Era calata un'inverosimile tranquillità su Starling City dopo le distruzioni provocate da Slade. Pure lì, nel nuovo covo era diventato tutto più tranquillo e monotono per Oliver e gli altri. I criminali sembravano essere scomparsi nel nulla, forse morti sotto le macerie o forse anche loro stanchi di perseguire i loro intenti in quella città. Solo qualche ladruncolo si faceva vivo ogni tanto, borseggiando chi gli capitasse sotto mano. Felicity era tornata a fare quello che aveva sempre amato, anche se spesso la noia occupava i suoi pensieri. E non solo quella, purtroppo. Osservare la presa del titolo di Black Canary da parte di Laurel era stato un brutto colpo per lei. Non riteneva che potesse essere idonea a farlo, in realtà non l'aveva mai vista allenarsi lì con loro, ma presumeva che sarebbe stato così. Rimaneva solo lei incapace di difendersi. Ma era importante quanto gli altri, perché senza il suo cervello, la sola forza degli altri poteva far ben poco.

 Non riusciva a nascondere a sé stessa che vedere Laurel lì con loro le desse fastidio, soprattutto vicino ad Oliver che aveva ricominciato ad uscire con lei. E soprattutto dopo quel "Ti Amo." in cui aveva creduto così tanto, ma ora non più. Roy  entrava in missione al fianco di Oliver e Diggle... Beh lui stava per diventare padre. Era così felice per loro, ma dentro di sé non si sentiva ancora completa, come se qualcosa le mancasse. 

Quella sera Felicity si trovava al covo, davanti ai suoi computer, a riordinare scartoffie e vari documenti che si era portata dalla Queen Consolidated. Erano ore che ci lavorava, i mucchi di fogli erano enormi, gigantesche montagne di inchiostro. E pensare che il lavoro l'avrebbe dovuto fare Oliver! Proprio in quel momento, la porta alle sue spalle si aprì ed entrò Oliver con in una mano due scatole firmate col nome della pizzeria all'angolo della strada e con un sacchetto nell'altra.

 

 "Cosa sono?" chiese subito Felicity guardandolo diffidente.

 

 "Ho pensato che dopo ore di lavoro al posto mio, una cena ti avrebbe fatto piacere." le sorrise Oliver, dopo aver accuratamente sottolineato l'espressione "al posto mio". Felicity l'avrebbe volentieri preso a schiaffi. L'idea della cena però le faceva piacere, eccome.

 

 "Però... non sapevo se ti andava di più una pizza o un gelato..." incominciò a dire dubbioso guardandola in cerca di una risposta.

 

 "Gelato cioccolato e menta?" chiese prontamente Felicity. Adorava quel gusto di gelato.

 

 "Si."

 

 "Allora dammi il gelato! Sono così affamata che potrei mangiare un orso! Cioè... Non che io ucciderei mai un orso per mangiarlo, anche perché come farei? È im..." disse la bionda iniziando a muovere le mani convulsamente. Se una mosca in quel momento le fosse volata vicina, Felicity l'avrebbe già stesa meglio di una qualche strana mossa di kung fu.

 

 "Felicity, respira." gli angoli della bocca di Oliver si erano sollevati in un sorriso divertito. Solo lei riusciva farglielo spuntare su quel volto serio. Si sporse dandole un barattolo di gelato con un cucchiaino e prese posto sulla sedia vicino a lei.

 

 "Mmmh" si lasciò sfuggire Felicity che aveva già aperto il barattolo e ora stava pregustando il gelato. Oliver posò le pizze sulla scrivania davanti, per poi spostare lo sguardo verso di lei.

 

 "Non hai fame?" gli chiese sventolandoli il cucchiaino davanti al naso.

 

 "No, grazie." le rispose.

 

 "Dai su" insistette lei avvicinando il cucchiaio alle labbra serrate del ragazzo. Questo, dopo aver sbuffato e alzato gli occhi al cielo, si arrese e si lasciò imboccare per tre volte da una Felicity che se la rideva della situazione. Calò il silenzio in cui le cucchiaiate di Felicity si succedettero l'una all'altra, finche non finì tutto il gelato.

 

 "Sono piena." annunciò, come se volesse farlo sapere a tutto il mondo.

 

 "Ci credo, hai mangiato un chilo di gelato!" disse lui guardandola con tenerezza.

