. Lottammo, fino allo sfinimento, finché non riuscì a mettermi in crisi, spingendomi nei bordi del ponte, a pochi metri dal mare di magma. - Vedi, sono quelli come te, i buoni come te, che ci rimettono. Nella vita bisogna essere cattivi, è con la cattiveria che si ottiene tutto. - Mi disse. - No ti sbagli, con la cattiveria ti crei altra cattiveria attorno - Gli dissi, tossendo sangue. - Con la cattiveria non otterrai assolutamente nulla!. - Ora ne ho abbastanza! - Urlò, spingendomi contro la lava. Iprovvisamente, sbucò Edward, che prese la carica, e lo spinse nel mare di magma. L'uomo incominciò ad urlare come un mostro. Le urla demoniache riecheggiavano nell'inferno, mentre delle braccia nere, con lunghe dita, lo stavano pian piano trascinando all'interno del mare di lava. - Cel'abbiamo fatta! - Dissi al bambino, che mi accennò un sorriso. - Tu mi hai salvato, quegli esseri mi avrebbero dannato l'anima, costringendomi a stare qui a vita. Quel che mi ha fatto mio padre quando ero in vita, è stato orribile, e non deve più accadere a nessuno. Quando passi a miglior vita, ti rendi conto del vero valore delle cose. Anche ogni minima cosa, ogni minimo fatto, lo rendi più bello. Non sai che darei per poter tornare in vita, toccare la terra con i piedi, respirare l'aria sana di un mondo reso peggiore solo dagli uomini. - Le parole del bambino mi fecero scendere una lacrima. Subito dopo mise la manina sul mio addome, curandomi la ferita. - Quel demone, non avrebbe fatto del male solo a me, ma sarebbe diventato più forte, mettendo a rischio l'incolumità delle persone nel mondo dei vivi. - Mi disse il bambino, poggiandomi una mano sulla spalla e sorridendo. Attraversammo il ponte e ci diriggemmo verso l'uscita, attraversabile solo da chi aveva un corpo ancora in vita. Il bambino entrò nella porta luminescente, si voltò, mi sorrise, e con i suoi occhi blu ed abbaglianti, mi guardò. Poi delle lacrime scesero lente sulle sue guance paffute e rosse, ed accadde lo stesso con me. Scomparve subito dopo, lasciandosi dietro una luce gialla ed abbagliante. Mi svegliai, entrando nuovamente nel mio corpo. Tracy e Dylan mi abbracciarono, e mi chiesero come stavo. Mentre li abbracciavo, notai il bambino, che mi guardava con un espressione spensierata, salutandomi con la manina. Passarono tre lunghi anni da allora. Io e Tracy ci sposammo, ed ebbimo un figlio, di nome Samuel. Incominciai a scrivere un libro, che ricordasse la storia del bambino dagli occhi di ghiaccio, un anima pura, in un mondo di dannati. Purtroppo il mio racconto finisce qui. Bisogna sempre aiutare chi ha bisogno d'aiuto, specialmente se si tratta di un bambino, anche se non capita tutti i giorni di venire a contatto con un bambino defunto, un demone, ed uno spirito omicida. Questo è tutto quel che ho da dirvi, alla prossima cari lettori!
  
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