 

 "E ora ingrasserò..." piagnucolò Felicity toccandosi la pancia. Poi, persa nei suoi pensieri, cominciò a fissare un punto nel buio con un'espressione mista tra la malinconia e la tristezza.

 

 "È da tanto che non succedeva." disse d'un tratto.

 

 "Che cosa?" chiese confuso Oliver alzando un sopracciglio aspettandosi una risposta.

 

 "Ecco... Questo. Noi due insieme... Oh, non in quel senso! Intendevo qua, al covo, a parlare come due vecchi amici dopo tanto tempo... Dopo quella sera, a casa tua quando mi hai detto:"Ti amo." per attirare l'attenzione di Slade..." nella sua voce c'era rammarico e delusione, ma cercò di non farlo notare scrollando le spalle con noncuranza. Ma Oliver aveva ormai capito cosa voleva dire.

 

 "Scusa, forse era meglio se non tiravo fuori l'argomento, è solo che ripenso tante volte a quella sera..." si affrettò ad aggiungere.

 

 "Lo so, Felicity, anch'io ci ripenso. Mi dispiace." Oliver lo disse quasi in un sussurro.

 

 "Oh no, no! Non devi dispiacerti! Hai solo fatto quello che dovevi fare, cioè salvare Laurel e fermare Slade. E se io sono servita allo scopo facendo da pedina, beh non ha importanza, davvero. Almeno sono ancora viva, no?" disse Felicity, cercando di sorridere alla sua stessa battuta, ma non ci riuscì.

 

 "Non dire così Felicity." le disse lui sinceramente dispiaciuto di vederla così. Per accorgersi solo in quel momento di averla ferita come non avrebbe mai dovuto fare.

 

 "Oliver, senti sono io che sono stata stupida a crederci, capisci? A credere che quel ti amo fosse vero, ma era solo che io lo volevo e lo desideravo e quindi non sono riuscita subito a vedere la verità. Ora invece si e ho capito che nel tuo cuore ci sarà sempre o solo Laurel Lance..." fece una pausa, "Sai quando mi hai detto che abbiamo recitato entrambi? Non era vero, io non stavo recitando. Ecco, l'ho detto! Ora non ho più questo peso sulle spalle, mi capisci vero?" gli chiese stanca da quel suo monologo in cui aveva esposto esplicitamente i suoi sentimenti. Le palpebre le si chiudevano sugli occhi e aveva ancora tanto lavoro da fare. Oliver voleva dirle tante cose, risponderle. Ma ci rinunciò, preferendo come sempre lasciare le cose al loro posto, così come stavano in quel momento. Annuì alla domanda di Felicity perché si, lui la capiva. Sentiva anch'esso quel peso e avrebbe voluto tanto liberarsene. Ma non poteva farlo, senza travolgere con sé la persona a cui teneva di più . Le posò una mano sulla guancia e la accarezzò lentamente, racchiudendo in quel gesto e nei suoi occhi le parole non dette.

 

 "A volte penso che tu menta anche adesso, sai? Che tu non voglia dirmi che era vero... Ma cosa sto dicendo? È solo una mia impressione..." disse accoccolandosi contro la mano di Oliver.

 

 "Però, ti ricordi quando dissi che sospettavo che tu fossi Arrow e che mentissi già dalla prima volta che ti eri presentato da me? Ho sempre indovinato quando mentivi!" esclamò mentre un'idea le gironzolava in testa.

 

 "Vero, l'hai sempre capito. Con te non riesco a essere un bravo bugiardo, dovrei allenarmi." disse Oliver sorridendole dolcemente.

 

 "Quindi... Vuoi dire che non mi sono mai sbagliata? Che non ho sbagliato, ogni volta che mentivi?" chiese sorpresa. Questo voleva dire...

 

 "No, Felicity. Non hai mai sbagliato. Mai."

 

 

 

 

Note dell'autrice:

Ciao a tutti!! Eccomi con questa nuova one shot, dopo tanto tempo che non ne scrivevo né pubblicavo una! Mi mancava scriverle e ora ho riscoperto il piacere di farlo, soprattutto perché l'ho fatto per un'amica, NAKIA, che ho conosciuto qua su Efp e che è la mia beta, la migliore che potessi avere. E questa one shot la dedico a lei, per ringraziarla di tutto quello che ha fatto per me. Spero che piaccia anche a voi lettori come è piaciuta a lei, fatemi sapere i vostri commenti e cosa ne pensate. Grazie di tutto♥ ora devo andare. A presto!:)